Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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La citazione iniziale è una delle più famose di Frank Zappa che di sicuro se ne intendeva, anche se si riferiva a stagioni ormai lontane. Negli ultimi mesi però su siti, forum e stampa statunitense si fa un gran parlare di una presunta crisi della musica jazz. Secondo un sondaggio la percentuale delle persone che negli ultimi cinque anni ha assistito a festival o a concerti jazz è diminuita di diversi punti in percentuale ( dal 12 al 8 per cento degli intervistati) e contestualmente è salita l'età media di coloro che hanno partecipato ad eventi jazzistici (da 44 a 48 anni). Ammesso che il sondaggio sia veramente significativo non credo che la situazione sia la stessa da questa parte dell'oceano. Nonostante la crisi economica abbia colpito pesantemente, l'estate scorsa ha visto l'ennesima fioritura di rassegne e festivals, da quelli storici e consolidati fino ai più piccoli e senza pretese. Prendo come indicativa la situazione a Milano, la città a me più vicina e per me punto di riferimento indispensabile. Da diversi anni la stagione invernale è contraddistinta dalle ottime programmazioni di due storiche rassegne: Atelier Musicale e Aperitivo in Concerto. A queste si sono aggiunte la rassegna Mi.To con interessanti proposte, Avant Jazz al Pim e Ah-Um Festival dedicate all'avanguardia e Lampi a Monza con ottimi protagonisti italiani e non. In più c'è il fiorire di nuovi spazi e locali dove è possibile ascoltare jazz dal vivo. Qualche tempo fa avevo postato un significativo articolo tratto dal Corriere della Sera con nomi ed indirizzi. Buon ultimo ecco il Blue Note, un locale del quale non condivido filosofia e programmazione standard fatta di fusion e di musica leggera nel vero senso della parola. Ma in questo squarcio di stagione il locale ha proposto anche ottimi nomi, da Ahmad Jamal a Bill Frisell, il trio di Corea e Brad Mehldau. In conclusione, mai come in quest'ultimo periodo la scelta è stata cosi' ricca e variegata. Dopo i lunghi e vuoti anni 90', la chiusura del Capolinea e lo smantellamento del Teatro Ciack, Milano sta vivendo un nuovo interesse per la musica jazz, anche se da troppo tempo manca un Milano Festival Jazz che condensi e racchiuda i nuovi fermenti.
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Andrea Baroni
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