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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

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E LA MONTAGNA PARTORI' IL TOPOLINO

Post n°2203 pubblicato il 27 Marzo 2012 da pierrde

A Torino c'era grande attesa (gonfiata da alcune polemiche sui giornali) per la presentazione del Torino Jazz Festival, fortemente voluto dall'assessore alla cultura del Comune Maurizio Braccialarghe: un grande evento di ambizioni internazionali, previsto dal 27 aprile al 1° maggio, di cui - fino ad oggi - poco o nulla era trapelato circa il programma.

L'attesa riguardava soprattutto i finanziamenti, con il timore che fossero toccati quelli relativi a MiTo Settembre Musica In conferenza stampa il sindaco Piero Fassino ha quindi subito messo le mani avanti, specificando come l'evento sia stato inteso «per aggiungere e non per sostituire». Braccialarghe ha poi specificato, auspicando un rientro in termini di visibilità e di turismo, come gli 890mila euro di budget siano coperti per il 65 percento da sponsor privati.

Il direttore artistico Dario Salvatori ha poi svelato l'intero programma: una sessantina di concerti gratuiti fra i due main stage - Piazzale Valdo Fusi e Piazza Castello - fra cui appuntamenti dedicati alla letteratura (al Circolo dei Lettori, con ospiti scrittori come Giuseppe Culicchia, Massimo Carlotto, Stefano Benni...), una rassegna cinematografica e molti eventi "fringe" per i club della città. Headliner - che testimoniano un certo gusto mainstream e un po' retrò da parte della direzione artistica - Buena Vista Italian Jazz (con Franco Cerri, Dino Piana, Renato Sellani...), YellowJackets, Ahmad Jamal, Dionne Warwick (con la Torino Jazz Orchestra), Ray Gelato, Billy Cobham, All Star Celebration of Lionel Hampton, Carla Bley e chiusura il 1° maggio con Lino Patruno, Chiara Civello, Trio Rosenberg, Memorie di Adriano con Peppe Servillo, Rita Marcotulli, Furio Di Castri, Javier Girotto, Fabrizio Bosso... e Stefano Bollani Danish Trio.

Un festival che Salvatori definisce "aperturista", che si somma ad un'offerta culturale già molto ricca a Torino e che sarà supportato da una campagna promozionale massiccia, per cercare di ovviare al poco tempo a disposizione.

Fonte: www.giornaledellamusica.it

Avevo seguito la difficile gestazione del festival con un post nelle scorse settimane. Allora

esprimevo perplessità sui tempi, sui modi e sui costi. Ora, a bocce ferme, il mio parere da

semplice appassionato è quello riportato nel titolo. Massimo rispetto per i gusti di Salvatori,

sicuramente molto lontani dai miei, ma voglio immaginare che sarebbe stato possibile fare

un uso migliore e con un costo inferiore dei soldi pubblici e privati. Non sono un organizzatore

ne ho esperienza di gestione di un festival. Le mie sono semplici considerazioni di un fruitore

comunque grato per la nascita di un nuovo spazio per la musica jazz.

Ma comunque, quasi 900 mila euro investiti per un programma cosi' modesto in proporzione

mi fanno tenere le .....Braccialarghe !


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Commenti al Post:
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Giovanni Busetto il 27/03/12 alle 22:56 via WEB
Con 900.000 euri sai che ci faccio almeno 12 ambriajazz!!! Giovanni
 
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Gianni M. Gualberto il 27/03/12 alle 23:00 via WEB
Beh... diciamo che il programma rispecchia certamente i gusti di Dario Salvatori, che il jazz non l'ha mai bazzicato più di tanto... Francamente, conosco in Italia almeno dieci (se non di più) direttori artistici che con quel budget avrebbero saputo fare cose ottime. Ogni tanto bisogna pur difendere la categoria...
 
