Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Novembre 2009

LA DOMANDA RISALIVA SOLO ALL'ALTRO IERI......

Post n°1378 pubblicato il 30 Novembre 2009 da pierrde

Il vincitore è l'"onorevole" (?) Castelli con la sua ultima proposta: inseriamo il crocefisso nella bandiera nazionale. Ma come, fino a ieri la Lega invitava i padani (?) a pulirsi il culo con il tricolore.....Coerenza (e intelligenza) non sono evidentemente virtù celtiche. I difensori dei "veri valori cristiani" espressi con l'operazione White Christmas e con l'invito alla delazione contro l'extra comunitario privo di permesso di soggiorno sono i veri atei (parola nobile e qui decisamente sporcata) fintamente devoti.  

 
 
 

OTTO SEMPLICI IDEE PER MUSICA JAZZ

Post n°1377 pubblicato il 29 Novembre 2009 da pierrde


Il mensile del jazz italiano per eccellenza sta prendendo via via nuova forma dopo il passaggio di proprietà e speriamo che nel frattempo acquisisca anche nuovi contenuti. Da affezionato e attento lettore trentennale mi permetto alcune considerazioni con lo spirito più costruttivo possibile e naturalmente senza alcuna vis polemica:
 
1)La grafica, storico punto debole degli ultimi anni della rivista, è migliorata ma ancora non mi pare pienamente soddisfacente ed è ulteriormente migliorabile

2)Personalmente sono saturo dei cd del mese concepiti come compilations. Credo che la maggioranza dei lettori non abbia affatto bisogno di doppioni inutili tenuti in libreria, come nel mio caso, ancora incellofanati. Sarebbe meglio, per quanto la mia idea presenti difficoltà oggettive, cercare di cambiare impostazioni: inediti concordati con musicisti e label o, in alternativa, pescare negli archivi registrazioni live (penso ad esempio alla Rai e alla mole di concerti registrati che non vedranno mai la luce dopo il primo  passaggio radiofonico)

 3)Le attuali 12 pagine impegnate nell’inserto dedicato al compact del mese potrebbero essere ridistribuite in nuove rubriche, mantenendo solo quattro/sei pagine per la descrizione dell’album allegato alla rivista 

4)Parlando di nuove rubriche, considero indispensabile e complementare all’atteso sito internet del magazine, una o più pagine dedicate alla presenza del jazz nel web: video, musica in mp3, web-magazine, spazi dedicati, siti e blog dei musicisti, dei critici e giornalisti, e, perché no, degli appassionati 

5)Le riviste francesi pubblicano recensioni di album non ancora usciti. Musica Jazz da questo punto di vista è sempre in ritardo. Non solo, ma credo che le recensioni sulla rivista vadano rivitalizzate: album particolarmente importanti debbono avere più recensioni, coinvolgendo anche musicisti. Mi piace poi l’idea di un album al mese, opportunamente scelto, che venga valutato in maniera motivata da due punti di vista completamente opposti.

 6)Aumenterei lo spazio a rubriche sempre interessanti come Carta Stampata. Il materiale non manca di certo e incentiverei anche i Visto da Fuori, spesso stimolanti e inconsueti

 7)Vedrei con molto interesse una sequenza di interviste a direttori artistici e organizzatori dei festival italiani. Confrontare problematiche, conoscere meglio il lavoro dall’interno, capire i criteri con i quali questi soggetti si muovono mi pare molto interessante

 8)Spesso la posta dei lettori è palestra di esibizionisti e di vacue polemiche. Non di meno, una rubrica con opportuni filtri potrebbe essere importante per tastare il polso dei…”consumatori” del magazine

 
 
 

LE MIGLIORI DELLA SETTIMANA

Post n°1376 pubblicato il 28 Novembre 2009 da pierrde



Fonte:
 www.insertosatirico.com


Via il crocifisso dalle scuole italiane. Secondo l'Europa sarebbero più rappresentativi i due ladroni.

Veltroni: "Tornare al socialismo sarebbe un suicidio". Ma non si rischierebbe mai di restare senza spiccioli.

