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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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JONI, PAROLE IN LIBERTA'
Post n°3870 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da pierrde
Sembra incredibile che i colleghi siano stati così ingenerosi con lei. "Non tutti, ma certamente quelli della mia area musicale sì. Non è edificante essere definita la "Dylan in gonnella". Con i jazzisti è una storia diversa, Wayne Shorter al Luminato Festival di Toronto disse: "Joni è una di noi". Mingus mi spronava a suonare la chitarra jazz". Nella seconda parte della sua carriera si sarebbe presa la rivincita lavorando con i grandi del jazz. "Non fui io a supplicare Mingus di fare un album insieme, come hanno detto, fu lui a cercarmi perché voleva collaborare con me prima di morire. Il mio manager disse: se lo fai rischi di deragliare. Ridicolo. Ma aveva ragione, fui scomunicata; i jazzofili dissero che sfruttavo Mingus. Insomma, musicalmente mi ritrovai nella terra di nessuno". Che ricordo ha dell'incontro con Miles Davis? "La prima cosa che mi disse fu (imita la voce afona del trombettista): adoro i tuoi quadri. Così non ebbi il coraggio di chiedergli di suonare con me - avrei adorato. Quando morì, ebbi l'occasione - ero con Wayne Shorter - di incontrare i familiari; suo figlio mi confidò che negli ultimi giorni Miles non faceva che ascoltare i miei album, aveva l'intera discografia. Avrei dovuto osare di più, non essere così intimidita dalla sua fama di bad boy". Cosa ascolta oggi quando ha bisogno di musica? "Duke Ellington. È così armonicamente vario, originale e innovativo da lasciare stupiti anche dopo numerosi ascolti. L'unica musica del XX secolo che ancora mi sembra freschissima. Come Kind of blue di Miles, posso ascoltarlo ogni giorno. Chi dice che John Coltrane è superiore a Duke e Miles è un pazzo". È certamente consapevole di aver ispirato più di una generazione di artiste. C'è qualcuna che le ha toccato il cuore? "No. (lungo silenzio) Forse mi è sfuggito qualcosa? Niente che mi abbia colpito come quel che ho fatto io con Mingus. Che coppia! Avevamo la stessa sensibilità. Maria Callas, lei sì che mi tocca il cuore. E Patsy Cline. E la giovane Judy Garland. (lungo silenzio) Nessun'altra". Fonte: Intervista di Giuseppe Videtti http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/01/30/news/joni_mitchell_sono_meglio _di_dylan_co_ma_da_donna_mi_snobbano-106107686/?ref=HRERO-1 |
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