Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi di Giugno 2009
Post n°1270 pubblicato il 30 Giugno 2009 da pierrde
www.mcarthurglen.it/serravalle Certamente ci sono molti altri appuntamenti, ma o mi sono sfuggiti, o non esiste un sito in rete (ad esempio Iseo Jazz) o ancora non c'è un programma definito. Auguro a tutti buona musica e anch'io mi prendo un pò di ferie sperando di incocciare in qualche buon concerto in giro per l'Italia. Arrivederci a dopo la metà di luglio. |
Ad una situazione logistica a dir poco precaria è seguito un concerto meraviglioso. Questa in sintesi la serata al Santuario del Lavello, sulle sponde dell’Adda, a Calolziocorte. Nell’ambito del festival jazz itinerante di Clusone era di scena il trio Arcoluz di Renaud Garcia Fons rinforzato dalla fisarmonica di Luciano Biondini. Produzione originale del festival, sulla scia dell’ultimo album deL trio che vede la presenza in diversi brani di David Venitucci all’accordion. Il quartetto ha sciorinato feeling ed intesa, confermando tutte le belle sensazioni rilasciate dall’ascolto de La linea del Sur che è stato riproposto praticamente per intero. La pioggia caduta fino a poco prima dell’inizio ha costretto gli organizzatori a rinunciare al magnifico chiostro e a ripiegare nella sala congressi del santuario. Peccato che lo spazio fosse sufficiente solo per un centinaio di persone, metà delle quali in piedi, e che le finestre dovessero essere tenute ben chiuse per evitare il chiasso proveniente dalla vicina discoteca. Con una temperatura vicina a quella di un hamman i musicisti non hanno mostrato disagio, suonando due set infuocati e concentratissimi. Ha iniziato il trio, confermando l’omogeneità raggiunta in anni di lavoro comune, sfoderando grinta, classe e grandissima tecnica. L’inconfondibile suono del contrabbasso a cinque corde del leader, ora simile al violino, ora violoncello, ha scandito brani dal ritmo infuocato. La seconda parte del concerto, con la presenza di Biondini, ha esaltato l’aspetto lirico oltre a quello ritmico. Magnifiche per lirismo e dolcezza malinconica le esecuzioni di Agua Dulce e Gare Saint Charles. Una musica che mentre scaldava il cuore riempiva contestualmente la mente. Una perfetta quadratura del cerchio, a dispetto di strumenti affatto usuali in un contesto jazzistico. Della musica afro-americana il gruppo ha preso la piena libertà di movimento, affrancandosi poi da quella primigenia influenza flamenca per esplorare le musiche del sud del Mediterraneo. La chitarra classica di Kiko Ruiz e le percussioni di Pascal Rollando si sono alternate nel ruolo di solista al contrabbasso prevalentemente archettato. L’ingresso di Biondini ha completato e allargato gli orizzonti espressivi. Musica che trae ispirazione dal folklore popolare e che diventa colta naturalmente, mantenendo una formidabile spinta ritmica. Grande notte sulle sponde dell’Adda. |
Post n°1267 pubblicato il 25 Giugno 2009 da pierrde
Già ho parlato di questo libro, ad opera di Filippo Bianchi attuale direttore di Musica Jazz, ma mi piace tornare sull'argomento grazie a questo video pescato su You Tube ma sopratutto grazie all'attualità degli scritti raccolti nel volume nel corso di un arco temporale di circa un trentennio. Un opera di grande valore in cui vengono esaminati molteplici aspetti della musica afro-americana con rigore e chiarezza. Impossibile non condividerne le opinioni, argomentate con sobrietà e competenza, difficile resistere alla tentazione di citarne almeno un passo cosi' illuminante sulle scelte contemporanee: Perfezionare una tradizione, piuttosto che estenderla: è una ricorrente ossessione del mondo del jazz, una delle cause certe della sua marginalità e subalternità culturale. Da un lato l'establishment accademico ha messo in mostra quella che Luigi Nono definiva la "scarsa disposizione a intendere l'altro, il diverso, il conflittuale". L'establishment del jazz, per contro, ha risposto nientemeno che con l'incomprensione dell'essenza stessa dell'oggetto. Che è invece quella di essere mutevole, irripetibile, e quindi bisognoso di regole proprie, anomale. La coincidenza fra elaborazione ed espressione è ciò che rende questa musica unica, e degna di considerazione. Storicizzarla in un improbabile "classicità" significa ucciderla, privarla del suo senso più profondo. E' il vecchio e sempiterno equivoco per il quale la scrittura è cultura, e la tradizione orale è folklore.
