Lord NewsI misteri della nostra storia |
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Post n°2 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da lupusdelupis1974
Tutto nasce da un testo ritrovato nella biblioteca di Nippur* che narra di un dio viaggiatore, Enki, giunto a colonizzare il nostro pianeta, e assemblando una serie di antichissime tavolette, si scopre una storia incredibile , che puo farci venire strani dubbi su alcune cose che ci hanno insegnato , fin dalla nostra infanzia. E se un giorno scoprissimo realmente che tutto quello che ci hanno insegnato e inculcato fin da piccoli , fosse falso . E se qualcuno fino ad oggi ci ha nascosto queste notizie manipolandole a proprio piacimento? La cosmogonia, l'epica della creazione, le scoperte, le rivalità e le guerre della nostra alba più remota rivivono nel "libro dei libri" dell'avventura umana. Questa è la storia dei primi astronauti che sbarcano sulla Terra e della loro guida. Una saga di déi giunti da un pianeta lontano, e di uomini creati "a loro immagine e somiglianza". I Sumeri e il Diluvio Universale. La descrizione della catastrofe è ricca di dettagli che riguardano anche le conseguenze delle perturbazioni gravitazionali avute su Marte in seguito al passaggio di Nibiru. I segni premonitori di una terribile catastrofe, in procinto di colpire la Terra e Marte , vengono colti e riportati dai Sumeri: “…Nei giorni di Lamech ( il padre di Ziusudra, che è assimilabile al biblico Noè )…gli stenti sulla Terra aumentavano sempre più… Lahmu (Marte) fu avvolto da aridità e polvere. Gli Anunnaki si consultarono…Osservarono bagliori sul Sole, vi erano sconvolgimenti nella forza di attrazione delle reti della Terra e di Lahmu…le sofferenze sulla Terra aumentavano sempre più. I giorni si facevano sempre più freddi, i cieli trattenevano le piogge…piaghe e carestie afflissero la Terra…”. I Sumeri stanno documentando storicamente variazioni climatiche sui due pianeti, indotte da una intensificazione della forza gravitazionale del Sole,e l’umanità ne patisce le conseguenze per il raffreddamento del clima e una sopraggiunta siccità. Marte,a sua volta,era soggetto a un inaridimento del clima, presumibilmente dovuto a un prosciugamento delle fonti di acqua liquida o alla formazione di aree di permafrost. Altri effetti vengono registrati dagli Anunnaki a causa delle perturbazioni gravitazionali ed elettromagnetiche: “…Sul volto del Sole comparvero strane macchie scure, dal suo volto si sprigionavano fiammate. Anche Kishar (Giove) si comportava in modo strano, confusi erano i suoi circuiti. Il Bracciale Martellato ( la fascia degli asteroidi ) era tirato e spinto da invisibili forze di attrazione della rete. “Per ragioni misteriose, il Sole disturbava la sua stessa famiglia…”.
Nella sua marcia di avvicinamento Nibiru attraversa lo spazio cosmico compreso tra la fascia degli asteroidi e Giove, ma questa volta Nibiru si avvicinerà eccessivamente alla Terra, esercitando un surplus di attrazione gravitazionale in grado di influenzare e accelerare i mutamenti climatici in atto sulla Terra. Un aumento rapido della temperatura media del nostro pianeta può determinare lo scioglimento delle masse ghiacciate presenti nell’Antartide con il relativo scorrimento nelle acque oceaniche di enormi blocchi di ghiaccio. Cosa potrebbe succedere se un’immensa coltre di ghiaccio, forse dello spessore di chilometri e vasta centinaia di migliaia di chilometri quadrati, dovesse staccarsi improvvisamente per l’influsso della forza gravitazionale di un corpo celeste grande quanto Nettuno? Non dovrebbe essere particolarmente arduo prevederne le conseguenze apocalittiche, ossia un effetto “tsunami”. Neanche gli evoluti Anunnaki possono fronteggiare una calamità naturale di simile portata e per salvarsi dalla incombente catastrofe decidono di abbandonare, almeno temporaneamente, la Terra e Marte. Alcuni “…tornavano su Nibiru e salirono a bordo delle navi celesti…”, mentre altri, come Marduk, si raccolgono “…al Luogo dell’Atterraggio…e lo stesso Marduk offrì agli Igigi la scelta di andare con lui, Sarpanit ( la congiunta di Marduk ), i suoi due figli e le figlie a Lahmu (Marte), per attendere la calamità, oppure di disperdersi nelle lontane regioni montuose della Terra, per trovare un rifugio dal Diluvio…”. La descrizione sumera del Diluvio Universale è estremamente drammatica e rivela dettagli molto accurati sull’andamento