Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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ENRICO RAVA QUINTET - TRIBE (E.C.M.) 2011Enrico Rava Quintet Tribe Enrico Rava trumpet Gianluca Petrella trombone Giovanni Guidi piano Gabriele Evangelista double-bass Fabrizio Sferra drums Giacomo Ancillotto guitar Track listing: Amnesia Garbage Can Blues Choctaw Incognito Cornettology F.Express Tears For Neda Song Tree Paris Baguette Planet Earth Tribe Improvisation Recorded October 2010 ECM 2218 Nuovo album di Enrico Rava, oramai stabilmente accasato con l'etichetta tedesca di Manfred Eicher, e obiettivo puntato sulla melodia: su 12 brani solo l'ultimo è una improvvisazione di gruppo, mentre gli altri si dividono tra vecchie e nuove composizioni tutte all'insegna della forma ballata. Convivono brani di oltre 35 anni fa (Tribe) con novità ispirate alla cronaca e impregnate di lirismo palpitante (Tears for Neda), mostrando una pregevole coerenza compositiva che non mostra l'usura del tempo nemmeno nei pezzi più datati. Anche il suono della tromba, nonostante l'età non più giovane di Rava, è scintillante e ricco di pathos. Sui temi medio lenti poi Enrico è sempre stato un maestro, e come tale da molto si comporta nella scelta dei patners. Memore della lezioni di Art Blakey e di Miles Davis, Rava ha sempre saputo trovare e poi valorizzare giovani musicisti di valore che, senza la vetrina del gruppo prestigioso, avrebbero stentato prima di vedersi riconosciuto il talento. Non parlo certo di Petrella, che a dispetto della giovane età è ormai apprezzato e conosciuto da entrambi i lati dell'Atlantico, e nemmeno di Fabrizio Sferra, ottimo batterista ma certo non rientrante nella categoria delle giovani promesse. Guidi ed Evangelista non fanno cinquant'anni in due ma basta ascoltare Garbage Can Blues suonata in trio per apprezzare il tocco, la sicurezza e la grazia che accompagna i migliori. Più volte ho parlato di Guidi in termini elogiativi, non posso che ripetermi: ascoltare Tribe è un vero e proprio tributo alla bellezza. Chi forse, data l'impostazione quieta della session, mi pare possa mordere un pò il freno è il trombone di Petrella, costretto a carezzare e non a graffiare. I temi sono tutti facilmente godibili e immediatamente memorizzabili, qualcuno più mosso (Cornettology) altri placidamente scorrevoli. Lontani dal bop e dai furori del free, i musicisti tessono un dipinto dai colori acquarello, senza increspature ne astrattismi ma con ampi spazi liberi all'interno di un pregevole lirismo di fondo che permea i brani. Nulla di nuovo naturalmente, ma quando la classe si combina con lo stato di grazia il risultato non può che essere pregevole. V A L U T A Z I O N E : * * * * |
AUTORI DEL BLOG
Andrea Baroni
Fabio Chiarini
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Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
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