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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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JAZZ: MUSICA SORPASSATA ?
Post n°2485 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da pierrde
E' la domanda che si pone, anche nel titolo dell'articolo, il giornalista Andrea Visconti. Il pretesto per l'affermazione è la chiusura del Lenox Lounge, uno degli storici locali di Harlem dove sono transitati tutti i grandi del jazz (nella foto, con il patron Al Reed). Il motivo della chiusurà però è meramente economico e per nulla musicale, come si legge nello stesso articolo, ma Visconti va dritto per la sua strada e giunge alle conclusioni sintetizzate nel titolo. Ecco alcuni passaggi dell'articolo che poi potrete leggere per intero cliccando il link a fine post:
Viene però da chiedersi se alla base di questo cambio della guardia non ci siano i gusti del pubblico che stanno cambiando ed è giusto che sia così. Forse settant’anni fa il Lenox Lounge era un locale all’avanguardia per Harlem e ci sono voluti vari decenni perchè diventasse un’istituzione. Nella Harlem del 2013 ha ancora senso un locale di jazz vecchia maniera? Sarebbe bello pensare di sì ma la realtà è un’altra. Poco più in là della famosa scritta al neon del Lenox Lounge ci sono ristoranti gettonatissimi come per esempio Red Rooster, Corner Social e Chez Lucienne. Forse la verità è che il jazz non va più come una volta. Dei locali storici è rimasto poco o niente. Il Cotton Club esiste ancora anche se è stato spostato in una nuova sede, poi c’è il Village Vanguard nel Greenwich Village e nient’altro. Il Blue Note va bene, ma non è certo uno dei locali storici e anche Birdland e Iridium fanno parte dei club più recenti. Stiamo a vedere che cosa aprirà al 288 di Lenox Avenue. Se il jazz fosse un genere di musica che ancora riempie i locali possiamo stare certi che Notar riproporà il jazz. Ma c’è da scommetterci che aprirà un ristorante. Perchè è questo che il pubblico vuole a New York. Devo dire che alla lettura dell'articolo la mia prima reazione è stata di stupore. Visconti vive da 25 anni a New York, dove scrive per La Repubblica e L'Espresso, ed io invece ci manco giustappunto da 25 anni, ma mi pare di essere più aggiornato di lui. Evidentemente non ha mai sentito parlare dello Smalls, dello Smoke, del Jazz Standard, del locale di Zorn, delle centinaia di club, baretti, ristorantini dove il jazz è merce pregiata e quotidiana. Sicuramente l'articolo pare essere più informato sui vari tipi di ristoranti alla moda che non sulla musica, ma questo andrebbe anche bene, a patto di non "sparare cazzate" (per usare un guccinismo) sullo stato di salute del jazz che, evidentemente, non è musica di suo gusto. Per ovviare, anche se certamente non mi legge, Visconti potrebbe ripassarsi questo semplice link, che potrebbe colmare le sue lacune in merito: http://www.bigapplejazz.com/nycjazzclubs.html http://visconti.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/12/10/jazz-musica-sorpassata/ |
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