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Post n°2487 pubblicato il 12 Dicembre 2012 da pierrde
Notizia e commento comparsi sul sito web de Il Giornale della Musica;
La morte del sitarista, icona hippie e "padrino" della world music Ambasciatore globale della musica indiana, icona hippie, virtuoso del sitar, pioniere della "world music": Ravi Shankar è morto ieri, 11 dicembre, a San Diego, California, all'età di 92 anni. Shankar era nato a Varanasi il 7 aprile del 1920, ma sin da bambino gira il mondo, inizialmente come danzatore nella compagnia di suo fratello. Dopo la guerra, a partire dagli anni Cinquanta, ha un ruolo di punta nella radiofonia indiana e comincia a comporre per strumenti occidentali e tradizionali indiani, anche per grandi organici, e avvia la sua carriera di concertista. Il suo impatto sulla musica europea e americana è grande, ad esempio nelle collaborazioni con il violinista Yehudi Menuhin e per l'influenza su John Coltrane. È però l'incontro con i Beatles, e in particolare con George Harrison, dal 1966 a consacrare Shankar come icona hippie e padrino delle musiche del mondo: insegna musica indiana all'università in California, è sul palco di Monterey, di Woodstock e di molti altri raduni. Nel 1971 è nel Concert for Bangladesh di Harrison, ancora insieme ai grandi nomi del rock internazionale. Ha continuato a comporre e ad esibirsi (negli ultimi anni, spesso con la figlia Anoushka) fino all'autunno di quest'anno
Mi sembra una visione molto occidentale della figura di Shankar, sicuramente ben più importante di quel che sembra all'autore dell'articolo. Parrebbe, alla lettura di un profano, che Shankar sia stata una scoperta dei Beatles. E' vero, ma solo per l'incolto pubblico europeo ed americano, ed inoltre abbinare la sua musica alla world music mi pare una forzatura senza senso. Shankar ha sempre suonato i suoi raga, indipendentemente dal contesto, anche quando ha partecipato ai festival rock. Non si è mai sognato di inserire elementi diversi nella sua concezione musicale, l'unico strappo, ma lungimirante e del tutto non commerciale, si è verificato nella collaborazione con il compositore americano Philip Glass che ha dato vita al bellissimo album Passages. Le ultime incisioni di Shankar sono datate 11 ottobre 2011. L'album uscito si chiama The Living Room Session part 1, seguito da poco dalla second part. Vi propongo il link dove scaricarlo e le note di accompagnamento del compact: In October 2011, at the seasoned age of 91, Ravi Shankar invited his long-time tabla accompanist, Tanmoy Bose, to his home in Encinitas, California for an informal recording session. Over four days, they worked in Shankar’s living room, recording seven different ragas. The resulting music is pure Shankar – a pairing of deep musical experience and brilliant technique performed with the energy and passion he brings to his live concerts. The first of two releases, The Living Room Sessions Part 1, holds four tracks that span a wide range of Indian classical styles – from the opening Raga Malgunji, a meditative raga reflecting on the distance between the human and the supreme, to the lighter, lyrical Raga Khamaj and Raga Kedara, and closing on Raga Satyajit, a spontaneous raga… mp3 320 kbps | 124 MB | UL | TB | MC …dedicated to the late director and friend of Shankar, Satyajit Ray, that is both melodic and rhythmic. As with his live performances, the emotion in the sitar maestro’s playing as he and Bose exchange improvisational phrasings is powerful. Both intimate and masterly, The Living Room Sessions Part 1 is an invitation into the home and musical genius of Ravi Shankar. Release of a second disc is scheduled for the fall 2012. http://exystence.net/blog/2012/10/30/ravi-shankar-the-living-room-sessions-part-1-2012/#more-72119
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