Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

------------------------------------------------------------------

JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

MONDO JAZZ SU FACEBOOK E SU TWITTER

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

JAZZ DAY BY DAY

 

 

L'agenda quotidiana di

concerti rassegne e

festival cliccando qui

 

I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

« BODY AND SOUL: MICHEL PE...AGGIORNAMENTO SULLE COND... »

AL VIA IL 31° FESTIVAL DI CLUSONE

Post n°1866 pubblicato il 15 Giugno 2011 da pierrde

 


Non servono particolari sforzi per immaginare quali possano essere le difficoltà che un'associazione come la nostra incontra nel promuovere un'iniziativa che ha sempre raccolto molti elogi, ma anche pochi finanziamenti pubblici. E con il clima d’incertezza che aleggia … organizzare questo festival è diventato pressoché proibitivo.
 Comunque ci abbiamo provato e a spingerci a dar vita anche a questa 31^ edizione sono state la passione, che contraddistingue il lavoro di chi da sempre si fa carico di tutto quanto ruota intorno al festival, e la presunzione che il CLUSONE JAZZ FESTIVAL rappresenti un patrimonio da salvaguardare.
 Il “JAZZ AWARDS 2010”, promosso tra i lettori dalla rivista JAZZit, colloca il Clusone Jazz al 4° posto tra i festival italiani più apprezzati (pare che in Italia ne siano stati censiti più di 400): un risultato insperato, che gratifica l'impegno militante nel diffondere questo genere musicale dall'ormai lontano 1980.Ed allora, benché alcune istituzioni continuino a non accorgersi dell'importanza e del significato che questa manifestazione riveste sul piano della crescita culturale, il CLUSONE JAZZ FESTIVAL cerca di mantenere alto il profilo e non demorde.
Fonte: www.clusonejazz.it/Presentazione

Poche parole per commentare quello che Livio Testa spiega con abbondanza di dati: se si va a vedere la programmazione del festival di alcuni anni fa è evidente la contrazione di concerti e di date.
Deve essere avvilente trovare la porta chiusa dalle istituzioni e la rinuncia degli sponsor per chi dedica da un trentennio il proprio tempo e le proprie energie alla organizzazione di uno dei più importanti festival italiani, e, lasciatemelo dire, in un periodo in cui molti altri festival si contraddistinguono per un cartellone virato sul pop, sicuramente uno dei più coerenti e stimolanti per scelte artistiche.
Spero che gli amici di Clusone trovino la forza (e magari anche qualche nuovo sponsor) per continuare. Una loro eventuale rinuncia avrebbe un significato amarissimo per tutti gli appassionati.
Ancora due parole sul programma (vedibile cliccando il link alla fine del post): finalmente un festival di livello internazionale che si accorge degli Enten Eller (non poteva che succedere a Clusone), e poi molti grandi ospiti, alcuni decisamente degli amici del festival (Bennink e Moore) per non parlare di Ravi Coltrane e dei molti, ottimi, musicisti italiani.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/MondoJazz/trackback.php?msg=10322493