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Post n°1266 pubblicato il 24 Giugno 2009 da pierrde
Giovedì 2 luglio Nicky Nicolai e Stefano Di Battista c/o Spazio 16 (ingresso gratuito) ”Quest’anno – ha dichiarato l’assessore Giovanni Terzi – il Milano Jazzin’ Festival si pone come punto di incontro tra tradizione e sperimentazione. Una riscoperta di antichi valori musicali, come quelli della taranta, e al tempo stesso una commistione di generi che regaleranno forti emozioni al pubblico di questa terza edizione”. Sarà, ma a me pare un programma nettamente meno interessante dello scorso anno, con un tripudio di musica e musicisti a la page ma di nessunissima sostanza. Due, dico due, concerti jazz ( e allora cambiamo il nome !), vecchie glorie buone solo per il dopo partita scapoli/ammogliati e un sacco di DJ Set che neanche se mi pagassero …..Purtroppo è una tendenza generale, e non solo di oggi: leggevo su un blog francese una accorata denuncia di un appassionato, che, programmi dei festival alla mano si chiedeva giustamente dove fosse finito il jazz visto che nei luoghi deputati ce n’è solo traccia. Jazzofili di tutto il mondo unitevi: qui cercano di spacciare per Barolo d’annata quello che invece è Castellino nel tetrapak….. |
Il funerale di Hugh Hopper, bassista dei Soft Machine scomparso lo scorso 7 giugno, si terrà giovedi' 25 giugno prossimo nel Kent, presso il Deerton Natural Burial Ground, con cerimonia di rito buddista tibetano. L'ultima intervista di Hopper, ad opera di Enzo Boddi, apparsa sul numero di maggio di Musica Jazz è ora leggibile in rete cliccando qui . Sempre in rete sotto forma di mp3 è possibile ascoltare Alessandro Achilli su Radio Popolare nella trasmissione Prospettive Musicali del 14 giugno. La puntata era dedicata a Hopper con diversi brani del bassista e alcuni tratti dall'album appena uscito per Rai Trade di Robert Wyatt: http://tinyurl.com/euf8e |
Qualche giorno fa ho parlato del festival londinese, quest'anno sotto la direzione artistica di Ornette Coleman, e ora dalla rete compaiono i primi video che mostrano parte dei concerti. Qui vediamo all'opera la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden con ospite Robert Wyatt. Molti articoli sull'importante festival sono comparsi sulla stampa inglese. Ecco qui alcuni link dove leggere le impressioni dei giornalisti d'oltre Manica: - "Charlie Haden is a survivor" (London Evening Standard 22 June). http://londonjazz.blogspot.com/2009/06/live-charlie-haden-bad-plus.html VideoLiberationMusic/RobertWyattRabodeNube |
Post n°1263 pubblicato il 21 Giugno 2009 da pierrde
Un pò di ironia per spezzare il muro di silenzio dei telegiornali di regime sulle frequentazioni licenziose del signor B. Roma sulla strada di Teheran ? Nooo, Papi come ayatollah è troppo gaudente. E poi si è fatto "crescere" i capelli non la barba... Infine, mentre Khamenei è un dittatore volto alla tragedia, il nostro è un caudillo da operetta. La vignetta è tratta dal sito www.insertosatirico.com al quale rimando per .....approfondimenti ! |
Post n°1262 pubblicato il 20 Giugno 2009 da pierrde
Quando provai ad aprire un blog, era la fine del 2005, mi parve naturale provare con Libero. Ero, e ancora sono, in parte sconcertato e in parte affascinato da questo mezzo mediatico: diciamo pure che la stragrande maggioranza dei blog è puro sfogo (pre e post adolescenziale), senza costrutto e senza futuro. Niente o poca cultura, toni abbastanza surriscaldati ed argomenti modesti, raramente oltre il cantante o la notizia del momento. Per me inconcepibili i blog a tema sportivo: mi basta e mi avanza il bombardamento mediatico di giornali e televisioni. Noiosi quelli a luci soffuse: ammesso che interessi l'argomento, dopo