Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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STANLEY CLARKE - STANDARDS"Si credeva che tali dischi non fossero più possibili. Sopratutto da parte di musicisti esperti. Il cattivo gusto non ha limiti. Che la fonte d'ispirazione di Stanley Clarke fosse vicino allo zero era da un pezzo che ce ne eravano accorti...Non saprei dire quale standars è massacrato in maniera più ridicola, ma la palma potrebbe andare a Take Five...Insegnanti di Jazz, se volete mostrare quello che non bisogna fare ai vostri allievi, fate ascoltare loro questo disco." Vincent Bessieres Jazzman , settembre 2006 Vincenzo Martorella sul numero di Jazzit in edicola inaugura una nuova rubrica dal nome La Piccola Bottega Degli Orrori appositamente per parlare di Standards: "Ma è davvero possibile oggi incidere dischi cosi' brutti, insignificanti, insulsi come la nuova fatica discografica di Stanley Clarke ?...Già l'iniziale Lover Man girata a bossanova come neanche più nei matrimoni si usa fare, fa rabbrividire. E il livello dell'esecuzione non si solleva da quello di una volonterosa ma scalcinata jam session dopolavoristica di allegri dilettanti. Il resto del disco addiritura peggiora...." Clarke è un musicista che da almeno trent'anni vive di ricordi su un paio di buoni LP incisi all'epoca, dopo di allora ha prodotto solo dischi facilmente dimenticabili. La lettura di stroncature cosi' sanguinose mi ha comunque incuriosito, e cosi' mi sono procurato l'album. Non ho intenzione di rincarare la dose, penso che siano più che esplicative le bastonature sopramenzionate che condivido in toto. Nel jazz da sempre esistono e sono esistiti musicisti geniali assolutamente dimenticati o poco considerati. D'altro canto ci sono anche personaggi sopravalutati che al massimo vanno ricordati per l'autentico spreco di talento che incarnano . Qualche nome ? Jan Luc Ponty, John Mc Laughlin, Stanley Clarke, Hiram Bullock, Billy Cobham ....Mi fermo qui, ma l'elenco potrebbe continuare. Difficile analizzare i motivi di simili percorsi a rovescio, di certo molti musicisti si sono adagiati sul successo conseguito e rapidamente adeguati ai gusti facili delle masse avendone in cambio cospicui ritorni finanziari. Ma cosi' facendo sono morti artisticamente. Positivo che ora anche in Italia parte della critica racconti verità scomode, anche a rischio di perdere gli introiti pubblicitari delle major discografiche. Non senza malizia segnalo comunque che Clarke si è esibito circa un mese fa al Blue Note di Milano con la stessa formazione del disco, e che i due maggiori quotidiani nazionali lo hanno recensito positivamente.... Premio Corazzata Potemkin per la boiata pazzesca del 2006.
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