rovinoso della catastrofe: “…Per giorni interi prima del giorno del Diluvio la Terra rombava, gemeva, come se soffrisse. Per notti intere prima che la calamità si avventasse sulla Terra, Nibiru nei cieli era una stella risplendente… La Terra iniziò a tremare, agitata da una forza di attrazione fino ad allora sconosciuta….la luce della mattina si trasformò in oscurità. Poi esplose il suono del rombo di un tuono, i lampi accesero i cieli…Quel giorno con un tremendo boato il Diluvio ebbe inizio. Per ora mi fermo qui , ma iniziamo a riflettere su questo avvenimento descritto nel libro ritrovato nell biblioteca a Nippur*. Se tutto fosse realmente accaduto ? Leggenda o Realtà? Attendo i vostri primi pareri . A presto Lord *Nippur (in sumerico Nibru, in accadico Nibbur) fu una delle più antiche città della Mesopotamia la sede del culto del dio sumerico Enlil ,signore dell'universo.La città sorgeva su entrambe le rive del canale di Shatt-en-Nil, uno dei più antichi corsi dell’Eufrate, situato fra il suo attuale corso e il fiume Tigri, circa 160 chilometri a sud-est di Bagdad è rappresentata dal grande complesso di cumuli di rovine conosciuti dagli arabi sotto il nome di Nuffar, scritto dai primi esploratori Niffer. Il punto più alto di queste rovine, una collina conica di circa 30 metri, a nord-est del canale, è chiamata dagli arabi Bint el-Amiror ("figlia del principe"). |
Post n°3 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da lupusdelupis1974
Nella Terra Bianca ( l’Antartide ), nelle viscere della Terra, le fondamenta del pianeta tremavano. Poi con un rombo la coltre ghiacciata scivolò dalle sue fondamenta. Era spinta via dalla forza di attrazione invisibile della rete di Nibiru, nel mare del sud si andava a schiantare. La superficie della Terra Bianca si sgretolava come il guscio rotto di un uovo…”. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che lo scivolamento nella distesa oceanica di masse imponenti di ghiaccio sia in grado di sollevare un muro d’acqua dell’altezza di alcune centinaia di metri, che viaggerebbe sulla superficie marina a una velocità di centinaia di chilometri all’ora, riversandosi sulle terre emerse con un impeto inimmaginabile e spazzando via ogni forma di vita. I Sumeri ci testimoniano dell’avvicendarsi di eventi sismici devastanti, dovuti alla forza gravitazionale di Nibiru, e infatti la Terra“gemeva” e le sue fondamenta“tremavano”. I suoi venti spingevano il muro d’acqua , l’onda di marea volgeva verso nord.Il muro correva verso nord, ormai già minacciava le terre dell’Abzu ( l’Africa ). Da lì poi viaggiò verso le terre abitate e invase l’ Eden ( la Mesopotamia )…”. Neanche gli Anunnaki possono contrastare la forza distruttrice di uno “tsunami” di proporzioni planetarie e tutto venne inghiottito dall’acqua “…Tutto ciò che un tempo era stato sul terreno fu spazzato via dalle acque impetuose…”. Sono allibiti dalla velocità con cui avanza la immensa onda d’acqua e dalla sua altezza, probabilmente di alcune migliaia di metri: “ …Prima che il giorno finisse, il muro d’acqua, acquistando velocità, ingoiò le montagne…”. Impotenti, gli Anunnaki assistono allo scempio mentre “…nelle loro barche celesti (le loro astronavi) orbitavano intorno alla Terra…”. Il loro stato d’animo è dominato da un cieco terrore, dato che “…con sgomento in quei giorni furono testimoni di una forza più grande della loro…”. La Natura non ha rivali. Non si può certo restare indifferenti alla descrizione apocalittica del Diluvio Universale e delle sue conseguenze, riscontrabile in questo testo sumero di cinquemila anni fa:”…le creature riempiono le acque come libellule annegate in uno stagno. Ogni forma di vita è stata spazzata via dall’ondata del mare in tempesta…” Ma per quaranta giorni e quaranta notti le piogge continuarono a cadere dai cieli…laddove un tempo c’era terra asciutta, ora si stendeva un mare di acqua. Laddove un tempo le montagne svettavano verso il cielo, ora le loro cime spuntavano come isole nel mare… Poi le acque si riunirono nei loro bacini. Rollarono avanti e indietro, giorno dopo giorno; il livello dell’ acqua si abbassò…anche le piogge si arrestarono…”. Cosa ci rivela il testo sumero sulle sorti della specie umana? Eccone l’essenziale ma tragica conclusione della tavola sumera: “…L’umanità e ogni forma vitale erano scomparse dalla faccia della Terra.”. “…Lahmu (Marte) è stata devastata dal passaggio di Nibiru! Così riferì Marduk! La sua atmosfera è stata risucchiata, le sue acque sono poi evaporate, si è trasformata in un luogo di tempeste di polvere!...”. Questa descrizione sumera delle nuove condizioni climatiche e fisiche di Marte ci impone una doverosa riflessione: ci sono riferimenti scientificamente fondati sulla dispersione improvvisa dell’atmosfera di Marte,che è stata “risucchiata”. La storia continua ... |
