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RAVA GENERATIONS : CLASSE E QUALITA' IN MOSTRA

Post n°1069 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da pierrde
 

Decisamente riuscito il concerto inaugurale della 15° edizione di Atelier Musicale, sabato pomeriggio all'Auditorium Di Vittorio di Milano. Del resto non c'erano dubbi, con un protagonista come Enrico Rava e con i patners che lo accompagnavano la qualità e la bontà dell'avvenimento non erano in discussione. Dello stesso avviso anche il pubblico, folto come mai mi era capitato di vedere in un evento dell'Atelier che dopo tre anni di lavori di ristrutturazione ritrovava la sue sede naturale. Rava nel corso del tempo è riuscito a fare delle sue debolezze  autentici punti di forza, sopperendo con feeling e creatività ad un labbro che sente il passare del tempo e ad una tecnica  non eccezionale. D'altronde la storia  insegna che, viceversa, non basta una capacità prodigiosa sullo strumento   per essere un grande musicista, Wynton Marsalis docet. Il gruppo è costituito da musicisti appartenenti a più generazioni, e alla prova dei fatti, anche per motivi di amplificazione, i più convincenti sono apparsi i più anziani. Strepitoso per gusto, senso del tempo e forza fisica il batterista Fabrizio Sferra. Purtroppo una amplificazione non perfetta ha penalizzato gli altri due componenti della sezione ritmica, Giovanni Guidi al pianoforte e Stefano Senni al contrabbasso, spesso coperti dalla batteria ma anche poco udibili, specialmente il pianista, negli assolo. Mauro Negri è una bellissima certezza sia al clarinetto che al tenore, splendida spalla di un Rava che vive l'ennesima giovinezza creativa. La musica proposta ha spaziato tra originals e grandi standards, con inventiva, originalità e poesia. Bellissimo il brano finale, con la melodia ripetuta sempre più sussurrandone le note fino al silenzio finale e al tripudio di battimani.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/10/08 alle 14:49 via WEB
non basta una capacità prodigiosa sullo strumento per essere un grande musicista, Wynton Marsalis docet. Prima di dire certe cose sei informato ? Hai mai ascoltato Marsalis dal vivo ? Per cortesia dai...fai un favore alla musica e astieniti da certi commenti...
 
 
pierrde
pierrde il 06/10/08 alle 18:03 via WEB
La prima volta faceva parte dei Jazz Messangers di Art Blakey: rimasi a bocca aperta. Poi nel corso del tempo più volte, con diversi gruppi e in diverse situazioni, e con l'entusiasmo iniziale via via scemante. Appartengo alla corrente di pensiero che vede più poesia in una singola nota di Chet o di Miles che in tutta la discografia di Wynton. Credo anche che le opinioni altrui, sopratutto se diverse dalle proprie, vadano comunque rispettate: pertanto non ti invito ad astenerti, al contrario, a motivarti. Possibilmente non riducendo la contesa ad una sfida all'OK Corral.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/10/08 alle 19:54 via WEB
Io non appartengo a nessuna corrente delle poche note o delle troppe note, sono un avanguardista, ma Wynton è Wynton e nel jazz ci vuole uno come lui. Se vi accontentate di Rava che fa sempre le stesse cose pur con organici differenti fate pure (il cosidetto jazz italiano dopo 30anni di militanza lo conosco molto bene). Io non mi accontento. Fiorenzo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/10/08 alle 23:24 via WEB
Forse è il contesto che non è chiaro in questo discorso. Si parlava di Jazz, o di quella musica che ancora definiamo tale. Cos’è per te il Jazz, anonimo e fiorenzo?? Rava è un grande, se parliamo in termini di Jazz, cioè di una musica che è nata in strada, che è entrata nelle accademie quando era già adulta, (ingresso che non ha fatto per niente bene al Jazz, secondo me) che si rinnova continuamente su se stessa, che adotta il suono di pancia, il fischio dell'ancia, la voce grezza e fumosa, il battito sul pedale per costruire un linguaggio personale ed universale allo stesso tempo, (e l'unico che resta vivo, per i miei gusti). Rava è vero interprete, solista unico, geniale inventore, delicato soffiatore di melodie e produttore del grido universale, nato si da una non perfetta capacità tecnica, ma per me, proprio per questo, più universale ed affascinante. Se parliamo di Jazz, perché potrei anche sbagliarmi eh, beh allora Rava è un grande Jazzista e Winton uno scolaretto dell'accademia degli Stati Uniti Businessmusicali. Qual è stata la più grande formazione degli anni Trenta? E Marsalis sotto, a rifare pedissequo tutti gli assoli scritti. Un conto è parlare di gusti, ed allora starei qui ad ascoltare anche te, Fiorenzo, probabilmente imparerei, anche, altra cosa è dire che l'Università Marsaliana è il Jazz. Dici che sei un avanguardista e che da trent'anni militi nel Jazz, poi aggiungi che Rava è sempre uguale? Neanche ora che ha quasi 70 anni. Tu hai ascoltato gli ultimi tre dischi con ECM e basta? Hai presente Steve Lacy? il 4et con Roswell Rudd, quello con Franco D’Andrea o ancora quello con Marcello Melis e Don Moye? Massimo Urbani ti dice niente?? Hai mai sentito dischi come "Quotation Marks", "Opening Night" o "Katcharpari"?? “non serve una capacità prodigiosa sullo strumento per essere un grande musicista, Enrico Rava docet” senza rancore, Jazz from italy
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/10/08 alle 19:54 via WEB
sono totalmente d'accordo. Purtroppo di gusti non si discute.C'è a chi piace la ginnastica e a chi la poesia
 
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