Mondo Jazz
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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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I COMMENTI DEL DOPO UMBRIA JAZZ
Post n°1556 pubblicato il 21 Luglio 2010 da pierrde
Caldo, crisi e calcio. Un micidiale trittico che ha messo a dura prova una delle più grandi navi ammiraglie, della cultura "made in Umbria", in Italia e nel Mondo. Umbria Jazz, nonostante la stasi economica le temperature che sono oscillate tra i 35 e i 40 gradi e i Mondiali di calcio, ha tenuto. Due date che coincidevano con le partite finali dei mondiali di calcio più l'appuntamento, gratuito, del Progetto Axè di chiusura. La flessione registrata negli incassi - settecentomila euro per circa 30 mila paganti - trova quindi una ragione, matematica, immediata. Dal punto di vista artistico, fermo restando i concerti del Santa Giuliana a grande affluenza quali: Mario Biondi, Mark Knopfler, Chick Corea, Pat Metheny e Sonny Rollins, va registrata una forte crescita dell'attenzione e della presenza di quelli che sono i concerti notturni e cosiddetti, di "nicchia". Oratorio Santa Cecilia, Morlacchi...ma anche le varie location ricavate nei luoghi più suggestivi della città. Un incremento che, per Carlo Pagnotta è una sorta di "tocca sana". Si sa, per lui il jazz resta un "fenomeno circoscritto", ma non è più così. Se ad ascoltare ed osannare Sonny Rollins ci sono i ragazzi di vent'anni, sarà proprio il caso che il Cavalier Pagnotta "ammetta" che il tanto agognato ricambio generazionale tra il pubblico è cominciato! Umbria Jazz, quest'anno, ha richiamato 160 tra giornalisti e fotografi accreditati, con presenze anche da Stati Uniti, Giappone, Serbia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania e Turchia. Anche Musica Jazz prestigiosa testata giornalistica, per la prima volta al festival con il suo Daily Jazz Magazine di grandissimo successo, ha contribuito insieme agli altri partner a creare un sistema integrato di comunicazione Fonte : Jazzitalia Qual è il segreto della longevità e della fama di Umbria Jazz? È la formula che funziona; l’atmosfera che si respira a Perugia in questi dieci giorni e tutto quello che succede intorno al festival. A Perugia, come ormai accade in molti festival internazionali, l’offerta abbraccia anche generi che esulano dal jazz. Certo. È chiaro che un appassionato di jazz non è obbligato ad andare a vedere tutto. Ricordo un notissimo critico musicale che si rifiutò nell’87 di andare a sentire Sting e Gil Evans. Il giorno dopo mi chiese scusa. Ora, se certi critici prendono queste posizioni, il pubblico può fare lo stesso, anche perché in contemporanea c’è sempre un’offerta molto ampia e variegata. C’è qualcuno che avrebbe voluto per quest’edizione e non è riuscito a inserire in cartellone? Se Stevie Wonder avesse avuto in programma due date non c’è dubbio che l’avremmo fatto. Il concerto più bello di quest’edizione? Sarò settario ma mi commuovo sempre quando vedo Bobby Hutcherson Intervista a Carlo Pagnotta di Musica Jazz Daily |
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