poco la minestra si fa insipida. Palestra di esibizionismi spesso a sfondo razzista e di sterili polemiche quando il tema è politico, insulsaggini a go-go se lo spazio si occupa di musica, letteratura o cinema. Non sopporto i blog glitterati, il vogliamoci bene zuccheroso e lontano dalla realtà, il chiacchiericcio, il puro cazzeggio. Sono un blogger atipico: credo che la quantità dei numeri sia sempre a discapito della qualità dei contenuti.Trovo sempre imbarazzante riscontrare che Coltrane o Angelopoulos siano sconosciuti ai più. Non mi piace per niente la maniera del “nostro” provider di porgere le notizie, quel tono a metà tra il voyeuristico pruriginoso e il finto scandaloso. Non amo ne comprendo le classifiche, anzi le trovo particolarmente improbabili e finte. Non condivido la tolleranza verso blog offensivi della libertà di pensiero o dichiaratamente nazi-fascisti. Spesso ho pensato di cambiare aria, ma non mi sono mai illuso di trovare qualcosa di differente da altre parti, per cui ho preso atto dei limiti dello strumento scelto. Probabilmente sarei più adatto a lavorare in un sito musicale, cosa che per’altro già faccio, che non a gestire un blog dal taglio più giornalistico che colloquiale. Non amo la chiacchiera fine a se stessa ne la polemica che non porta da nessuna parte. Preferisco nessun commento a commenti inutili. Bilancio disastroso ? Solo in parte. In mezzo alle inutilerie ci sono pochi splendidi spazi ben gestiti e piacevolissimi da leggere che pareggiano le copiose insulsaggini. Purtroppo i più resistono pochi anni, e ne capisco benissimo le motivazioni. Curare con attenzione e rigore un blog è lavoro faticoso, non pagato e senza nessun tornaconto. Potrei fare un piccolo elenco di bloggers dei quali ero diventato affezionato lettore e che non ci sono più. Me ne rimangono un pugno e raramente mi capita di aggiungerne qualcuno di nuovo. Non credo certo che i blog di Libero siano i 150mila e oltre che vengono sbandierati: quelli "vivi" sono molti, molti meno. Quelli aggiornati con regolarità una fetta di gran lunga ancora meno consistente. Quelli interessanti, almeno per me, poche decine. E' solo il mio parere, certo, e non ho pretese di verità rivelate. Cerco di gestire il mio spazio con rigore e passione. So di avere una audience molto limitata visto l'argomento che non concede appigli ai non iniziati. Non mi interessano i numeri, scrivo per puro divertimento e sfogo, una sorta di auto-terapia che mi rilassa e mi da il piacere ogni tanto di conoscere qualche appassionato. Scorrendo i video musicali di Libero, sempre a mio modo di vedere, di una modestia impressionante, mi è capitato di trovare questo reportage sul Jazz Festival di Ischia dello scorso anno. Poichè credo che nessuno mai lo pubblicherà, provvedo personalmente, anche in considerazione del fatto che siamo a metà giugno e ancora non giungono notizie sulla edizione 2009...... |
Lifetime Achievement in Jazz Musician of the Year Composer of the Year Up & Coming Artist of the Year Events Producer of the Year Record of the Year Latin Jazz Album of the Year Historical Recording/Reissue of the Year Historical Recording Boxed Set Record Label of the Year Female Singer of the Year Arranger of the Year Small Ensemble Group of the Year Trumpeter of the Year Trombonist of the Year Tenor Saxophonist of the Year Alto Saxophonist of the Year Flutist of the Year Baritone Saxophonist of the Year Soprano Saxophonist of the Year Clarinetist of the Year Guitarist of the Year Pianist of the Year Organist of the Year Strings Player of the Year Bassist of the Year Electric Bassist of the Year Mallet Instrumentalist of the Year Percussionist of the Year Drummer of the Year Website of the Year Blog of the Year La foto dell'anno è quella che troneggia a inizio del post, e ritrae Hank Jones impegnato durante il Festival di Montreal dello scorso anno ed è opera del fotografo Kris King. Trionfatori delle classifiche Sonny Rollins (musicista dell'anno, miglior sassofono tenore e registrazione storica ) e Maria Schneider (miglior compositore, arrangiatore e big band). Classifiche complete e altre informazioni sul sito : http://www.jazzjournalists.org/winners-2009-jazz-awards |
