Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Track Listing: Sinks When She Rounds The Bend (No. 22); Hemorrhaging Smiles (No. 25); Forgotten Men In Silver (No. 24); Love In Eight Colors (No. 21); The Periphery Of Scandal (No. 23); That Old Sound (No. 27); Sea Cut Like Snow (No. 26); Deformed Weight Of Hands (No. 28); All The Clocks (No. 29).
Personnel: Mary Halvorson: guitar; Jonathan Finlayson: trumpet; Jon Irabagon: alto saxophone; John Hébert: bass; Ches Smith: drums.
Sono passati oramai diversi anni da quando la chitarrista fece la sua prima comparsa nei diversi gruppi di Anthony Braxton. Da allora di immutato è rimasto solo il suo look da liceale secchiona, mentre il suo stile si è impreziosito di prospettive nuove ed emozionanti e questo nuovo album, parte in quintetto e parte in trio, è la summa di un percorso che si fa man mano sempre più intrigante e personale.
Rispetto al precedente lavoro in quintetto, Saturn Sings del 2010, le composizioni sono più definite e meglio sviluppate, condensandosi in melodie e riffs di sicuro impatto. Un altro punto chiave è l'indeterminatezza in cui l'intero progetto si muove: molteplici le influenze ma nessuna prevale, cosicchè si passa da un tema post-bop al suo sviluppo in chiave avant-rock per poi chiudere con increspature free, senza peraltro mai trascendere nell'astratto.
Notevoli i compagni di avventura scelti dalla leader: Herbert e Smith costituiscono una sezione ritmica sinergica e imprevedibile, mentre Finlayson e Irabagon interagiscono nel progetto della Halvorson apportando colori taglienti e abrasivi e notevole freschezza dinamica.
Mentre i brani in trio sono più sperimentali e aperti con imprevedibilii e graffianti break della chitarra (su tutti Forgotten Man In Silver N. 24), quelli in quintetto sono più costruiti ma non per questo meno tonici e densamente ispirati (vedi Hemorrhaging Smiles N. 25).
Tra i molti album che in questi primi mesi del 2012 sono passati dal mio lettore questo è sicuramente uno dei più eccitanti. Mary Halvorson si conferma una delle attuali personalità di riferimento; la sua originalità come strumentista nonchè di arrangiatrice è in continua evoluzione creativa. Bending Bridgest suona spigoloso e profondo, comunicativo e feroce.
V A L U T A Z I O N E : * * * *
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Andrea Baroni
Fabio Chiarini
Roberto Dell'Ava
Franco Riccardi
Ernesto Scurati
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