Eighties

L'uomo, nel suo insieme, sarà soltanto un "tumore" nei confronti del resto della natura? Certamente in un organismo possono esserci cellule sane o malate ma questo sembra essere un punto di vista relativo. Così le cellule sane, soffrendo, "dicono" a quelle malate "ma voi che cazzo fate?" e quelle malate a quelle sane "ma voi che cazzo volete?" Da questi punti di vista relativi o isolati, sono sane entrambe perchè ognuna cerca di vivere a suo modo. Forse Il problema è che quelle dette "malate" sono all'interno di un organismo ma non partecipano al suo insieme però lo sfruttano per il loro fine (come il tumore) fino a farlo morire loro comprese ed, in questo caso, dal punto di vista complessivo della vita c'è un fallimento per entrambe. Se però il fine di quelle malate è proprio quello di uccidere l'organismo che le ospita, allora non hanno fallito pur morendo anche loro. In fondo tutti dobbiamo morire. Il bene e il male assoluti esistono solo nelle religioni che chiedono il senso della vita, e, spesso, al di là della vita pongono il risultato del "lavoro" fatto qui. La natura, vista nel suo meccanismo, sembra invece solo un gioco di equilibri dove qualcosa procede comunque, al di là del bene e del male mutando di forma. ("Al di là del bene e del male" titolo di un libro di Friedrich Nietzsche) Così i concetti di bene e di male compaiono soltanto in vista di un fine umano: se intendo disegnare un cerchio con una matita e un righello, non ce la posso fare per cui si generano una serie di "sofferenze" che nel loro insieme sono etichettate con il concetto di "male", poi trovo il compasso ed ecco che le sofferenze lasciano il posto al piacere di ottenere l'oggetto desiderato. Così nei confronti della natura se il nostro fine è quello di viverci in armonia, dove per armonia s'intende la prevalenza del piacere sul dolore, per tutti gli elementi del gruppo, sarà bene un certo tipo di comportamenti e male un altro appunto in vista di quel fine. La natura cerca di vivere e lo dimostra il fatto che ogni sua componente difende il suo stato. Ogni componente ha il suo bene e il suo male relativamente al suo fine e per questo motivo si generano degli scontri. Il problema qui è che nessun essere è isolato per cui vivere senza nessuno scontro e impossibile anche solo dal punto di vista fisico della materia, quando ad esempio un asteroide impatta con la terra, ma se è impossibile l'assoluto forse, per limitare i danni, si deve entrare in un gioco di armonie con il resto del cosmo. Se il fine di un uomo è quello di vivere in armonia in una comunità umana, allora ci saranno comportamenti consigliati a tal fine come anche se intende vivere in armonia con la natura. Per ogni fine l'uomo può scegliere quali strumenti usare. Sarà male utilizzare quelli sbagliati e bene quelli giusti in relazione a quel fine. Al di là di tutto, del bene e del male, l'uomo morirà comunque e ciò che è penetrato nel suo animo è stato "solo" il gioco delle emozioni. La natura in sé, proprio perchè in assoluto è neutra relativamente ad un bene ed un male, diventa così "solo" il luogo delle emozioni possibili che ogni uomo può vivere secondo le proprie illusioni, illusioni di fatto, perché ognuno interpreta la realtà a suo modo come in un'allucinazione, (chi causa il suo mal pianga se stesso e viceversa) ma anche a causa del resto del cosmo. Quindi l'uomo non è un tumore, oppure lo è, né più, né meno di qualsiasi altra cosa e, come ogni altra cosa è nel gioco delle emozioni che la natura, o Dio, regala.