Il sassofonista americano Charlie Mariano è scomparso l'altro ieri all'età di 85 anni a Colonia, città dove risiedeva, in seguito ad una forma tumorale. Dopo aver suonato nella big band di Stan Kenton ed aver frequentato assiduamente la scena West Coast, negli anni '60 entra nella formazione di Charles Mingus partecipando all'incisione di alcuni capolavori del jazz contemporaneo come il magnifico "The Black Saint And The Sinner Lady". Nella parte conclusiva della sua lunga carriera Mariano aveva aperto alla musica del mondo, con particolare attenzione alla tradizione indiana. http://en.wikipedia.org/wiki/Charlie_Mariano http://www.charliemarianotribute.de/ |
"Il problema con molti musicisti oggi è che sono dei copioni.Certo, agli inizi è normale suonare come qualcun altro. Hai un modello, o un insegnante, e impari tutto quel che ti mostra. Ma poi devi cominciare a suonare per te stesso, mostrare che sei un individuo. E i musicisti cosi' oggi si contano sulle dita di una mano." |
Ancora sul sito del festival (www.brianzaopen.com ) non compare il programma, ma le indiscrezioni sono già trapelate e anche quest'anno il festival di Monza e delle cittadine della fascia suburbana nord di Milano avrà il suo corso. Certamente guardando al passato si avverte anche qui il passaggio della scure costituita dalla crisi economica, ma, ad ogni modo, il cartellone è interessante e ben equilibrato. Peccato che in più date c'è sovrapposizione con altre iniziative in luoghi adiacenti (Lugano (Estival Jazz), Calolziocorte (Clusone Jazz), Iseo (Iseo jazz) e Milano (Jazzin' Festival) o abbastanza vicini (Verona Jazz). |
"Monk è stato una delle grandi intelligenze musicali del ventesimo secolo, e non mi riferisco solo a quell'orticello che la gente chiama jazz, ma al complesso della musica contemporanea. Mentre, infatti, tutta l'intellighenzia accademica si affannava a dimostrare che la tonalità era morta, Thelonious ha provato il contrario, ha, per cosi' dire, reintrodotto l'elemento tonale non in senso conservatore, ma in termini di critica e di ammonimento alla cultura occidentale. A noi, a tutti quei movimenti di ricerca cresciuti fuori dai filoni ufficiali, ha insegnato praticamente tutto, e in particolare il verbo dell'economia: la parsimonia di note, di gesti, di parole..." |
Post n°1256 pubblicato il 15 Giugno 2009 da pierrde
Moltissimi i festival in programmazione per l'estate. Tempo permettendo cercherò di preparare una finestra con gli indirizzi web del maggior numero di eventi. Intanto però non resisto al fascino della rassegna che unisce musica, spesso grande musica, e passione per la montagna. Una serie di percorsi con guide alpine su alcuni dei più bei sentieri delle Dolomiti per andare, camminando assieme ai musicisti, ad assistere a concerti in posti da fiaba. E' il festival italiano che più mi manca, insieme al sardo Time in Jazz. In entrambi i casi le distanze e gli impegni non mi hanno mai permesso di partecipare, quest'anno incluso, ma rimangono al primo posto nel mio elenco dei desideri. Unire le grandi passioni per l’arte e l’ambiente in un teatro naturale che non ha paragoni: le montagne del Trentino. Tutti i video su You Tube (circa un'ottantina !!) |
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