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mainstreamer il 28/03/12 alle 09:46 via WEB
Mah... Diciamo per prima cosa che il fatto che si dia principale rilievo al cosiddetto main stream non è di per sè un difetto. Come dite anche voi, i gusti sono personali ed il solo fatto che a voi il genere scelto non piace non sminuisce minimamente il programma del festival. Secondariamente, poi, faccio notare che - come il sindaco e l\\\'assessore stessi hanno affermato - il festival ha lo scopo di dare visibilità alla città ed avere un ritorno turistico. Il solo fatto che ci sia una così alta percentuale di soldi \\\"privati\\\" è già una garanzia del fatto che il ritorno ci sarà e sarà molto superiore... La cifra è sicuramente alta, ma non dimentichiamo che, oltre alla musica, vi sono anche numerose altre iniziative collaterali e - soprattutto - che TUTTI I CONCERTI SONO GRATUITI! A mio avviso è proprio questo il vero punto di forza del festival: quale miglior modo di avvicinare nuovi ascoltatori ad un genere di musica non proprio di massa se non quello di offrire ascolti \\\"facili\\\" e gratuiti? Secondo me il discorso è sempre il solito ed è già stato affrontato talmente tante volte che ormai non se ne può più... In Italia ci sono numerosissimi festival dedicati al jazz e ce n\\\'è veramente per tutti i gusti. Non trovo niente di scandaloso nel creare un nuovo festival e dedicarlo al cosiddetto main stream che - per inciso - come dice la definizione stessa ... è quello che piace di più al maggior numero di persone...
 
 
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Elfio Nicolosi il 28/03/12 alle 09:58 via WEB
Se il pezzo forte sono gli YellowJackets, non direi che si tratti di mainstream
 
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Elfio Nicolosi il 28/03/12 alle 09:55 via WEB
estremizzando il discorso di Gualberto direi che anche mio figlio di 12 anni avrebbe fatto di meglio. Resta sempre da capire come vengano scelti i direttori artistici.
 
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loopdimare il 28/03/12 alle 10:40 via WEB
La cosa che più mi da fastidio è proprio la GRATUITA' dei concerti. In un periodo così delicato economicamente, fare comcerto gratuiti è solo politica del pane et circensis. Se poi si offre gratuitamente Dionne Warwick, Ray Gelato, Billy Cobham, Peppe Servillo... si fa della diseducazione musicale, facendo passare per jazz musica che non lo è. Senza contare che YellowJackets, Ahmad Jamal, Carla Bley e Stefano Bollani hanno abbastanza richiamo per gente disposta anche a spendere qualcosa.
 
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Luca Conti il 28/03/12 alle 11:02 via WEB
Anche con un 65% di copertura da parte degli sponsor, restano comunque oltre 300.000 euro a carico dell'amministrazione comunale, ovvero della cittadinanza, che non si capisce perché debba regalare fior di quattrini a musicisti già ampiamente benestanti e in alcuni casi miliardari (tipo la signora Warwick). Peraltro, la competenza jazzistica di Dario Salvatori mi è sempre rimasta, nel corso degli anni abbastanza oscura e questo cartellone non mi convince certo del contrario. Ma forse mi sbaglio:-)
 
 
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Mainstreamer il 28/03/12 alle 11:32 via WEB
è abbastanza evidente che abbiamo una visione molto diversa. La mia posizione è che se si fa musica è sicuramente meglio rispetto a non farla. Non credo che vi sia un problema intrinseco nel fatto che i concerti siano gratuiti, anzi, come ho detto, può essere una buona occasione per avvicinare le nuove generazioni ad un genere che non frequentano certamente. A mio avviso, siamo di fronte a critiche un po' "aprioristiche" (scusate la locuzione orrenda) nei confronti di chiunque faccia qualcosa diverso da quello che avremmo fatto noi... Il costo è solo un ulteriore elemento, ma non è quello importante. Secondo me, negli ultimi decenni, stiamo assistendo ad uno svuotamento delle città intese come luogo da vivere. Le strade e le piazze sono sempre più deserte a vantaggio dei salotti in cui comanda la televisione. Noto anche che ogni volta che viene fatta un'iniziativa (qualunque sia) le strade si riempiono di genete. In questo senso credo che i 300.000 € di Torino non potessero essere spesi meglio. Inoltre, giusto per rimettere le cose al loro posto, faccio anche notare che il cartellone propone comunque musica di qualità... Poteva essere più alta? Può darsi, ma in ogni caso è musica di buona qualità.
 