Insistenti le voci su Gasparri frequentatore di trans. Che adesso temono per la loro reputazione.

Gasparri negativo al test antidroga: cade anche l'ultima possibile attenuante.

Fini definisce "stronzo" chi offende gli stranieri. La legge con Bossi deve averla firmata quello dei tortellini.

La ricostruzione dell'accaduto: Brenda avrebbe raccolto le sue cose, preparato una valigia, messo il computer nel lavandino, appiccato il fuoco e lasciato che le fiamme divorassero tutto, lei compresa. Insomma, quale parte di"deve sembrare un suicidio" non è chiara?

Sinistra e Libertà rischia una nuova scissione. Per precauzione il prossimo convegno si terrà al largo di un atollo.

Giovanardi si scusa con la famiglia Cucchi: "Avete frainteso le mie stronzate".

Fonte:  www.spinoza.it

 
 
 

JAZZ ITALIANO LIVE 2009 : RITA MARCOTULLI

Post n°1375 pubblicato il 27 Novembre 2009 da pierrde
 

RITA MARCOTULLI pianoforte e tastiere JAVER GIROTTO sax soprano e baritono, flauti LUCIANO BIONDINIfisarmonica AURORA BARBATELLI arpa celtica MICHEL BENITA contrabbasso ALFREDO GOLINO batteriaGIANNI IACOBACCI , CLARA GRAZIANO, ROBERTA BARTOLETTI organetto TRACKLIST:


1. LE CINEMA EST LE CINEMA 
2. LES 400 COUPS
3. HOPING
4. SONGS OF EXPERIENCE
5. ESCAPE
6. MUSIQUE EN JEU
7. LES ENFANTS S'ENNUIENT LE DIMANCHE
8. MASSE DI MEMORIA
9. IL RICHIAMO
10. ANTOINE DOINEL
11. QUE RESTE-T-IL
12. FRAGMENT (of the third kind)

Nel 1998 usci' per l'etichetta francese Label Bleu l'album The Woman Next Door: conteneva musiche, dialoghi, ispirazioni ed emozioni presi dai film di Francois Truffaut. Nel periodo successivo Rita girò i festival italiani ed europei con il suo progetto, riscuotendo ovunque grande successo per la freschezza, l'originalità e la suggestione delle musiche e degli spezzoni cinematografici proiettati alle spalle dei musicisti. Ebbi modo di vederla all'opera al festival di Clusone rimanendone affascinato, e naturalmente acquistai l'album. Purtroppo Label Bleu non esiste più, e cosi' The Woman Next Door è fuori catalogo ed oggetto di desiderio per i collezionisti. Questa registrazione di fatto è un remake di quel progetto, fedele al punto che 10 brani su 12 sono gli stessi e che nella formazione stabile composta da nove musicisti solo due sono le nuove entrate, Luciano Biondini e Alfredo Golino. Nulla di nuovo, se non il fascino rinnovato, per chi già conosce il vecchio album: le voci di Raiz e Noa, la tromba di Bosso e l'alto di Di Battista non modificano più di tanto il valore complessivo della trasposizione, che comunque rimane altissimo Tutt'altro impatto per chi ignora il compact della Label Bleu: qui si riprendono le musiche di alcuni film più significativi del regista e a queste si assommano le composizioni della Marcotulli, perfettamente calate nella parte e assolutamente deliziose nelle parti più riuscite (Escape, Masse di Memoria, Songs of experience). Straordinariamente incisivo l'arpeggio che caratterizza il tema di Les 400 coups, musica che sintetizza perfettamente gli ingredienti alla base dell'arte di Trouffaut:semplicità, profondità, sincerità ed uno straniante senso di felicità appena intriso di malinconia.Esattamente gli stessi aggettivi che si potrebbero adoperare per cercare di descrivere le musiche di questo album.  
 
