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« MAGAZZINO JAZZE AUGURI DI PRONTA GUARI... »

AUGURI ANTHONY

Post n°3512 pubblicato il 04 Giugno 2014 da pierrde

Anthony Braxton (Chicago, 4 giugno 1945) è un compositore, polistrumentista e filosofo statunitense.

Definire Braxton un musicista di jazz è alquanto riduttivo. Certo, nella sua carriera il jazz riveste una parte predominante, ma tra i suoi lavori figurano anche composizioni per orchestra e perfino opere. Come strumentista, oltre a suonare il pianoforte, ha utilizzato l'intera gamma dei sassofoni (dal sopranino al contrabbasso) e dei clarinetti, oltre al flauto e a vari strumenti a percussione.

Dal punto di vista musicale Braxton è stato influenzato da Warne Marsh, John Coltrane, Eric Dolphy e, non ultimo, dal suo prediletto Paul Desmond, ma anche da compositori contemporanei come Karlheinz Stockhausen, John Cage e Arnold Schoenberg.

La musica di Braxton è sorretta da un forte retroterra teorico. Per renderne noti i punti fermi, egli ha scritto diversi volumi in cui spiega minuziosamente le proprie teorie ed i principi su cui si basano le proprie composizioni: "Tri-Axium Writings" (in tre volumi) e "Composition Notes" (in 5 volumi) entrambi editi da Frog Peak Music.

Per quanto le sue composizioni siano decisamente di avanguardia, alcune caratteristiche (soprattutto lo swing e la ritmica) mostrano radici che affondano nel bebop di Charlie Parker.

I pezzi di Braxton hanno spesso per titolo dei simboli grafici ed hanno costituito (e tuttora costituiscono) uno degli aspetti più criptici della sua musica e della sua personalità.

Fonte : Wikipedia

Continua a leggere qui: 

http://it.wikipedia.org/wiki/Anthony_Braxton

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 05/06/14 alle 16:01 via WEB
mah...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 05/06/14 alle 17:40 via WEB
Be', Wikipedia ha un'autorevolezza pari più o meno allo zero assoluto e un testo del genere è conferma brillante dell'assunto. Delizioso sapere che Arnold Schoenberg è un compositore contemporaneo... Quanto alle "radici bop" è un altro elemento indispensabile, ormai, per ricevere il bollino "d.o.c." e sta alla musica improvvisata come lo scalogno a Carlo Cracco. Come se il bop non rappresentasse le radici di pressoché tutto il jazz post-anni Quaranta... il che è nella norma per un fenomeno linguistico così compresso. Su Braxton ci sarebbe molto da dire, sotto più profili, magari accantonando le superficiali analisi di una musicologia nostrana che esibisce allarmanti vuoti culturali e che cerca legittimazioni para-accademiche per sé e per le proprie predilezioni. Troppo difficile, però, aggirare barriere consolidate, schemi mentali che vivono di una Vulgata che è un vero e proprio paravento identitario.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 05/06/14 alle 19:16 via WEB
io so solo che per colpa sua ho rischiato di perdere la fidanzata...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 05/06/14 alle 23:34 via WEB
se si dovesse giudicare Braxton dagli standards da lui riproposti non sarebbe poi un gran giudizio positivo. se poi si utilizza il disco da lui inciso con Brubeck (in cui si confronta con Lee Konitz) per valutarlo, allora sono dolori...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 06/06/14 alle 10:23 via WEB
il testo di Wikipedia lascia, ad essere generosi, a desiderare. Sarebbe ora di mettere in discussione certi totem dell'arte improvvisativa esaltati per lo più a sproposito. Tra Desmond E Braxton c'è un abisso sia sul piano improvvisativo che di abilità strumentistica, con la differenza che Braxton è molto sopravvalutato e Desmond molto sottovalutato. Qualcuno confonde il multistrumentismo con una presunta grande tecnica di Braxton. La tecnica sugli strumenti a fiato è più legata al sound che si sa ottenere più che alla velocità di fraseggio. Ottenere un bel suono è molto più complicato di imparare a fraseggiare veloce. Se parliamo di tecnica, per esempio i sassofonisti sanno che è più complicato ottenere un corposo e bel Si bemolle basso dal tenore in partenza, come fa Rollins in "You don't know what love is", che eseguire un pattern velocemente. Il suono di Braxton, all'alto è quasi sempre monocorde, quasi privo di inflessioni e ritmicamente molto rigido, ripetitivo e "squadrato". Johnny Hodges, Willie Smith, Benny Carter, Bud Shank,Phil Woods e Bobby Watson, per citare, hanno un bel suono,luminoso, mica Braxton, che peraltro a volte è pure falloso. Poi, lo swing di Braxton è pressoché inesistente, dire che ne ha come ho letto anche da certi nostri musicologi che vanno per la maggiore è sorprendente e quanto mai indicativo. Non lo citerei come suo punto di forza e peraltro non è l'unico in ambito improvvisativo. Dal Free in avanti lo swing non è più considerato da molti come requisito fondamentale per un improvvisatore. Non capisco quindi perché occorra attribuire di una patente che non possiede,Braxton. Le interpretazioni di Braxton sugli standards sono per lo più mediocri. Il riferimento al bop credo si possa fare per il quartetto con Kenny Wheeler e Holland a metà anni '70 , per il modo di enunciare i temi all'unisono e non molto altro. Jazzisticamente il periodo migliore di Braxton, a mio modo di vedere. Poi ha fatto parecchio altro. Avrà anche scritto dei libri di teoria e di filosofia mandando in sollucchero certo pseudo ammuffito intellettualismo elitario parajazzistico, ma per quel che mi riguarda è la conferma del noto proverbio: "Tra la teoria e la pratica..."
 