   
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Elfio Nicolosi il 28/03/12 alle 12:00 via WEB
Il tuo discorso non fa una piega, ma noi siamo appassionati di jazz e dal nostro punto di vista (o almeno dal mio) la rassegna è molto deludente, almeno rispetto al budget utilizzato. Sarebbe stato sufficiente avere un minor numero di proposte ma di maggior qualità. Poi mi piacerebbe si fosse più chiari sui soldi degli sponsors. Vorrei vedere delle imprese private che di questi tempi spendono per una rassegna del genere una roba come 600.000 euro. Magari mi sbaglierò, ma questo ipotetico ricorso agli sponsor privati serve sempre per giustificare costi che sarebbero insostenibili socialmente.
 
   
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Luca Conti il 28/03/12 alle 14:07 via WEB
Se "le nuove generazioni" vengono tenute lontano dalla fusion di seconda o terza fascia come quella degli Yellowjackets attuali (non che prima fossero meglio, ma insomma....) e dal terrificante kitsch di Billy Cobham, per non parlare dei quintali di aprioristico (questo sì) revival che verranno ammanniti agli ignari spettatori torinesi, tanto di guadagnato. Poi, figuriamoci se la gente non ci viene. E' gratis, si fa caciara senza spendere una lira; anche alle sfilate del carnevale, che sia a Viareggio o a Bergamo, c'è sempre un gran casino. Peccato che quello che la gente non spende in biglietto lo pagherà, e neanche tanto a breve, in meno efficienti servizi sociali e pubblici.
 
     
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loopdimare il 28/03/12 alle 23:31 via WEB
in un momento come questo ogni spesa pubblica deve essere valutata in maniera assolutamente onesta. non ci può essere spazio per furbate o altro. solo una proposta culturalmente seria può essere accettata. quanto alla gratuità dei concerti, trovo che spinga a pessime abitudini. meglio prezzi molto contenuti che eliminano per lo meno quelli del "è gratis = mi ci ficco"...
 
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loopdimare il 28/03/12 alle 11:42 via WEB
siamo in una crisi economica profonda, si tagliano pensioni, posti di lavoro e assistenza e poi Torino, città con la crisi della Fiat, spende 300.000 € per farci ascoltare una cantante che il meglio l'ha dato decenni fa e che attualmente è in condizioni vocali precarie, un sopravvissuto di seconda fascia come Billy Cobham e così via... e tutto questo in nome del jazz? l'avessero intitolata Festa della musica, ok, ma così proprio non mi va giù. è tutta musica piacevole ma che non merita di essere regalata, a spese pubbliche.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
mainstreamer il 28/03/12 alle 11:58 via WEB
Continuo a non capire quale sia il problema... Cosa facciamo allora? Ci chiudiamo tutti in casa perché c'è la crisi? Secondo me il problema è solo quello dell'"integralismo" jazzistico. Io sono un musicista e suono jazz, ma nonostante ciò cerco di essere sempre aperto a tutta la musica proprio perché sono convinto che solo così il jazz possa vivere e rinnovarsi. D'altra parte ho sempre notato nei miei colleghi quello che chiamo l'integralismo jazzistico e che non mi stancherò mai di criticare... Allora vogliamo parlare se S. Remo rappresenti la musica Italiana o se Bollani nella sua trasmissione abbia fatto jazz o intrattenimento? Mi sembrano tutte discussioni leggittime, ma anche totalmente inutili... Secondo me, se si fa della buona musica, è una cosa positiva, poi che lo si faccia sotto l'etichetta del jazz o sotto il nome di qualsiasi altro genere, sinceramente non me ne frega niente... Per titare le somme, vorrei dire solo 2 cose: 1. Proprio perché c'è la crisi, ritengo sia corretto investire sulla cultura, per fare in modo che al declino economico non segua un declino morale... Oltretutto sono più che convinto che il ritorno economico per la città (bar ristoranti, alberghi, ecc.) sarà molto superiore ai 3000.000 € spesi. 2. Autorizzo - in quanto jazzista - chiunque ad utilizzare la parola jazz per fare qualsiasi manifestazione che abbia lo scopo di promuovere la musica... anche se non strettamente jazz...
 
