Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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JAZZ IN RETE : UN BLOG DA CONOSCERE

Post n°1499 pubblicato il 02 Maggio 2010 da pierrde

L' 11 settembre del 2008 pubblicai il mio benvenuto ad un nuovo sito italiano dedicato al jazz: Jazz In Rete. Da quattro mesi e più il sito si è trasformato in blog, sicuramente il blog a tema jazzistico più aggiornato e ricco di informazioni in lingua italiana. Attentissimo a concerti audio e video reperibili in rete (tra le ultime segnalazioni il film Celebrating Bird dedicato a Charlie Parker della durata di circa un'ora e postato nell'articolo), spesso l'autore si lancia anche in recensioni. Ricordo con particolare interesse e condivisione di vedute l'analisi dell'ultimo doppio album di Brad Mehldau. Ricco di link e di rimandi il blog è diventato una mia lettura quotidiana e segnalandolo, spero lo diventi anche per altri appassionati. Tra le ultime notizie una vera e propria chicca ancora non comparsa su nessuno dei siti dedicati a Keith Jarrett: il trio del celebre pianista di Allentown sarà protagonista di un concerto al Teatro Donizetti di Bergamo il 16 di luglio nell'ambito del festival Contaminazioni Contemporanee che a giorni dovrebbe svelare gli altri protagonisti. 


Tutti i link :




 

 
 
 

1 MAGGIO : CONCERTONE . SAREBBE TEMPO DI CAMBIARE

Post n°1498 pubblicato il 01 Maggio 2010 da pierrde

Come ogni anno mi ritrovo a guardare le immagini alla televisione e a pensare e poi scrivere le stesse considerazioni. Il concertone è stata una bella idea, ora sarebbe tempo di cambiare. 

Meno retorica, meno grandeur, niente televisione: palchi nelle più importanti città italiane, spazio ad altre musiche oltre al pop più consunto, perchè per fortuna non tutti i giovani ascoltano solo musiche commerciali. 
C'è la classica, la lirica, il jazz, il folk. Coinvolgere le scuole di musica, i musicisti di strada i musici del mondo che vivono e lavorano (spesso in nero) in Italia . Lasciare a casa big o presunti tali, e investire quei fondi per coinvolgere più città possibili nel paese. 
Tutto questo naturalmente ha un senso se la preoccupazione principale fosse avvicinarsi al pubblico giovane e condividerne istanze e problemi. Se invece serve l'evento televisivo per riaffermare logiche e personaggi consunti allora come non detto.
 Guardiamoci l'ennesima sfilata di cantanti e pop band (perlopiù scadenti qualitativamente) e riascoltiamo per l'ennesima volta discorsi polverosi e sempre più lontani dalla realtà. E' vero, quest'anno qualche timida novità si è vista: un'orchestra sinfonica, una jazz band, tanta musica di estrazione popolare, una presentatrice. Non credo possa  bastare.
Non equivocate, sono nel sindacato da sempre e per un ventennio ho ricoperto cariche a livello provinciale. Oggi più che mai il ruolo del sindacato è importante per la difesa delle conquiste e dei diritti dei lavoratori, messi quotidianamante in discussione da un liberismo selvaggio e disumano sostenuto da una classe politica inadeguata.
Credo però che la crisi di valori che investe il tessuto sociale riguarda anche il sistema sindacale. Cambiare è sempre più difficile in questo nostro paese, proviamo almeno a cambiare la musica.......

 
 
 

FESTIVAL: CLUSONE

Post n°1497 pubblicato il 30 Aprile 2010 da pierrde

Stagione ricchissima di iniziative l'estate, tanto che è praticamente impossibile dare conto di tutte le proposte. Nemmeno il mensile per eccellenza, Musica Jazz, riesce a coprire tutto il territorio nazionale. Giocoforza per un piccolo blog dare conto di festival e/o iniziative vicine geograficamente o particolarmente importanti nella realtà italiana. Lascio ovviamente ai consueti portali on line (Jazzitalia e All About Jazz Italia) la copertura il più ampia possibile di tutte le altre proposte. Detto questo ecco che sull' Eco di Bergamo di oggi compaiono a grandi linee i protagonisti del festival di Clusone. Ne parlo ogni anno non solo per vicinanza, ma sopratutto per totale adesione alle scelte artistiche che in trent'anni hanno portato Clusone Jazz ad essere conosciuto in tutta Europa e anche tra gli appassionati americani grazie alle cronache di Down Beat. Gli unici a disconoscere una realtà cosi' significativa paiono essere proprio le istituzioni locali e regionali, in perfetta aderenza al motto che nessuno è profeta in patria, dando l'ennesima prova di sensibilità a rovescio riguardo alle iniziative culturali di cui evidentemente non capiscono la portata. Ma ecco le notizie dal sito del quotidiano bergamasco:


Clusone Jazz 2010: la trentesima edizione si farà. Pressochè definito il programma dei concerti previsti dal 19 giugno al 1 agosto. Di fronte ad una scadenza tanto significativa, nonostante non siano state completamente dissipate le difficoltà che ne avevano messo addirittura in dubbio l'edizione 2010, l'associazione che si fa carico di promuovere il Clusone Jazz Festival ha ritenuto indispensabile lanciare un segnale forte e di continuità impegnandosi comunque ad organizzare la trentesima edizione, con l'auspicio che da parte delle istituzioni venga assicurato adeguato sostegno ad una manifestazione verso la quale non vengono mai disdegnati apprezzamenti ma che fatica ancora a ricevere adeguati finanziamenti. 

