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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Post n°3646 pubblicato il 04 Settembre 2014 da pierrde
"OUTRUSH - The Documentary" A sight on life, thoughts, philosophy, music of pianist and composer Kekko Fornarelli at the exit of his new album OUTRUSH (Abeat Records, 2014) Directed by Nikita Shatsior (tonemoi.com) Produced by Kekko Fornarelli & Yuppidu Factory
“Curioso, presuntuoso e perseverante”, così si descrive in tre aggettivi Kekko Fornarelli, artista jazz nato a Bari il 10 gennaio 1978, che è appena rientrato da una tournèe che lo ha visto per due anni in giro per il mondo. Superfluo quasi chiedergli qual è l’esperienza più bella che ha fatto nella sua vita. Kekko in questi due anni ha realizzato il suo sogno di bambino: “Fare il musicista in giro per il mondo: oltre 200 date toccando più di 25 Paesi”. Il desiderio che ha nel cassetto ora? “Suonare alla Royal Albert Hall di Londra”. Intanto è uscito il nuovo disco, “Outrush”, dove lo si ascolta suonare il pianoforte, accompagnato da Giorgio Vendola, al contrabbasso, e Dario Congedo, alla batteria e percussioni: gli amici/musicisti con cui ha condiviso il tour internazionale. Kekko parla del nuovo album come di un lavoro “autobiografico. Mi piace suonare musica che evoca immagini come piccole colonne sonore – spiega -. Mi piace la musica che è come una conversazione tra amici”. Il titolo “Outrush”? “È una fuga al contrario: verso se stessi – risponde -. È una fuga dallo stereotipo della musica jazz in senso tradizionale per raggiungere ciò che c’è di più autentico sul piano personale. È un rifuggire dalla massificazione dei media”. Ogni brano è un moto emotivo calibrato da crescendo e diminuendo continui che si innestano sulle dinamiche timbriche del pezzo. Contrabbasso e batteria non si accontentano di intelaiare la base ritmica ma ricercano continuamente di colorare i brani attraverso la scelta di timbri e suoni particolari. “Ogni brano – aggiunge Kekko – canta la forza, la grinta, la voglia di urlare” Una annotazione personale: ho avuto modo di vedere Kekko in concerto con il suo trio più Francesco Bearzatti come ospite. Da allora seguo con attenzione ogni sua uscita discografica e spero di riascoltarlo dal vivo, sempre chè i nostri organizzatori di festival estivi prima o poi si vergognino di chiamare nani e ballerine e si concentrino su musicisti degni di tal nome. |
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