Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Cosa ascoltano gli scrittori quando scrivono, e cosa scrivono quando parlano di musica? È vero che la musica riesce a toccare corde emozionali precluse al romanzo e alla poesia? O è vero il contrario? Quali sono i rapporti tra letteratura e musica?
E soprattutto: se sulla classica e persino il jazz non ci sono dubbi, il rock e le sue filiazioni, che rappresentano una parte importantissima della cultura musicale del secondo Novecento, si può dire che siano arte? Un aiuto, nel rispondere a queste e altre domande sui misteriosi intrecci tra musica e narrativa contemporanea, lo offre il libro del giornalista e critico musicale Pierluigi Lucadei Ascolti d'autore (Galaad, pagg.176, euro 14) che raccoglie 25 interviste irriverenti a scrittori italiani e stranieri, tutti nati dopo il 1950.
Un libro molto divertente e curioso (e illuminante sulle invidie che corrono tra scrittori e musicisti) leggendo il quale si scopre che:
A proposito dei romanzi scritti dalle rockstar. Niccolò Ammaniti: «Sono scritti male, fatti per un pubblico di adoratori». Nicola Lagioia: «Sono scarsi. Ce n'era uno bravino, Boris Vian, ma anche lui non arrivava al tallone di quelli veramente bravi. E le case editrice che li pubblicano? Fanno schifo anche loro, ma fanno fare i soldi». Alcide Pierantozzi:
«Sono libri che nella maggior parte dei casi servono agli editori per far quadrare i bilanci».
JOE R. LANSDALE Domanda: «Suoni qualche strumento?». Risposta: «Il lettore cd».
Nicola Lagoia dice una cosa che ho sempre pensato, e mai osato dire, e cioè che far passare i cantautori per poeti è un'enorme stronzata. Domanda: «C'è una band italiana di cui ammiri le liriche?». «Sì, se ci metto sotto la musica. Altrimenti le liriche da sole non reggono proprio letterariamente. Comprese quelle di Fabrizio De André. Da sole: prova a metterle accanto a una lirica di Campana, di Montale, di Eliot, di Pound. Ovvio che non c'è paragone».
Lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes: «Se mi piace il rock italiano? Meglio parlare di tarantella. I rocker italiani sono una minchiata colossale, una volgare imitazione di quello che dovrebbe essere il carattere del rock. C'è più rock in una pasticceria».
Arriverà mai il momento in cui in Italia la musica non verrà più considerata di serie B? «In Italia tutta la cultura è considerata una cosa di serie B» (Niccolò Ammaniti).
Leggi l'articolo completo qui:
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/classica-jazz-rock-e-pop-letteratura-ascoltare-1032908.html
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