Il festival rispecchierà quelle che sono ormai tratti somatici consolidati, mantenendo la formula itinerante e confermando le prerogative sul piano dell'innovazione e della proposizione artistica che hanno contribuito ad accrescerne l'identità. 

Al tradizionale prologo in Liguria, con il concerto d'apertura previsto per il 19 giugno con il trio composto da Daniele Dagaro, Mauro ottolini e Simone Zanchi, seguiranno nel mese di luglio numerosi appuntamenti in diverse località. 

Certi per ora, sono i concerti in calendario a LEGNANO (3 luglio), CALOLZIOCORTE (18 luglio), MALEGNO e CAPODIPONTE in Valcamonica (22 e 23 luglio), GANDINO (25 luglio), ALBINO (29 luglio). La fase conclusiva del festival è prevista principalmente a CLUSONE (ROVETTA ospiterà un concerto nel pomeriggio della domenica) nel fine settimana compreso tra il 30 luglio ed il 1 agosto. 
Oltre a quelli conclusivi, CLUSONE ospiterà, a differenza degli altri anni, ulteriori concerti e iniziative di notevole richiamo. 

Domenica 4 luglio segnerà il ritorno nella cittadina seriana del BILL FRISELL TRIO con Bill Frisell alle chitarre, Rudy Royston alla batteria e Eyvind Kang al violino. Frisell è uno di quegli artisti che Clusone seppe proporre una prima volta nell'ormai lontano 1987, agli inizi di una straordinaria carriera che lo hanno fatto diventare un punto di riferimento della scena jazz contemporanea. 

Uno specifico momento, il 17 luglio, verrà invece riservato per celebrare la figura di JIMI HENDRIX : un artista che benché non possa essere considerato un esponente del jazz, rappresenta ancora oggi un mito per la capacità innovativa che ne ha caratterizzato la pur breve esistenza e per l'influenza che ha esercitato su intere generazioni di musicisti. Sul palco di Clusone il quartetto elettrico di GIOVANNI FALZONE con un repertorio che attinge nelle composizioni di Hendrix fino a spaziare nella dimensione elettrica di Miles Davis. 

Tra i protagonisti di questa ennesima edizione del CLUSONE JAZZ possiamo anticipare, oltre al già citato trio dil BILL FRISELL ed all' ELECTRIC QUARTET di GIOVANNI FALZONE, la presenza del duo SIMON NABATOV – NILS WOGRAM; l'omaggio a BITCHES BREW da parte del sestetto FUNKY FOOTBALL arricchito della presenza di MEDERIC COLLIGNON; il duo BOJAN Z – JULIEN LOURAU; i tedeschi dello storico DOPPELMOPPEL e il QUARTETTO TRIONFALE (Trovesi – Schoff – Philips - Sommer); il PURPLE B-RAIN (Nicita – Pinetti – Goloubev), LIBERO MOTU (Corini – Bigoni – Bandello),” FRANCESCO BEARZATTI “TINISSIMA QUARTET, ROBERTO DANI, STEFANO PASTOR, LUIGI LULLO MOSSO, PIETRO TONOLO e RICCARDO ZEGNA .

 
 
 

ANAIS NIN - SEDUZIONE DEL MINOTAURO (FAZI EDITORE)

Post n°1496 pubblicato il 29 Aprile 2010 da pierrde
 

In questo romanzo la Nin dà nuovamente voce ai più profondi e intimi sentimenti femminili. E questa volta la protagonista è una donna in bilico fra l'oblio e la consapevolezza, alla disperata ricerca di un più profondo equilibrio. 
Lillian è una donna in fuga, apparentemente da un passato turbolento, ma in realtà da se stessa. Nella città messicana di Golconda, dove lavora come pianista jazz in un nightclub, tenta di dimenticare e di costruirsi una nuova vita, lontano dal suo paese, da suo marito, dai suoi figli e dai suoi amanti. Ma arriva presto a capire che questo è in realtà un viaggio tutto interiore, in cui il passato che aveva cercato di dimenticare torna prepotentemente a galla e chiede di essere ascoltato, guardato e capito.


