Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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E ORA LIGABUE ALLA SCALA
Sono appassionato di musica classica e ne ho scritto per anni, ma credo che a questo punto smetterò di aspettarmi ancora qualcosa dal mio Paese e dalle mie istituzioni. Il discorso è lungo, ma pietra tombale ne sarà il concerto di Natale che si terrà domani in Senato con tanto di diretta televisiva: perché protagonista, ebbene sì, ne sarà il pianista Giovanni Allevi. Ora: chi sa ha già capito. Chi non sa, e lo dico moderandomi, dovrebbe sapere che Allevi sta alla musica classica come Adriano Celentano sta alla filosofia teoretica.
Qualsiasi residuale competente, ciò che forse è estinto dalle parti del Senato, sa che stiamo parlando della versione italiana di un genere di musica minimale, facilona, da aeroporto o da ascensore, priva di elaborazione e sviluppo, qualcosa di amatissimo dagli ascoltatori da aperitivo che alla quarta nota trovano una musica già troppo difficile. Senza cattiveria: è musica pop, easy listening, una costruzione di marketing che dovrebbe ingannare i gonzi (anche se i gusti son gusti, bla bla) e però dovrebbe andare a Sanremo, non dissacrare un luogo dove hanno diretto Lorin Maazel e Riccardo Muti. A proposito: Allevi in Senato dirigerà un’orchestra. Dettaglio: ha imparato quest’anno, ma ha detto che ha studiato i grandi maestri su Youtube. Non è una battuta. Buon ascolto. (F.Facci) http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=315938#1
Far musica al Senato è stata un’emozione travolgente. Ho sentito su di me il peso della storia e della tradizione: della nostra storia repubblicana ma anche della tradizione musicale del concerto di Natale. I miei predecessori sono stati artisti importantissimi, da Accardo a Maazel a Muti, per citare solo in parte. Quindi ho vissuto questi momenti con una grande partecipazione emotiva, quasi fisica; e con un sentimento di panico, non nel senso di timore ma di forza vitale.
E subito ho avuto una sorpresa nella direzione dell’Inno d’Italia, che lì per lì poteva essere considerato per me il brano meno impegnativo tecnicamente. Invece dirigerlo in quel luogo è stato un colpo al cuore: mi ha dato la carica anche perché ho visto la fierezza sui volti dei musicisti dell’orchestra “I Virtuosi italiani”. È scattata una magia che mi dato anche la spinta per mettere tutta l’anima nell’omaggio al grande Puccini.
Ho scelto di cominciare il programma delle mie composizioni con Whisper dal ritmo in 5/4 perché rappresenta un po’ un pezzo emblematico: di rottura e al tempo stesso di continuità con il passato, e dunque il segnale di una musica che vuole parlare di questa nostra epoca tormentata ma insieme piena di slanci positivi. Il nostro tempo raccontato con gli strumenti della tradizione:l’orchestra sinfonica che si esprime secondo canoni e forme stratificate nei secoli.
Il fatto che abbia eseguito un unico pezzo per pianoforte solo, Come sei veramente, era un modo per esaltare il lavoro di gruppo, l’idea di condivisione. Non per niente nella parte centrale di Foglie di Beslan, gli archi mi hanno regalato un “pianissimo” di grande intensità. Anche questo significa la fortuna di avere vicino persone di grande talento.
So che c’è stato un incasso di 40.000 euro che andrà all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù: io sono stato solo un pretesto di questo meraviglioso risultato. Al termine ho ricevuto con piacere i complimenti del Presidente Napolitano e delle altre autorità, ma un’altra sorpresa è venuta quando sono uscito da Palazzo Madama e ho trovato ad aspettarmi gente che aveva sentito il concerto in tv e voleva ringraziarmi. Ci ho visto, per una volta, un collegamento diretto tra il mondo delle istituzioni e la vita della gente comune. E niente poteva farmi più felice. (Giovanni Allevi) http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=39350&sez=HOME_SPETTACOLO
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