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
rodolfo il 15/06/11 alle 22:43 via WEB
Clüsù in provincia di Berghem? Capiscono l'italiano? Andrei volentieri ma temo di non avere il passaporto... Vabbè che gli sponsor sono necessari e per una sponsorizzazione in più si è disposti a tutto ma in un ambito come quello musicale che dovrebbe essere universale sottolineare, nel logo, la dicitura locale di Bergamo (Berghem) mi sembra inaccettabile. Sottigliezze, direte, buon per voi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 22/06/11 alle 15:28 via WEB
Pota...me so de berghèm e 'ndò mia al festival de Clusù...ma a dire il vero sono anni che non ci vado perché, diversamente da pierrde e della critica nostrana in generale che ne parlano sempre eccessivamente bene, trovo che Livio Testa, al di là della autentia crisi economica che in particolare ha colpito le valli bergamasche e che certo non aiuta iniziative culturali del genere, coltivi poco l'autocritica e prepari programmi, a mio modo di vedere e non solo, sempre troppo sbilanciati sui jazzisti italiani, spesso poi non così interessanti jazzisticamete e pochissimo su quelli americani. Inoltre alcune proposte sono a volte un po' velleitarie se l'idea è quella di conquistarsi nuove fette di pubblico e divulgare il linguaggio jazzistico in una valle leghista che va poco oltre i cori alpini e le mangiate di polenta in Maslana. Mi risulta che per lo più li faccia scappare, me compreso che fors edi jazz qualcosa mastico... Intendo cioè che la preoccupazione di Testa sia sempre rivolta verso l'approvazione della ristretta élite della critica nazionale (che non conta un tubo) e meno al pubblico. Il che non significa proporre l'ennesima kermesse di nomi pasticciati tra il pop il rock e il jazz di altri festival, ma forse si potrebbe pensare di fare anche ottimi festival con più musicisti americani di valore e magari poco proposti o misconosciuti ai più. E non mi si venga a dire che i musicisti americani costano perché non è vero, specie tra i misconosciuti o semplicemente trascurati Non so nomi come Bob Mintzer, Bob Brookmeyer, Nicholas Payton, Tom Harrell fanno proprio così schifo? O tra quelli proposti da Gualberto in Aperitivo a Milano in questi anni se si vuole stare più aggiornati Ad esempio, mettere un vocalist alla Kurt Elling con Bob Mintzer big band farebbe felici tanti tra i jazzofili e il pubblico anche tra i valligiani jazzisticamente ignoranti e forse meno certa critica vecchia ed ideologizzata italica che ormai ha fatto il suo tempo e che non ha alcun peso e alla quale Testa dà troppa corda. Sempre se davvero si vuole pensare alla sopravvivenza del festival, ma mi sa che è troppo tardi, forse era meglio pensarci prima ed ascoltare anche qualcun altro...
 
 
pierrde
pierrde il 22/06/11 alle 18:56 via WEB
Non ne farei una questione di nazionalità: al Manzoni lo scorso inverno ho ascoltato la molto supportata (dalla critica statunitense) orchestra di Darcy James. Bene, concerto interessante, ma a molti anni luce dall'Italian Instabile Orchestra giusto per restare a casa nostra e per esprimere un gusto personale. Critica italica vecchia e ideologizzata ? Negli anni 70'sicuramente, oggi fatico a vederla, ma è noto che non bazzico, sono un appassionato sconosciuto e indipendente.Ho sempre parlato bene di Clusone, come del resto anche di Aperitivo: sono due rassegne totalmente diverse per presupposti e modus operandi ma a me, singolo spettatore, danno la possibilità di ascoltare a prezzo popolare il meglio delle novità sia italiche che americane qualche volta anche correndo rischi come è giusto. Difficile trovare lo stesso menu'in festival dal nome altisonante.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 22/06/11 alle 15:42 via WEB
Il discorso in realtà sarebbe più complesso o più semplice, dipende. Innanzitutto domando, prima di lamentarsi delle difficoltà economiche, qual'è il target del festival? I gusti di Testa, della critica nazionale, dei jazzofili, del pubblico bergamasco e delle valli, dei vacanzieri estivi del milanese? Boh...Non so, non si capisce bene. Negli anni '80 e '90 Clusone era un festival di grande livello sotto tutti i punti di vista. Non vorrei apparire eccessivamente tendenzioso visto che conosco Gualberto e non è mai bello fare confronti così diretti, ma il modello di Aperitivo a Milano potrebbe essere un esempio: da anni musica di qualità, anche con proposte inovative e riscontro di pubblico ottimo, in continuo progresso anche in presenza della crisi. Budget molto diversi? Dite? Forse, ma a me non risulta che Aperitivo sguazzi nell'oro. Io credo contino anche l'apertura mentale, le conoscenze e relative professionalità degli operatori artistici oltre alla loro visione culturale ed artistica nel preparare i cartelloni. O mi sbaglio?
 
