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RICORRENZE: MAX ROACH

Post n°1729 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da pierrde

Maxwell Lemuel Roach (Newland, 10 gennaio 1924 – New York, 16 agosto 2007) è stato un batterista, percussionista e compositore statunitense.

È considerato uno dei più importanti esponenti del suo strumento nella storia del jazz. Sulla strada tracciata da Kenny Clarke, di dieci anni più anziano, Roach è stato uno dei primi batteristi a codificare lo stile della batteria bebop, offrendo un contributo determinante ai gruppi di Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Thelonious Monk, Coleman Hawkins, Bud Powell e Miles Davis.

Roach è stato uno dei batteristi preferiti di Charlie Parker, e ha partecipato a molte tra le incisioni fondamentali di Bird prendendo spesso assoli rivoluzionari per l'epoca: memorabile, per esempio, quello sul brano Ko-Ko, del 1945, vero punto di svolta del jazz moderno. Nel 1954 contribuì a creare lo stile Hard Bop mettendo in piedi un quintetto composto da Clifford Brown alla tromba, Sonny Stitt al sax tenore (poi sostituito da Teddy Edwards, Harold Land e infine da Sonny Rollins), Richie Powell al piano e George Morrow al contrabbasso.

Dopo la morte di Powell e Brown in un incidente stradale avvenuto nel 1956, Roach continuò a suonare in quintetto con Kenny Dorham, poi sostituito da Booker Little (che morirà a sua volta nel 1961 di uremia, all'età di ventitré anni) alla tromba, Rollins (cui subentrerà George Coleman) al sax tenore e Ray Bryant al pianoforte; in questo periodo Roach tentò di uscire dalle convenzioni Hard Bop utilizzando i ritmi in 3/4 (fino a quel momento usati in maniera sporadica nel jazz) e incidendo nel 1957 l'album Jazz in 3/4 Time.

 

Per il resto degli anni Cinquanta Roach incise per l'etichetta Mercury, abbandonando a un certo punto il sostegno armonico del pianoforte allo scopo di conferire maggiore libertà ai solisti. Tra i musicisti cui Roach, in questo periodo, ha dato l'opportunità di imporsi sulla scena del jazz vanno segnalati Donald Byrd, il trombettista Tommy Turrentine e il fratello sassofonista Stanley Turrentine, il trombonista Julian Priester, il giovanissimo tubista Ray Draper, che esordì con Roach all'età di sedici anni, i già citati Booker Little e George Coleman e i contrabbassisti Art Davis, straordinario virtuoso, e Bob Cranshaw.

In quegli anni, Roach ha dato spazio anche a giovani compositori che hanno poi avuto una brillante carriera: tra gli altri, il pianista Muhal Richard Abrams, la cui prima composizione (Lepa) è stata incisa dal quintetto di Roach nel 1959, e il contrabbassista Bill Lee, padre del regista Spike Lee.

Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid "We Insist! Freedom Now Suite", un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown Jr. e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, volutamente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella "lista nera" dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione.

Fa eccezione il disco Drums Unlimited che, oltre ad alcuni brani col suo gruppo regolare, presenta tre pezzi per sola batteria: questo servì a dimostrare, una volta per tutte, che la batteria è uno strumento a pieno titolo, in grado di suonare temi, variazioni e melodie. Questa esperienza venne ripetuta ed ampliata alla fine degli anni settanta con la fondazione di "M'Boom", un gruppo formato da soli percussionisti (in cui hanno figurato, tra gli altri, Roy Brooks, Joe Chambers, Omar Clay, Ray Mantilla, Warren Smith, Freddie Waits, Kenyatte Abdur-Rahman e Fred King) che ha inciso diversi dischi e compiuto molte tournée, soprattutto in Europa.

Nei primi anni Sessanta Roach ha inciso due importanti album per l'etichetta Impulse! Records, Percussion Bitter Sweet (con Eric Dolphy e Mal Waldron) e It's Time, che vede anche la partecipazione di un coro di sedici elementi. Negli anni Settanta ha poi fondato un quartetto, sempre senza pianoforte, in cui sono transitati musicisti di pregio come il trombettista Cecil Bridgewater, i sassofonisti Billy Harper e Odean Pope, i contrabbassisti Reggie Workman, Calvin Hill e Tyrone Brown. Spesso, negli anni Ottanta, ha unito al suo quartetto regolare un quartetto d'archi guidato dalla figlia Maxine Roach, che suona la viola.

Gli anni Ottanta e Novanta hanno visto Roach cimentarsi con una molteplicità di progetti: dischi per sola batteria; concerti e incisioni in duo, con Anthony Braxton, Cecil Taylor, Archie Shepp, Abdullah Ibrahim, Dizzy Gillespie, Mal Waldron e la pianista Connie Crothers, allieva di Lennie Tristano; performance multimediali, concerti con gruppi rap, musiche di scena per spettacoli teatrali (tra i quali uno di Sam Shepard) e molte altre attività.

Dal 1962 al 1970 Roach è stato sposato con la cantante Abbey Lincoln, presente in molti suoi dischi. Tra le innumerevoli registrazioni cui ha partecipato spicca Money Jungle (United Artists, 1962, oggi disponibile su Blue Note), con un trio composto da Charles Mingus e Duke Ellington: non un trio, un triumvirato, come mettono in evidenza le note di copertina dell'album.

Fonte : Wikipedia

 

Aggiungere ricordi personali su Max significherebbe portare questo post a lunghezze illeggibili: ho visto Roach innumerevoli volte, in gruppo, in duo, con il M'Boom Re Percussion, con il quartetto d'archi ed in solo, ed ogni volta è stata una emozione irripetibile.

Il ricordo più palpitante è sicuramente legato all'ultima volta. Al Teatro Manzoni di Milano il 16 gennaio 2000 per Aperitivo in Concerto Max si presentò in duo con Cecil Taylor. Due set separati e poi l'ultimo in duo. Ma se la musica come sempre fu magistrale, l'ingresso in scena di un Roach traballante sulle gambe faceva presagire poco di buono. La consapevolezza che poteva essere l'ultima volta aleggiava sulla sala ed il tributo di applausi non fu solo per un concerto strabiliante ma per un gigante giunto alla fine della sua avventura. Max sembrava esserne consapevole ed il suo sorriso triste me lo porto ancora nel cuore.

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