 
 

JAZZ IS NOT DEAD, IT JUST SMELLS FUNNY

Post n°1374 pubblicato il 26 Novembre 2009 da pierrde
 

La citazione iniziale è una delle più famose di Frank Zappa che di sicuro se ne intendeva, anche se si riferiva a stagioni ormai lontane. Negli ultimi mesi però su siti, forum e stampa statunitense si fa un gran parlare di una presunta crisi della musica jazz. Secondo un sondaggio la percentuale delle persone che negli ultimi cinque anni ha assistito a festival o a concerti jazz è diminuita di diversi punti in percentuale ( dal 12 al 8 per cento degli intervistati) e contestualmente è salita l'età media di coloro che hanno partecipato ad eventi jazzistici (da 44 a 48 anni). Ammesso che il sondaggio sia veramente significativo non credo che la situazione sia la stessa da questa parte dell'oceano. Nonostante la crisi economica abbia colpito pesantemente, l'estate scorsa ha visto l'ennesima fioritura di rassegne e festivals, da quelli storici e consolidati fino ai più piccoli e senza pretese. Prendo come indicativa la situazione a Milano, la città a me più vicina e per me punto di riferimento indispensabile. Da diversi anni la stagione invernale è contraddistinta dalle ottime programmazioni di due storiche rassegne: Atelier Musicale e Aperitivo in Concerto. A queste si sono aggiunte la rassegna Mi.To con interessanti proposte, Avant Jazz al Pim e Ah-Um Festival dedicate all'avanguardia e Lampi a Monza con ottimi protagonisti italiani e non. In più c'è il fiorire di nuovi spazi e locali dove è possibile ascoltare jazz dal vivo. Qualche tempo fa avevo postato un significativo articolo tratto dal Corriere della Sera con nomi ed indirizzi. Buon ultimo ecco il Blue Note, un locale del quale non condivido filosofia e programmazione standard fatta di fusion e di musica leggera nel vero senso della parola. Ma in questo squarcio di stagione il locale ha proposto anche ottimi nomi, da Ahmad Jamal a Bill Frisell, il trio di Corea e Brad Mehldau. In conclusione, mai come in quest'ultimo periodo la scelta è stata cosi' ricca e variegata. Dopo i lunghi e vuoti anni 90', la chiusura del Capolinea e lo smantellamento del Teatro Ciack,  Milano sta vivendo un nuovo interesse per la musica jazz, anche se da troppo tempo manca un Milano Festival Jazz che condensi e racchiuda i nuovi fermenti.

 
 
 

JIM HALL - CONCIERTO (1975)

Post n°1373 pubblicato il 24 Novembre 2009 da pierrde
 
Tag: DAL WEB


 

Raramente figura nelle consuete classifiche dei 100 album impedibili che hanno fatto la storia del jazz. Non solo, ma qualsiasi appassionato jazzofilo sentendo parlare del Concerto di Aranjuez di Rodrigo pensa immediatamente alla magistrale 
versione dell’orchestra di Gil Evans con la tromba di Miles Davis come voce solista. Eppure, tra le molte e diverse versioni del Concerto eseguite da jazzisti, questa di Jim Hall è la mia preferita. Leggete la formazione del gruppo: si tratta di una all-stars di livello fantascientifico. L’arrangiamento, minimalista rispetto alla versione evansiana, mette in risalto la tromba di Chet Baker e l’alto di Paul Desmond. E’ soprattutto la voce flautata e lacerante di Desmond che caratterizza la melodia, e che lascia un imprintig emotivo  indelebile e meraviglioso su tutta la sessione. Ho trovato su You Tube l’intero brano, poco meno di 20 minuti, abbinato a immagini di Granada e dell’Alhambra. Lasciatevi convincere dalle note….