 
pierrde
pierrde il 22/06/11 alle 18:42 via WEB
Data la natura delle critiche e la vastità degli argomenti sollevati spero in una risposta diretta da parte di Livio Testa. Una buona parte di riposte è però possibile leggerle in una intervista dello stesso Testa risalente ad un anno fa sul link : http://www.araberara.it/archivio.pdf.2010/araberara.6.agosto.2010_pdf/60-61.pdf
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 23/06/11 alle 12:29 via WEB
Ho letto il pezzo al link e mi pare si confermi almeno in parte quel che sostenevo, ossia che il quadro presentato da Testa è quello di chi si autoloda rimarcando di avere contro l'ambiente giudicato implicitamente ottuso, non collaborativo etc.etc. Peraltro l'episodio citato dei villeggianti anziani che prendono un brodino è sintomatico di un approccio snobistico sempre mantenuto e che ha fatto incavolare per decenni anche gli abitanti della zona. Trovo tipicamente provinciale il mettersi su un piedistallo culturale rispetto all'ambiente in cui si opera e d'altro canto non si capisce come con un tale approccio si possa ottenere collaborazione e condivisione. Direi che è un problema di comunicazione e di marketing, come minimo cui una organizzazione dovrebbe a mio avviso prestare maggiore attenzione. Io credo che la capacità di dialogare debba essere di ambo le parti e non mi risult che l'organizzazione di Clusone Jazz eccella in questo, ma magari mi sbaglio. Mi ricordo che nel 1999, se non erro, suonò Mehldau in trio, e per tutto il concerto fu disturbato da un bar in prossimità della Piazza dell'Orologio che teneva apposta la radio accesa. Una cosa patetica e abbastanza vergognosa troppo semplicisticamente liquidata da Testa sul palco come una forma di maleducazione e menefreghismo del barista. A me sembrava una chiara ripicca e un contenzioso che forse andava risolto per tempo in precedenza. E' solo un esempio questo. Il fatto che non si riesca nemmeno a risolvere beghe condominiali con i concittadini chr si permettono certe "asinate" tipiche di certi seriani di mia conoscenza è sintomatico del modo di coltivare i rapporti con l'ambiente. Fare una proposta culturalmente ed artisticamente così ricercata in un ambito così provinciale e sprovveduto culturamente ha dei rischi che con i decenni si poteva tentare di affrontare se non di risolvere invece mi pare si sia sempre cercato di rimarcare la distanza culturale tra festival e cittadini o compaesani. Mi sbaglio? Può essere... Poi nel pezzo si dice chiaramente che la linea del festival è quella di puntare sui nomi dell'Europa, ok, legittima scelta, ma secodo me è stato proprio questo l'errore. Peraltro ultimamente i nomi più che europei sono diventati quasi tutti solo nazionali. alcuni validissimi come Falzone, ma altri meno. Se si è convinti che le novità jazzistiche da proporre siano oggi quasi esclusivamente quelle europee si fa una precisa scelta, che io per esempio, come molti altri appassionati di mia conoscenza non si condivide e secondo me si commette in ambito jazzistico un grave errore proprio sul piano della divulgazione artistica e culturale in merito. Ripeto, bisognerebbe fare anche qualche analisi autocritica e nel pezzo non se ne vede nemmeno l'ombra: tutti bravi e se le cose vanno male dipende dal mondo cinico e baro...non condivido, mi spiace,più nel metodo che nel merito.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luciano il 22/06/11 alle 18:42 via WEB
Mah, senza voler innescare polemiche o quant'altro e senza conoscere di preciso i soldi che girano, credo che i budget a disposizione di Testa e di Gualberto (oltre che, per Gualberto, poter disporre del teatro) siano budget lontani anni luce. I programmi del Manzoni sono sempre molto interessanti ed originali, credo però abbastanza costosi. Non entro nel merito del Testa che fa di tutto per far scappare gli appassionati, lo ritengo un giudizio un pò troppo superficiale.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
