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Mondo Jazz

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« IL SISTEMAVERO JAZZ »

I LOVE/ I HATE E.C.M. RECORDS

Post n°2729 pubblicato il 12 Aprile 2013 da pierrde

Da molto tempo tra gli appassionati l'etichetta di Manfred Eicher divide e fomenta opinioni radicalmente diverse.

Indicativo a questo proposito l'accostamento che vi propongo. Due articoli recentissimi, uno in italiano tratto dal blog Free Fall che esprime critiche e perplessità, ed uno in inglese di Francis Marmande, pubblicato sia su Le Monde che sull'inserto settimanale del Guardian che invece ne tesse le lodi.

Dove sta la verità ? Ammesso che una verità univoca esista, ognuno la evince e sperimenta in base ai propri convincimenti e alle proprie attitudini e molto difficilmente riuscirà a far mutare opinione a chi è convinto del contrario.

Pertanto ecco i due brevi estratti degli articoli ed i link di riferimento. Se non l'avete già, fatevi una opinione......

....quarant’anni di irradiazioni di ECM-sound hanno prodotto quel fenomeno a cui assistiamo oggi: un jazz europeo de-jazzizzato con la puzza sotto il naso, mondato da qualsiasi elemento linguistico originario, e ridotto ad una sorta di musica new age improvvisata per rilassare le orecchie e accompagnare lo yoga e ricongiungersi con la spiritualità perduta nella vita disumanizzante e alientante e… (inserire luoghi comuni a piacere, basta che si contrappongano a qualsiasi idea di velocità, dinamismo, metropoli, città, tecnologia, melting pot culturale). La stampa di settore, negli ultimi dieci anni almeno, lo ha talmente promosso ed elogiato che ormai la visione del jazz qui è irrimediabilmente distorta.

"To begin with I just wanted to record the musicians I liked," Eicher explains. "I didn't know such a small label would grow so big." In his drive to bring avant-garde music to the attention of the largest possible audience, he achieved a remarkably consistent mixture with extremely diverse ingredients, pulling in free jazz, classical, cutting-edge contemporary, ethnic, vocal and meditative strands. This in turn he enhanced with beautifully designed artwork. ECM must be "the most beautiful sound next to silence", said Canada's Coda magazine.

For more than four decades Eicher has done as he likes, guided by his tastes alone, simply seeking new musical encounters, with an ongoing concern for mutual respect between performers and technicians, in short responding to the pleasure principle

 http://freefalljazz.altervista.org/blog/?p=6188

http://www.guardian.co.uk/music/2013/mar/26/manfred-eicher-ecm-jazz-review

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
ETTORE GARZIA il 12/04/13 alle 21:00 via WEB
Una delle qualità essenziali della musica dev'essere anche la sua godibilità psico-emotiva, perchè assumere posizioni estreme non sempre porta buoni risultati; la coerenza è una virtù da rispettare ma non è detto che questa possa metterci sulla buona strada. In fin dei conti la musica è fatta di suoni, apparentemente sgradevoli oppure supergradevoli, ma il nostro compito migliore sarebbe quello di saper valutare qual'è il punto di equilibrio tra innovazione cercata a tutti costi e perbenismo musicale di antica memoria. Eicher ha saputo stare lì in mezzo e la sua denigrazione significa rifiutare in toto un patrimonio musicale storico che è frutto delle "innocenti" scoperte fatte dagli uomini durante i secoli e delle tradizioni che purtroppo abbiamo dimenticato.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
daniele il 12/04/13 alle 21:06 via WEB
il suono " mediterraneo " di Rava ? Che vuol dire ?
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 13/04/13 alle 11:38 via WEB
forse intendeva un suono melodico prossimo alle arie liriche, non lo so. Per me è solo un suono di tromba brutto e lagnoso, privo totalmente di un trattamento ritmico adeguato, cosa nel jazz indispensabile ma si sa come la penso...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 12/04/13 alle 21:31 via WEB
non amo molto la filosofia di fondo della ECM e l'enfasi messa su un suono "artificiale" come la maggior parte dei suoni sono (e giustamente). in particolare c'è una fetta di artisti (di solito europei ma non solo) che hanno avuto spazio eccessivo ed esagerta visibilità. detto questo c'è anche una bella fetta di artisti interessanti e non sempre "allineati" alla filosofia di Eicher. che poi tutto questo sia stato reso possibile dalle vendite di Jarrett è un altro discorso...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
LC il 12/04/13 alle 22:26 via WEB
Cosa vuol dire "esagerata visibilità"? E rispetto a chi, a cosa, e soprattutto chi è che decide? Un comitato di saggi? Si possono non condividere le scelte estetiche di Eicher, ed è più che legittimo, ma fin quando sono lui e la sua etichetta a metterci i soldi e investire in registrazioni e promozione, credo che la ECM abbia il sacrosanto diritto di fare ciò che meglio le aggrada. Poi, chi acquista e ascolta ha tutto il diritto di muovere le critiche che ritiene più opportune, ma ritengo che chi rischia in proprio abbia, nel bene e nel male, di seguire un proprio indirizzo estetico.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 13/04/13 alle 10:55 via WEB
"credo che la ECM abbia il sacrosanto diritto di fare ciò che meglio le aggrada" ed io credo di potere usare il termine "esagerata visibilità" come parte di un discorso critico che è mio e non vuole imporsi a nessuno. e comunque esagerata visibilità nel senso di sopravvalutazione.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 13/04/13 alle 11:23 via WEB
Sulla questione ECM si è dibattuto già molto in passato anche su altri luoghi della rete. Per quel che mi riguarda non mi sembra il caso di ripetersi. In linea di massima la mia posizione è prossima a quella dell'estensore del pezzo su Free Fall, forse un po' meno drastica, ma ha ragione Luca: e'sacrosanto che Eicher abbia il diritto di proporre la linea estetica che più gli aggrada e metta in campo il marketing più adeguato all'uopo, ci mancherebbe altro, noi come fruitori di assecondarla o meno. Quel tipo di proposta ha un target d'utenza ben identificato a mio avviso. Io non la condivido, la trovo per lo più una linea sempre più derivativa dal jazz e spesso preconfezionata, ma ciò non toglie che vi siano anche ottime incisioni peraltro anche di musicisti americani, ad onor del vero.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
LC il 12/04/13 alle 22:27 via WEB
il diritto di seguire un proprio indirizzo estetico. Avevo saltato una parola, scusate.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 13/04/13 alle 11:34 via WEB
premesso che di dischi interessanti e di artisti degni ce ne sono parecchi nel catalogo ECM (anche se di capolavori, a parte qualche Jarrett, ne ricordo pochi) quello che mi infastidisce in tutto la produzione ECM è quell'aura di "ineffabilità". quella nuvoletta che gira sopra la testa e che suggerisce "solo qui si fa vera arte". un respirare un'atmosfera rarefatta nei dischi che spesso è solo banale mezzocalzttismo. come se l'arte fosse qualcosa situat in un empireo di cui solo Manfred possiede le chiavi... persino Art Ensemble di Chicago, su ECM sembra passato nel borotalco Roberts.
 
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