 
Jim Hall - CONCIERTO 1975Jim Hall : GuitarRoland Hanna : PianoRon Carter : BassSteve Gadd : DrumsChet Baker : TrumpetPaul Desmond : Alto Saxophone

 
 
 

JAZZ ITALIANO LIVE 2009 : ROBERTO GATTO

Post n°1372 pubblicato il 23 Novembre 2009 da pierrde
 

ROBERTO GATTO batteria FRANCESCO BEARZATTI sax tenore e clarinetto GIOVANNI FALZONE trombaEMMANUEL BEX organo DARIO DEIDDA contrabbasso e basso elettrico

TRACKLIST:

1. DEEP
2. DADO'S THEME
3. ODE TO MAX ROACH
4. LYSERGIC
5. OSTILE
6. ODE TO ED BLACKWELL
7. OCTAGONAL
8. CANZONE (Wood
ie song)
9. ODE TO ELVIN JONES
10. A NIGHT IN SALZAU
11. CATCH THE DRUMS
12. VALSE LACONIQUE
 La seconda uscita della collana L'Espresso/La Repubblica vede protagonista un quintetto creato per l'occasione dal batterista romano Roberto Gatto. Molto azzeccata l'idea di prendere in blocco i fiati del Tinissima Quartet, Francesco Bearzatti al tenore e clarinetto e Giovanni Falzone alla tromba. Ottimo il sostegno ed il colore del basso, acustico ed elettrico, di Dario Deidda e pienamente convincente l'apporto di Emmanuel Bex all'organo, vero trait d'union dell'ensemble, ottimo amalgamatore di spazi e timbri. Il gruppo suona come se alle spalle avesse molti anni di affiatamento, calibrando una proposta musicale che in parte rilegge donando nuova luce temi appartenenti agli ultimi album del leader ed in parte si affaccia su nuove composizioni, tutte versatili, evocative ed in armonia con la proposta complessiva. Momenti di break sono i tre brevi omaggi a grandi figure della batteria jazz, Max Roach, Ed Blackwell e Elvin Jones. La musica si situa in un post bop innervato da momenti più aperti nei soli dei fiati, e con un profondo amore per la melodia di stampo spiccatamente mediterraneo. Falzone e Bearzatti sono ampiamente all'altezza del loro valore, con momenti di grande fuoco creativo, sorretti da una impeccabile sezione ritmica dove Bex gioca sia la parte dell'accompagnatore che quella del battitore libero. Personalmente ho molto apprezzato l'intensa rilettura di Deep, la dolce melodia di A Night in Salzau ed il tema pigramente felliniano di Valse Laconique. La speranza, vista la qualità complessiva della proposta, è che il gruppo non si sia esaurito con la registrazione dell'album.

 
 
 

MOMENTO JAZZ : PER SORRIDERE UN PO'

Post n°1371 pubblicato il 22 Novembre 2009 da pierrde

Quante verità si possono dire fingendo di essere un tamarro ? Checco Zalone è perfetto nel ruolo, sia che finga di spiegare cos'è il jazz , con citazione iniziale di Spain di Corea, al "pubblico ignorante" di Canale 5 sia che reinterpreti De Andrè alla luce dei fatti di oggi. Poi Checco dimostra di conoscere veramente Chick Corea :

Ma il meglio viene dalla libera deformazione delle strofe di un grande cantautore riadattate dagli eventi contingenti:

 
 
 

LIEVITAZIONI

Post n°1370 pubblicato il 21 Novembre 2009 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

Buddy Rich oltre che un formidabile batterista e band leader è sempre stato un uomo di spettacolo. Nato in una famiglia di artisti fin da piccolissimo ha iniziato ad esibirsi sul palcoscenico.  Rich ha perfezionato uno stile che si basa su un elementare uso della coordinazione ma con una strabiliante tecnica del tamburo rullante. Ha introdotto nella composizione del suo kit di batteria l'utilizzo di più tom e, nonostante la velocità di esecuzione, riusciva a non scadere nel puro tecnicismo grazie alla sua grande musicalità. Questo curioso filmato proveniente dalle tv statunitensi lo mostra come antesignano della spettacolarità dei batteristi rock, che poi lo avrebbero imitato anche consapevolmente, come Carl Palmer degli ELP ebbe a dichiarare. Per gli appassionati che hanno varcato gli "anta" Buddy è associato anche agli spettacoli del Muppet Show: presenza costante nello show, rimangono memorabili i suoi contest con Animal . Impossibile non proporne almeno uno:

Associo a Buddy la simpatia di un annedoto che lo ha visto protagonista verso la fine della sua vita: oramai ammalato, il vecchio batterista al medico che gli stava facendo l'anamnesi diede una risposta bruciante alla domanda: "allergie ? Si, una, alla musica country...." 

