Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi di Novembre 2009
Post n°1378 pubblicato il 30 Novembre 2009 da pierrde
Il vincitore è l'"onorevole" (?) Castelli con la sua ultima proposta: inseriamo il crocefisso nella bandiera nazionale. Ma come, fino a ieri la Lega invitava i padani (?) a pulirsi il culo con il tricolore.....Coerenza (e intelligenza) non sono evidentemente virtù celtiche. I difensori dei "veri valori cristiani" espressi con l'operazione White Christmas e con l'invito alla delazione contro l'extra comunitario privo di permesso di soggiorno sono i veri atei (parola nobile e qui decisamente sporcata) fintamente devoti. |
Post n°1377 pubblicato il 29 Novembre 2009 da pierrde
1)La grafica, storico punto debole degli ultimi anni della rivista, è migliorata ma ancora non mi pare pienamente soddisfacente ed è ulteriormente migliorabile 2)Personalmente sono saturo dei cd del mese concepiti come compilations. Credo che la maggioranza dei lettori non abbia affatto bisogno di doppioni inutili tenuti in libreria, come nel mio caso, ancora incellofanati. Sarebbe meglio, per quanto la mia idea presenti difficoltà oggettive, cercare di cambiare impostazioni: inediti concordati con musicisti e label o, in alternativa, pescare negli archivi registrazioni live (penso ad esempio alla Rai e alla mole di concerti registrati che non vedranno mai la luce dopo il primo passaggio radiofonico) 3)Le attuali 12 pagine impegnate nell’inserto dedicato al compact del mese potrebbero essere ridistribuite in nuove rubriche, mantenendo solo quattro/sei pagine per la descrizione dell’album allegato alla rivista 4)Parlando di nuove rubriche, considero indispensabile e complementare all’atteso sito internet del magazine, una o più pagine dedicate alla presenza del jazz nel web: video, musica in mp3, web-magazine, spazi dedicati, siti e blog dei musicisti, dei critici e giornalisti, e, perché no, degli appassionati 5)Le riviste francesi pubblicano recensioni di album non ancora usciti. Musica Jazz da questo punto di vista è sempre in ritardo. Non solo, ma credo che le recensioni sulla rivista vadano rivitalizzate: album particolarmente importanti debbono avere più recensioni, coinvolgendo anche musicisti. Mi piace poi l’idea di un album al mese, opportunamente scelto, che venga valutato in maniera motivata da due punti di vista completamente opposti. 6)Aumenterei lo spazio a rubriche sempre interessanti come Carta Stampata. Il materiale non manca di certo e incentiverei anche i Visto da Fuori, spesso stimolanti e inconsueti 7)Vedrei con molto interesse una sequenza di interviste a direttori artistici e organizzatori dei festival italiani. Confrontare problematiche, conoscere meglio il lavoro dall’interno, capire i criteri con i quali questi soggetti si muovono mi pare molto interessante 8)Spesso la posta dei lettori è palestra di esibizionisti e di vacue polemiche. Non di meno, una rubrica con opportuni filtri potrebbe essere importante per tastare il polso dei…”consumatori” del magazine |
Post n°1376 pubblicato il 28 Novembre 2009 da pierrde
