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INNI E REPERTORI
Post n°1765 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da pierrde
Umbria Jazz chiederà a tutti gli artisti italiani presenti al festival (Perugia, 8-17 luglio) di eseguire durante il loro concerto una rilettura jazz dell'Inno di Mameli. Secondo i responsabili del festival umbro, la rilettura dell'inno può sottolineare la riscoperta del repertorio nazionale e l'affrancamento dal tradizionale songbook americano. Fonte: Perugia Notizie
Torno sull'argomento perchè la motivazione che leggo su Perugia Notizie è tra il fantascientifico e il surreale. Sono anni che siamo assediati da album, recital e concerti di jazzisti nostrani alle prese con Battisti, De Andrè, Tenco, Endrigo, Paoli ( mancano solo Pupo e Emanuele Filiberto) e via cantautorando. Francamente non se ne può più di tributi spesso abborracciati a musiche che il più delle volte mal si combinano con la metrica e il ritmo della musica afro-americana . Bisognerebbe invece invitare i musicisti italiani a porre un freno a questo genere di omaggio invece che incoraggiarli a proseguire in una direzione prevedibile e stantia e che ha visto la proliferazione di troppi album, molti dei quali di qualità complessiva non memorabile. La proposta poi dell'inno nazionale è di involontaria comicità: nemmeno i francesi con il loro leggendario revanchismo sarebbero riusciti a tanto.
Infine una annotazione: da anni a Perugia il jazz è musica esotica inserita in un programma che privilegia le stelle (??) del pop se non addiritura della canzonetta. Trovare un cosi' piatto conformismo ai primi nomi in anteprima della edizione 2011 (più di 80 Mi Piace su Facebook) è brutto segno: non solo gli sponsor e la politica si sono impadroniti delle scelte di programma, ma il tutto è avvenuto con il plauso e la mancanza di competenza della stragrande maggioranza del pubblico e in parte della critica. Umbria Jazz rimane un festival importante, se mi permetto di criticare è perchè l'ho tanto amato e vederne un riflusso rinunciatario e commerciale mi fa imbestialire. Già che ci siamo ci sarebbe anche da rimarcare che mentre un tempo il festival era foriero di proposte e di innovazione, oggi è simbolo di consevazione. Sfogliare i programmi degli ultimi 15 anni significa trovare una ripetizione dei soliti nomi, molti dei quali sicuramente in programma anche quest'anno. Avanti cosi' e si raggiunge l'ex festival jazz di Montreaux......
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