Lillian distolse lo sguardo, e ascoltò il jazz. Il jazz è la musica del corpo. Il respiro usciva dai tubi di alluminio e di rame, era il respiro del corpo, e i gemiti e i lamenti delle corde erano echi della musica del corpo. Erano le vibrazioni del corpo che si increspavano dalle dita. E il mistero del tema nascosto, noto solo ai musicisti, era come il mistero della nostra vita segreta. Diamo agli altri solo improvvisazioni periferiche. La trama e il tema della musica, come la trama e il tema della nostra vita, non si alchimizzano mai in parole, esistono solo allo stato di musica, agitano o intorpidiscono, esaltanti o disperanti, ma mai nominate.
(Anais Nin, Seduzione del Minotauro)

 
 
 

NOTAZIONI GRAFICHE

Post n°1495 pubblicato il 28 Aprile 2010 da pierrde

I  jazzisti ci hanno abituato spesso a personali interpretazioni di quello cheinvece nel mondo della musica classica ancora segue un percorso rigido e obbligato. Tra i primi a distinguersi per le notazioni grafiche della propria musica, Anthony Braxton da sempre stupisce per i titoli delle proprie composizioni: veri e propri disegni  che accompagnano la mole notevole di pubblicazioni discografiche. In questo post riporto solo alcuni esempi, i più semplici e alla portata di tutti, e cioè le copertine degli album, ma è possibile trovare in rete senza eccessiva fatica anche esempi di partiture dove la notazione non segue propriamente i canoni tradizionali, come è possibile osservare dalla copertina di questo album in quartetto del 2006.

  Non mancano soluzioni estemporanee anche in corso di esecuzione durante il concerto, come nel gruppo

 Cobra di John Zorn o, ritornando su Braxton, il gruppo con il quale
 si era presentato due anni fa al festival di Chiasso, il Diamond Curtain Wall. Variazioni e decisioni prese al momento o da un "direttore d'orchestra" o dai singoli musicisti che si passano il testimone senza q
uindi il bisogno di notazioni grafiche ma con l'utilizzo di palette (Zorn) o bandierine con i nomi dei singoli (Braxton). 
 Anche il trombettista Leo Smith utilizza notazioni grafiche per illustrare ai suoi patners le proprie composizioni. Quella che vi mostro qui sottoriguarda l'album Luminous Axis edito per la Tzadik, ma sul sito di Leo è possibile trovare numerosi altri esempi . Da poco è possibile trovare su You Tube un video dove Smith illustra il suo modo di scrittura e di interpretazione  Link trattati nel post :

 
 
 

CHARLIE PARKER E LA PANTERA ROSA

Post n°1494 pubblicato il 27 Aprile 2010 da pierrde
 

 


Un episodio della pantera rosa è sempre piacevole, con la musica di Charlie Parker (Now's The Time) ancora di più. A proposito di Charlie, da pochi giorni in rete è comparso anche questo brevissimo filmato umoristico


 
 
 

87 TASTI : TOM WAITS VISTO DA LAURA

Post n°1493 pubblicato il 26 Aprile 2010 da pierrde
 

 

Ennesima proposta di qualità presso l'Auditorium S.Antonio di Morbegno ed ennesima mancata risposta di un pubblico, quello valtellinese, evidentemente poco propenso alle scelte intelligenti e più portato verso il nazional popolare di dubbio gusto ma di sicuro appeal televisivo. Purtroppo non si tratta di snobismo ma proprio ed unicamente di mancanza di cultura e non solo in campo musicale . Eppure i requisiti per suscitare interesse c'erano e anche in abbondanza: una delle più belle voci italiane, e per di più anche valente pianista, Laura Fedele, con uno spettacolo monologo cucitole addosso dal regista Jacopo Boschini che narra le avventure dei personaggi del mondo marginale e spesso surreale di uno dei grandi musicisti di oggi, Tom Waits. Ad impreziosire il tutto la sapiente e coraggiosa opera di Laura nel tradurre in italiano una manciata di pezzi celebri, la sua interpretazione palpitante, il mondo dei derelitti e dei perdenti raccontato con partecipazione e simpatia, i testi particolarmente fedeli agli originali, e la lingua italiana spesso piegata con forza per rendere quel miscuglio impossibile di blues, jazz e cabaret che rende Waits unico e impossibile da imitare. Laura evita accuratamente un confronto per molti versi impossibile: la voce raschiosa e gutturale, piena di fumo, di nebbia e di storie di Tom è lasciata all'immaginario dello spettatore che invece si ritrova uno spettacolo costruito su personaggi e situazioni che caratterizzano i testi di Waits, resi però al femminile da una voce particolare e caratterizzata. Rispetto all'album uscito nel 2003, Pornoshow, che raccoglieva una manciata di canzoni del periodo che corre tra il 1974 ed il 1992, nello spettacolo 87 tasti il tutto viene ridotto musicalmente all'osso, dando particolare rilievo a brani tratti da Rain Dogs. Un trio composto da Stefano Dall'Ora al contrabbasso, cui spesso compete il ruolo di strumento leader, Gio Rossi alla batteria con tanto di set composto da pentole da cucina e Laura al pianoforte e alla recitazione. Se in Pornoshow le atmosfere waitsiane da orco ispido e strafatto vengono restituite da un organico strumentale variegato e complesso, la serata morbegnese invece ha visto un processo per sottrazione che ha reso certamente meno ricco e diversificato il progetto musicale, ma molto più sincera ancorchè spoglia l'adesione all'originale. Non tutto è sembrato dello stesso livello, qualche passaggio non sembrava perfettamente calibrato, frutto anche delle scelte ascetiche a cui penso avrebbe giovato almeno uno strumento in più, ma nel complesso spettacolo godibile e interessante che confermano la Fedele come voce tra le migliori nell'ambito della musica di ispirazione jazz-blues.  

