Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
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violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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La domanda l'ha posta Rosanna Forman, autrice del Boston Jazz Blog, e subito l'incendio è divampato sui blog e sui siti americani. Moltissime le risposte, da musicisti e dagli stessi critici, ma anche da semplici lettori o bloggers.
Patrik Jarenwattananon di A Blog Supreme ne ha fatto un post che ha raccolto molti e interessanti interventi e al quale rimando i lettori interessati:
http://www.npr.org/blogs/ablogsupreme/2011/08/26/139980583/what-you-said-about-jazz-critics
Molti hanno sottolineato la non congruenza della domanda, posto che difficilmente i critici d'arte sono a loro volta degli scultori, quelli cinematografici non sono dei registi o quelli di danza dei ballerini. Altri hanno sottolineato come prima ancora di saper suonare, un critico che volesse recensire dovrebbe avere competenza anche nella scrittura.
La risposta nella quale mi riconosco maggiormente è però quella di Tim del blog Music and More, che dice testualmente:
I have no technical knowledge of music whatsoever, so if you catch me using musical terms in the wrong context please forgive me. Music, for me, is a purely emotional response, and I use this blog as a musical diary, to write about the music I listen to and enthuse about the music I like.
Ed è cosi' anche per me, non sono un critico, non suono e non leggo la musica, sono solo un appassionato che esprime il proprio amore per la musica scrivendone e cercando di trasmettere la stessa passione.
E' il motivo per il quale parlo esclusivamente di album che mi sono piaciuti e mai di quelli che non ho apprezzato. Credo sia anche una forma di rispetto verso il lavoro del musicista, perchè a nessuno piace essere criticato indipendentemente dai toni e dalle valutazioni.
L'ultimo esempio di quello che dico lo leggo proprio oggi sul sito di Gerlando Gatto: una recensione di un album di musicisti italiani ha provocato la reazione di uno di loro. I toni di Gatto non erano offensivi ne particolarmente critici, si limitava a dire quello che pensava, giusto o sbagliato. La reazione è più veemente, lascio ai lettori interessati il giudizio e rimando al link.
Anche a me è capitato tempo fa di avere una reazione da parte di un musicista italiano. Il bello è che ne avevo parlato in toni più che lusinghieri, si trattava del concerto dal vivo di un noto pianista e del suo gruppo, e nel commento dicevo che il set era stato molto coinvolgente anche se l'album appena uscito con lo stesso progetto si avvaleva di grandi maestri americani (mica nomi di secondo piano, si trattava di di Haden, Motian e Potter), e di conseguenza il livello era ancora più alto.
Apriti cielo, accusato di esterofilia e di poca considerazione verso i musicisti italiani ho pensato bene di pesare al massimo le parole e le valutazioni e di evitare il più possibile qualsiasi forma di polemica gratuita.
Tutti i link:
http://jazzandblues.blogspot.com/search/label/commentary http://www.bostonjazzblog.com/2011/08/21/do-jazz-critics-need-to-know-how-to-play-jazz/
http://www.online-jazz.net/wp/2011/07/16/i-nostri-cd-43/?page=3
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