Mondo Jazz

Mi pare che soprattutto in Italia l'elezione di Obama venga vista come una vittoria di una Sinistra europea (ho trovato e trovo patetico il tentativo di molti politici italiani di appropriarsi di Obama); mi pare evidente una mancata conoscenza, da noi, della cultura americana (così come da noi si è ignoranti su molti altri) e una concezione degli Stati Uniti, anche sotto Bush, che è tragicomica. Questi sono, purtroppo, gli effetti tardivi delle ideologie: ahimè, in Italia, Sinistra e Destra condividono spesso gli stessi nemici (basti considerare l'antisemitismo e l'antiisraelismo dilaganti, e, non ultimo, l'antiamericanismo livido). Il trionfo di Obama rappresenta la fine dell'influenza europea, è l'ultimo tassello della perdita di centralità europea, è la fine, ringraziando il cielo, dell'uomo bianco e del suo strapotere, del suo imperialismo e colonialismo. Già da decenni avanzano, negli Stati Uniti (che ancora rimangono il principale centro culturale del pianeta) le nuove generazioni del meticciato, che sono diventate le élite della nazione, che hanno saputo interagire con il potere bianco di origine europea, sostituendolo in molti posti chiave. E Obama li rappresenta adeguatamente, ben più di altri, forse perché, ricordiamocelo, non è di ascendenza africana-americana tradizionale. Suo padre, peraltro assente per quasi tutta l'esistenza del figlio, era kenyota, non un discendente di schiavi americani. Obama ha vissuto ed è avanzato all'interno del mondo bianco e oggi si rivolge quegli africani-americani che altro non vogliono che essere americani, partecipare all'American Dream. Ricordiamoci che la sconfitta del Black Panther Party non fu dovuta tanto alle persecuzioni di Edgar J. Hoover e di altri, ma alla mancata presa popolare del maoismo-leninismo della parte più militante del partito.