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UMBRIA JAZZ: PROGRAMMA E COMMENTI

Post n°2261 pubblicato il 15 Maggio 2012 da pierrde

Da lunedi'14 è on-line il programma completo della manifestazione perugina.

Come sempre accolta da molta stampa incompetente con gli accenti sui nomi sbagliati (Sonny Rollins, Sting e Jack Bruce sono i nomi piu' importanti di Umbria Jazz 2012, Ansa.it), o addiritura storpiando i nomi o i fatti (È sempre ricco il programma dell’Umbria Jazz 2012 , la novità di quest’anno è che la manifestazione ha aperto i suoi orizzonti verso altri sonorità, pop, soul, blues e reggae. Presentato al Fuorisalone di Milano, nell’ambito dello Spazio Umbria, curato dalla Regione, sono stati annunciato i grandi ospiti, alcuni già conosciuti, altri sono una novità, fra cui Sting, Sonny Rollins, Chick Core, Stefano Bollano e Pat Metheny, si aggiungono, fra gli altri, Erykah Badu, Herbie Hancock ed Esperanza Spalding. Mondomusicablog.com).

  Poi ci sono affermazioni di personaggi credibili in materia quanto la nipote di Mubarak ( "Umbria Jazz e' il miglior festival jazz del mondo" Renzo Arbore, AGI.it). Cosa assolutamente non vera e anzi offensiva verso chi con impegno e passione e magari rimettendoci di suo il festival jazz lo organizza per davvero, con programmi molto più stimolanti e budget dieci volte inferiori.

Infine c'è il comunicato ufficiale che accompagna il programma, molto più equilibrato grammaticalmente e anche credibile:

Il Festival presenta un cartellone eterogeneo e dalle molte anime, che proverà a sintetizzare i variegati percorsi della musica, presentando al pubblico, oltre che il jazz nelle sue molteplici espressioni, anche pop, soul, reggae, blues e contaminazioni inedite. Sulle scene di Umbria Jazz 12 si alterneranno artisti di culto e giovani emergenti, icone della pop song e monumenti della black music, jazzmen alla prova con progetti assolutamente nuovi e ricchi di fascino. Location principale rimane l’Arena Santa Giuliana, dove avranno spazio i grandi nomi, poi il Teatro Morlacchi, dedicato al jazz più ortodosso. Un programma, quello dell’Arena, che è un vero e proprio festival nel festival: mai come quest’anno tanti generi musicali e artisti in grado di soddisfare i gusti musicali di tutti gli appassionati per quello che è un evento nell’evento. Il tutto sotto il segno della qualità che Umbria Jazz propone al proprio pubblico dal 1973.

Le mie perplessità non le ho mai nascoste, Umbria Jazz è uno dei tanti festival, non il migliore e assolutamente non più propositivo da diversi anni.

Forse è il più ricco e questo potrebbe già spiegare molte scelte incomprensibili ad un appassionato. Però è vero che all'interno del vasto programma è possibile ritagliarsi dei percorsi personali.

Credo che pochissimi possano soggiornare 10 giorni a Perugia: i costi di hotel, pranzi e biglietti sarebbero simili ad una grande vacanza nei posti più belli e lontani del mondo.

Obbligatorio quindi scegliere, cercando in 3-4 giorni di unire il meglio a seconda dei gusti personali. Se riuscirò ad organizzarmi, anch'io spero in una tre giorni che mi permetta di vedere Shorter, Rollins, Metheny e Gardot. Eppure, dopo aver letto attentamente il programma, la sensazione di un impoverimento generale di qualità ma anche di quantità per me è evidente: meno concerti di jazz al più famoso festival jazz. 

I concerti gratuiti (a parte le sfilate delle marching band nella via principale) poi sono per me da sempre abbastanza incomprensibili: nessuno, credo, si sposta per andare a Perugia ad ascoltare East Park Reggae Collective (non me ne vogliano, non so chi essi siano e vorrei continuare a rimanere nell'ignoranza).

Colore ? Contentino per i molti sfaccendati che vagano per la città ? Specchietto per i turisti ? Comunque, musicalmente, soldi sprecati e proposte risibili.

Le prime serate dedicate alle "contaminazioni inedite" si rivolgono ad un pubblico completamente diverso rispetto a quello che accorre per il jazz. Non lo si fa per nessun'altra ragione che per il profitto.

Le folle si sa accorrono per Sting e per altri miti più o meno polverosi, è noto che la qualità da noi è appannaggio di pochi e non rende assolutamente denaro.

Sono stato per molti anni un fedele frequentatore di Umbria Jazz. Da molto oramai ho cambiato lidi, ma al festival umbro va riconosciuta la possibilità di poter ascoltare tanto e buon jazz concentrato in pochi giorni. Ma tutto il resto è noia......