daniele il 22/06/11 alle 22:29 via WEB
Gualberto può permettersi di far venire musicisti e gruppi americani per una data singola, esigendo ed ottenendo esclusive che impediscono concerti anche a Torino, tanto per dirne una. Quindi mi sembra che il suo budget nemmeno possa essere paragonato con quello di Clusone. Che poi il programma di Clusone quest\\\'anno sia un pò moscio, questo è un altro discorso e dipende dai tagli, ma anche da una carenza di informazione su quanto avviene sul territorio di casa nostra ad esempio.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luciano il 22/06/11 alle 23:28 via WEB
Infatti! Non ha senso paragonare due eventi musicali come Clusone Jazz e Aperitivo in concerto. Purtroppo quando non si hanno soldi è dura dare libero sfogo solo ed unicamente ai propri gusti musicali. Quando ogni anno ti ritrovi ad avere sempre meno sponsor privati e in più ti ritrovi ad avere le istituzioni che ti riducono drasticamente i finaziamenti (oppure, peggio, non ti danno quello che ti avevano promesso), è già un miracolo se riesci ad imbastire un minimo di programma dignitoso. Dopo lo sappiamo tutti che tutto è opinabile, ogni programma è criticabile, ogni festival lo si potrebbe fare meglio. Ho visto Festival passare da David S.Ware a Tuck & Patti nel giro di qualche anno. Stesso festival, stesso direttore artistico, stessa location. Cosa è successo? Le istituzioni ti lasciano a piedi (anche perchè, a volte, non hanno più soldi da darti). Cosa dovrebbe fare un direttore artistico? Chiudere tutto? Molto spesso certi programmi \\\"comodi\\\" sono dettati dal dovere \\\"sbigliettare\\\" per avere un pò di soldi in entrata. E purtroppo, mi piange il cuore dirlo, vendi molti più biglietti se proponi Tuck & Patti piuttosto che David S.Ware o Roscoe Mitchell. Mi piange il cuore dirlo, ma è così. Lo sappiamo tutti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 23/06/11 alle 09:20 via WEB
Non entro nel merito della polemica. Il budget di Aperitivo in Concerto è tutt'altro che abbondante se è vero come è vero che il numero di concerti è molto diminuito rispetto a dieci anni fa: si cerca di fare il meglio con quello che si ha, trattandosi peraltro di fondi privati e senza alcun sostegno pubblico. E si sa che i privati non amano scialare in certi ambiti... Quanto al diktat delle esclusive, direi che si tratta della usuale norma di non esibirsi nello stesso periodo in un raggio di duecento chilometri. Direi che è comprensibile. Mi risulta che altri siano quelli che impongono esclusive reali e quasi punitive.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 23/06/11 alle 10:30 via WEB
MI fa piacere che ci siano delle repliche, per quanto noto che resta tutto in "calma piatta" e poi basta lanciare un piccolo ciotolo nello stagno per creare movimenti tellurici...tipico. Ma lasciando perdere i messaggi subliminali e andando al concreto, osservo che come sempre ci si piange addosso e, come avevo rilevato nel primo intervento si rivela scarsa autocritica, perché il festival di Clusone non esite da un paio di anni ma da decenni e ha una sua storia e forse qualcuno dovrebbe domandarsi se le scelte operate in questi decenni andavano nella direzione di un consenso da parte dei vari enti pubblici o privati della bergamasca (e oltre spero) e dell'eventuale positivo riscontro di un pubblico possibilmente in crescita se si vuole avere un bacino economico di un certo interesse per costruire i budget. Non so le statistiche le avrà in mano il responsabile. Se il budget diminuisce di anno in anno da decenni e non solo in questo periodo di