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Mitologia Celtica - Pwyll, eroe del Galles (Capitolo 4)

Post n°29 pubblicato il 18 Marzo 2013 da nami.1991

Re del Dyvet -un territorio a sud del Galles- Pwyll non è un uomo come gli altri. Lo prova il suo incontro, davvero insolito, con il signore di Annwvyn, l'Altro Mondo, il regno dei Morti.
Tra i due nascerà una salda amicizia, a dispetto del difficile esordio... Ecco come Pwyll stesso s'è meritato il titolo di principe di Annwvyn.

ARAWN, SIGNORE DELL'ALTRO MONDO

Un giorno, durante una caccia, lanciandosi con i cani nel cuore della foresta, Pwyll perde di vista i compagni. S'imbatte allora in un'altra muta di cani, di aspetto eccezionale, mai visto prima, d'un bianco abbagliante con orecchie rosso vivi.
La strana muta insegue un cervo e finisce per circondare l'animale braccato. Ignorando l'elementare cosice d'onore della accia, Pwyll allontana quei cani a fa correre i suoi, branando per sé la preda.
Pwyll è vicinissimo alla riuscita quando gli appare, sopra un mestoso cavallo grigio, il proprietario dei cani dai due colori.
-Mi chiamo Arawn, e sono re di Annwvyn.
A parole lo redarguisce aspramente per la sua condotta. Pwyll, contrito, chiede che cosa possa mai fare per riscattarsi.
-Potresti rendermi un certo servizio, per riparare all'azione malvagia. Mi libererai di un nemico.
-Dì quel che devo fare.
-Il nemico si chiama Havgan. Prentende di essere re di Annwvyn, proprio come me, e mi attacca di continuo.
Tu regnerai al posto mio per un anno. Assumerai le mie sembianze, il mio volto. Ho appuntamento con Havgan tra un anno, al guado.
Andrai tu in vece mia, e lo ucciderai, ma con un solo colpo di spada o egli diverrà ancor più forte.
-Lo farò. Ma che nè sarà del mio regno, per tutto il tempo? -obiettò Pwyll.
-Io assumerò le tue sembianze. Nessuno s'accorgerà di nulla.
I due uomini si separano. Pwyll, ansioso si riscattarsi, regna  in vece di Arawn, vivendone la vita fastosa, approfittando delle mensa abbondante.
C'è comunque una cosa che non osa usurpare: l'amore della regina, di tale sconvolgente bellezza da essere irresistibile. Nelle notti di un anno intero, non la toccherà una volta.

IL COMBATTIMENTO CON HAVGAN

Il giorno prefissato, Pwill, sotto mentite spoglie, si reca al guado per saldare il debito.
Havgan naturalmente lo attende scortato dai suoi cavalieri. Pwyll gli tira un unico colpo di spada, mortale.
Prima di morire, Havgan mormora l'ultimo comando ai suoi: l'unico, legittimo re di Annwvyn sta di fronte a loro.
Arawn e Pwyll si ritrovano poi nel luogo e giorno convenuti.  Uniti ormai da un saldissimo vincolo di fratellanza, ripendono le sembianze usuali e tornano ai rispettivi regni.

IL RITORNO A CASA

Pwyll ritrova un popolo felice: mai le terre erano più prospere. Riceve molti complimenti per il modo in cui ha regnato.
Ma Pwyll è sincero, e rivela che il merito ca attribuito ad Arawn, cje governava in sua vece; nel frattempo, egli comandava sul regno dei Morti. Fu così che i seguaci gli dettero il titolo di principe si Annwvyn.
Dal canto suo, anche Arawn ritrova intatto il regno e l'amore della moglie. La regina si stupisce di vedere così innamorato chi nel letto la ha voltato le spalle un anno intero. Arawn sorride e ringrazie tra sè per la fedeltà dell'amico. Così ha inizio l'amicizia tra Arawn e Pwyll, destinata a non finire.
A tel punto che quando Pwyll diverrà padre, suo figlio Pryderi, riceverà da Arawn un regalo di grande valore per il popolo tutto: il primo maiale del Galles.

