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Tracce & orientamento

Post n°538 pubblicato il 02 Giugno 2010 da mjkacat

L'arte NON è il "velo di Maya" atto a nascondere la tragicità
dell'esistenza, ma il "velo che ri-vela" le TRACCE dell'Essere e della sua
radicale "différence"

Tracce inseguite e perseguite in secoli di Teologia cristiana e che, fissate
nei dogmi, "tracciano" la via alla scoperta dell'identità dell'Altro e
contemporaneamente del  Sé  dell'uomo in viaggio nel divenire.

Ma nell'arte contemporanea domina il commercio e si vende bene, come nel più
bieco giornalismo, ciò che l'uomo vuole sentirsi raccontare e nel suo
piagnisteo risentito narcisistico autocommiserativo quest'uomo è ancora
fermo, come i suoi artisti-artieri, al ridicolo Yin e Yang
nietzschiano-schopenhaueriano che nell'Oriente hanno solo saputo trovare il
loro dis-orientamento.

http://snipurl.com/x03ct

http://snipurl.com/x03ej

 
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Da_1a_100
Da_1a_100 il 26/12/10 alle 21:11 via WEB
2/4 Dalla forma pluralistica ed illuministica nasce l’esercizio del relativismo. Il tecnico è chiuso ad ogni realtà superiore ad ogni competenza, conosce solo il vero della sua specialità. Il biologo, ad esempio, è tale nel suo campo chiuso in se stesso, ma non ha competenza etica. Per cui, la conseguenza necessaria è che l’uomo deve penetrare il reale senza alcun freno né teoretico né etico. Questa guerra etica ingaggiata dalla Chiesa fin dai tempi di Paolo VI è, a mio avviso e sul piano culturale, perdente perché gli uomini vivono in questa temperie culturale e non hanno le categorie, le metanarrazioni, per capire la Chiesa. Dell’antico illuminismo è rimasto questo principio, che unito alla scientismo (non la scientificità, ma l’esaltazione della scienza come scienza, sganciata da ogni valore superiore) fa emergere tutto il sapere che fa riferimento all’essere. Ciò causa la disgregazione di ogni dottrina etica, perché per conoscere il mondo ho solo la ragione personale individuale, che è fondamento di “un’autoetica” che può essere limitata solo dal Potere Pubblico e dalle sue leggi, e tutto è ricondotto al circolo dell’immanenza, per cui tutto ciò che non è dimostrabile dalla ragione non c’è, non può essere oggetto di indagine. Siamo in una notte profondissima di cui non si vede l’uscita. Si vive in un momento in cui la purezza della Chiesa e della Fede si onora per ragioni pubbliche, si onora tutto quello che la Chiesa fa, ma come passato della cultura umana, senza vera convinzione e forza vitale. Nel preambolo della Costituzione Europea le radici cristiane sono accomunate a quelle illuministiche e greco romane, perché non si ritiene il cristianesimo una metanarrazioni, ma un evento del passato ormai passato. Da qui nasce anche l’impostazione del dialogo e della tolleranza, che vanno intesi come libertà di espressione e irenismo, fonte della democrazia. Come afferma Rusconi: la democrazia non può far a meno del relativismo, perché, abbattendo il dogmatismo, abbatte la dittatura dell’essere e crea una società di saperi eguali ed esclusivi, affermando la dignità della persona umana come singolo individuo e quindi genera il pluralismo. In questo contesto, quindi, la modernità è stabilita come annullamento e superamento delle tre metanarrazioni tradizionali: liberale, cattolica e marxista. La nullificazione di questi tre metaracconti genera il pluralismo. Il pluralismo, in Europa Occidentale ed in America del Nord si scontra con l’illuminismo, che porta alla concezione della Storia come celebrazione della ragione, dell’immanenza. Il Neoilluminismo è diventato il portatore di nessuna interpretazione complessiva ed etica tramite lo scientismo, esasperazione della ragione strumentale, elevato ad uno strumento di conoscenza. Le masse sono dominate dalla corrente illuministica a loro insaputa. Il declino della concezione trascendente è evidente nelle popolazioni cattoliche, che stanno perdendo le motivazioni trascendenti, rifuggendo nel devozionismo. La mentalità illuministica è veicolata dalla stampa quotidiana italiana e dalla TV, nuova metanarrazione, nuova radice culturale. Cosa può fare la fede cattolica di fronte a questa cultura, che genera gruppi e saperi chiusi, tenuti insieme fragilmente dal “dialogo” nell’accezione povera di libertà di espressione, per cui non si dialoga? Il mondo cattolico è emarginato, ma in quanto portante una tradizione radicata portatrice di “voti” è riverito dal mondo laicizzato con la cosiddetta “genuflessione di Cartesio”. Da qui nasce il nichilismo, la negazione che l’uomo e le cose abbiano senso, da cui segue il rifiuto di ogni senso della vita e della storia, con la conseguente negazione di ogni verità. Il nichilista, ove esistesse, nega l’oggettività della verità e del vero, la possibilità di attingerlo e di conoscerlo, e nega che la vita umana abbia fine e senso (disincanto, spaesamento, impossibilità di riferirsi alle culture che si ispirano alle tre metanarrazioni…). La cultura cristiana è minoritaria, e forse nei preti non esiste, perché siamo autoreferenziali per il sistema tomista di valori appresi. La democrazia moderna, che è democrazia relativista, che odia le realtà sociali possidenti verità non dimostrabili dalla ragione e quindi “integraliste”, “dogmatiche”, “autoritarie”, ecc., odia le affermazioni assolute di principi indimostrabili (posizioni di Bodei, Rusconi). Oggi non c’è bisogno di schiacciare la Chiesa, perché essa è marginalizzata, e non bisogna fare martiri, con il rischio di riproporla all’attenzione generale. La cultura relativistico – nichilistica tende poi a nullificare il mito: il dialogo e la tolleranza, intesi come libertà di espressione ed irenismo, fondano una pace instabile. La cultura moderna dà modo di espressione a tutti (pluralismo) in un “dialogo tra sordi” che sono prigionieri delle loro verità relative. La democrazia è anarchia di uomini sotto la comune sovranità della legge, unica fragile barriera che regola e disciplina la convivenza e coesistenza di tutti perché possano dirsi comunità umana. La cristianità porta avanti valori umani validi per tutti: e in questo contesto culturale è perdente. Cosa si può fare?
 
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