Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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La trasmissione è Superquark, l'anno il 2005. Allora Francesco aveva sedici anni. Sempre in quell'anno Antonio Terzo lo intervistò per Jazzitalia :
http://www.jazzitalia.net/articoli/int_francescocafiso.asp
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, da enfant prodige Cafiso è divenuto musicista adulto a pieno titolo, parte integrante del migliore jazz italiano, producendo album interessanti e diventando ispiratore e direttore artistico del festival della sua città.
Gian Mario Maletto all'interno della rubrica Carta Stampata sul numero di ottobre di Musica Jazz riporta larga parte di un blindful test comparso sul numero di giugno di JazzTimes e che vedono Cafiso alle prese con l'ascolto dei migliori altosassofonisti di ieri e di oggi.
Il nostro si trova perfettamente a suo agio con i musicisti a cui fa riferimento riconoscendoli facilmente, con l'unica eccezione per Art Pepper che non ha individuato, e fa perfino menzione di stima per Ornette Coleman ("in lui si può ascoltare Parker"), stilisticamente alquanto lontano dal suo mondo.
Simpatica la battuta all'ascolto di Koko di Charlie Parker (Pensavo di essere io....) ma appena le proposte virano verso i contralti delle penultime e ultime generazioni (Threadgill, Zenon, Mahanthappa) cala il buio profondo.
Personalmente ho avuto modo di ascoltare e ammirare Francesco in un paio di occasioni. Impressionato dal controllo e dalla padronanza dello strumento non ho potuto però non rimarcare il confine che si è autonomamente (e legittimamente) attribuito, giungendo stilisticamente a raggiungere le due generazioni che l'hanno preceduto senza però procedere oltre.
Cafiso è molto giovane ed ha tutto il tempo di progredire, cosi come ha il diritto di suonare post bop per tutta la vita. Da semplice appassionato mi piacerebbe vederlo alzare l'asticella, cercare nuove sfide e nuovi stimoli non solo negli eroi del passato.
Non è una critica, è una proiezione di una mia idea su un giovane musicista che, al di là degli stili di riferimento, apprezzo sinceramente.
Invito tutti gli interessati a leggere la lunga e succosa rubrica di Maletto sul numero di ottobre di Musica Jazz.
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