crisi, forse, ripeto, bisognerebbe fare un'analisi più oggettiva e approfondita dei motivi e forse anche qualche autocritica, perché la mia impressione in questi decenni è che le scelte artistiche hanno seguito una precisa ed immutabile idea (di nicchia) del suo direttore artistico. Ha pagato? Non ha pagato? Non so ditemi voi, io osservo e leggo le dichiarazioni e ho una mia idea precisa anche sulla qualità artistica del Festival, della quale non sarei poi così sicuro. Che poi fare una proposta artisticamente valida e avere un riscontro di pubblico siano requisiti inconciliabili come da sempre si vuol fsr credere è molto discutibil. Non credo che Gianni ad Aperitivo si possa permettere una stagione flop e le sue scelte non siano artisticamente di qualità. Bisognerebbe quindi mettersi un pochino più in discussione che non lamentarsi semplicemente di non ricevere sovvenzioni o che altro e prendersela con il mondo cinico e baro, per quanto so benissimo delle difficoltà economiche e culturali di questo paese e in particolare della bergamasca, ma questo è l'ambiente in cui si muove Clusone Jazz da sempre e certo non dovrei spiegarlo io al suo direttore artistico. Io sono bergamasco conosco bene Clusone, la Valle Seriana la sua arretratezza culturale, il suo festival, l'opinione dei valligiani sul festival, anche solo per il fatto che in valle vi ho lavorato continuativamente per decenni. A dire il vero vi abito pure proprio all'inizio della Valle Seriana e, da appassionato di jazz mi rifiuto da anni di andare a Clusone Jazz, da almeno una decina. Sono culturalmente ottuso io? Può essere. Forse uno come Testa dovrebbe almeno cercare di convincere quelli come me che hanno una discoteca ampia che svaria tranqullamente da Roscoe Mitchell a Earth Wind & Fire e molto oltre a fare una trentina di chilometri e venire a Clusone. Ripeto qual è il target del festival? Leggendo e sentendo le dichiarazioni di Testa da anni mi pare abbia fatto delle precise scelte, condivisibili o meno. Io che faccio parte dei potenziali fruitori non le condivido, altri sì? Bene. Se i risultati ci sono e il festival va avanti vuol dire che ha ragione lui e la critica nazionale di settore che lo appoggia. Viceversa ha oggettivamente torto e mi sembra quindi troppo semplicistico ed autoassolutorio dire che il tutto dipenda esclusivamente dalla crisi. Servirebbe maggiore autocritica più dialogo, più dialettica, o perlomeno capacità di mettersi in discussione, cosa che non vedo né mai ho visto in questi decenni. Forse occorreva ripensare la cosa in anni migliori e pianificare il tutto diversamente. Si sono fatte delle scelte apprezzabili o meno che siano? Bene. Che ci si prenda le adeguate responsabilità della cosa. Certo, poi un confronto diretto tra manifestazioni così diverse come quella proposta di Aperitivo non è in toto proponibile, ovviamente, sono d'accordo. Il mio era solo un esempio, un raffronto più sul metodo seguito, un suggerimento più che un confronto diretto. Riguardo poi alla storia del budget a disposizione di Gualberto rispetto a quello di Testa, vedo che già Gianni ha dato risposta per quanto di sua competenza. Spero che Testa risponda per la sua parte e si possa aprire un dibattito. Io so qualcosa ad esempio circa i budget passati riguardanti l'altra manifstazione bergamasca Bergamo Jazz, e a quanto ne sapevo questi non erano inferiori a quelli di Aperitivo, anzi, ma la resa artistica a mio modo di vedere non era e non è la stessa. Oggi non so dire, in proposito. Non sono aggiornato, anche perché non è il mio mestiere. Ditemi voi...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
daniele il 23/06/11 alle 16:51 via WEB
