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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Post n°1878 pubblicato il 25 Giugno 2011 da pierrde
“Non cerchiamo di inventare qualcosa di nuovo” afferma Daisuke Fuwa, “ abbiamo solo ciò che abbiamo recepito, ripreso e con il quale abbiamo composto qualcosa di nuovo” In una serata fredda quanto basta per invocare l'estate, nella piazza centrale di Poschiavo si è consumata la quarta esibizione della orchestra giapponese nel festival svizzero. Da più di venticinque anni Shibusa Shirazu è un “Work in Progress”, un collettivo Jazz nel senso più lato della parola con più di cinquanta musicisti (nella formazione allargata), più un numero sempre cangiante di danzatori e artisti di varia estrazione. I membri del gruppo, hanno stile e background diversi, dal Jazz delle orchestre swing, al Bop, al Free Jazz, ma anche professionisti della musica classica o musicisti che hanno alle loro spalle una carriera nel Punk Rock. Oltre alla formazione strumentale che si rinnova in continuazione, colpisce la partecipazione di ballerine Go-Go, Cowgirls, mimi di teatro e i pallidi danzatori Butoh. Questa volta non ho visto il numero del drago di cartapesta o di plastica portato sulle teste degli spettatori, ma le sorprese non sono certo mancate per la gioia dei fotografi. Un concerto dell'orchestra giapponese è uno spettacolo composito, ricco di energia, di colori, fantasia e humor. Proprio quello che ci voleva per riscaldare una piazza straniata dalla precedente esibizione del gruppo di Riccardo Luppi con Marshall Allen ospite. Un'ora e passa di musica che sembrava archeologia sonora ripresa pari pari dagli anni '70: un free non particolarmente tosto ma privo di sbocchi e povero di idee nonostante la buona volontà di tutti, in particolare di Allen impegnato all'Ewi, il sassofono elettronico dai suoni "spaziali". Per fortuna poi sono arrivati i giapponesi, una specie di Sun Ra Arkestra molto più contaminata con musiche popolari e rock e molto meno free rispetto alla formazione dove Marshall Allen ha militato per decenni. Non ricordo album particolarmente significativi da parte della Shibuza, ma dal vivo sono una macchina impressionante e divertente. Tre chitarristi dall'impronta decisamente rock, ma ognuno con uno stile ed una sua peculiarità che si integra benissimo con i fiati. Temi semplici e cantabili che spuntano dopo abbondanti assoli, particolarmente liberi da parte della sezione delle ance, il tutto sotto l'occhio attento e le puntuali indicazioni del leader, Daisuke Fuwa, che ha ormai abbandonato il contrabbasso per la conduzione. Fuwa sembra il Mago Silvan nel numero delle sigarette accese: impossibile quantificarle e difficile anche cogliere l'attimo in cui se ne accende una nuova, l'effetto è che per due ore sembra fumare la stessa sigaretta. C'è feeling, divertimento e comunicazione tra i musicisti. Tanto basta a gratificare un pubblico numeroso per capienza della piazza e condizioni climatiche. Domani ultimo concerto dell'orchestra nello scenario incontaminato dell'Alpe Grum. Beato chi ci potrà essere.
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