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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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MORE WADADA LEO SMITH
Post n°2969 pubblicato il 31 Agosto 2013 da pierrde
Il blog Mi Piace il Jazz dell'amico Elfio pubblica oggi un estratto tradotto dall'Huffington Post che racconta il concerto di ieri di Wadada Leo Smith all'interno del Chicago Jazz Festival, dove ha presentato un estratto dell'imponente lavoro Ten Freedom Summers.
Giusto una settimana fa ho ascoltato lo stesso gruppo e lo stesso progetto al Saalfelden Jazz Festival, e rimando quindi gli interessati alla recensione dello stesso (Cartoline dall'Austria). Qui riprendo l'interessante testo tradotto da Elfio per aggiungere qualche altra impressione vissuta in prima persona. Innanzitutto il lavoro grafico dell'artista visuale Jesse Gilbert, di difficile valutazione ma, da profano dell'area artistica specifica, francamente poco impressionante. Più che rapportarsi in qualche modo alla musica sembrava una delle molteplici elaborazioni che è possibile inserire nel pc durante l'ascolto di un brano. L'inserimento poi delle immagini in diretta dei musicisti era addiritura di disturbo alla concentrazione e all'ascolto. Tornando a quanto ho scritto del concerto, l'impressione di un amalgama non ottimale non ha scalfito il buon esito complessivo, anche se la distanza rispetto al quadruplo album c'è; del resto era difficile comprendere anche la stessa funzione dell'arpa all'interno della formazione, uno strumento poco utilizzato e assolutamente marginale in quanto ascoltato durante il set. La preoccupazione del dirigere e del segnalare tempi ed interventi ha sicuramente tolto spazio ed energie allo Smith trombettista, meno incisivo rispetto alla registrazione, senza contare che i limiti dovuti all'età cominciano anche a manifestarsi sulla tecnica strumentale. Eppure le composizioni presentate rimangono uno degli sforzi più interessanti e aperti di Leo Smith, elaborazioni complesse che esplorano strade impervie e poco frequentate collocate tra la musica afro-americana e la contemporanea. Una proposta importante,cosi' come il quadruplo album costituiva una delle uscite più stimolanti della scorsa stagione. E credo di poter dire che si tratti di un progetto che ancora può essere ulteriormente sviluppato e rinvigorito, magari da un esemble che abbia maggior frequentazione tra le due anime, il quartetto jazz ed il quartetto d'archi.
"Questa raccolta di lavori di Wadada Leo Smith, uno dei più creativi compositori jazz americani, attraversa il frastagliato percorso verso la libertà tracciato da eroi americani tra cui Medgar Evers, Rosa Parks, Emmitt Fino, e Martin Luther King, Jr., ed eventi come Brown vs Board of Education, la marcia su Washington, e la vita e l'eredità di MLK e JFK. I leader, i sogni e gli incubi di generazioni sono le indicazioni ed i suoni, le immagini e le dinamiche, di questo lavoro impegnativo ma elettrizzante. La ricerca per capire, l'esperienza e l'esercizio della libertà, sono al centro del lavoro di una vita del maestro Wadada Leo Smith. E' integrato nella sua musica, nel suo pensiero e nella scrittura così come nelle sue incisive improvvisazioni. Nato nel Mississippi nel 1941 ha vissuto la storia che attraversa Ten Freedom Summers. "Quando si vive al Sud, si fa costantemente parte del movimento dei diritti civili", ha detto ad un giornalista del Times di Los Angeles. Smith, un attivo protagonista nellaAssociation for the Advancement of Creative Musicians sin dagli anni '60, ha creato una musica che usa il suono come leva per il cambiamento sociale.
Cosa significa ascoltare? Come e cosa udiamo? Queste domande guidano l'emozionante inventiva del musicista / artista visivo Jesse Gilbert. L'artista, sound and software designer, crea e sostiene il paesaggio sonoro visivo di Ten Freedom Summers. L'immaginario dinamico di Gilbert, se elusivamente emergente, o dona ai musicisti forma e colore, oppure è una forza trainante che attraversa gli schermi dietro i musicisti e pone l'osservatore in un rapporto visivo che esalta e riflette il processo di ascolto. Il lavoro di Gilbert rivela la struttura profonda del suono, in un linguaggio visivo che è sia intuitivo ed esteticamente legato all'esperienza emozionale della musica. Ten Freedom Summers è stratificata con le visualizzazioni dal vivo dei suoni eseguiti, immagini video digitali dei musicisti dal vivo e delle icone dalla storica lotta per la libertà. Gilbert espande le nozioni tradizionali di presentazione delle immagini in movimento, ed il rapporto tra suono e immagine, portando la musica al pubblico attraverso un flusso di esperienze multisensoriali. (leggi l'articolo integrale in inglese sul sito dell'Huffington Post)
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