il budget di aperitivo,forse sarà tutt'altro che abbondante ( bisogna mettersi d'accordo sul significato delle parole però), ma quando arrivano gruppi direttamente dagli USA per una data secca i costi sono molto alti anche per un gruppo di media caratura. Impedire quindi che si replichino concerti a Torino o Bologna, che sono bacini di utenza lontanissimi da Milano ( a meno che non ci siano in ballo musicisti come Jarrett o Metheny o Rollins) e che permetterebbero un taglio delle spese è un pò un vezzo che si possono permettere solo i festival abbienti. Il programma di aperitivo è notevole ,spiace solo la dimenticanza dei gruppi italiani. Petrella con uno qualsiasi dei suoi progetti, ad esempio, avrebbe fatto la sua parte ed anche di più nel programma appena pubblicato.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 23/06/11 alle 17:46 via WEB
Questa storia dei musicisti italini e del relativo nazionalismo jazzistico francamente però ha abbastanza stancato. Per quel che mi riguarda sono attorniato da manifestazioni in cui il jazz italiano è inflazionato a dir poco. Clusone e Iseo ne sono un esempio e anche Bergamo Jazz che invita un anno si e quello dopo pure Rava o Trovesi, non scherza. Se non avessi a tiro proposte come Aperitivo e fossi un neofita probabilmente crederei che il jazz è una invenzione tutta italiana, forse persino bergamasca e forse avrei un'idea un tantino distorta di questa musica dei suoi protagonisti e della sua storia. O no? Come altri fanno le loro scelte italiane o europee credo che anche Gianni sia libero di fare le sue e a quanto pare goe di riscontro di critica e di pubblico. Quanto a Petrella, lo trovo un trombonista sopravvalutato, almeno come jazzista e sin troppo sponsorizzato per quel che vale, ma naturalmente è un'opinione come un altra diversa dalla mia. Meglio un Bob Brookmeyer ottantenne che magari non si riesce mai a sentire da nessuna parte e che cade nell'oblio per certa critica nazionale troppo amica dei musicisti e poco del jazz.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
daniele il 23/06/11 alle 21:17 via WEB
vallo a chiedere ai musicisti americani quanto vale Petrella. Sarebbe poi interessante capire perchè è sopravvalutato e secondo quali parametri.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 24/06/11 alle 10:11 via WEB
Vallo a chiedere?? ah,ah e sarebbe il modo di rispondere? Abbi pazienza daniele, tanto per comin ciare gradirei una forma dialettica se non rispettosa almeno un po' più garbata, visto che non so nemmeno chi tu sia e qui si confrontano opinioni diverse tutte legittime e degne. Devo chiedere il parere ai musicisti americani di Petrella...? Quali sono i parametri? ah,ah... Che parametri devo usare se non le mie orecchie e la mia cultura jazzistica fatta di 35 anni di frequentazione del jazz? Quali sono i parametri che dovrei usare, di grazia? I tuoi pareri, quelli della crirtica nazionale, passata, presente e futura, quella di chi partecipa alle classifiche annuali indette dalle riviste specializzate o quella di non meglio precisati musicisti americani o italiani che dir si voglia? Curioso. provengo da studi scientifici "esatti" e mi sorprendo sempre quando vedo costantemente trattare la musica come materia "esatta" e la pretesa di valutarla con non meglio precisati parametri o criteri "oggettivi". Riesco solo a trovare l'aggettivo patetico per tutto ciò. Quali sono i parametri oggettivi che inducono a valutare Petrella un grande trombonista jazz o meno? Il parere di non meglio precisati musicisti americani? Davvero? Peraltro, osservo, Sono decenni che si cerca di emancipare il jazz italiano da quello americano e poi osservo sempre che occorre ricercare l'approvazione di qualche americano, critico o musicista che sia. Più provincialismo inconsapevole di questo non riesco a trovare. Ci sono musicisti e jazzisti tra i più grandi, ben più grandi di Petrella, che hanno ricevuto