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Post n°527 pubblicato il 21 Marzo 2010 da mjkacat
Una vecchia canzonetta del tanto blasonato Fabrizio De André mette bene in "Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo, Quando vide che l'uomo allungava le dita Questa visione distorta del messaggio biblico è tanto comune quanto errata. Lo stesso dicasi della "proibizione" relativamente all'albero del Bene e del Inoltre , la LIBERTA' precede il peccato poichè, infatti, se l'uomo non Queste brevi note solo per mostrare come l'incompetenza teologica dovrebbe http://www.youtube.com/watch?v=Qu3SX1gVX7M Fabrizio De André "Un eretico"
PS: Ovviamente, anche se dovrebbe essere superfluo ripeterlo, qui non si stà
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Ma il bene e il male, un bambino, impara a conoscerlo quando qualcuno glielo fa notare credo; è nel momento che compie un gesto che un adulto lo riprende e gli fa capire il principio. Penso sia chiaro che il bambino, nel momento che picchia un compagno, sappia di fargli male, altrimenti non lo picchierebbe, ma non comprende i concetti di bene e male, e questo, mi sembra di aver visto spesso in filmati, accade già nel primo anno di età, prima ancora di aver avuto esempio di tale azione, quindi istintiva.
Deve prima esperire l’emozione di rabbia e di vendetta per poter legare successivamente a queste emozioni l’insegnamento dell’adulto, altrimenti, se subisce la reazione violenta dal compagno senza essere ripreso, impara solo che può ricevere una risposta dolorosa, ma ancora non comprende il concetto anzi, nella maggior parte dei casi reagisce nuovamente con violenza e rabbia.
Credo che l’uomo, crescendo, impari il rispetto più per paura delle vendette che per il bene altrui. Così, l’astuzia tenta di aggirare la vendetta mascherando l’atto malvagio. Allora l’uomo diventa cosciente del male prima per paura, poi, se capita, per amore?
Se così fosse, e se De Gregori dice che l’uomo nasce “scemo”, incapace di legare da subito il concetto all’esperienza, non capendo a cosa porta la reiterazione del male, limitandosi a sfogare la rabbia e l’odio, allora avrebbe ragione.
Successivamente, conoscendo l’amore, teme per l’altro e soffre per il suo dolore. La parola di Dio credo sia il tentativo di estendere questa condizione a tutti, ma è un percorso per ognuno e, per questo, una maturazione, che si avvale in principio della presenza del dolore e del piacere, esistenti in ogni essere umano, ai quali vanno legati i principi di bene e male.
Essendo un percorso, si parte sempre dall’ignoranza del concetto, anche se esistono a priori piacere e dolore poiché non significano relativamente bene e male. Quindi la ragione, al servizio di sentimenti esperiti e cresciuti, interviene solo successivamente su di un istinto che, quasi sempre, manifesta egoismo.