pierrde
pierrde il 06/06/14 alle 13:26 via WEB
Credo che una serena discussione su Braxton abbia bisogno di aria fresca sotto forma di nuove e diverse voci di appassionati. Finora difatti ho letto opinioni che già conoscevo, un limite evidente del blog che richiama visitatori ma pochi commenti e in gran parte dovuti ad un cerchio limitato di persone. L'utilizzo di Wikipedia è in parte motivato anche dal fornire al lettore non specialistico una base di partenza, anche se spesso, è vero, discutibile. Detto questo, e fermo restando che difficilmente ognuno di noi cambierà le proprie valutazioni su Braxton, credo sarebbe interessantissimo leggere una analisi di Gianni Gualberto sul musicista. Pur essendo il mio uno spazio modesto e di limitata visibilità è ovvio che lo ospiterei più che volentieri....
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 06/06/14 alle 20:23 via WEB
forse è sbagliato giudicare Braxton con i parametri tipici del jazz, probabilmente lui è più crossover, ma nella terra di nessuno in cui si è piazzato, uno dei modi per giudicarlo è legato ai parametri del jazz.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 07/06/14 alle 09:38 via WEB
Infatti, ma l'errore di giudicarlo con certi parametri del jazz e, anzi considerarlo come uno dei massimi esponenti creativi odierni dello stesso non sono io, ma coloro i quali scrivono sui loro libri che ha swing, ha un suono luminoso ed è da considerarsi assoluto protagonista in tale ambito. Sono gli stessi che sostengono che Marsalis non conosca bene la sua cultura. Un po' come affermare che un tailandese può insegnare a me che sono bergamasco come si fa la polenta taragna o la polenta e osei. Siamo a livelli di presunzione intellettuale che sfiora il delirio, o semplicemente il ridicolo...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 07/06/14 alle 10:56 via WEB
"non sono io a farlo..." mancava il verbo, la fretta...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 07/06/14 alle 00:47 via WEB
Caro Roberto, ne sarei onorato. Ma c'è sicuramente chi merita più di me, magari qualche traduttor de' traduttor d'Omero, qua e là per la Toscana: non c'è come la pensione anticipata per ravvivare (molto momentaneamente) sinapsi impiegatizie e comunali dalle autobiografie che si trovano bene nell'onanismo traballante come un maiale nel truogolo.
 
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