Il link del programma completo:

http://www.umbriajazz.com/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=180&explicit=SI

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Commenti al Post:
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Elfio Nicolosi il 15/05/12 alle 23:04 via WEB
Non sono completamente d'accordo. E' vero che c'è un po' di roba che centra poco con il jazz, ma quello che c'è è piuttosto impressionante per qualità e quantità. E non parlo solo dei nomi da vetrina, ma anche di altri progetti molto interessanti disseminati qua e la, come il nuovo di Dave Douglas e Joe Lovano, Mostly Monk del quartetto di piano con Kenny Barron o Ambrose Akinmusire. E' piuttosto naturale che un festival così lungo non possa presentare solo jazz al 100%, e cercare di mantenere in piedi la baracca con artisti di grido come Sting non è un peccato mortale, quando poi si può mettere insieme un line-up così prestigioso.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 16/05/12 alle 10:46 via WEB
Ci si potrebbe anche chiedere perchè un programma così ipertrofico. Ed anche perchè si giri semmpre attorno ai soliti nomi (Shorter, Rollins, Metheny, Corea ecc). Lovano-Douglas promettono bene, ma Rava che omaggia Michael Jackson? Non ci è riuscito molto bene Joe Di Francesco che forse era più adatto. E se Esperanza Spalding ci tocca, Macy Gray se l'è scelta David Murray, ahimè.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Milton il 17/05/12 alle 10:40 via WEB
Ecco, siamo alle solite: come tutti gli anni, con la pubblicazione del programma di Umbria Jazz (come di altri festival, del resto) partono le lamentazioni sul fatto che c'è sting o prince o chi per loro... Come ho già detto anche gli anni scorsi, credo sia più utile concentrarsi sulla musica che c'è e non su quella che avremmo voluto ci fosse. Se guardiamo bene il programma, ci accorgeremo che di jazz ce n'è e anche di grande livello (come dice anche Nicolosi). Non credo che si possa utilizzare come argomento a discredito il fatto che ci siano Rollins e Shorter... io li andrei a vedere anche una volta al mese! Per quanto riguarda il "NON JAZZ" faccio solo 2 considerazioni: 1. Il jazz si è evoluto e continua ad essere una musica più viva di altri generi proprio perché ha saputo confrontarsi ed integrarsi con altri generi 2. Qualche giorno fa, in risposta ad un post scritto da me si sono sprecati i commenti che avevano come argomento centrale "Non ha senso stabilire cosa sia o non sia jazz, ma solo se la musica è di qualità o meno"... Salvo questo commento per UJ 2013... :-)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 17/05/12 alle 19:35 via WEB
"Non ha senso stabilire cosa sia o non sia jazz, ma solo se la musica è di qualità o meno" --- siamo sicuri che questa frase sia corretta? per valutare la musica occorrono dei parametri estetici che non sempre coincidono. se io valuto la musica di Prince coi parametri della musica classica tradizionale, sono in grado valutarla correttamente? la suddivisione in generi, etichette è certamente una comodità, ma è anche una ricrca di un punto di più più adatto per fruirla. è ovvio che ci sono musiche di confine che possono stare sotto tante etichette (e magari ci stanno male con tutte), rimane il fatto che gli sconfinamenti sono sempre fatti per motivi di cassetta, pubblico, audience, mai (o quasi mai) per creare situazioni stimolanti o provocatorie. tra parentesi, Sting oggi è un ricchissimo ex, che solo in Italia può ancora fare il botto...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Elfio Nicolosi il 17/05/12 alle 19:57 via WEB
Concordo al 100%! Il jazz ha ormai un linguaggio ben definito e codificato da più di 100 anni di storia. E' veramente fastidioso dover ogni volta definire cosa è jazz e cosa non lo è. Naturalmente ci può essere musica di qualità in tutti i generi, ma chiamiamola con il proprio nome. Le contaminazioni vanno ancora bene, ma devono restare all'interno del linguaggio del jazz. Cosi ci faccia Sting in un Festival che si vuole chiamare "Umbria Jazz" è un mistero, detto ciò resta che il cartellone di quest'anno per gli amanti del jazz è di lusso.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Milton il 17/05/12 alle 21:41 via WEB
Non mi sono spiegato bene... Quello che intendevo con quella frase (che non è mia...) è dire che se a UJ mi capita di assistere ad un concerto interessante, chissene frega se è jazz o no... Per esempio (io non c'ero e non posso giudicare), ma in molti hanno detto grandi cose del concerto di Prince dell'anno scorso. E' jazz? No, ma chissene frega! Se il problema è il nome, allora propongo di chiamarla Umbria Country perché sono convinto che gli ascoltatori della musica Country siano meno permalosi di noi amanti del jazz...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Elfio Nicolosi il 17/05/12 alle 22:15 via WEB
...forse non conosci gli appassionati di country :-)
 
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