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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Post n°2639 pubblicato il 09 Marzo 2013 da pierrde
"Il musicista nero prende il suo strumento e soffia dei suoni che non aveva mai pensato prima. Egli improvvisa, crea e trasforma ciò che gli viene dalla sua interiorità. E' la sua anima, è la musica della sua anima" - Malcolm X L'autore afro-americano che più si avvicinò al beat fu Leroy Jones, che poi cambiò il suo nome in Amiri Baraka. Egli fu in stretto contatto con i poeti e gli artisti beat, con cui condivise spesso idee e passioni nel periodo in cui visse a Greenwich Village, dove frequentò molto anche l'ambiente dei musicisti jazz come Ornette Coleman e Thelonius Monk, rappresentanti del movimento free. Ben prestò lasciò la vita bohemienne per diventare un acceso attivista del nazionalismo nero. La differenza, fondamentale, fu quella che Baraka usò l'ideologia della razza come carburante per molta della sua poesia, ed era molto estremo nei suoi punti di vista politici e razziali. Nella sua poesia, Baraka realizzò dei livelli che forse furono i più vicini agli obiettivi dei musicisti jazz di quanto riuscissero a fare i poeti beat. Baraka fece molta attenzione al ritmo nelle sue poesie. S.O.S., la poesia che apre la raccolta Black Art (1967) contiene frasi corte e telegrafiche che fanno ricordare una trasmissione radio: Calling black people
Contenuto e forma si miscelano perfettamente in questa poesia. La trasmissione radio chiede al popolo nero di "come/on in", esortandolo contemporaneamente ad avere forza e orgoglio. Il verso finale rompe il ripetersi dei richiami concentrando l'attenzione sul cambio di parola, enfatizzandone il messaggio ed evidenziandone i due significati delle preposizoni on e in legate al verbo to come: "la frase esorta il popolo (nero) ad avere forza, pieno possesso e diritto nel sistema culturale, politico e sociale americano, ed invita inoltre il lettore dentro il libro di poesie", di cui questa ne è l'apertura. Le righe che avete appena letto sono un assaggio di un argomento tanto interessante quanto poco frequentato. Jazz e poesia, una miscela irresistibile, un connubio eccitante eppure ben poco conosciuto e apprezzato nel nostro paese. Per colmare una lacuna che credo riguardi la maggioranza degli appassionati (me compreso) vi segnalo un contributo carico di passione e di informazioni leggibile sotto forma di lezioni:sei capitoli più una introduzione ed una appendice per bibliografia e discografia. L'autore è David Treggiani e il sito dove approfondire è Jazzitalia: clicca qui |
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