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SETTE DOMANDE A GIOVANNI BUSETTO

Post n°2957 pubblicato il 23 Agosto 2013 da pierrde

Giovanni Busetto è il direttore artistico di Ambria Jazz, il festival valtellinese giunto alla sua quinta edizione e appena conclusosi. Migliore definizione sarebbe factotum, perchè Giovanni cura praticamente tutti gli aspetti organizzativi, inclusa l'ospitalità dei musicisti.

Gli ho chiesto di fare un breve autoritratto prima di rivolgergli alcune domande. Ecco il testo:

 

Vivo a Ponte in Valtellina con mia moglie, la nostra casa è adibita a Bed &Breakfast, cosa che ci permette di offrire ospitalità agli artisti che invitiamo ma anche a turisti ed ospiti di passaggio nel Borgo. Tuttavia il lavoro che mi consente di sopravvivere economicamente mi impegna nel settore edile come decoratore. Non ho mai inseguito la ricchezza materiale, cerco invece una buona qualità di vita, piena di stimoli culturali che considero la unica vera ricchezza perseguibile.

Fin dall'età di 10 anni la musica è stata una colonna sonora costante, l'ho ascoltata in tutti i suoi generi, è cresciuta nel tempo appassionandomi a tal punto da mettermi in gioco nell'organizzare concerti ed eventi. Ricordo “Per voi giovani” e “Supersonic” che ascoltavo con regolarità sui canali Rai utilizzando una vecchia radio a valvole per proseguire i miei ascolti sui dischi in vinile che ancora conservo, le musicassette, i cd musicali. La mia forte curiosità mi porta alla lettura di musica, teatro, cinema... le informazioni arrivano da tutti i canali e sono sempre attento alle novità: ora le nuove tecnologie aiutano molto: il web è diventato uno strumento cui fatico a rinunciare. Verifico numerose informazioni ascoltando il maggior numero possibile di concerti, spesso fuori dalla Valtellina. Quindi costruisco i contatti con gli artisti con cui desidero lavorare coinvolgendoli in vari progetti del festival.


1) Raccontaci come nasce e quale difficoltà incontra un festival jazz in una provincia montana, lontano dalla città e con una tradizione culturale tutt'altro che aperta alle sperimentazioni e alle novità

 

Da anni lavoro per introdurre idee innovative nel panorama culturale delle nostre valli: un territorio ampio con poca popolazione come il nostro crea notevoli difficoltà nella diffusione e fruizione della cultura, per questo è necessaria una ricchezza di proposte culturali, in tutti gli ambiti. All'inizio del mio percorso di operatore culturale ho organizzato le ultime edizioni di FestTeatro (stagione teatrale di Tirano), esaurita questa esperienza è nata dentro di me la necessità di lavorare in campo musicale. L'idea del festival è arrivata dopo aver stretto alcune amicizie di rilievo in campo musicale e teatrale, Paolo Fresu è fra questi il più caro. Dopo aver accettato l'invito a partecipare come volontario al suo Time in jazz ho cominciato a conoscere il mondo della musica jazz (ma non solo), questa crescita è avvenuta in me con assoluta naturalezza e facilità di comprensione ed è cresciuta negli anni. Lo stimolo costante che ricevevo e continuo a ricevere frequentando questi ambienti mi ha fatto pensare che un laboratorio simile poteva essere proposto anche in Provincia di Sondrio, adeguandolo per contenuti ed offerta alle realtà locali. Lo chiamo laboratorio e non festival perchè dietro l'idea di organizzare determinati concerti c'è comunque una costante interazione con altre arti: teatro... danza... fotografia... lettura... Perciò non solo concerti ma installazioni dove non solo la musica è protagonista ma lo diventa tutto ciò che si può inserire in un contenitore così particolare. Credo che questa sia una delle idee vincenti del festival AmbriaJazz... ma non è la sola. Provo soddisfazione nel comprendere che il pubblico apprezza e mi sostiene, anche nelle mie follie....


2) Credo sia evidente che uno dei segreti di Ambria Jazz sia la squadra di volontari che hai assemblato. Come sei riuscito a motivare e far crescere una simile organizzazione ?