Fonte: www.insertosatirico.com Via il crocifisso dalle scuole italiane. Secondo l'Europa sarebbero più rappresentativi i due ladroni. Veltroni: "Tornare al socialismo sarebbe un suicidio". Ma non si rischierebbe mai di restare senza spiccioli. Insistenti le voci su Gasparri frequentatore di trans. Che adesso temono per la loro reputazione. Gasparri negativo al test antidroga: cade anche l'ultima possibile attenuante. Fini definisce "stronzo" chi offende gli stranieri. La legge con Bossi deve averla firmata quello dei tortellini. La ricostruzione dell'accaduto: Brenda avrebbe raccolto le sue cose, preparato una valigia, messo il computer nel lavandino, appiccato il fuoco e lasciato che le fiamme divorassero tutto, lei compresa. Insomma, quale parte di"deve sembrare un suicidio" non è chiara? Sinistra e Libertà rischia una nuova scissione. Per precauzione il prossimo convegno si terrà al largo di un atollo. Giovanardi si scusa con la famiglia Cucchi: "Avete frainteso le mie stronzate". Fonte: www.spinoza.it |
RITA MARCOTULLI pianoforte e tastiere JAVER GIROTTO sax soprano e baritono, flauti LUCIANO BIONDINIfisarmonica AURORA BARBATELLI arpa celtica MICHEL BENITA contrabbasso ALFREDO GOLINO batteriaGIANNI IACOBACCI , CLARA GRAZIANO, ROBERTA BARTOLETTI organetto TRACKLIST: 1. LE CINEMA EST LE CINEMA 2. LES 400 COUPS 3. HOPING 4. SONGS OF EXPERIENCE 5. ESCAPE 6. MUSIQUE EN JEU 7. LES ENFANTS S'ENNUIENT LE DIMANCHE 8. MASSE DI MEMORIA 9. IL RICHIAMO 10. ANTOINE DOINEL 11. QUE RESTE-T-IL 12. FRAGMENT (of the third kind) Nel 1998 usci' per l'etichetta francese Label Bleu l'album The Woman Next Door: conteneva musiche, dialoghi, ispirazioni ed emozioni presi dai film di Francois Truffaut. Nel periodo successivo Rita girò i festival italiani ed europei con il suo progetto, riscuotendo ovunque grande successo per la freschezza, l'originalità e la suggestione delle musiche e degli spezzoni cinematografici proiettati alle spalle dei musicisti. Ebbi modo di vederla all'opera al festival di Clusone rimanendone affascinato, e naturalmente acquistai l'album. Purtroppo Label Bleu non esiste più, e cosi' The Woman Next Door è fuori catalogo ed oggetto di desiderio per i collezionisti. Questa registrazione di fatto è un remake di quel progetto, fedele al punto che 10 brani su 12 sono gli stessi e che nella formazione stabile composta da nove musicisti solo due sono le nuove entrate, Luciano Biondini e Alfredo Golino. Nulla di nuovo, se non il fascino rinnovato, per chi già conosce il vecchio album: le voci di Raiz e Noa, la tromba di Bosso e l'alto di Di Battista non modificano più di tanto il valore complessivo della trasposizione, che comunque rimane altissimo Tutt'altro impatto per chi ignora il compact della Label Bleu: qui si riprendono le musiche di alcuni film più significativi del regista e a queste si assommano le composizioni della Marcotulli, perfettamente calate nella parte e assolutamente deliziose nelle parti più riuscite (Escape, Masse di Memoria, Songs of experience). Straordinariamente incisivo l'arpeggio che caratterizza il tema di Les 400 coups, musica che sintetizza perfettamente gli ingredienti alla base dell'arte di Trouffaut:semplicità, profondità, sincerità ed uno straniante senso di felicità appena intriso di malinconia.Esattamente gli stessi aggettivi che si potrebbero adoperare per cercare di descrivere le musiche di questo album. |
Raramente figura nelle consuete classifiche dei 100 album impedibili che hanno fatto la storia del jazz. Non solo, ma qualsiasi appassionato jazzofilo sentendo parlare del Concerto di Aranjuez di Rodrigo pensa immediatamente alla magistrale versione dell’orchestra di Gil Evans con la tromba di Miles Davis come voce solista. Eppure, tra le molte e diverse versioni del Concerto eseguite da jazzisti, questa di Jim Hall è la mia preferita. Leggete la formazione del gruppo: si tratta di una all-stars di livello fantascientifico. L’arrangiamento, minimalista rispetto alla versione evansiana, mette in risalto la tromba di Chet Baker e l’alto di Paul Desmond. E’ soprattutto la voce flautata e lacerante di Desmond che caratterizza la melodia, e che lascia un imprintig emotivo indelebile e meraviglioso su tutta la sessione. Ho trovato su You Tube l’intero brano, poco meno di 20 minuti, abbinato a immagini di Granada e dell’Alhambra. Lasciatevi convincere dalle note…. Jim Hall - CONCIERTO 1975Jim Hall : GuitarRoland Hanna : PianoRon Carter : BassSteve Gadd : DrumsChet Baker : TrumpetPaul Desmond : Alto Saxophone |