INCONTRO DI PWYLL E RHIANNON

Nella leggenda di Pwyll, si narra anche del suo incontro con una giovane misteriosa che diverrà sua moglie.
Seduto su un monticell sacro dove a chiunque sieda si manifesta un prodigio, Pwyll scorge in lontananza una donna su uno splendido cavalloo bianco. Per lei prova un'immediata, irresistibile attrazione.
Non appena tenta di raggiungerla, però, nè lui nè i suoi uomini riescono ad avvicinarla. Benché il cavallo proceda lentamente, la giovane donna è inarrivabile.
Sbslordito per lo strano sortilegio, Pwyll si rivolge alla cavallerizza.
-Giovane donna, aspettami, in nome dell'amore per colui che tieni a più che ogni altro!
La preghiera s'è appena spenta: la giovane donna finalmente si ferma e permette che Pwyll la raggiunga.
Dice di chiamarsi Rhiannon, e di essere venuta appunto per sposare Pwywll, a dispetto di un pretendente che non ama, di nome Gwawl.
Incantano, Pwyll accetta. La data del matrimonio viene fissata senza indugio.

IL MATRIMONIO CONTRASTATO

Il giorno delle nozze, tuttavia, un curioso mendicante si presenta al banchetto e dichiara di avere una richiesta per il sovrano. L'onore di un re esige che mai rifiuti di elargire un dono, neppure a scatola chiusa: tanto meno nel giorno del suo matrimonio. Quanto lo sconosciuto chiede, gli sarà accordato.
L'estraneo, non altri che Gwawl, chiede le mano di Rhiannon. Pwyll non può mancare la parola. S'interrompe la festa, e lo sposalizio di Gwawl con l'amata del re viene fissato per la fine dell'anno.
Il giorno delle nozze fraudolente, Pwyll si presenta a sua volta alla festa travestito da mendicante. Chiede soltanto che gli si riempia di cibo la borsa che tiene.
E' però una borsa magica, regalatagli da Rhiannon: la si riempia pure di tutto il cibo del mondo, non sarà mai piena! Di fronte all'imbarazzo dei convitati, Pwyll dichiara che Gwawl in persona dece sedersi sul pacco, perchè si possa riempirlo.
Non appena costui s'accomoda, Pwyll tira i cordoni e fa prigioniero l'uomo che si credeva più astuto.
Gliene dà tante che Gwawl lo supplica di smettere, e promette di restituire Rhiannon. Pwyll e Rhiannon potranno così sposarsi.

LA PUNIZIONE DI RHIANNON

Passano tre anni e la regina dà alla luce un figlio. E' appena venuto al mondo, quando la culla viene trovata vuota.
Le donne, cui troccava di custodire il neonato, giurano di non aver sentito nulla. Ecco che Rhiannon è ingiustamente accusata di aver ucciso il bambino.
Pazzo di rabbia, Pwyll la punisce: rimarrà sette anni fuori della porta del palazzo e si offrirà di portare in groppa qualunque visitatore si presenti.
Si dà il caso che un nobile del circondario, chiamaro Teyrnon Twryv Liant, possegga una giumenta ai danni della quale, anno dopo anno, viene compiuto un furto implacabile e misterioso: scompaiono tutti i puledri che ha messo al mondo. Stavolta l'uomo vuole risolvere l'arcano. Calate le tenebre, egli si apposta e sorprende una mano unghiuta nell'atto di rubare un puledro neonato. Teyrnon la mozza di colpo e si getta alle calcagna del ladro.
Questi riesce a fuggire, ma abbandona un bimbo, un lattante sulla soglia della scuderia. Teyrnon decide di crescerlo insieme al puledro ritrovato.
Passano quattro anni prima che Teyrnon sospetti qualcosa: si accorge allora della strana somiglianza fra Pwill e il trovatello. Giunto a palazzo, rende il bimbo ai genitori: ha fine così l'ingiusta punizione alla regina.
Da quel momento, il piccolo si chiamerà Pryderi, "Preoccupazione".

