Mondo Jazz

STALINISTI PER COTUGNO

Finalmente è finita l'orgia mediatica che come al solito accompagna il festival: ancora pochi giorni e finalmente giornali e televisioni torneranno ad occuparsi di cose serie.

Avremo cosi' in prima pagina le ultime menzogne del cavaliere, i nuovi insulti tra Monti e Bersani e i più freschi vaffa di Grillo.

Per quanto riguarda invece il Festival prendo per buone le osservazioni che fa Gerlando Gatto sul suo sito; personalmente ho ascoltato solo le canzoni di Gualazzi e del duo Molinari-Cincotti ricavandone l'impressione che, come al solito, a Sanremo passa di tutto (perfino Bollani !), importa solo l'apparenza e a nessuno interessa che la musica di qualità sia del tutto assente.

Tra qualche settimana nessuno ricorderà chi ha vinto e com'era il ritornello della canzone e questo vale per la maggior parte delle ultime edizioni di una rassegna tenuta in vita artificialmente dalla Rai ma senza nessun reale riscontro artistico e nemmeno commerciale (i dischi non si vendono più, quelli della rassegna sanremese men che meno).

Per dirla con Spinoza:  Miglior testo a “Le parole non servono”. Miglior arrangiamento a “La canzone mononota”. Vi dice niente?

Apprendo anche che Toto Cotugno è entrato di diritto nell'empireo dei grandi del pensiero comunista, come si evidenzia dalla copertina del post, per aver cantato con il coro dell'Armata Rossa.

Vi lascio con una bordata di battute sul festival tratte da Spinoza:

http://twitter.com/LiveSpinoza

http://www.facebook.com/#!/pages/Stalinisti-per-Cutugno/206945689451756

http://www.online-jazz.net/wp/