 
 
 

GIANLUCA PETRELLA COSMIC BAND - COMING TOMORROW PART 1 (SPACEBONE RECORDS) 2009

Post n°1369 pubblicato il 19 Novembre 2009 da pierrde
 

Elenco dei brani: 
01.Space Is the Place (Sun Ra) - 4:29; 02.Flexible (The Forest Version) - 3:37; 03.Saturn (Sun Ra) - 10:33; 04.Speaking: "Space Is the Place" - 0:50; 05.A Little Beat Waltz - 5:20; 06.Bassism (Sun Ra) - 7:15; 07.We Travel the Spaceways (Sun Ra) - 6:19; 08.Orbital Perc. - 2:16; 09.Three Undisciplined Satellites - 3:31; 10.The Second Star to the Right - 6:01; 11.Coming Tomorrow - 5:46.

Tutti i brani sono di Gianluca Petrella, eccetto dove indicato.

Musicisti: 
Mirko Rubegni (tromba) Gianluca Petrella (trombone, efx, elettronica); Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto); Beppe Scardino (sax baritono); Gabrio Baldacci (chitarra elettrica); Alfonso Santimone (tastiere, elettronica); Giovanni Guidi (pianoforte); Francesco Ponticelli (contrabbasso); Federico Scettri (batteria). Simone Padovani (percussioni).

Approda finalmente su disco il progetto che Gianluca ed i suoi patners da qualche anno portavano nei festivals, e fin dal primo ascolto vi si ritrovano lo stesso feeling, la carica e l'entusiasmo che ogni concerto del gruppo sa riversare sul pubblico. Nato come omaggio alla musica di Sun Ra, del quale sono presenti 4 brani, il gruppo è via via cresciuto affrancandosi immediatamente dal modello originale per approdare su strade più originali e personali. Della mitica Arkestra è rimasto lo spirito, i momenti più furibondi e aperti di scambio, ed il profondo rispetto per le composizioni di Sun Ra che hanno segnato un epoca e più generazioni. L'orchestra assemblata da Petrella si muove però su coordinate più contemporanee, dove l'uso dell'elettronica ben si amalgama ad un disinibito rapporto con il ritmo e con le influenze più disparate. Accanto al leader, cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni anche come compositore, arrangiatore e organizzatore di materiali sonori, spiccano le forti personalità di Francesco Bigoni al sax tenore e Beppe Scardino al baritono, ma è tutto l'ensemble che si muove con perfetta sincronicità ed esplosiva dinamicità ed entusiasmo. L'album non fa rimpiangere il concerto live, alternando sapientemente costruzioni più astratte (Flexible, Three undisciplined satellites, Saturn) a brani dal forte impatto ritmico (Space is the place, Bassism, A little beat waltz) , momenti di liberatorio ed evocativo canto (We travel  the spaceways ) fino al purissimo jazz  di The second star to the right con un sassofono tenore che sparge aromi e ricami in perfetta matrice websteriana.
 
V A L U T A Z I O N E :  * * * *


 
 
 

GIOCO AL MASSACRO

Post n°1368 pubblicato il 18 Novembre 2009 da pierrde

Ogni tanto qualcuno ci riprova. E regolarmente viene massacrato. Stavolta è toccato a Martin Gayford, critico e giornalista del quotidiano inglese Telegraph.  Di cosa sto parlando ?