storicamente critiche e giudizi feroci e io per esprimere la mia opinione sul jazzista Petrella dovrei esibire dei sedicenti parametri per potermi formare un'opinione sulla sua musica e il suo valore di jazzista? Semplicemente ridicolo, perché è ovvio che è una opinione soggettiva (che tra l'altro può tranquillamente mutare nel tempo) di cui si può prendere atto o fregarsene più o meno altamente e legittimamente, esattamente come io me ne frego altamente dei peana spropositati a diversi musicisti italiani acclamati, vincitori di premi a catena e pompati ben oltre i loro meriti e le loro capacità musicali per quel che mi riguarda. Non sarebbe meglio dire invece che si hanno e si possono avere opinioni divergenti sui musicisti e sulla musica che si ascolta o ci si deve accodare al pensiero unico in materia, non si sa bene poi generato da chi? Il fatto è che bisognerebbe sapersi porre in termini dialettici e sapere accettare anche pareri contrastanti, o semplicemente diversi e questo a mio avviso è il problema che hanno in molti in questo paese, in generale, e molti operatori del settore per quel che concerne il jazz nazionale, dove l'ambiente più che chiuso è marciscente. Fortunatamente c'è un mezzo come la rete, altamente democratico che permette e permetterebbe un confronto dialettico e uno scambio di informazioni e opinioni e la cosa ridicola e che, noto, praticamente tutti gli operatori del settore (jazz) nazionale evitano (Gualberto è una delle rare eccezioni) accuratamente e di confrontarsi sia con i propri lettori che con il pubblico dei fruitori, con la pretesa implicita e ben consolidata di pensare di poter imporre dall'alto la propria idea di musica, di cultura e quant'altro, come una èlite esclusiva che cala tutto ciò dall'alto verso l'incolto popolo bue privo di parametri e criteri "oggettivi" (?). Ripeto, tutto ciò è semplicemente paetico e soprattutto, direi, semplicemente superato dai tempi e dagli eventi, vecchio, come è vecchio non solo anagraficamente, il modo di pensare della critica jazz nazionale attorno al jazz e al modo di divulgarlo ed è per questo che sostengo, come ho scritto nel mio primo intervento che non conta assolutamente nulla assecondarla o averne l'approvazione. Un errore clamoroso a mio parere del quale appunto riferivo in ordine al tema di cui si stava dibattendo nel merito. saluti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
livio testa il 28/06/11 alle 17:40 via WEB
Grazie a tutti per i consigli ! C'è sempre da riflettere, imparare e ricredersi. Guai se fosse il contrario. E per fortuna c'è chi, non avendo dubbi, dispensa gratuite indicazioni su come sia meglio operare. Vedrò d'impegnarmi ma riconosco di avere grossi limiti che m'impediscono di ottenere e fare qualcosa di apprezzabile. Prometto che il prossimo festival chiederò consiglio e indicazioni per le scelte artistiche, per il marketing, per come rapportarmi con le istituzioni, gli sponsor, i concittadini, gli organi d'informazione, ecc. Garantisco anche la mia presenza in tutti i concerti che il Sig. Riccardo vorrà organizzare. In bocca al lupo Sig. Riccardo, avrà tutto il mio sostegno morale. Quello finanziario lo chieda ad altri. Io in trent'anni non ho saputo combinare un granché. Ah... se l'avessi conosciuta prima....chissà quanti consigli avrebbe potuto dispensarmi. Buona giornata. Livio Testa
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 29/06/11 alle 11:30 via WEB
