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I 70 ANNI DI JIMI

Post n°2467 pubblicato il 27 Novembre 2012 da pierrde

 

Settant'anni di mito. La chitarra che ha fatto la storia del rock smette di stupire il mondo intero quella famosa notte di settembre, quando Jimi Hendrix viene trovato morto in un appartamento del Samarkand Hotel di Kensington, a Londra.

Era il 1970. La musica perdeva allora uno dei suoi più grandi geni. Non la leggenda, che contro ogni barriera spazio-temporale continua a vivere. Più che mai oggi, giorno del compleanno del chitarrista di Seattle, nato il 27 novembre 1942. E il miglior modo per celebrare un'icona, un mostro sacro del rock, è accettare il silenzio di fronte alle sue grintose note.

Ricordarlo attraverso la visione delle sue migliori performance. Ed è quello che succederà oggi in 150 cinema italiani dove verrà proiettato "Hendrix 70 - Live at Woodstock", il documentario (impreziosito di interviste) costruito intorno all'esibizione che Jimi Hendrix tenne a conclusione del Festival di Woodstock, quei mitici tre giorni (15-18 agosto 1969) trascorsi a Bethel, una piccola cittadina dello stato di New York. Nelle intenzioni 72 ore di "pace, amore e musica" che riunirono i più grandi nomi del rock (tra cui, oltre a Hendrix, Bob Dylan, Janis Joplin, Joan Baez, gli Who e tanti altri), passati alla storia come uno dei simboli dell'epoca delle contestazioni giovanili e della cultura hippie.

Nelle ultime due ore del 19 agosto 1969 che animarono Woodstock, il mancino di Seattle comparve sul palco davanti ai quattrocentomila presenti. Una delle sue migliori performance: Hey Joe!, Foxy Lady, Purple Haze, Voodoo Child e per concludere una sorpresa inaspetatta e improvvisata. La sua band (Larry Lee chitarra, Billy Cox basso, Mitch Mitchell batteria, Juma Sultan e Jerry Velez percussioni) mise giù gli strumenti; si sentirono solo le corde della Fender Stratocaster di Jimi vibrare e il suono 'tutto suo' dell'inno nazionale americano. Il film "Hendrix 70 - Live at Woodstock" ripercorre quegli indimenticabili momenti.

Il tutto orchestrato da Michael Wadleigh, già premio Oscar per il film "Woodstock". Immagini d'archivio, grazie anche alla collaborazione di Experience Hendrix Llc, società di proprietà della stessa famiglia Hendrix, sono state cucite insieme con mestria per ottenere una versione mai vista prima del leggendario concerto, supportata, oltretutto, da un lavoro straordinario sull'audio. In occasione dei 70 anni della nascita di Jimi Hendrix, inoltre, è già uscita nelle librerie, la biografia del chitarrista scritta dal fratello Leon con Adam Mitchell (prefazione di Enzo Gentile). Si tratta di "Jimi Hendrix. Mio fratello", il libro che ritrae aspetti inediti del giovane e brillante Jimi, che smise di suonare, per sempre, a soli 27 anni. Fonte:www.adkronos.com

 

La notizia dell'anniversario di Hendrix mi ha procurato stupore e incredulità (70 anni ??? impossibile !!!). Ero poco più di un ragazzino e ascoltavo i suoi album, procurati con incredibili difficoltà, mentre la maggior parte dei miei coetanei ascoltava Lisa dagli occhi blu o Singapore.

La scomparsa tragica invece non mi  sorprese, era chiaro che dietro a quel mondo in fermento si agitassero droghe e pulsioni che il successo e il denaro amplificavano fino a far perdere il controllo ai meno forti.

Negli anni successivi ho assistito al culto del mito: centinaia di registrazioni, per lo più di scarto, venivano pubblicate per compensare la fame di un mercato troppo presto privato da una delle sue galline dalle uova d'oro.

Con il tempo poi abbiamo saputo dell'amicizia tra Hendrix e Miles purtroppo mai concretizzata su vinile, della possibile loro collaborazione progettata probabilmente con l'intervento di Gil Evans. Ed è proprio quest'ultimo al quale dobbiamo il migliore omaggio assoluto reso dai musicisti jazz alla musica di Hendrix. Un album e molti concerti con una delle migliori big band di sempre.

Da allora molti altri si sono cimentati, il più delle volte con risultati altalenanti o di scarso significato. In questi ultimi anni un progetto particolare ha ottenuto i risultati migliori dopo Gil. Si tratta del gruppo di Dee Alexander, una cantante nera, che ha riarrangiato i brani di Hendrix per un gruppo strumentalmente insolito: contrabbasso, violoncello, batteria e/o violino e chitarra.

Infine, un ricordo personale: ai tempi il doppio album Electric Ladyland suonava alieno alla maggioranza, perfino i più appassionati faticavano ad accettare feedback e distorsori, suoni inauditi e provocatori per i tempi.

Io ero molto attratto dall'intero doppio album, e mi entusiasmavo in particolar modo per questo brano:

 

 

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