Ma è ovvio, l'incauto Martin ha osato proporre la classica lista dei 100 migliori album di sempre della musica jazz. Le reazioni sono state immediate ed estremamente contrastanti tra loro. Proveniendo da un pubblico inglese molte delle rimostranze vertono sul fatto che nell'elenco non compaiono molti nomi britannici prestigiosi, stranamente però nessuno lamenta la mancanza di Mike Westbrook o John Surman, pochi ricordano Derek Bailey o Evan Parker. 
Alcuni fanno proposte indecenti, del tipo Norah Jones, Al Di Meola, Eric Gale  e via farfalleggiando. 
Qualcuno più seriamente contesta la presenza di Wynton Marsalis contrapposta all'assenza di Dizzy Gillespie. Ma mancano molti altri grandi nomi del passato, da Oscar Peterson a Carmen McRae, Betty Carter e Dexter Gordon. 
Altri fanno osservare giustamente l'assenza totale dei protagonisti dell'ultimo trentennio, dai grandi nomi della AACM di Chicago a Sun Ra, Don Cherry e Cecil Taylor, Roland Kirk e Carla Bley, Charlie Haden, Bill Frisell per finire con John Zorn. 
In compenso ci sono protagonisti che potrebbero essere considerati minori, tipo Cassandra Wilson, Scott Hamilton, Dick Wellstood, Ruby Braff, Warren Vachè, nonchè Marty Grosz , per quanto a me completamente ignoto certamente un pilastro della musica afro-americana.
A questo punto lascio che a divertirsi siano gli interessati, potete leggere l'elenco cliccando 

  qui    

 

 
 
 

SFORTUNA

Post n°1367 pubblicato il 17 Novembre 2009 da pierrde

Una sfortuna incredibile si è accanita contro Joe Lovano. Il musicista, in Europa contemporaneamente con il nonetto a proprio nome e come sassofonista nel leggendario Masada, nel progetto Stolas, è caduto il 30 ottobre dopo un concerto a Losanna. Il responso medico è stato di tre piccole fratture al braccio sinistro. Joe ha deciso di continuare la tournè con il braccio al collo, ma la mattina del 2 novembre a Barcellona è di nuovo inciampato, e per evitare ulteriori danni al braccio sinistro ha cercato di minimizzare il danno proteggendosi con il destro. Risultato: fratture simili ad entrambe le braccia, rientro negli Stati Uniti dove già è stato operato per la riduzione delle fratture e prognosi di almeno 5 settimane. A Milano ieri sera per Aperitivo in Concerto, nell'ambito del concerto dei Masada è stato sostituito da Chris Potter. Credo con ottimo risultato dato il livello artistico di Chris, non ho però potuto verificarlo di persona: il lunedi' sera per chi lavora e vive lontano dalla città non è certo il giorno migliore per andare a concerto....

 
 
 

JAZZ ITALIANO LIVE 2009: ENRICO RAVA

Post n°1366 pubblicato il 16 Novembre 2009 da pierrde
 



TRACKLIST:

1. AUTOBIOGRAFIA
2. SERPENT
3. INTERIORS
4. ALGIR DALBUGHI
5. TODAMOR
6. LAVORI CASALINGHI The Fearless

ENRICO RAVA tromba MAURO OTTOLINI trombone, tuba
DAN KINZELMAN
sax tenore DANIELE TITTARELLI sax alto 
MARCELLO GIANNINI chitarra GIOVANNI GUIDI pianoforte STEFANO SENNI contrabbasso ZENO DE ROSSI BATTERIA

Diciamo subito che la prima uscita di questa nuova collana è oltremodo convincente. L'ottetto assemblato da Rava suona compatto, con una complessità orchestrale che è propria di ensemble più numerosi e con individualità di spicco. Il leader da anni ha raggiunto uno stato di grazia invidiabile, i suoi ultimi album sono uno più bello dell'altro e da ogni gruppo che forma riescere a spremere il meglio. Non fa eccezione questo concerto registrato il 9 settembre alla Casa del Jazz. I brani, tutti di Rava, spaziano da album del 1978 fino all'ultimissimo, con un inedito molto appropriato dal titolo Autobiografia che apre il disco. Le riletture risultano particolarmente riuscite, frutto di una accurata operazione di arrangiamento, e la freschezza dei giovani patners spicca in coloriture di fondo e assoli pregnanti, con il trombone di Ottolini ed il tenore di Kinzelman in grande spolvero. Luminoso, intrigante, armonicamente complesso, con momenti di intimismo poetico e squarci di profonda bellezza orchestrale.  

