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AL VIA IL 31° FESTIVAL DI CLUSONE

Post n°1866 pubblicato il 15 Giugno 2011 da pierrde

 


Non servono particolari sforzi per immaginare quali possano essere le difficoltà che un'associazione come la nostra incontra nel promuovere un'iniziativa che ha sempre raccolto molti elogi, ma anche pochi finanziamenti pubblici. E con il clima d’incertezza che aleggia … organizzare questo festival è diventato pressoché proibitivo.
 Comunque ci abbiamo provato e a spingerci a dar vita anche a questa 31^ edizione sono state la passione, che contraddistingue il lavoro di chi da sempre si fa carico di tutto quanto ruota intorno al festival, e la presunzione che il CLUSONE JAZZ FESTIVAL rappresenti un patrimonio da salvaguardare.
 Il “JAZZ AWARDS 2010”, promosso tra i lettori dalla rivista JAZZit, colloca il Clusone Jazz al 4° posto tra i festival italiani più apprezzati (pare che in Italia ne siano stati censiti più di 400): un risultato insperato, che gratifica l'impegno militante nel diffondere questo genere musicale dall'ormai lontano 1980.Ed allora, benché alcune istituzioni continuino a non accorgersi dell'importanza e del significato che questa manifestazione riveste sul piano della crescita culturale, il CLUSONE JAZZ FESTIVAL cerca di mantenere alto il profilo e non demorde.
Fonte: www.clusonejazz.it/Presentazione

Poche parole per commentare quello che Livio Testa spiega con abbondanza di dati: se si va a vedere la programmazione del festival di alcuni anni fa è evidente la contrazione di concerti e di date.
Deve essere avvilente trovare la porta chiusa dalle istituzioni e la rinuncia degli sponsor per chi dedica da un trentennio il proprio tempo e le proprie energie alla organizzazione di uno dei più importanti festival italiani, e, lasciatemelo dire, in un periodo in cui molti altri festival si contraddistinguono per un cartellone virato sul pop, sicuramente uno dei più coerenti e stimolanti per scelte artistiche.
Spero che gli amici di Clusone trovino la forza (e magari anche qualche nuovo sponsor) per continuare. Una loro eventuale rinuncia avrebbe un significato amarissimo per tutti gli appassionati.
Ancora due parole sul programma (vedibile cliccando il link alla fine del post): finalmente un festival di livello internazionale che si accorge degli Enten Eller (non poteva che succedere a Clusone), e poi molti grandi ospiti, alcuni decisamente degli amici del festival (Bennink e Moore) per non parlare di Ravi Coltrane e dei molti, ottimi, musicisti italiani.

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 23/06/11 alle 12:29 via WEB
Ho letto il pezzo al link e mi pare si confermi almeno in parte quel che sostenevo, ossia che il quadro presentato da Testa è quello di chi si autoloda rimarcando di avere contro l'ambiente giudicato implicitamente ottuso, non collaborativo etc.etc. Peraltro l'episodio citato dei villeggianti anziani che prendono un brodino è sintomatico di un approccio snobistico sempre mantenuto e che ha fatto incavolare per decenni anche gli abitanti della zona. Trovo tipicamente provinciale il mettersi su un piedistallo culturale rispetto all'ambiente in cui si opera e d'altro canto non si capisce come con un tale approccio si possa ottenere collaborazione e condivisione. Direi che è un problema di comunicazione e di marketing, come minimo cui una organizzazione dovrebbe a mio avviso prestare maggiore attenzione. Io credo che la capacità di dialogare debba essere di ambo le parti e non mi risult che l'organizzazione di Clusone Jazz eccella in questo, ma magari mi sbaglio. Mi ricordo che nel 1999, se non erro, suonò Mehldau in trio, e per tutto il concerto fu disturbato da un bar in prossimità della Piazza dell'Orologio che teneva apposta la radio accesa. Una cosa patetica e abbastanza vergognosa troppo semplicisticamente liquidata da Testa sul palco come una forma di maleducazione e menefreghismo del barista. A me sembrava una chiara ripicca e un contenzioso che forse andava risolto per tempo in precedenza. E' solo un esempio questo. Il fatto che non si riesca nemmeno a risolvere beghe condominiali con i concittadini chr si permettono certe "asinate" tipiche di certi seriani di mia conoscenza è sintomatico del modo di coltivare i rapporti con l'ambiente. Fare una proposta culturalmente ed artisticamente così ricercata in un ambito così provinciale e sprovveduto culturamente ha dei rischi che con i decenni si poteva tentare di affrontare se non di risolvere invece mi pare si sia sempre cercato di rimarcare la distanza culturale tra festival e cittadini o compaesani. Mi sbaglio? Può essere... Poi nel pezzo si dice chiaramente che la linea del festival è quella di puntare sui nomi dell'Europa, ok, legittima scelta, ma secodo me è stato proprio questo l'errore. Peraltro ultimamente i nomi più che europei sono diventati quasi tutti solo nazionali. alcuni validissimi come Falzone, ma altri meno. Se si è convinti che le novità jazzistiche da proporre siano oggi quasi esclusivamente quelle europee si fa una precisa scelta, che io per esempio, come molti altri appassionati di mia conoscenza non si condivide e secondo me si commette in ambito jazzistico un grave errore proprio sul piano della divulgazione artistica e culturale in merito. Ripeto, bisognerebbe fare anche qualche analisi autocritica e nel pezzo non se ne vede nemmeno l'ombra: tutti bravi e se le cose vanno male dipende dal mondo cinico e baro...non condivido, mi spiace,più nel metodo che nel merito.
 
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