Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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TRACCE LASER
Post n°3763 pubblicato il 05 Novembre 2014 da pierrde
Recensioni veloci, con tanto di giudizio espresso in stellette, su dischi di recente o recentissima uscita, per allargare l'orizzonte critico e segnalare il maggior numero di opere possibili .
SYLVAIN RIFFLET, JON IRABAGON – Perpetual Motion Tra i molti, troppi, tributi che spesso nascondono più una reale mancanza di idee nuove che non l’intento di omaggiare un grande della musica, questo Perpetual Motion è certamente una eccezione positiva. Le composizioni sono di Louis Thomas Hardin, in arte Moondog, un visionario ed eccentrico compositore americano che negli anni ’60 e primi ’70 fuse con personalità ispirazioni rock, jazz e minimaliste in una nuova concezione. Irabagon e Rifflet fanno gara di bravura, supportati dal gruppo del musicista francese, e la rilettura è sapida e ricca di idee. Un album splendido.
RICHARD GALLIANO – Sentimentale Difficile capire la logica che sta dietro la pubblicazione di un album come questo. Già qualche anno fa Galliano aveva sfornato un (inutile) disco dedicato alle musiche di Nino Rota con nomi di primissimo piano ma con risultati di scarsissimo interesse. Qui si compie il bis della non memorabile impresa, tra temi brasiliani, una versione di Naima easy listening e alcuni originals non particolarmente memorabili. Il gruppo è interessante ma non c’è nessuna urgenza narrativa e l’ascoltatore inevitabilmente precipita nella narcolessia.
BILL FRISELL - Guitar in the Space Age! Ho ascoltato per la prima volta l’album di notte, guidando su una strada sinuosa e deserta e mi sono divertito molto. Non c’è traccia del Frisell sperimentatore e iconoclastico, qui si ascolta del semplice e soprattutto ben suonato rockabilly, pescando e riadattando una manciata di brani pop di successo degli anni 60-70. Un gruppo formidabile ed un leader di alto profilo per un album tanto piacevole quanto assolutamente non indispensabile rispetto alla parte migliore della ormai corposa discografia di Frisell. VALUTAZIONE : * * * (RDA)
ERNIE WATTS - A Simple Truth Sarà l'effetto emozionale a prevalere ma per lunghi tratti questo sembra davvero un disco del Quartet West di Charlie Haden, di cui Ernie Watts è stato caposaldo e voce caratterizzante per decadi. Il suo jazz morbido che si staglia in una giornata seguita passo passo dalle prime luci dell'alba fino alla notte inoltrata è onesto e sincero ma senza le composizioni e gli inserimenti solistici del compianto ed incomparabile Haden, a un certo punto del pomeriggio potreste ritrovarvi serenamente appisolati.
AVISHAI COHEN - Dark Nights Il trio del trombettista, rinforzato in alcuni brani dalla presenza di Anat Cohen e di Gerard Clayton, si propone tra originals e standard immarcescibili nel mostrare il lato più intimista e balladeur di Cohen. Il suono della tromba, spesso filtrato dalle elettroniche, evidenzia una timbrica peculiare nella sua originalità e ricercatezza. Un album godibile e interessante, anche se da un musicista emergente come Cohen ci si sarebbe potuti immaginare un pizzico maggiore di temerarietà e di sfida.
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