 
 
 

RESISTERE

Post n°1492 pubblicato il 25 Aprile 2010 da pierrde

 
 
 

LE NOVITA' ECM DI APRILE

Post n°1491 pubblicato il 24 Aprile 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

Ketil Bjørnstad/Jon Christensen/Tore Brunborg
Remembrance



ECM 2149 CD 6025 2732490 6


Ketil Bjørnstad: piano; Jon Christensen: drums; Tore Brunborg: saxophone
http://player.ecmrecords.com/bjornstad 
Sono 40 anni che Ketil Bjørnstad e Jon Christensen suonano insieme, sin da quando Christensen apparve sulle prime registrazioni di Bjørnstad all'inizio degli anni '70. Quando poi Ketil registrò "Water Stories" nel 1993 per la ECM, il batterista si ritrovò nuovamente della partita e divenne una figura fondante del Sea Quartet del pianista per tutti gli anni '90. Quest'alleanza di vecchia data fornisce oggi una grande quantità di ricordi e di "vissuto" su cui lavorare e d'altra parte le composizioni di Bjørnstad creano un contesto ed un clima nei quali questo sentire comune si recupera secondo modalità sempre nuove. I due musicisti sono accompagnati dal sassofonista Tore Brunborg, qui al suo terzo album ECM in questa stagione (dopo le recenti registrazioni con Tord Gustavsen e Manu Katché).

Terje Rypdal
Crime Scene



ECM 2141 CD 6025 2733215 4

Terje Rypdal: guitar; Palle Mikkelborg: trumpet; Ståle Storløkken: Hammond organ; Paolo Vinaccia: drums /sampling
Bergen Big Band conducted by Olav Dale

http://player.ecmrecords.com/rypdal 

Un'eccitante proposta per Rypdal, un veterano ECM, questo ampio lavoro commissionatogli per il Festival di Bergen nel 2009 che inizia con un turbinio di fiati che non può non riportare alla mente John Coltrane. E' quasi inevitabile ripensare ad "Ascension" ascoltando i primi momenti di "Crime Scene", un lavoro che ha le movenze da colonna sonora di un thriller. Il quartetto formato da Rypdal insieme a Mikkelborg, Storløkken e Vinnaccia (tutti apparsi di recente nell'apprezzatissimo "Vossabrygg") è supportato da una big band di 17 elementi e la musica che ne scaturisce si muove a passo rapido. Allaboutjazz ha recensito la premiere a Bergen scrivendo: " Rypdal era in ottima forma... che suoni con la slide o con le dita, le sue tonalità secche e quasi gelide sono subito riconoscibili.


Steve Tibbetts
Natural Causes

ECM 1951 CD 6025 2702164 5
Steve Tibbetts: guitars, piano, kalimba, bouzouki; Marc Anderson: percussion, steel drum, gongs
http://player.ecmrecords.com/tibbetts
Nuova registrazione per Steve Tibbetts in casa ECM dopo "Man About A Horse" del 2001, "Natural Causes" è un album molto atteso dai suoi affezionati ascoltatori. Questo nuovo lavoro vede il chitarrista-Zen del Minnesota insieme al suo fido compagno Marc Anderson costruire un programma completamente acustico che rappresenta una novità assoluta nella discografia di Tibbets.



Iain Ballamy/Thomas Strønen

Food



ECM 2163 CD

Iain Ballamy: saxophones; Thomas Strønen: drums, electronics; Nils Petter Molvaer: trumpet; Christian Fennesz: guitar, computer

http://player.ecmrecords.com/food

Food ha definito un nuovo genere di improvvisazione lirica elettro-acustica. Nato come un quartetto nel 1998, dal 2006 è diventato un duo tra il sassofonista inglese Iain Ballamy e il batterista norvegese Thomas Strønen. Per il Molde Jazz Festival e all'Oslo Blå club nel 2007/8, Food ha ospitato il trombettista Nils Petter Molvaer, ben conosciuto dagli ascoltatori ECM, e il chitarrista e improvvisatore austriaco Christian Fennesz qui al suo esordio per la label tedesca. Lamusica che ne viene fuori, con le sue improvvisazioni melodiche, le pulsazioni quasi da trance e le sue cangianti nuvole di suoni, è decisamente affascinante.