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loopdimare il 28/03/12 alle 12:11 via WEB
un errore di stompa atroce ha fatto diventare insultante un riferimento alla cara Dionne. se il padrone di casa potesse intervenire...
 
 
pierrde
pierrde il 28/03/12 alle 12:31 via WEB
Non potendo modificare ho eliminato il commento, se vuoi lo puoi ripostare corretto
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
mainstreamer il 28/03/12 alle 12:35 via WEB
Scrivo questa e poi la chiudiami li perché mi sembra che abbiamo detto tutto...Comunque io non è che voglio il jazz aperto alle novità, io vorrei il jazz e soprattutto i jazzisti APERTI. Inoltre il fatto che qualcosa sia o meno jazz è un fatto del tutto personale: che cos'è il jazz? Cosa non lo è? Anche io, come tutti i lettori di questo blog, sono un appassionato del genere, ma prima di tutto sono un appassionato di musica. Per esempio a me le trasmissioni di Bollani sono piaciute molto perché hanno portato una proposta di alto livello in un media che di solito si basa sui reality e sui talent show. Non era jazz? è vero, ma chissene frega? Era comunque ottima musica suonata da ottimi musicisti. Non ci trovo niente di male se una jazzista suona anche altre cose o se fa "lo stupido" in televisione... Oltretutto le doti di intrattenitore di Bollani metterebbero in crisi diversi intrattenitori di "professione"... Tra 15 giorni andrò a vederlo alla Scala su un repertorio classico...è uno scandalo? Non credo...
 
pierrde
pierrde il 28/03/12 alle 12:41 via WEB
I concerti gratuiti hanno delle controindicazioni pesanti: è vero che attraggono un pubblico che diversamente avrebbe ignorato l'evento, ma il più delle volte si tratta di persone poco interessate alla musica e molto più a tutt'altre attività naturalmente da svolgersi durante il concerto, con grande disappunto di chi invece vorrebbe ascoltare la musica. E' il caso dell'(ex) Estival Jazz di Lugano, che vede regolrmente la bellissima Piazza della Riforma strapiena di gente che mangia, chiacchiera e se ne strafotte dei pochi interessati a quello che succede sul palco. Ultimamente le cose sono cambiate un pò, ma solo perchè sul palco di jazz non ce n'è più, e allora i ragazzi si riconoscono nelle varie musiche fusion-tamarre che vengono proposte con enfasi degna di miglior causa. Quello che a me e a tutti gli appassionati che hanno commentato prima di me da fastidio non è che nasca un nuovo festival, ci mancherebbe, ma che le risorse non vengano impiegate al meglio e che, come al solito, sotto mentite spoglie venga contrabbandato per jazz quello che jazz non è, a prescindere dal valore di chi propone e di chi è proposto.
 
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loopdimare il 28/03/12 alle 12:52 via WEB
Almeno a Lugano la manifestazione di chiama Estival e sotto questa etichetta ci passano veramente di tutto e di più. Quanto a Bollani, proprio per la sua partecipazione televisiva (e per il suo cd Rapsodia in blue, che ha venduto molto) avrebbe richiamato tanta gente anche pagante.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
mainstreamer il 28/03/12 alle 12:57 via WEB
Innanzitutto, sul fatto che quello di Torino non sia jazz NON SONO ASSOLUTAMENTE D\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'ACCORDO! Può essere una jazz \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\"facile\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\", poco innovativo, ma dire che non sia jazz mi sembra una forzatura. Sull\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'impego dei soldi, ripeto quanto ho già scritto, a mio avviso (vedendo anche le iniziative collaterali e il fatto che i concerti sono gratuiti) considero il festival una questione sociale più che estetica. Ritengo che le intenzioni dell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'amministrazione fossero quelle di dare vita alla città più che di promuovere l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'arte in senso stretto. Per la gente che mangia e beve, è vero che è fastidioso, ma secondo me fa anche un po\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\' parte del fascino della musica jazz... Hai mai sentito quelle registrazioni live nei localini degli anni 40, 50 e 60 in cui si sente quasi solo il rumore di bicchieri...?
 
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mainstreamer il 28/03/12 alle 13:00 via WEB
Non so cosa sia successo: cancella!
 
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