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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Per chiudere il panorama delle opinioni sul Festival Jazz di Bergamo ecco la recensione del decano dei critici italiani, Franco Fayenz, comparsa ieri su Il Sole 24 Ore e che rieccheggia nei pareri quanto è gia' emerso nei commenti in rete.
Riporto alcuni passaggi che giudico significativi rimandando per la lettura integrale al solito link a fine post:
.....si è ripetuto per il secondo anno della direzione artistica di Enrico Rava quanto si era notato nel 2012: i collaterali mattutini e pomeridiani di Bergamo sono i concerti per gli intenditori, gli appuntamenti che tanti festival-fotocopia non osano proporre escludendo il Belpaese da eventi (appunto) che sono di grande interesse e non di rado i migliori ....
Il grande botto arriva nel pomeriggio successivo all'Auditorium. Lo fa il giovane trombettista Peter Evans. Per vari esperti italiani (a proposito di quanto si è detto sopra) si tratta addirittura di una prima assoluta, cd compresi, sebbene Evans ne abbia già licenziati a suo nome almeno sei o sette. Sono con lui i più noti John Hebert contrabbasso e Kassa Overall batteria. Evans si avvale di tecnica prodigiosa che gli permette i più audaci voli d'avanguardia, ma non è questo il punto. Espone temi ardui e li esplora oltre ogni limite possibile, frantumandoli, rovesciandoli, ricuperandoli ogni tanto qua e là e poi ricominciando da capo in altro modo. E non perde mai di vista le esigenze espressive e l'interplay con gli eccellenti compagni. Alla fine gli intenditori sono allibiti e felici, consapevoli di aver fruito del vertice insuperabile del festival.
di Franco Fayenz - Il Sole 24 Ore -
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