Judith Berkson
Oylam

ECM 2121 CD 6025 2718954 3
Judith Berkson: voice, piano, Wurlitzer and Rhodes pianos, Hammond organ
http://player.ecmrecords.com/berkson
Insolito ed intrigante album d'esordio per ECM che vede in solo la cantante Judith Berkson in un programma che spazia da canzoni orginali a standard jazz ("All Of You" di Cole Porter, "They Can't Take That Away From Me" di George & Ira Gershwin), passando per "Der Leiermann" dai "Winterreise" di Schuberts e che propone anche musica ebrea e canti folk della tradizione Yiddish.


ECM rappresenta nel bene e nel male una importantissima fetta della discografia jazz (e dintorni) degli ultimi decenni. Manfred Eicher ha imposto una sua personalissima visione del suono, certamente non esente da critiche, ma di valore indubbio ed originale. Questa nuova sfornata di album riguarda prevalentemente gli stimoli e le percezioni che provengono dal nord Europa. C'è una novità interessante sul sito della label che riporto volentieri: subito accanto alle formazioni dei musicisti compare un link che permette di ascoltare alcuni brani di ogni album oltre che di accedere a note, brevi biografie e fotografie dei protagonisti. In questi giorni sto ascoltando il primo disco che compare in questa breve presentazione, Remebrance di Ketil Bjornstad, del quale penso di scrivere una recensione. A breve invece posterò le novità previste per il mese di maggio.

 
 
 

FESTIVAL E FESTIVAL

Post n°1490 pubblicato il 22 Aprile 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB



L'estate è alle porte ed i direttori artistici dei vari festival stanno completando i cartelloni. In attesa del numero di maggio di Musica Jazz con le anticipazioni ( a proposito di Musica Jazz, e il portale web di cui si parlava in gennaio che fine ha fatto ?), ecco un primo nutrito elenco di festival di tendenza che "rubo" a Stef, il bravissimo "collega" belga che poche settimane fa ha festeggiato i tre anni di esistenza del suo blog Free Jazz e l'inviadiabile cifra di 1000 album recensiti. Un ruolino di marcia impressionante, spiegato in una auto-intervista in cui Stef parla anche dei ritmi notevoli che sostiene per poter gestire in solitudine il suo blog. Due ore al giorno in automobile per andare e tornare dal lavoro che diventano spazio per l'ascolto musica, e poi, la sera, dalle 22 alla 1 a riascoltare e scrivere le recensioni. Una passione formidabile che frutta dei risultati notevoli per equilibrio e competenza. Stef scrive in inglese, cosa che amplia a dismisura il bacino di utenza, ma che certo è impegnativo non essendo di madre lingua. Non mi rimane che complimentarmi con lui, e sicuramente anche con la sua compagna per la tolleranza e la condivisione di questo grande amore , e invitare chi non lo conoscesse a dare una sbircitina al suo bellissimo blog:




May 
2-3             
Freedom Of the City, Conway Hall, London
4-9             
Europajazz, Le Mans, France
4-21           
Angelica Festival, Bologna, Italy
7-9             
Clean Feed Fest, New York
14-15         
Clean Feed Fest, Chicago
12-16         
Ring Ring Festival, Belgrade, Serbia
13-15         
Cerkno Jazz Festival, Slovenia
14-15         
Sergey Kuryokhin International Festival, St. Petersburg
                   Russia 
20-23         
Victoriaville, Canada
20 - 22       
Sonore Festival, Brest, France 
21-24         Moers Festival, Germany
28-30         
MIA 2010, Atouguia da Baleia, Portugal
End            
Uncool Festival, Valposchiavo, Switzerland

June
2 - 5            
Jazzdor - Strasbourg - Berlin 
6-26            
Suoni Per Il Popolo Festival, Montreal, Canada
21 - 30        
Vision Festival New York 
24 - July 4   Ottawa Jazz Festival, Canada
28 – July 3   
Festival Jazz & Musique Improvisée en Franche Comté, 
                   Besançon and Doubs, France
July 
1-4            
Warsaw Summer Jazz Days - Warsaw, Poland
2-4            
Sound Symposium, New Foundland
TBD          
 Konfrontationen Festival, Nickelsdorf, Austria

August
TBD          
Jazz Em Agosto, Lisbon, Portugal
12-18        
Meteo Festival, Mulhouse, France

26-31        
Jazzfestival Saalfelden, Austria
End           
Sant' Anna Arresi Jazz Festival, Sardinia, Italy
End           
Zomer Jazz Fiets Tour (Summer Jazz Cycle Tour),
                 Groningen, Holland

September
8-12         
Guelph Jazz Festival, Canada

October
TBD         
Jazz and More Festival, Sibiu, Romania
TBD         
Autumn Jazz Festival, Cracow, Poland

November
TBD        
Music Unlimited Festival, Wels, Austria

December 
TBD        
dOeK festival, Amsterdam, Holland

 
 
 

KEITH JARRETT - CHARLIE HADEN JASMINE (E.C.M.) 2010

Post n°1489 pubblicato il 20 Aprile 2010 da pierrde
 



  • For All We Know
  • Where Can I Go Without You
  • No Moon At All
  • One Day I’ll Fly Away
  • Intro – I’m Gonna Laugh You Right Out Of My Life
  • Body And Soul
  • Goodbye
  • Don’t Ever Leave Me

