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Mondo Jazz

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PERLE DI SAGGEZZA

Post n°2739 pubblicato il 16 Aprile 2013 da pierrde

Premetto: da anni mi rifiuto di guardare il consueto e desolante teatrino dei politici in tv. Tutte le trasmissioni, nessuna esclusa. Mi annoiano Santoro, Travaglio, Ballarò, la Annunziata e via via tutti gli altri. A dire il vero, a parte l'ego smisurato dei nomi citati, non sono loro a rattristarmi bensi' i loro ospiti e mi meraviglio che ancora milioni di italiani riescano ad appassionarsi a quelle indegne beghe da bottega che non meriterebbero neppure lo spazio in ventesima pagina di qualsiasi quotidiano degno di tal nome.

Anche i quotidiani, già che ci siamo, sono diventati una specie di gazzettino parrocchiale in base appunto alle rispettive confessioni religiose. Quasi tutti illeggibili, se non, a volte, nelle pagine culturali. La nascita del sito italico dell'Huffington Post mesi fa era però stata salutata da molti come un interlocutore nuovo e serio da prendere in considerazione.

Non mi dilungo, ne mi interessa dibattere sulla collocazione politica della testata web. Posso solo dire che come molti ho provato più volte ad accedere al sito, rimanendone spesso sconcertato per il taglio delle notizie.

Ne ho ricavato l'impressione viva di un rotocalco di spetteguless anche se (o, purtroppo) di sinistra. Non che la cosa mi disturbi, semplicemente mi fa navigare in altre acque.

Gli articoli sulla musica mi lasciano spesso basito;non riesco a capire se l'intervistatore ci fa o ci è, tanto è dilettantesco nella forma e povero nei contenuti. Qualche esempio ? L'analisi del Koln Concert di Jarrett che ovviamente ha suscitato un mare di polemiche e di commenti o l'intervista "politica" a quel genio di Allevi. Vi sono sfuggite simili capisaldi musicali ? Rimediate subito. Eccovi i link:

 http://www.huffingtonpost.it/john-b-arnold/tutta-colpa-del-koln-concert_b_3068690.html

 

http://www.huffingtonpost.it/2013/04/09/intervista-giovanni-allevi_n_3042830.html

Insomma, su Huffington ci capito raramente ma sicuro di scoprire perle di saggezza....

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni Morelenbaum G il 16/04/13 alle 20:19 via WEB
La versione italiana di Huffington Post non è certo esaltante. Aggiungo che, a mio parere, anche l'originaria edizione americana entusiasmava poco (un po' meno di Daily Beast, molto meno di Politico.com, tanto per fare altri esempli), per cui posso capire la tua delusione. E se l'intervista ad Allevi è inconcepibile, esattamente come il pallido intervistato, mi sento meno incline a criticare l'altro articolo che porti ad esempio. Che il Koeln Concert (del cui melodismo zuccheroso e oleograficamente "americaneggiante" posso fare assai bene a meno) sia un lavoro che, per quanto mal riuscito, o forse proprio per questo, abbia dato vita ad alcune varianti del linguaggio pop strumentale, non mi pare teoria del tutto priva di fondamento. Forse il parallelo con la Windham Hill non è proprio azzeccato, ma direi che certa logorrea spesso evanescente sia stata certamente ispirata, quanto meno nell'atteggiamento mentale e nella proposta scenica, dagli estenuati "solo piano" di Jarrett, che spesso sono ben più interessanti dei suoi epigoni. Non avrei citato, che so, Ludovico Einaudi, che ha comunque altre radici, e non avrei identificato il tutto solo con la cosiddetta New Age e certo mi sarei ben guardato dal citare Glass o Nyman, artisti di ben altra caratura, ma lo scritto non mi è sembrato scadere in considerazioni così amene... Si è letto di ben peggio...
 
