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TORINO: QUALCHE CONCLUSIONE

Post n°2776 pubblicato il 02 Maggio 2013 da pierrde

Leggo sul blog del Torino Jazz Festival il bilancio riguardo alle presenze ai concerti: 130 mila; ovviamente se i dati fossero comunicati dalla Questura saremo a non più di 25 mila, ma non è affatto questo il nocciolo della vicenda.

Al di là delle presenze, del maltempo, dei protagonisti, tracciare un bilancio della seconda edizione del Festival è compito non tanto ( o perlomeno, non solo) degli organizzatori quanto dei critici e degli appassionati presenti.

Sono da sempre contrario ai festival gratuiti ed i motivi sono facilmente immaginabili: confusione, rumore, mancanza di rispetto verso musicisti e appassionati e via elencando. Ammetto che un evento come quello torinese aveva comunque ottime ragioni per essere giocato nelle piazze della città, costituendo una fonte di richiamo notevole. La stessa atmosfera cittadina era palpabilmente più frizzante, gli enormi cartelloni con le frasi d'autore che riempivano la passeggiata sotto i portici da soli evocavano musiche e percorsi di grande richiamo.

Insomma, se solo il tempo fosse stato più clemente, il successo sarebbe stato ancora più eclatante. Ci sarebbe però da discutere su aspetti niente affatto marginali: va bene dare in pasto ad una folla variegata e poco competente ( ho sentito con le mie orecchie commenti fantastici del tipo; ma quale è Miles Davis tra i musicisti sul palco ?) un gruppo frizzante e spettacolare come i Funk Off, molto meno bene proporre un piano solo che richiede attenzione e concentrazione, tutti elementi impossibili in una piazza dispersiva e rumorosa.

Scommettere sul bel tempo in un week end lungo a fine aprile nel nord Italia è piuttosto temerario: potrei fare l'elenco di festival interrotti da furiosi temporali in luglio e agosto.

Non pensare che è fisicamente impossibile per chiunque rimanere un'ora e mezza in piedi (magari con l'ombrello) è una punizione per i soli che sono accorsi per la musica. Gli altri dopo un pò hanno continuato la loro passeggiata, con i bambini o con il cane....

Che fare dunque ? In prospettiva futura sarebbe saggio prevedere concerti in teatro (e a pagamento) per le proposte più consistenti , rimandando alla piazza le proposte più facilmente digeribili (magari senza arrivare ad invitare Laura Pausini).

Il pagamento di un biglietto, seppur di prezzo modico, eviterebbe affollamenti eccessivi, farebbe insomma da filtro verso quella parte di pubblico che in piazza ci andrebbe ma in teatro no e che quindi, non è interessata alla musica.

Riguardo al cartellone poi mi pare evidente il miglioramente rispetto alla prima edizione ma personalmente non investirei giorni di ferie e spostamenti nemmeno per un programma come quello di quest'anno. Inviterei i responsabili a dare un'occhiata a proposte meno confomiste, tipo Moers, Willisau, Saalfelden, con naturalmente in più anche soluzioni più "godibili" e potabili da portare in piazza.

Con un budget di 900 mila euro è possibile fare molto molto meglio di gruppi tributo, anziani irrimediabilmente al tramonto, fusion di terza mano e le solite glorie locali.

Fringe, per quanto non l'abbia nemmeno visto da lontano, mi sembra la situazione più interessante e da ripetere sicuramente, unitamente a mostre, presentazioni di libri e film in argomento.

 
 
 
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