Ho cominciato avvicinando alcune persone che si sono rivelate appassionate di jazz e quindi maggiormente interessate a lavorare accanto ai musicisti, sono persone che si mettono in gioco condividendo idee e fatiche organizzative, spesso dedicando al festival giorni di ferie e permessi lavorativi, qualcuno mette a disposizione la propria macchina, qualcun'altro si paga l'alloggio quando in casa non ci si sta più. Una grossa parte di questi volontari non è valtellinese, tuttavia il contributo dei volontari locali non manca e prende altre forme che sono assolutamente indispensabili come la protezione civile, gli alpini e le proloco dei vari comuni che aderiscono al progetto, per noi sono importantissimi anche gli abitanti di Ambria che organizzano il pasto per tutti nel borgo che ci presta il nome: vederli commossi ai concerti mi apre il cuore. Tuttavia il gruppo ogni anno cresce e quest'anno qualche giovanissimo si è messo a disposizione faticando non poco nelle varie mansioni richieste. Una vera sorpresa sono stati i volontari che hanno acquistato il "giorno da staff" nella nostra raccolta fondi per il fundraising: sono stati bravissimi! Un grande lavoro viene svolto dai fotografi che con genio e bravura riescono ad arricchire di immagini meravigliose i siti web, sono molto apprezzate anche dai musicisti che raramente si vedono ritratti con tanta sensibilità in luoghi così particolari. Credo che il segreto stia nel rendere partecipi tutti al progetto, a me piace parlare al plurale perchè se il festival esiste e cresce di anno in anno, nel modo giusto s'intende, è grazie al lavoro enorme di ognuno, sia nei luoghi dei concerti che per rendere gradevole l'accoglienza agli artisti, vero punto di forza del festival.


3) L'aspetto economico di una manifestazione culturale è la garanzia di sopravvivenza e autonomia. Mentre il comparto pubblico si defila è sempre più difficile coinvolgere il privato. Raccontaci la tua esperienza

I comuni che partecipano alla rete di concerti sono interessati alla promozione culturale e a volte anche turistica del proprio territorio. Essi versano un contributo che, nonostante la buona volontà, purtroppo spesso non è sufficiente a finanziare l'evento che ospitano, a questo punto utilizziamo altri fondi raccolti con Fondazioni, Comunità Montane, Consorzio BIM,.... attraverso un lavoro capillare svolto nell'arco di tutto l'anno. Gli sponsor privati vengono coinvolti non solo come finanziatori ma come partner nell'organizzazione degli eventi. Un esempio significativo è ENEL Green Power che, fin dalla prima edizione, mette a disposizione la bellissima Centrale Boffetto nel Comune di Piateda impegnando il proprio personale nella serata proposta. Da 2 anni ci sostiene anche EdilBi SpA a Sondrio dove riusciamo a valorizzare l'azienda organizzando un concerto nello spazio antistante la loro sede e predisponendo sempre una mostra fotografica all'interno dell'esposizione. L'azienda mette a disposizione il personale per collaborare nell'organizzazione, offre un rinfresco, ci supporta con il loro ufficio stampa seguendo passo passo la comunicazione necessaria. Quest'anno è stato esposto uno striscione enorme sulla loro facciata ben visibile dalla SS.38: per noi è grande visibilità. Naturalmente più il Festival acquista risonanza più diventa proponibile la collaborazione con gli sponsor privati, qualcuno contribuisce in cambio della visibilità offerta nel sito web, qualcun altro è spinto da motivazioni diverse, non ultima la passione per la musica. Anche il nostro pubblico dimostra la volontà di contribuire al sostentamento di AmbriaJazz: una dimostrazione tangibile è stata la raccolta di fondi per il "progetto antipioggia" dove molti appassionati che seguono il festival hanno finanziato l'acquisto dei gazebi per garantire lo svolgimento dei concerti anche in caso di pioggia. Abbiamo raccolto più di 3000 € partendo con offerte da 5 € in su. Aiuto fondamentale è stato il sito www.musicraiser.com che ci ha supportato tecnicamente nella raccolta. E poi essere abituato a fare i conti sempre con pochi soldi acuisce l'ingegno e quindi ecco che lavorando in rete con altri Festival si possono dividere le spese dei voli, proponendo due date allo stesso artista si ottiene uno sconto...... con il volontariato e l'ospitalità domestica diventa possibile proporre un concerto in più... Ma non solo di finanziamenti economici vive il Festival: dobbiamo un forte ringraziamento all'amministrazione del Comune di Piateda che fin dalla prima edizione fa da capofila al progetto e mette a disposizione gli uffici amministrativi e il personale comunale. Parte fondamentale dell'organizzazione è l'Associazione Culturale Fortemente di Sondrio che supporta AmbriaJazz anche per alcuni importanti aspetti burocratici.