MANAWYDDAN, FIGLIO DI LLYR

La vicenda che segue ha luogo più avanti, quando Rhiannon è ormai vedova. Suo figlio Pryderi, divenuto un temuto guerriero, le propone di mettersi con un altro uomo: Manawyddan, figlio di Llyr, prediletto compagno d'armi del giovane.
Tra Manawyddan e Rhiannon scocca subito il colpo di fulmine. Si sposano di volata.
Si narra che abbiano consumato la loro unione ancor prima della fine del banchetto. Nei giorni seguenti, la coppia, accompagnata sa Pryderi e consorte, passa in rassegna i possedimenti, ricchi e opulenti. D'improvviso, mentre riposano tutti su un monticello sacro, il medesimo da cui Pwyll aveva scorto Rhiannon la prima volta, scoppia un colpo di tuono. Un istante e i quattro  vengono avvolti da una nebbia così fitta da non vederci più.
E appena la nebbia, la verdeggiante cantrada di Dyvet s'è tramutata in una landa desolata priva di vita.
Per lunghi mesi, le due coppie sopravvivono grazie a una magra caccia e ai rimasugli di cibo abbondanti denne case vuote. Me le riserve ormai scarseggiano.
Decidoo allora di lasciare il Galles e di imbarcarsi per l'Inghilterra.
Per sfamare i compagni, Manawyddan deve esercitare uno dopo l'altro i mestieri di calzolaio, orefice e sellaio...Siccome è molto dotato, eccelle al punto di accendere la collera degli artigiani vicini. Le due coppie sono costrette a fuggire.

IL CASTELLO INCANTATO

Tornati infine a Dyvet, dome da quando sono partiti è ritornata la selvaggina, Manawyddan e Pryderi escono a caccia. Un enorme cinghiale bianco li trascina lontano, ai piedi di un castello sconosciuto. I cani al seguito sono improvvisamente scomparsi.
Pryderi entra nel castello: è deserto, solo una fontana troneggia in mezzo alla corte. Sul bordo di una lastra di marmo, è posata una coppa d'oro, assicurata a una strana catena che pare infinita e si perde in cielo senza che possa dirsi dove finisce.
Pryderi afferra sventatamente la coppa. Tutt'a un tratto le mani si incollano al metallo. Non può più muoversi né parlare.
Manawyddan torna a palazzo e riferisce il fatto. Subito Rhiannon parte per salvare il figlio. Una volta giunta al castello maledetto, lei stessa è vittima del sortilegio.

LA TOPOLINA IMPRIGIONATA NEL GUANTO

Manawyddan resta dunque solo con la moglie di Pryderi. Si indegna a pescare e a coltivare la terra.
Un giorno, quando il grano è maturo, si reca in uno dei campi per la mietitura: lì però, non trova altro che stoppie. L'indomani decide di appostarsi in un altro campo, per sorprendere il ladro di spighe.
A mezzanotte crisca, sbalordito, vede sopraggiungere un nugolo di topi che divorano il grano in men che non si dica.
Manawyddan si getta nel mucchio: i topi paiono volar via come mosche. Fra le mani gli resta una topolina: la imprigiona nel guanto. Non merita di meglio che l'impiccagione.

IL BARDO, IL DRUIDO E LA TOPOLINA

Quella ladra di topolina ha già la corda attorno al collo, quando un bardo si alza in piedi per parlare: tenta di dissuadere Manawyddan del giustiziare il piccolo animale. Tempo perduto. Sopraggiunge allora un druido che per salvare la topolina offre prima denaro, poi cento cavalli. Manawyddan non fa una piega. Il druido insiste.
-Voglio Rhianno e Prydei liberi-  chiede infine Manawyddan.
-Te lo concedo. Tu libera la prigioniere.
-Mia moglie- confessa il druido. - Mi chiamo Llwyt, ho operato un maleficio sul Dyvet per vendicare il mio amico Gwawl, che un tempo Pwyll fece bastonare. Non fosse stata incinta, non saresti mai riuscito ad acchiappare mia moglie.
Nell'istante in cui l'animale è liberato, il sortilegio è infranto.
Rhainnon e Pryderi sono finalmente liberi, mentre il paese ritrova vita e abbondanza.

Fine Capitolo Quattro

 
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