  • "These are great love songs...Call you wife or husband or lover in late at night and sit down and listen." (Keith Jarrett)

    A distanza di oltre trent'anni i due maestri tornano a suonare insieme: era dal 1976, cioè dalla fine dell'esperienza del quartetto americano con Paul Motian e Dewey Redman, che i due non collaboravano. L'occasione è stata offerta dal film documentario Rambling Boy che il regista Reto Caduff ha girato sulla vita e la carriera di Charlie Haden. Jarrett è stato invitato a partecipare al fimato (sotto la recensione vi propongo il video del duetto tratto dal film) e qualche mese dopo, nel marzo 2007, ha invitato a sua volta Charlie nella sua abitazione nel New Jersey. Nel corso di quattro giorni i due hanno suonato nello studio di registrazione domestico di Keith, e questo album raccoglie il meglio di quelle sessions. Colpisce innanzitutto la scelta del repertorio: si tratta di canzoni d'amore, ballate più o meno famose tratte dal repertorio sterminato degli autori americani. E se è normale trovare in un ambito come questo brani come Body and Soul o For All We Know, desta stupore la scelta di One Day I'll Fly Away portata al successo da Randy Crawford. La musica contenuta nell'album è molto omogenea, con delicatezza e infinita classe i due dialogano scambiandosi i rispettivi ruoli ed esplorando ogni brano in tutte le possibili variazioni melodiche ed armoniche. Atmosfere intimistiche che ricordano sorprendentemente Melody At Night With You, il compact in solo registrato negli stessi studi casalinghi dopo e durante la guarigione di Jarrett dalla sindrome della fatica cronica da cui era affetto. Il suono ronzante e pieno del contrabbasso è straordinario protagonista e totale alter-ego del pianismo raffinato e colto, qui mai debordante dalle linee semplici e romantiche della canzone. Si potrebbe supporre che il dialogo tra i due vecchi amici ritrovati  sia proseguito dalle parole alle note, ritrovando nella musica quelle spezie e quei sapori che hanno segnato in comune le rispettive carriere trent'anni prima. Non c'è nevrosi, non c'è sofferenza, nemmeno estasi. Nessuna ricerca sperimentale, solo buona musica, gusto per la melodia e la raffinatezza del suono. Non indispensabile, pensando alle discografie importanti dei due, ma è un bell' ascoltare.  Jasmine sarà nei negozi a partire dal mese di maggio.

    V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *





     
     
     

    CYRANO WORLD JAZZ QUARTET A MORBEGNO

    Post n°1488 pubblicato il 18 Aprile 2010 da pierrde
     

    Nelle note di presentazione degli organizzatori doveva essere il concerto di punta della stagione 2009-2010 e le aspettative non sono andate deluse. La stagione musicale del Quadrato Magico ha vissuto una intensa serata di ottimo latin jazz. Il Cyrano è un gruppo americano, equamente ripartito tra nord e sud: accanto al minuscolo batterista messicano Israel Varela figura il gigante brasiliano Alfredo Paixao al basso elettrico, lo statunitense Bob Sheppard ai fiati ed il pianista venezuelano Otmaro Ruiz, leader del gruppo. Un'ora e mezza di musica accattivante, con una sezione ritmica formidabile per energia, souplesse e leggerezza e due solisti di notevole caratura. Sheppard, ascoltato recentemente nel trio di Peter Erskine, è un post-coltraniano nel solco della linea tracciata da Michael Brecker, anche se più ancorato a prospettive boppistiche piuttosto che free. Ruiz è  un virtuoso della tastiera, ed il termine latin jazz è veramente restrittivo per un solista della sua catatura. Paixao al basso ha una tavolozza sonora molto vicina alla chitarra, mentre i suoi excursus vocali ricordano per colore ed estensione  il grande Caetano Veloso. Varela è un batterista attento al dialogo con i patners, sottile nel fisico quanto inflessibile nello scandire i tempi, nonchè autore di composizioni mirabili melodicamente. La musica proposta è stata un giusto mix tra atmosfere latine e ballate più rarefatte con il sax ed il flauto in primo piano. Formidabili rincorse tra la sezione ritmica ed  il pianoforte si sono alternate a momenti lirici e pensosi, in una alternanza di composizioni originali dei quattro componenti del gruppo. L'elenco delle collaborazioni significative dei quattro è sterminata, ma la sorpresa è stata nel trovare un gruppo coeso e con una propria identità a dispetto del ruolo di side-man che caratterizza il profilo di ciascheduno. Fortunatamente per il discreto pubblico accorso (numericamente non debordante, ma caldo nella sostanza), il volo che portava i quattro è stato tra i pochissimi ad atterrare alla Malpensa, causa il vulcano islandese. La serata è stata certamente appagante per gli spettatori e anche per i musicisti, a lungo applauditi dal pubblico. Significativo il breve racconto di Varela, a lungo sodale con Pat Metheny, durante la presentazione di Via Lecco 11, un suo brano che prende il titolo dalla via dove il musicista ha abitato per due anni a Milano: "Bellissima città, ma in due anni non ho mai lavorato...."