 
 
 

PAOLO FRESU INCONTRA BOJAN Z - LAMPI

Post n°1365 pubblicato il 15 Novembre 2009 da pierrde
 

Serata di indubbio fascino a Monza con l'appuntamento per la rassegna Lampi  tra due protagonisti europei tra i più quotati. Bojan Zulfikarpasic, serbo da molti anni residente a Parigi, è uno dei pianisti più interessanti per la notevole cifra stilistica e l'indubbia capacità swingante. Di Paolo si è detto oramai tutto, se mai sorprende ancora la sua capacità di mutare continuamente patner e situazione, rimanendo nello stesso tempo ben ancorato ai valori di semplicità, integrità e naturalezza. Questa formazione è nata nel 2001 a Parigi, quando il New Morning (uno dei club più prestigiosi) diede una Carte Blanche a Fresu. Il duo riscosse un immediato consenso, rimanendo però episodio sporadico (sopratutto in Italia) e per ora senza sbocco discografico. Il concerto di ieri sera si è svolto su binari di grande freschezza ispirativa e forte senso del ritmo. Un incontro tra l'elemento terra, Bojan, in grado di ancorare con un ritmo possente e tempi dispari, e l'elemento aria, Fresu, capace di volare in alto con la sua finissima ricerca melodica. Il pianista ha usato anche una tastiera elettronica, duplicando tempi e sviluppando una serie di composizioni ritmicamente intriganti. Paolo, nella sua consueta impossibile posizione sulla sedia, ha cercato melodie e ispirazione contorcendosi e avvicinando spesso la campana del flicorno al pavimento del palco. Un duo apparso immediatamente rodato e complice, con moltissime affinità ed un innato senso di interscambio. Brani swinganti (Full half moon, The Joker) si sono alternati a ballate rarefatte (Ninna nanna per Andrea) fino a Fellini, primo di tre bis richiesti a gran voce da un pubblico caldo e ammaliato.

Il video che propongo ha immagini di cattiva qualità  ma in compenso c'è una buona resa audio. 

 
 
 

MISTERIOSO

Post n°1364 pubblicato il 13 Novembre 2009 da pierrde

Qualche sera fa la biblioteca della mia cittadina ha organizzato una serata di reading con musica di accompagnamento. Il libro prescelto era Natura morta con custodia di Sax di Geoff Dyer, edito nel 1993 dalla Instar Libri. Composto da sette storie, non necessariamente filologiche, il libro narra la vita di sette grandi personaggi del jazz. Lo spettacolo contemplava la lettura del capitolo riguardante la vita di Lester Young. Il trio musicale, composto da tromba, tastiere e batteria, ha introdotto, accompagnato e sottolineato il testo recitato da un bravo lettore. Standards del periodo bop, tra cui la splendida Round About Midnight, a sottolineare i passaggi forti o le atmosfere allucinate. Poco più di un'ora di spettacolo teso, lucido e ben confezionato. Una esperienza interessante.

Il progetto più famoso a riguardo rimane Misterioso, il testo scritto da Stefano Benni sulla vita di Thelonious Monk e originariamente portato in teatro in più di venti città
 italiane con l'accompagnamento  di Umberto Petrin. 
Il pianoforte si infila tra le parole, esplora gli spazi obliqui della musica di Monk, reinterpretando e contaminando quelle pagine immortali. Al centro c'è la riflessione sull'artista  e la sua follia, i suoi fantasmi ,il suo silenzio. Al termine della stagione teatrale era uscito per Feltrinelli un libro con i testi di Benni accompagnato dal dvd dello spettacolo . Nel 2006 il progetto era approdato a Londra grazie ad una cantante, attrice e regista italiana, Filomena Campus. Ora lo spettacolo, visto il buon riscontro di pubblico, viene riproposto nella stagione teatrale londinese al Riverside Studios. La Campus ne ha elaborato una traduzione in inglese, e lo spettacolo che originariamente durava poco meno di un'ora è stato praticamente raddoppiato grazie ad una robusta compagine di musicisti inglesi .

 

 
 
 
 

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