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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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BLOG E JAZZ
Post n°1823 pubblicato il 06 Aprile 2011 da pierrde
Nel numero di marzo della e-mail zine Jazz Colours due sono gli articoli che si occupano di blog e jazz. Laura Mancini fa una panoramica sui jazz blog italiani, una specie di riassunto dei pochi bloggers nostrani, non più di una manciata, e delle caratteristiche di ciascuno spazio. Un pò quello che avevo già fatto io più di un anno fa (e da allora il numero non è aumentato, anzi....). Per chi è interessato accludo il link del mio post, ma basterebbe dare un'occhiara alla colonna a destra, Parliamo di Jazz, per ritrovare tutti i blog menzionati. Più intrigante l'articolo di Alain Drouot che analizza il fenomeno americano, traendone alcune considerazioni condivisibili: i principali blog sono ad opera di giornalisti, sia in proprio sia come traino di testate o radio. Lavoro che, per avere un seguito ed una incidenza, richiede aggiornamenti costanti e puntuali e che, salvo i casi in cui la pubblicità si "impossessa" del blog, sono assolutamente senza rendiconto economico ma al contrario richiedono grande investimento di tempo e di energie. Insomma un gran faticaccia, motivata solo dal riflesso alle rispettive pubblicazioni originali, giornali, siti web o jazz radio, e, secondo Drouot, probabilmente senza un lungo futuro. I meriti dei blog migliori sono evidenti: tempestività di critica e di informazione che nessun magazine per sua stessa natura può vantare, competenza e qualità dei giudizi e delle valutazioni, possibilità di instaurare dialoghi e dibattiti che diversamente non troverebbero spazio. Tutto vero, lo posso confermare con i miei cinque anni e più di esperienza: nessun introito, tanto tempo libero investito, voglia sempre più ricorrente di lasciar perdere se non fosse, come confermano tutti i bloggers americani, per l'aspetto umano. Parlare e conoscere persone, ogni tanto anche musicisti, condividendone passioni e interessi e qualche volta anche polemiche. Sono poi questi i veri motivi per cui ne vale la pena, non certo ipotetici aspetti monetari con l'introduzione di pubblicità a pagamento. Quando e se il blog sarà superato come strumento di comunicazione non è ancora dato sapere, ma certamente negli ultimi anni si è dimostrato strumento modernissimo e innovativo. Recentemente un sito americano ha proposto l'elenco dei 30 migliori jazz blogs in lingua inglese per jazz students: ci sono tutti gli autori di cui si occupa Drouot più qualche storico indipendente (Free Jazz su tutti). Ecco il link con tutti i blog: http://www.accreditedonlinecolleges.com/blog/2011/30-best-blogs-for-jazz-students/
Link per Breve storia dei Jazz Blogs: dall'America all'Italia
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D110&cmd=v&id=11573
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