     
     
     

    I CINQUE ANNI DELLA CASA DEL JAZZ

    Post n°1487 pubblicato il 17 Aprile 2010 da pierrde


    Il video si riferisce alla festa dei tre anni, ma il 22 di aprile a Roma si festeggiano i cinque anni di attività di una istituzione unica nel suo genere e non solo in Italia.I festeggiamenti non possono essere che musicali, e vedranno domani impegnati molti musicisti in una serie di concerti . Purtroppo non sono mai riuscito a visitare la Casa del Jazz, pur andando a Roma abbastanza regolarmente negli ultimi anni. Spero di avere il tempo di rifarmi, intanto ecco un estratto da La Repubblica di ieri con notizie e riflessioni:

    Sono cinque anni che la bellissima villa Osio, strappata al boss della banda della Magliana, è diventata la Casa del Jazz di nome e di fatto. Un compleanno importante per lo spazio fortemente voluto dall'allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, dove le note rimbalzano dal piccolo auditorium realizzato all'interno della struttura principale, al palco e alla platea allestiti nel verde che la circonda per i concerti nella bella stagione. Sperando in una giornata di sole, il compleanno sarà festeggiato domenica 18 aprile naturalmente con la musica: alle 12 nel parco (ingresso gratuito) il debutto del nuovo progetto Roberto Gatto I-Jazz Ensemble con Roberto Gatto batteria e direzione musicale, Gaetano Partipilo sax alto, Max Ionata sax tenore, Giovanni Falzone tromba, Roberto Rossi trombone, Alessandro Lanzoni pianoforte, Battista Lena chitarra, Dario Deidda contrabbasso e basso elettrico.

    Alle 17, sempre nel parco e sempre con ingresso gratuito, l'omaggio a Django Reinhardt nel centenario della nascita con il quintetto romano Hot Club de Zazz (Xavier Rigaut armonica, voce, Nicola Puglielli chitarra, Augusto Creni chitarra, Roberto Nicoletti chitarra, Pino Sallusti contrabbasso).
    Infine, chiusura della giornata alle 21 nella sala concerti (ingresso 5 euro) con Antonello Sorrentino S. T. Quintet Blog (Antonello Sorrentino tromba, Daniele Tittarelli sax alto e soprano, Giovanni Ceccarelli pianoforte, Francesco Ponticelli contrabbasso, Alessandro Marzi batteria) che presenterà il suo cd d'esordio, "Blog".

    In questi cinque anni la Casa del Jazz ha ospitato oltre mille eventi in cui si sono esibiti più di tremila musicisti davanti a 350mila spettatori. Non solo concerti ma anche guide all'ascolto, seminari e master class, gli incontri "Io e il jazz"con Renzo Arbore, Paolo Conte e Ivano Fossati, presentazioni di festival e rassegne, libri e dischi. E poi produzioni discografiche come la collana di cd registrati dal vivo nella Casa, "Jazz Italiano live", giunta alla quarta serie, distribuiti in edicola con Repubblica e L'Espresso che hanno venduto quasi un milione di copie. Il successo ottenuto ha portato alla nascita della "Casa del Jazz Records", nuovo marchio che inizierà ripubblicando i cd della serie che saranno distribuiti da Egea e che in seguito si dedicehrà a nuove produzioni originali, registrazioni storiche inedite o ristampe di dischi rari.

    Tantissimi i musicisti che si sono esibiti , dai big italiani quali Enrico Rava, Roberto Gatto, Paolo Fresu, Danilo Rea, Pieranunzi,, Maria Pia De Vito, Stefano, Di Battista, Roberta Gambarini, Rosario Giuliani, agli ospiti internazionali, Gato Barbieri, la Gil Evans Orchestra, Mark Turner, Steve Khun, Miroslav Vitous, Dave Binney, Uri Caine, Dave Douglas, Dave Holland, Jack De Johnette, John Scofield, Peter Erskine, solo per citarne alcuni. Le dichiarazioni raccolte in questi anni testimoniano un grande affetto da parte degli artisti che hanno frequentato lo spazio. "Noi musicisti italiani di jazz siamo ricchi - esclama Rava - guarda che razza di Casa abbiamo". Fresu sottolinea l'incredulità di fronte a una tale struttura: "La Casa del Jazz ce la invidia tutto il mondo, persino i francesi. A Parigi parlano della Casa del Jazz come di un miracolo. E' così perfetta da non crederci". Anche Fossati non limita il suo entusiasmo: "Che bella casa ha il jazz". Arbore apprezza l'aria di festa che si crea soprattutto quando i concerti sono nel parco: "C'è un sottile piacere nell'averne accesso".