ROBERTO GATTO batteria FRANCESCO BEARZATTI sax tenore e clarinetto GIOVANNI FALZONE trombaEMMANUEL BEX organo DARIO DEIDDA contrabbasso e basso elettrico TRACKLIST: 1. DEEP 2. DADO'S THEME 3. ODE TO MAX ROACH 4. LYSERGIC 5. OSTILE 6. ODE TO ED BLACKWELL 7. OCTAGONAL 8. CANZONE (Wood ie song) 9. ODE TO ELVIN JONES 10. A NIGHT IN SALZAU 11. CATCH THE DRUMS 12. VALSE LACONIQUE La seconda uscita della collana L'Espresso/La Repubblica vede protagonista un quintetto creato per l'occasione dal batterista romano Roberto Gatto. Molto azzeccata l'idea di prendere in blocco i fiati del Tinissima Quartet, Francesco Bearzatti al tenore e clarinetto e Giovanni Falzone alla tromba. Ottimo il sostegno ed il colore del basso, acustico ed elettrico, di Dario Deidda e pienamente convincente l'apporto di Emmanuel Bex all'organo, vero trait d'union dell'ensemble, ottimo amalgamatore di spazi e timbri. Il gruppo suona come se alle spalle avesse molti anni di affiatamento, calibrando una proposta musicale che in parte rilegge donando nuova luce temi appartenenti agli ultimi album del leader ed in parte si affaccia su nuove composizioni, tutte versatili, evocative ed in armonia con la proposta complessiva. Momenti di break sono i tre brevi omaggi a grandi figure della batteria jazz, Max Roach, Ed Blackwell e Elvin Jones. La musica si situa in un post bop innervato da momenti più aperti nei soli dei fiati, e con un profondo amore per la melodia di stampo spiccatamente mediterraneo. Falzone e Bearzatti sono ampiamente all'altezza del loro valore, con momenti di grande fuoco creativo, sorretti da una impeccabile sezione ritmica dove Bex gioca sia la parte dell'accompagnatore che quella del battitore libero. Personalmente ho molto apprezzato l'intensa rilettura di Deep, la dolce melodia di A Night in Salzau ed il tema pigramente felliniano di Valse Laconique. La speranza, vista la qualità complessiva della proposta, è che il gruppo non si sia esaurito con la registrazione dell'album. |
Post n°1371 pubblicato il 22 Novembre 2009 da pierrde
Quante verità si possono dire fingendo di essere un tamarro ? Checco Zalone è perfetto nel ruolo, sia che finga di spiegare cos'è il jazz , con citazione iniziale di Spain di Corea, al "pubblico ignorante" di Canale 5 sia che reinterpreti De Andrè alla luce dei fatti di oggi. Poi Checco dimostra di conoscere veramente Chick Corea : Ma il meglio viene dalla libera deformazione delle strofe di un grande cantautore riadattate dagli eventi contingenti: |
Buddy Rich oltre che un formidabile batterista e band leader è sempre stato un uomo di spettacolo. Nato in una famiglia di artisti fin da piccolissimo ha iniziato ad esibirsi sul palcoscenico. Rich ha perfezionato uno stile che si basa su un elementare uso della coordinazione ma con una strabiliante tecnica del tamburo rullante. Ha introdotto nella composizione del suo kit di batteria l'utilizzo di più tom e, nonostante la velocità di esecuzione, riusciva a non scadere nel puro tecnicismo grazie alla sua grande musicalità. Questo curioso filmato proveniente dalle tv statunitensi