Egr. Sig Livio, mi spiace che Lei invece di rispondere nel merito si limiti a fare della ironia spicciola, con tono falsamente umile, ma in realtà inspiegabilmente altezzoso, ma è la conferma che, come già sopsettavo, Lei ha difficoltà nel dialogare in modo dialettico, ma è male comune nell'ambiente, non si preoccupi. Io non faccio l'organizzatore (ognuno faccia il suo mestiere e io non ho velleità a cimentarmi nel farne uno nuovo) ma sono stato un fuitore del suo festival e da tempo non lo sono più. La cosa non la riguarda, non la interessa, non la preoccupa? poco male, non è un mia problema, visto che fortunatamente riesco ad avere da 35 anni altri canali di informazione e di aggiornamento jazzistico che fortunatamente non dipendano dalle proposte di Clusone Jazz e dalla stampa nazionale di settore che l'appoggia, senza mio grave danno. Da bergamasco sono solo dispiaciuto di come tra Bergamo Jazz e Clusone Jazz sia proposta questa musica ai concittadini. Sul problema finanziamenti e rapporti con gli enti e sponsor, ha ragione, è giusto che sappia Lei come comportarsi e cosa sia meglio fare. Ad ognuno il suo mestiere. Ho semplicemente fatto le mie osservazioni, giuste o sbagliate che siano, specie riguardo al target cui Lei vorrebbe rivolgersi. Mi sono limitato solo ad evidenziare il dettaglio delle sue dicharazioni e delle sue lamentele qui riportate e ad esprimere il mio più o meno modesto parere in merito. Può tenerne conto o fregarsene, veda Lei. Se le cose non le vanno bene da qualche anno, come sembra, ribadisco che forse occorrerebbe fare meno ironia sciocca e forse invece fare un'analisi più seria, autocritica, che invece mi pare ci si rifiuti di fare. E' un suo diritto ma non se la prenda con altri se le cose non le vanno poi tanto bene. Io discuto invece, in particolare, le sue scelte artistiche (mi scusi se non mi accodo ai peana di chi la mette in certe classifiche, se posso anch'io fare della spicciola ironia...) e da fruitore ne ho tutto il diritto. Puntare sull' Europa e il jazz nazionale in modo quasi esclusivo è una sua scelta legittima ma a mio avviso errata, sia sul piano artistico che culturale, perchè si dà una rappresentazione a mio avviso distorta di ciò che oggi è il panorama jazzistico internazionale e della musica improvvisata più in generale, visto anche che L'Europa è culturalmente ed economicamente in declino evidente da diversi decenni e il cui contributo innovativo, in particolare alla vicenda jazzistica è ancora poco significativo in termini di innovazione al linguaggio, contrariamente a quel che si vuol far credere. Non si capisce come possa essere quindi considerata l'avanguardia musicale, culturale ed artistica, specie in ambito jazzistico, un continente così gravemente in declino. Le novità stanno da altre parti. Io contesto queste scelte nel modo che posso, da fruitore, ossia non partecipando. Se le sue scelte pagano e pagheranno, e Clisone Jazz proseguirà la sua avventura,vuol dire che ha e avrà ragione Lei, viceversa, forse io non ne avrò comunque, ma Lei avrà sicuramente torto. distinti saluti
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

AUTORI DEL BLOG

                 Andrea Baroni


                 Fabio Chiarini


                 Roberto Dell'Ava


                 Franco Riccardi

 

                 Ernesto Scurati

 

ULTIME VISITE AL BLOG

silvio.ghinzaniguitar_enaredsax6dav.martinibarbudosarasirchifisiodecamedroberto.gobbi2011corradobulgarifederico_calcagnogirasoli69andronico.massimoClooney1967ossimoramirkosax
 

ULTIMI COMMENTI

Non ti preocupare, capisco benissimo. Vi sto seguendo...
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
 
Molto bello e interessante il nuovo blog.
Inviato da: Less.is.more
il 23/08/2019 alle 21:27
 
La musica di di Monk ne definisce la prepotente...
Inviato da: Piero Terranova
il 13/07/2019 alle 20:06
 
Grazie!
Inviato da: Luciano Linzi
il 19/10/2018 alle 15:44
 
Una notizia che scalda il cuore. Anche perchè è decisamente...
Inviato da: juliensorel2018
il 12/10/2018 alle 15:21
 
 

CONTATTI:

pierrde@hotmail.com
 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963