Mondo Jazz

che tristezza...

Un grandissimo, grandissimo pianista (da noi bellamente sottovalutato, come di norma) e una persona dal tratto delicato e gentile. Lui, John Hicks, Kenny Barron (cui si potrebbero aggiungere anche artisti come Richard Wyands e Hugh Lawson) hanno saputo creare una somma ricchezza interpretativa di grande profondità e raffinatezza. Che perdita...

se non ricordo male venne ad aperitivo quando invitasti Johnny Griffin e iniziò il concerto in trio. edizione 2001 0 2002 ora non ricordo. Tra le sue incisioni e tante partecipazioni mi hanno impressionato quelle live at Yoshi's in Trio, ci sono degli assoli spettacolari per fantasia improvvisativa, tecnica e proprietà di linguaggio, ma anche come sideman si è sempre fatto valere peraltro anche in contesti e progetti tra i più vari.

Sì, Mulgrew Miller venne con Nils Henning Orsted Pedersen e Alvin Queen per accompagnare Johnny Griffin che, proprio in segno di rispetto per Miller, gli fece cominciare il concerto in trio. Come Hicks e Barron, Miller è stato un eccezionale accompagnatore e uno straordinario partner, ad un livello comparabile solo con i grandi gruppi da camera accademici. Tutti e tre, direi, sono stati ben più affascinanti in tali vesti che non come leader. Miller (che ospitai più volte anche a Catania, nell'ambito di EtnaFest)ormai vantava una maturità impressionante per lirismo, ricchezza di idee, sofisticazione di colori, senso ritmico e drammatico: bastava ascoltarlo nel trio con Ron Carter e Russell Malone, e mi ricordo una fenomenale interpretazione di "My Funny Valentine". Miller, con i già citati Hicks e Barron, ha contribuito a creare e rinnovare il linguaggio pianistico del mainstream contemporaneo. Era, inoltre, una persona estremamente composta, signorile, un professionista in tutti i sensi, che in Europa, forse non casualmente, aveva un manager/agente di altrettanta intelligenza, serietà e sofisticazione (sì, non pare proprio la descrizione di un agente musicale, mi rendo conto), un acuto barcellonese dal grande buon gusto anche nel cibo e nei vini, Jordi Suñol.

Hicks forse più sottovaluato di Miller. Barron ha avuto un certo rilievo anche in Italia o mi sbaglio?

Concordo.Splendido e sottovalutato pianista.Ho ricordi emozionanti di un concerto del trio di Ron Carter con lui e Russell Malone nel parco della Casa del Jazz a luglio 2006.Lo avevo molto ammirato nel quintetto di Tony Williams di fine anni 80.Gianni,aggiungerei di diritto alla tua lista Stanley Cowell.

Caro Luciano, hai proprio ragione su Stanley Cowell. Grave dimenticanza, la mia.

Tutti i pianisti menzionati sono meritevoli della piena stima e considerazione, ma anch'io vorrei ricordare con ammirazione la figura di Miller, da noi sottostimata rispetto agli effettivi meriti. Mi unisco poi con piacere alla «rivalutazione» di Cowell, un musicista che mi ha sempre intrigato anche se non sono mai riuscito ad ascoltarlo dal vivo.

strabravo Cowell anche come compositore...