lo mostra come antesignano della spettacolarità dei batteristi rock, che poi lo avrebbero imitato anche consapevolmente, come Carl Palmer degli ELP ebbe a dichiarare. Per gli appassionati che hanno varcato gli "anta" Buddy è associato anche agli spettacoli del Muppet Show: presenza costante nello show, rimangono memorabili i suoi contest con Animal . Impossibile non proporne almeno uno: Associo a Buddy la simpatia di un annedoto che lo ha visto protagonista verso la fine della sua vita: oramai ammalato, il vecchio batterista al medico che gli stava facendo l'anamnesi diede una risposta bruciante alla domanda: "allergie ? Si, una, alla musica country...." |
Post n°1368 pubblicato il 18 Novembre 2009 da pierrde
Ogni tanto qualcuno ci riprova. E regolarmente viene massacrato. Stavolta è toccato a Martin Gayford, critico e giornalista del quotidiano inglese Telegraph. Di cosa sto parlando ? Ma è ovvio, l'incauto Martin ha osato proporre la classica lista dei 100 migliori album di sempre della musica jazz. Le reazioni sono state immediate ed estremamente contrastanti tra loro. Proveniendo da un pubblico inglese molte delle rimostranze vertono sul fatto che nell'elenco non compaiono molti nomi britannici prestigiosi, stranamente però nessuno lamenta la mancanza di Mike Westbrook o John Surman, pochi ricordano Derek Bailey o Evan Parker. Alcuni fanno proposte indecenti, del tipo Norah Jones, Al Di Meola, Eric Gale e via farfalleggiando. Qualcuno più seriamente contesta la presenza di Wynton Marsalis contrapposta all'assenza di Dizzy Gillespie. Ma mancano molti altri grandi nomi del passato, da Oscar Peterson a Carmen McRae, Betty Carter e Dexter Gordon. Altri fanno osservare giustamente l'assenza totale dei protagonisti dell'ultimo trentennio, dai grandi nomi della AACM di Chicago a Sun Ra, Don Cherry e Cecil Taylor, Roland Kirk e Carla Bley, Charlie Haden, Bill Frisell per finire con John Zorn. In compenso ci sono protagonisti che potrebbero essere considerati minori, tipo Cassandra Wilson, Scott Hamilton, Dick Wellstood, Ruby Braff, Warren Vachè, nonchè Marty Grosz , per quanto a me completamente ignoto certamente un pilastro della musica afro-americana. A questo punto lascio che a divertirsi siano gli interessati, potete leggere l'elenco cliccando qui |
Post n°1367 pubblicato il 17 Novembre 2009 da pierrde
Una sfortuna incredibile si è accanita contro Joe Lovano. Il musicista, in Europa contemporaneamente con il nonetto a proprio nome e come sassofonista nel leggendario Masada, nel progetto Stolas, è caduto il 30 ottobre dopo un concerto a Losanna. Il responso medico è stato di tre piccole fratture al braccio sinistro. Joe ha deciso di continuare la tournè con il braccio al collo, ma la mattina del 2 novembre a Barcellona è di nuovo inciampato, e per evitare ulteriori danni al braccio sinistro ha cercato di minimizzare il danno proteggendosi con il destro. Risultato: fratture simili ad entrambe le braccia, rientro negli Stati Uniti dove già è stato operato per la riduzione delle fratture e prognosi di almeno 5 settimane. A Milano ieri sera per Aperitivo in Concerto, nell'ambito del concerto dei Masada è stato sostituito da Chris Potter. Credo con ottimo risultato dato il livello artistico di Chris, non ho però potuto verificarlo di persona: il lunedi' sera per chi lavora e vive lontano dalla città non è certo il giorno migliore per andare a concerto.... |