 
pierrde
pierrde il 16/04/13 alle 21:05 via WEB
Daccordo su Huffington e daccordo su Koln Concert, il più famoso ma non il migliore dei tanti (troppi ?) piano solo del nostro. Mi è difficile però accettare la tesi della paternità jarrettiana di tutto quello che poi è seguito. A tale proposito ricordo proprio una intervista subito dopo la lunga assenza per malattia in cui Jarrett rifiutava in toto di accostare anche se solo parzialmente e/o idealmente i suoi piano solo con la New Age, e lo faceva in modo energico e senza possibilità di replica. Condivido invece che l'influenza della formula e del personaggio abbia ispirato altri musicisti. Ma in questo caso, inutile farne i nomi, l'annacquamento e la diluizione omeopatica dell'originale sono cosi'evidenti da impedirne ogni confronto serio. Infine, tornando all'articolo su H.P., mi sembrano ben poca cosa gli argomenti portati a sostegno della tesi, per non parlare degli accostamenti impropri. Non a caso il livello dei commenti difficilmente si stacca dall'essere pro o contro Allievi o Einaudi o riesce ad inquadrare l'album di Jarrett all'interno della vasta produzione del nostro.Si può anche sostenere questa tesi ma non mi pare questo sia il modo più documentato ed esplicativo per farlo
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 17/04/13 alle 08:22 via WEB
Oddio, quello che sostiene Jarrett non ha molta importanza: come molti (anche se non tutti) musicisti egli è un pessimo analista della propria e altrui opera (in questo senso, trattasi di categoria sorprendentemente e storicamente poco credibile). Che egli non avesse intenzione di dare la stura a certa poltiglia vagamente neo-romantica e sentimentale, non lo metto in dubbio, ma questo non implica che la stessa poltiglia non prendesse le mosse dal suo proporsi in chiave non proprio originale, visto che trattasi di un atteggiamento tardo-romantico (da Liszt a Thalberg fino a Horowitz) che negli Stati Uniti è stato riletto astutamente da Gottschalk (e volgarizzato fino a figure ben più improbabili e pop come Liberace o Charlie Kunz). L'articolo su Huffington Post non era certo un saggio scritto da Nattiez: era, come capita di leggerne quotidianamente, un articolo "di colore" ma non particolarmente scandaloso. Il Koeln Concert ha volgarizzato in chiave pop (di idee ragguardevoli ve ne sono pochine in tutte e quattro le facciate) la ripresa in tempi moderni del solismo taumaturgico: mica tutti si prendono esageratamente sul serio come Jarrett e Manfred Eicher (un altro simpatico residuo di un'epoca che si batte strenuamente a colpi di make-up per nascondere rughe, una carnagione incartapecorita e altro).
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 17/04/13 alle 10:54 via WEB
non trovo scandaloso l'articolo su Jarrett che ci può stare, anche se la new age penso che parta per altri stimoli. di sicuro molti pianisti new age hanno semplificato il linguaggio di Jarrett (anche troppo) imbalsamandolo. assiemare Allevi, Einaidi e Satie è un po' arrischiato, ma la fruizione che viene fatta può anche giustificarlo. trovo ingiusto però sintetizzare Jarrett solo in questo suo disco, sebbene di grande successo. e trovo per lo meno geniale la sintesi fatta da Jarrett di tanti cliché musicali (anche di tanto cascame): alla fine ne è risultato un prodotto di gran lunga superiore alle sue singole parti.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 17/04/13 alle 15:55 via WEB
D'accordo. Non volevo, infatti, paragonare l'opera di Jarrett ad altro. Ma credo che soprattutto il suo solismo abbia esercitato un certo fascino si musicisti che, non di rado, avevano molto meno da dire rispetto a lui. Cosa che, mi pare, prosegue sino ai nostri giorni.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
rodolfo il 17/04/13 alle 22:36 via WEB
"Nel mio ambito". scrive Allevi, "che è quello della musica classica" ecc. Ma classico deriva da "classe". Una classe è un insieme di parametri e proprietà che definiscono un genere. In questo senso, una cosa classica non può essere attuale poichè deve consolidarsi fino a diventare riferimento. Una classe, per esempio, è quella dei mammiferi ed è definita da proprietà come la nascita uterina, l'allattamento, le quattro zampe ecc. L'uomo appartiene a quella classe. Se Allevi suona nel tempo corrente non può creare musica classica. Al massimo può riprodurla fedelmente.Se lui compone musica ex novo non può appartenere all'ambito classico. E' UNA GRANDE CAZZATA E LUI E' EVIDENTEMENTE UN CAZZARO.
 
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john b arnold il 03/08/13 alle 11:55 via WEB
Come autore del famigerato articolo sull'Huffignton riguardo l'influenza di Jarrett sulla musica New Age vorrei precisare una cosa che forse non è stata capita dai detrattori del pezzo. Quando è uscito Koln Concert è stato tra i i più grandi successi della ECM in quei anni e probabilmente di tutti tempi. La parte della registrazione che ha avuto più "notorietà" a livello commerciale erano i primi 15 minuti della prima facciata, la parte più neo melodico per così dire, quella usata per film, pubblicità e documentari per anni. Musicisti pseudo classici e produttori hanno visto lungo e ci hanno creato un impero. Questo è un fatto non un opinione. Il resto del disco di Jarrett è piaciuto ma meno rispetto alla prima parte. Il disco è senza dubbio un gran opera e non ho mai desiderato paragonarlo ad Allevi e Einaudi, ci mancherebbe altro. Le critiche verso il mio articolo sono platealmente gratuite e costruite per fare polemica, quello che non volevo assolutamente. Troppo facile usare Allevi come esca. Metteteci dentro il mio linguaggio "Americaneggiante" a volte e sarei facile preda per tutti quelli che fanno gli "attaccanti da poltrona".
 
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