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DAVE BRUBECK A QUOTA 90

Post n°1694 pubblicato il 07 Dicembre 2010 da pierrde

Ieri novantesimo compleanno per il pianista Dave Brubeck, celebrato con articoli su tutti i principali quotidiani statunitensi, canadesi ed inglesi.

Dave Warren "Dave" Brubeck (Concord, 6 dicembre 1920) è un pianista e compositore statunitense di musica jazz.
Lo stile di Brubeck veniva talvolta descritto con riferimenti classici (a Bach, a Chopin, anche a Bela Bartok) accendendo la leggenda di un pianista "classico" prestato al jazz, sebbene Brubeck non avesse in fondo mai amato la musica classica.
Il quartetto di Dave crebbe di spessore e di popolarità nella California degli anni cinquanta in cui altri grandi talenti si incrociavano sugli stessi palchi, e fra questi spiccano Chet Baker e Gerry Mulligan, con i quali si ebbero numerose estemporanee esibizioni e si formò la cosiddetta scuola del "West Coast Cool Jazz".
Nell'ottica di incrementare ulteriormente la sua popolarità presso le audience che gli si mostravano più calorose, Brubeck decise di preferire sistematicamente le esibizioni presso i campus universitari, dinanzi a giovani ascoltatori potenzialmente più aperti alle sue innovazioni; il Quartet si spostava allora freneticamente, a bordo della "familiare" del leader (col contrabbasso sul tetto), di università in università, diffondendo la versione Brubeckiana del cool jazz. La stessa parola inglese cool (fresco) assunse una connotazione positiva nel gergo studentesco, divenendo per questo in seguito anche nel parlare comune attributo di genialità.
Il successo venne, seppure gradualmente, e Brubeck poté pensare ad una propria etichetta, la Fantasy records, con la quale far uscire il primo album: Jazz at Oberlin (registrato alla Finney Chapel dell'Oberlin College di Oberlin, Ohio, nel marzo del 1953), in assoluto uno dei primi album live di tutto il jazz. Cinque soli brani lo componevano (di cui tre erano standard di massima fama), che si segnalarono per uno stile sufficientemente autonomo da suscitare molte discussioni nella critica.
Sempre nel 1953, uscì anche Jazz at the College of the Pacificalbum ovviamente registrato presso lo stesso istituto nel quale Brubeck si era diplomato.Il "jazz dei college", grazie a questo disco, raggiunse infatti notorietà nazionale ed in quello stesso 1954 la rivista Time dedicò a Brubeck, primo jazzista ad averla meritata, la copertina del numero dell'8 novembre, e ne parlò declamando senza riserve "the birth of a new kind of jazz age in the U.S." (la nascita di una nuova era del jazz americano); forse occhieggiando la complessità delle tematiche sociali riguardanti il mondo del jazz, in maggioranza animato da musicisti e cantanti di colore in tempi ancora di sperequazioni razziali, Brubeck vi fu ritratto con un singolare colore brunastro della pelle.
Da molti critici (ma anche da osservatori esterni al mondo della musica) già si sosteneva che alla musica nera nulla avesse mai giovato come il successo di questo giovane musicista bianco, e di qui l'allusione grafica utilizzata dal disegnatore Boris Artzybasheff.

Il 1959 fu l'anno di Brubeck. Iniziato in primavera con Gone With the Wind (Via col vento), nel quale il quartetto, acquisita la collaborazione del produttore Teo Macero, si sperimentava sulle colonne sonore dell'omonimo film elevandole a standard, l'annus mirabilis toccò il suo apice sul far dell'estate quando rilasciò il disco Time out, che immediatamente ebbe un enorme successo di critica e di pubblico, restando il suo album più importante anche grazie al suo brano più noto: Take five.

La reale ideazione di Take five è variamente attribuita a Brubeck, Morello e Desmond, ma di fatto è quest'ultimo che ne figura come autore, sebbene sia a tutti gli effetti distintivo del quartetto. La versione "storica" del brano sarebbe stata seguita da dozzine di successive riprese e rivisitazioni, con formazioni successive e con alternanza di strumenti (Desmond è stato infatti anche un grande clarinettista). 
Time out, registrato agli 30th Street Studios di New York, contiene anche un altro conosciutissimo standard di Brubeck, Blue rondò à la turk (ispirato ai temi dello zeybeği, della tradizione turca) che insieme a Take five fu presentato su un 45 giri (uscito ad insaputa del quartetto mentre era in tournée in Inghilterra) che in brevissimo tempo superò il milione di copie vendute, primo caso nella storia discografica del jazz. Time out è il disco dei "tempi inconsueti" di Brubeck, andando dal 5/4 di Take five al 9/8 di Blue rondò à la turk, passando per il doppio valzer (Kathy's Waltz) ed episodici sprazzi di 4/4 delle altre composizioni; ed è anche l'album della batteria solista di Morello. Con Time out Brubeck inizia anche ad usare opere di arte contemporanea per le sue copertine, per questa usando un'opera di Neil Fujita.
Il quartetto rimase unito fino al 1967. Successivamente Dave Brubeck si dedicò alla composizione, scrivendo balletti, messe, oratori e cantate. 
Egli applicò con successo ed originalità alcune forme musicali della musica classica al jazz (come le fughe ed i rondo, ad esempio Blue rondo a la turk). Contribuì inoltre a diffondere i tempi dispari nel jazz degli anni cinquanta e sessanta (ad esempio Take Five che è in 5/4, Unsquare dance in 7/4, e Blue rondo a la turk in 9/8). Fonte : Wikipedia

 
Take Five è un brano universalmente conosciuto, tanto da essere impiegato nel cinema, alla televisione, per la pubblicità. 
Eccone un uso simpatico, associato ad un cartone della Pixar godibile e divertente:

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