4) Il festival è cresciuto in maniera esponenziale, raggiungendo una notorietà che ha oramai valicato i confini provinciali. Facci un bilancio, artistico e umano, di queste prime 5 edizioni

Con l'ultima edizione si evidenzia in primis la fiducia che il pubblico ha riposto nel Festival partecipando numeroso e seguendo con costanza la manifestazione. La raccolta fondi per la copertura del palco (sarà per questo che quest'anno non ha mai piovuto) ha sortito anche un effetto pubblicitario ed un buon sito web ci ha aiutato molto nella diffusione delle informazioni. Non è da sottovalutare la pagina Facebook che ha avuto il suo ruolo, ancora una volta dobbiamo ringraziare i volontari che con buone idee e tanta costanza hanno fatto un lavoro ammirevole. Abbiamo numerosi contatti sia da artisti ed agenzie, sia da altri direttori artistici: sentono parlare di noi in altri festival o da musicisti già stati nostri ospiti. Anche i giornali sia cartacei che on line ci hanno dato maggiore spazio quest'anno ed abbiamo avuto Rai Tre e RTSI per alcune riprese. Questi particolari sono la conferma che il volano è partito e le aspettative cominciano a farsi più grosse. Tutto questo è grazie al lavoro degli anni scorsi, in cui gli artisti prima, durante e dopo le esibizioni hanno goduto delle dovute attenzioni. Curando nei minimi dettagli l'accoglienza, la qualità dei luoghi dove si esibiscono, ma anche il rispetto degli accordi contrattuali e la disponibilità di buoni tecnici, si produce una maggiore attenzione e sensibilità da parte dei musicisti che oltre ad essere riconoscenti attraverso una buona esibizione, diffondono voci positive nei riguardi del nostro Festival. Abbiamo cooprodotto dischi, spettacoli di teatro danza e teatrali, collaborato con molti festival sia italiani che starnieri, organizzato workshop fotografici con altre Associazioni Culturali e mostre parallele di fotografia e di arte, tutto a dimostrazione che ogni fondo che abbiamo a disposizione viene costantemente investito in progetti innovativi. In fondo quando parlo di laboratorio mi riferisco all'insieme di dettagli che comprendono umanità, contenuti artistici elevati, coinvolgimenti di tutte le arti, bellezze che il pubblico sa percepire e valorizzare. Ma anche la freschezza che i giovani coinvolti sanno offrire, le varie professionalità che intervengono, le modalità di comunicazione,..... Per questo motivo mi piace parlare al plurale, il merito non è assolutamente solo mio ma determinato da un grande lavoro di squadra in continua evoluzione.

5) In base a quale criterio scegli i musicisti che formano il cartellone di un festival? C'è un denominatore comune, una traccia, una motivazione artistica o le scelte sono effettuate in base a disponibilità e contatti personali ?

Senz'altro i contatti personali costruiti a Berchidda al Time in Jazz o in altri festival contribuiscono al programma proposto. Un aneddoto divertente, il responsabile dell'ufficio stampa del Time in Jazz sostiene che per capire quale sarà il programma dell'anno prossimo bisogna controllare quali artisti seguo al festival. Questo però è solo l'inizio: costruisco gli eventi valutando le proposte ed i progetti dei musicisti che ho coinvolto anche nelle edizioni passate, poi ci sono molti artisti che, sentendo parlare di AmbriaJazz si propongono, cerco di ascoltarli tutti, a volte è difficile escludere qualcuno. Anche in valle ci sono buoni progetti di musicisti vicini a noi, cerco di prenderli in considerazione ed inserirli nel programma. In primis a guidarmi nella scelta rimane la qualità dei progetti con un occhio molto interessato alle possibili contaminazioni tra i generi musicali. Il festival appena concluso ne è un esempio piuttosto chiaro.


6) In questi 5 anni di festival quali sono stati i concerti ed i musicisti che più ti sono rimasti nel cuore?

Difficile distinguere quale sia stato meglio di altri, quest'anno il progetto di Godard e poi Hamid Drake e Pasquale Mirra senza escludere il weekend con Max de Aloe sia in miniera che negli altri set. Le scorse edizioni su tutte la sorpresa di avere Paolo Fresu ospite con gli Alborada a Chiuro, ma anche Brass Bang! a Sondrio, i due progetti di Bearzatti su Tina Modotti e Malcolm X, Paolo Angeli con la sua strana chitarra...

 

7) Prescindendo dai costi, chi ti piacerebbe invitare ad Ambria Jazz ?

Uri Caine con le sue fantastiche Variazioni Goldberg o in Think con Paolo Fresu ed Alborada, oppure poter invitare artisti stranieri quali Nguyen Lè, Dhafer Youssef, o progetti complessi come Liberetto di Lars Daniellson, pianisti ecclettici come i polacchi Leszek Możdżer e Marcin Wasileski, l'italiano Giovanni Guidi, artisti nordici come Jan Garbarek o trombettisti come Tomazs Stanko, il potente Nils Petter Mollvar o il libanese Ibrahim Maalouf e perchè no, un bel quartetto americano come Joshua Redman appena conosciuto a Berchidda. Altro sogno è coinvolgere Giovanni Sollima con i suoi 100 violoncelli o Mario Brunello per non parlare solo di stranieri. E poi... le idee sono tante...

 
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