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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Post n°1495 pubblicato il 28 Aprile 2010 da pierrde
I jazzisti ci hanno abituato spesso a personali interpretazioni di quello cheinvece nel mondo della musica classica ancora segue un percorso rigido e obbligato. Tra i primi a distinguersi per le notazioni grafiche della propria musica, Anthony Braxton da sempre stupisce per i titoli delle proprie composizioni: veri e propri disegni che accompagnano la mole notevole di pubblicazioni discografiche. In questo post riporto solo alcuni esempi, i più semplici e alla portata di tutti, e cioè le copertine degli album, ma è possibile trovare in rete senza eccessiva fatica anche esempi di partiture dove la notazione non segue propriamente i canoni tradizionali, come è possibile osservare dalla copertina di questo album in quartetto del 2006. Non mancano soluzioni estemporanee anche in corso di esecuzione durante il concerto, come nel gruppo Cobra di John Zorn o, ritornando su Braxton, il gruppo con il quale si era presentato due anni fa al festival di Chiasso, il Diamond Curtain Wall. Variazioni e decisioni prese al momento o da un "direttore d'orchestra" o dai singoli musicisti che si passano il testimone senza q uindi il bisogno di notazioni grafiche ma con l'utilizzo di palette (Zorn) o bandierine con i nomi dei singoli (Braxton). Anche il trombettista Leo Smith utilizza notazioni grafiche per illustrare ai suoi patners le proprie composizioni. Quella che vi mostro qui sottoriguarda l'album Luminous Axis edito per la Tzadik, ma sul sito di Leo è possibile trovare numerosi altri esempi . Da poco è possibile trovare su You Tube un video dove Smith illustra il suo modo di scrittura e di interpretazione Link trattati nel post : |
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