Serata di indubbio fascino a Monza con l'appuntamento per la rassegna Lampi tra due protagonisti europei tra i più quotati. Bojan Zulfikarpasic, serbo da molti anni residente a Parigi, è uno dei pianisti più interessanti per la notevole cifra stilistica e l'indubbia capacità swingante. Di Paolo si è detto oramai tutto, se mai sorprende ancora la sua capacità di mutare continuamente patner e situazione, rimanendo nello stesso tempo ben ancorato ai valori di semplicità, integrità e naturalezza. Questa formazione è nata nel 2001 a Parigi, quando il New Morning (uno dei club più prestigiosi) diede una Carte Blanche a Fresu. Il duo riscosse un immediato consenso, rimanendo però episodio sporadico (sopratutto in Italia) e per ora senza sbocco discografico. Il concerto di ieri sera si è svolto su binari di grande freschezza ispirativa e forte senso del ritmo. Un incontro tra l'elemento terra, Bojan, in grado di ancorare con un ritmo possente e tempi dispari, e l'elemento aria, Fresu, capace di volare in alto con la sua finissima ricerca melodica. Il pianista ha usato anche una tastiera elettronica, duplicando tempi e sviluppando una serie di composizioni ritmicamente intriganti. Paolo, nella sua consueta impossibile posizione sulla sedia, ha cercato melodie e ispirazione contorcendosi e avvicinando spesso la campana del flicorno al pavimento del palco. Un duo apparso immediatamente rodato e complice, con moltissime affinità ed un innato senso di interscambio. Brani swinganti (Full half moon, The Joker) si sono alternati a ballate rarefatte (Ninna nanna per Andrea) fino a Fellini, primo di tre bis richiesti a gran voce da un pubblico caldo e ammaliato. Il video che propongo ha immagini di cattiva qualità ma in compenso c'è una buona resa audio. |
Post n°1364 pubblicato il 13 Novembre 2009 da pierrde
Qualche sera fa la biblioteca della mia cittadina ha organizzato una serata di reading con musica di accompagnamento. Il libro prescelto era Natura morta con custodia di Sax di Geoff Dyer, edito nel 1993 dalla Instar Libri. Composto da sette storie, non necessariamente filologiche, il libro narra la vita di sette grandi personaggi del jazz. Lo spettacolo contemplava la lettura del capitolo riguardante la vita di Lester Young. Il trio musicale, composto da tromba, tastiere e batteria, ha introdotto, accompagnato e sottolineato il testo recitato da un bravo lettore. Standards del periodo bop, tra cui la splendida Round About Midnight, a sottolineare i passaggi forti o le atmosfere allucinate. Poco più di un'ora di spettacolo teso, lucido e ben confezionato. Una esperienza interessante. Il progetto più famoso a riguardo rimane Misterioso, il testo scritto da Stefano Benni sulla vita di Thelonious Monk e originariamente portato in teatro in più di venti città italiane con l'accompagnamento di Umberto Petrin. Il pianoforte si infila tra le parole, esplora gli spazi obliqui della musica di Monk, reinterpretando e contaminando quelle pagine immortali. Al centro c'è la riflessione sull'artista e la sua follia, i suoi fantasmi ,il suo silenzio. Al termine della stagione teatrale era uscito per Feltrinelli un libro con i testi di Benni accompagnato dal dvd dello spettacolo . Nel 2006 il progetto era approdato a Londra grazie ad una cantante, attrice e regista italiana, Filomena Campus. Ora lo spettacolo, visto il buon riscontro di pubblico, viene riproposto nella stagione teatrale londinese al Riverside Studios. La Campus ne ha elaborato una traduzione in inglese, e lo spettacolo che originariamente durava poco meno di un'ora è stato praticamente raddoppiato grazie ad una robusta compagine di musicisti inglesi . |
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