Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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POUT POURRI

Post n°1099 pubblicato il 10 Novembre 2008 da pierrde
 

Tra pochi giorni io ed il mio blog chiuderemo per ferie, pertanto, avendo poco tempo e molte novità discografiche sul…fuoco, invece che recensioni approfondite ecco una panoramica più veloce di manicaretti e piatti golosi appena sfornati e immessi sul mercato. Comincio da David El Malek, musicista di origine israeliana ma residente in Francia da più di vent’anni: il suo Music from Source (****) è una interessante ricombinazione di musiche popolari e religiose ebraiche, rivisitate senza la stralunata visionarietà di Zorn ma con una evidente componente spirituale che ne fa apprezzare la sincerità . Profumo di Violetta (****) è l’ultima fatica del clarinettista e sassofonista Gianluigi Trovesi: nell’album, che riprende arie e temi famosi del mondo operistico c’è tutta la filosofia del maestro bergamasco. Sagacia, buon gusto, amore per la musica bandistica, ironia a piene mani e una tecnica raffinata e inarrivabile. Non è più lui a stupire, ma, in questo caso la Filarmonica Mousikè diretta da Sabino Acquaviva, compatta , tecnicamente ferrata e capace di tenere il passo. Intrigante, affascinante, per molti versi godibile, il terzo album di Chat Noir, Desperate to see you (***½) Il trio romano è rinforzato dal trombone di Gianluca Petrella , ma rispetto ai primi album il distacco da ambientazioni jazz è più marcato, l’uso dell’elettronica e l’editing sono massicci, le sonorità noise e rock prevalenti. Nondimeno la capacità improvvisativa e il linguaggio jazzistico sono componenti fondamentali dell’estetica del trio ed il risultato è da non sottovalutare. Carolyn Hume è una affascinante pianista inglese, due gli album che sto ascoltando in questo momento: Gravity and Grace (***) in solo, caratterizzato da atmosfere classicheggianti, malinconiche e dark, e rinforzato dal violoncello di Oliver Coates e dalla voce di Sonja Galsworthy . Più mosso e più jazzistico Flames Undressed by Water (***½) con il batterista Paul May. Live at Belleville (****) è la registrazione dell’eccellente concerto nel club di Oslo del trio del contrabbasista Arild Andersen, completato dallo scozzese Tommy Smith al sax e dal nostro Paolo Vinaccia alle percussioni. Perno della session è la lunga suite Independency, con un perfetto bilanciamento tra composizione ed improvvisazione ed un ottimo Smith, autore di lunghe e brillanti improvvisazioni. Nulla di nuovo ma è un bell’ascoltare il quartetto di William Parker in Petite Oiseau (****), assoli calibrati e temi pertinenti. L’ennesimo solidissimo album di un grande protagonista contemporaneo. Filmworks XX (***½) è il penultimo capitolo della saga zorniana che raccoglie i soundtrack di film e cortometraggi per lo più di provenienza e circolazione underground: questo in particolare raccoglie le musiche per un corto su uno scrittore ebreo del XIX secolo, Sholem Aleichem, di conseguenza le composizioni attingono alla tradizione klezmer, con accenti umoristici sottolineati dal Masada String Trio, dall’arpista Carol Emanuel e dal fisarmonicista Rob Burger.

 
 
 
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