    Villa Osio risale alla fine degli anni Trenta quando Arturo Osio, tra i fondatori della Banca nazionale del Lavoro acquista l'area e, sulla base di un vecchio casale seicentesco, ne affida la costruzione a Cesare Pascoletti, allievo di Piacentini. La villa è poi passata nelle mani di Enrico Nicoletti, boss della banda della Magliana, quindi confiscata e assegnata al Comune di Roma. L'allora sindaco Veltroni ha fortemente sostenuto l'idea di dedicare quello spazio alla musica, al jazz in particolare: la villa è stata restaurata recuperando il progetto di Pascoletti e trasformando gli interni in funzione della musica, con auditorium, sala prove e registrazione. All'ingresso una lapide con i nomi delle vittime di mafia, realizzata con l'associazione "Libera" di don Ciotti, testimonia la vittoria rappresentata dalla sua restituzione alla città. 
    Fonte : La Repubblica  

     
     
     

    GRAZIE

    Post n°1486 pubblicato il 15 Aprile 2010 da pierrde


    Commenti cosi' sono carburante per moltissimi post ancora, e di questo ringrazio di cuore tutti voi. Ogni tanto la sensazione, pur bella, di scrivere per se stessi non basta più ed è necessaria una minima verifica. Il blog continua, su questo non avevo dubbi neppure prima, ma mi prenderò anche delle pause, dei brevi intervalli. 

    In questo inizio di primavera dopo il lavoro, o proprio a causa del lavoro, più che scrivere sul pc preferisco uscire con la bicicletta: dopo tante ore di ufficio pedalare tra vigne e castagneti è un toccasana per il fisico e per la mente. Se poi esco da solo, il massimo del relax è il lettore mp3 per ascoltare anche un pò di musica.

    Ecco, la musica: in una giornata imperniata sul lavoro quanto tempo rimane per ascoltare la musica ? A me, troppo poco. La sera tra stanchezza e impegni di varia natura mi rimangono solo spiccioli temporali. Ormai ascolto quasi esclusivamente in cuffia grazie al lettore mp3: comodo, pratico e anche rispettoso della vita coniugale. Avete mai provato ad ascoltare Evan Parker o Peter Brotzman a buon volume ? Bene, salvo coniugi particolarmente tolleranti o jazzofili anch'essi, si tratta di un ottimo deterrente per una separazione per crudeltà mentale.

    In una epoca di musica liquida il ricordo delle innumerevoli serate passate ad ascoltare album dall'impianto stereo pare confuso e lontano. Vivendo a distanza dalla città ormai l'acquisto di compact è diventato un evento raro. Salvo qualche dischetto che mi arriva da musicisti o da qualche distributore generoso, il pieno lo faccio in rete. E' pratico, comodo, permette di avere in pochissimo tempo album che sono reperibili solo nei pochi negozi specializzati di Milano, ed è pure più economico. Naturalmente, e sarei ipocrita a negarlo, sfrutto molto anche le "altre" possibilità che il web offre. D'altronde il prezzo intero l'ho pagato per decenni, e penso di vantare ancora crediti nei confronti delle case discografiche. Io ed il ministro Maroni abbiamo alcuni punti di vista in comune....... 

     
     
     

    STANCHEZZE

    Post n°1485 pubblicato il 13 Aprile 2010 da pierrde


    Mi ritrovo spesso a pensare sull' (in)utilità di proseguire l'esperienza del jazz blog. Assodato che scrivo principalmente per me, come sfogo catartico della mia passione, rispetto a quando ho iniziato (e sono passati ormai quattro anni e mezzo) molte cose sono cambiate. I portali jazz sono aumentati a dismisura; per rimanere nell'ambito della lingua italiana la scelta è vasta e diversificata. Anche il numero dei blog dedicati alla nostra musica ha avuto una crescita esponenziale, di riflesso persino quelli italiani. La maggior parte dei blog sono gestiti da giornalisti o addetti ai lavori, quando non direttamente dai musicisti. E io, che mi ritrovo a scribacchiare le mie idee dopo otto ore di lavoro, mi sento sempre più inadeguato e stanco, sopratutto nel mantenere il ritmo quotidiano dei post. 
    Ho imparato a lavorare di mestiere, spesso un articolo mi occupa per pochi minuti, ma quando si vogliono esprimere valutazioni su album o concerti il tempo da investire è ben diverso. Non mi piace la prospettiva di diventare un blog di notizie musicali, ci sono innumerevoli siti che lo fanno già, ne di dedicarmi esclusivamente alle recensioni. Vedo in questo il rischio di autorelegarsi in uno spazio angusto e di non uscire da un vocabolario fatto di non più di qualche centinaio di parole. Ho sempre cercato di dosare notizie, immagini e recensioni, come dico nella testata di Mondo Jazz. Mi rendo conto della marginalità dell'argomento e della difficoltà del mezzo: impossibile andare in profondità nelle analisi, pena l'esclusione della maggioranza dei lettori. 
    Insomma, come in ogni esperienza della vita, in questo momento prevale la stanchezza e la voglia di cambiare. Che fare ? Ci penserò naturalmente, per ora rallento i ritmi e mi riprendo il tempo......

     
     
     
     

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