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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Post n°2687 pubblicato il 29 Marzo 2013 da pierrde
Per chiudere il panorama delle opinioni sul Festival Jazz di Bergamo ecco la recensione del decano dei critici italiani, Franco Fayenz, comparsa ieri su Il Sole 24 Ore e che rieccheggia nei pareri quanto è gia' emerso nei commenti in rete. Riporto alcuni passaggi che giudico significativi rimandando per la lettura integrale al solito link a fine post: .....si è ripetuto per il secondo anno della direzione artistica di Enrico Rava quanto si era notato nel 2012: i collaterali mattutini e pomeridiani di Bergamo sono i concerti per gli intenditori, gli appuntamenti che tanti festival-fotocopia non osano proporre escludendo il Belpaese da eventi (appunto) che sono di grande interesse e non di rado i migliori .... Il grande botto arriva nel pomeriggio successivo all'Auditorium. Lo fa il giovane trombettista Peter Evans. Per vari esperti italiani (a proposito di quanto si è detto sopra) si tratta addirittura di una prima assoluta, cd compresi, sebbene Evans ne abbia già licenziati a suo nome almeno sei o sette. Sono con lui i più noti John Hebert contrabbasso e Kassa Overall batteria. Evans si avvale di tecnica prodigiosa che gli permette i più audaci voli d'avanguardia, ma non è questo il punto. Espone temi ardui e li esplora oltre ogni limite possibile, frantumandoli, rovesciandoli, ricuperandoli ogni tanto qua e là e poi ricominciando da capo in altro modo. E non perde mai di vista le esigenze espressive e l'interplay con gli eccellenti compagni. Alla fine gli intenditori sono allibiti e felici, consapevoli di aver fruito del vertice insuperabile del festival. di Franco Fayenz - Il Sole 24 Ore - |
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