Post n°4 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da lupusdelupis1974
Cosa può aver provocato un processo così repentino di disgregazione e rarefazione dell’atmosfera marziana? Indubbiamente la forza di attrazione esercitata da Nibiru può solo parzialmente “strappare” a Marte la sua atmosfera.Dunque occorre preventivare un ulteriore fattore che abbia concorso al risucchio dell’atmosfera marziana.Riteniamo plausibile l’ipotesi di Melosh e Vickery, concernente la distruzione dell’atmosfera marziana per ripetuti impatti di asteroidi e meteoriti con il suolo marziano, anche perché il progressivo avvicinarsi del pianeta Nibiru provoca, nel medio periodo, l’espulsione dalla fascia degli asteroidi di corpi rocciosi, trascinandoli con sé nel suo moto orbitale, oppure cattura materiale meteoritico o protoplanetario residuo scagliandolo verso i pianeti interni del sistema solare. Una riduzione progressiva della densità atmosferica comporterà una diminuzione dei valori pressori e della temperatura necessari per la permanenza dell’acqua allo stato liquido; non è casuale che il testo sumero riferisca che “ le sue acque sono poi evaporate”. E’ probabile che in una fase iniziale le acque marziane siano state soggette ad evaporazione per il surriscaldamento della superficie marziana, dovuto all’enorme energia da collisione sprigionata dagli innumerevoli corpi asteroidei e meteoritici. Successivamente, le nubi di vapore generate dagli impatti decompongono l’atmosfera marziana, la cui pressione, ormai asfittica, non è in grado di trattenere l’enorme quantità di vapore acqueo immesso nell’atmosfera marziana e di evitare il passaggio dell’ acqua dallo stato liquido a quello gassoso. Nel sito marziano di Chryse Planitia si può notare un sistema fluviale con una larghezza di 25 chilometri e una lunghezza di oltre 2000 chilometri, con una portata di milioni di metri cubi al secondo.Solo uno scorrimento rapido di imponenti masse d’acqua può spiegare il modellamento delle pareti del sistema fluviale, estremamente lisce e livellate.Non essendo ravvisabili nel sito dislivelli del terreno, è lecito chiedersi come fosse possibile una velocità di scorrimento delle acque così travolgente. Il ricercatore Cattermole, ma anche Victor Baker e Daniel Milton, sottolineano che solo una “inondazione catastrofica” può svolgere un’azione erosiva con effetti così macroscopici. Si suppone che inondazioni di questa tipologia siano preventivabili se immaginiamo fondatamente una forza gravitazionale accentuata ed emanata da un gigantesco corpo celeste, e ipotizziamo che questo astro fosse il pianeta Nibiru, come ricordato dai testi sumeri. Entrambi venivano menzionati con il nome di ‘Horus dell’Orizzonte’ oppure di ‘Horus il Rosso’. L’altro nome attribuito alla Sfingeè ‘Horakhti’, epiteto con cui gli Egizi indicavano Marte,anche molte testimonianze antiche asseriscono che la Sfinge era stata dipinta per un lungo periodo di tempo con il colore rosso. Il collegamento probabilmente è di natura astronomica, in quanto la Sfinge, che simboleggia Marte, indica con il suo posizionamento rispetto alla volta celeste che il pianeta rosso attraversava la costellazione del Leone in un periodo databile tra il 10970 e l’8810 a.C. Il Sole all’equinozio di primavera sorgeva dunque nella costellazione del Leone. Non sarà del tutto casuale che gli Egizi testimoniano del pericolo rappresentato dall’avvicinarsi minaccioso di una cometa, le cui sembianze mostruose vengono descritte con raccapriccio: “…sembrava infuocata, ondeggiava come le spire di un serpente ed era orribile a vedersi…”. Una simile memoria storica viene ereditata dagli arabi che chiamarono la città contigua alla necropoli di Giza ‘El-Khaira’ ovvero Il Cairo, che significa ‘ Marte’. Una singolare coincidenza. O no? Lo saremo eternamente. By Lord |
Inviato da: lupusdelupis1974
il 11/10/2009 alle 22:04
Inviato da: alf.cosmos
il 09/10/2009 alle 04:38
Inviato da: lupusdelupis1974
il 07/10/2009 alle 10:46
Inviato da: vale
il 07/10/2009 alle 09:06