Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Febbraio 2010

TIN HAT - FOREIGN LEGION (BAG) 2010

Post n°1452 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da pierrde
 

MARK ORTON, guitare, dobro / CARLA KIHLSTEDT, violon, violon-trompette / ARA ANDERSON, trompette, claviers, percussions / BEN GOLDBERG, clarinette, clarinette contralto

Tin Hat è nato come trio nel 1999, poi lentamente si è modificato con l'uscita e l'ingresso di musicisti sempre nuovi al fianco della fondatrice Carla Kihlstedt. E' rimasto immutato però l'originale collage di riferimenti ed ispirazioni che la musica del gruppo esprime: un assemblaggio di musiche diverse, dal walzer al tango, il klezmer ed il folk, un pizzico di jazz e qualche stilema preso dal rock.  Raccontata cosi' parrebbe una musica disomogenea e perennemente debitrice verso le sue fonti; viceversa, per quanto i riferimenti siano sempre in bella mostra, il gruppo suona omogeneo e le composizioni filtrano una luce di originalità e di personalità difficli da immaginare date le premesse. C'è una continua sovrapposizione all'interno dei brani tra diversi stati d'animo: dolcezza e vigore, tradizione e ricerca, melodia e improvvisazione. Questo nuovo album, il nono, raccoglie composizionii vecchie e nuove suonate dal vivo in due differenti sessions: parte provengono da un concerto a Berkeley del 2008 e parte da un altro concerto a Maiorca del 2005. Probabilmente il miglior album del gruppo per la concentrazione, l'omogenea qualità delle composizioni, l'eccellenza dei solisti. Per chi conosce il repertorio dei Tin Hat è rimarchevole come il gruppo abbia "riammodernato" vecchie composizioni (Helum, Hotel Aurora, The Last Cow-boy....), non senza un pizzico di ironia nel brano originalmente  intitolato alla tennista russa Anna Kournikova oggi divenuto Ana Jvanovic, tennista serba.

Un album gradevole che scorre evocativo e delizioso senza mai scadere nello scontato.

V A L U T A Z I O N E :  * * * 1/2  

 
 
 

MESSAGGI PRIVATI

Post n°1451 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da pierrde
 

Da qualche mese mi capita sempre più spesso di trovare messaggi nella casella postale di Libero. Sono scritti in pessimo italiano, più o meno tutti simili, e prospettano e solleticano possibili incontri, scopo amicizia e/o matrimonio con zelanti e, si spera, procaci ragazze slave. Iniziano tutti magnificando le doti scritte nel profilo del blog, garantendo adesione pressochè totale a gusti e preferenze espresse. La prima volta che ho ricevuto un messaggio sono corso a rileggere il mio profilo, convinto che qualche buontempone ne avesse manomesso le caratteristiche. Invece no, è ancora li bello intonso: Jazzofilo, cinefilo, bibliofilo. Ciclo-amatore, viaggiatore e appassionato di montagna. Non mi capacito di come una bellezza moldava di 25-30 anni possa essere interessata ad un quasi-pensionato, senza ville in Sardegna, non ancora sceso in campo in politica, troppo "comunista" per fare carriera sul lavoro e, perdipiù, con la stessa moglie da più di trent'anni. Non che quest'ultima cosa possa costituire ostacolo, ma ad aggravare la situazione ci sono pure i difetti: ascolto musica terrificante e a volume spesso sconsiderato, amo fare camminate in montagna di diverse ore, preferisco i libri alla tivù, tanto che detesto personaggi del piccolo schermo senza mai averli visti. Insomma, un misantropo, un topo di biblioteca, dai gusti pessimi e senza glamour. Ma se tutto questo non costituisse problema, bene ragazze, scrivetemi allora. Non mi interessano le vostre fotografie, preferirei, se possibile, il vostro estratto-conto titoli (sapete, sono un bancario....). Potrebbe nascere un amore. 

 
 
 

DAVID PARSONS DANCE COMPANY

Post n°1450 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da pierrde
 

 La compagnia, fondata nel 1987 da David Parsons, è tra le poche che sia riuscita a lasciare un segno nell'immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri "cult" della danza mondiale. Il rapporto con la musica jazz è duraturo, ed ha visto anche la partecipazione del collettivo a due edizioni di Umbria Jazz. Questo estratto da Kind of Blue fu presentato proprio a Perugia, mentre altre coreografie sono danzate su musiche di Duke Ellington e John Coltrane. Ultimamente  grazie a You Tube è possibile ammirare, anche se suddiviso in ben sette parti, una recente collaborazione con Billy Taylor ed il suo trio.   

 

 

http://www.parsonsdance.org/

 

 
 
 

RICORRENZE, RIAPERTURE, CHIUSURE

Post n°1449 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

Ieri 23 febbraio lo storico club newyorkese Village Vanguard ha festeggiato i 75 anni dall'apertura avvenuta nel 1935 ad opera di Max Gordon. Le celebrazioni dureranno una settimana e per l'occasione il palco vedrà esibirsi il gruppo di Joe Lovano, appena ristabilitosi dalla doppia frattura alle braccia, in compagnia di Esperanza Spalding al contrabbasso, James Weidman al pianoforte e Francisco Mela e Otis Brown III alle percussioni. Nel locale hanno suonato tutti i grandi del jazz, per non parlare delle decine di album registrati dal vivo come Sonny Rollins-A Night at the Vanguard, John Coltrane- The Complete 1961 Village Vanguard Recordings, Bill Evans-The Complete Village Vanguard Recordings, Dexter Gordon-Homecoming,  Woody Shaw-Stepping Stones, Bill Evans-Turn Out The Stars, Joe Lovano Live at the Village Vanguard, Brad Mehldau -Trio Live.  Il fondatore scrisse  anche un gustoso libro di annedoti e ricordi pubblicato anni fa  in Italia (Max Gordon - Dal vivo al Vanguard, Il Saggiatore) di cui consiglio la lettura facile e divertente. 


Un'altra bella notizia giunge da Copehagen: lo storico e bellissimo Jazzhus Montmartre riapre i battenti a maggio. Il locale, aperto negli anni '50, visse stagioni d'oro grazie ai molti musicisti americani trasmigrati in Europa (Stan Getz, Kenny Drew, Dexter Gordon, e moltissimi altri, che qui pure registrarono album storici). Poi lentamente il declino, ospitando rock, pop ed hip-hop fino alla chiusura nei '90. Il direttore artistico del nuovo club sarà Niels Lan Doky talentuoso pianista danese di origini vietnamite al quale va il mio in bocca al lupo !

Di entrambi i locali ho un buon ricordo, in particolare del Montmartre dove più di trent'anni fa ascoltai per entrambi i set della serata il magnifico Old and New Dreams con Don Cherry, Charlie Haden, Dewey Redman e Eddie Blackwell. Concerto magico con i musicisti che nell'intervallo sedevano ai tavolini in mezzo al pubblico parlando e bevendo in allegria. Tra i miei ricordi più belli.

Notizia malinconica invece giugnge dalla rete: dopo più di sei anni di onorevolissima presenza, punto di riferimento di moltissimi appassionati anche italiani, da qualche mese ha chiuso i battenti il sito Bagatellen. Rimane in rete un corposo archivio che è sempre interessante consultare, ma purtroppo non si sarà seguito ne aggiornamento. 

Tutti i link trattati nel post:








 

 
 
 

ROBERT WYATT PER RADIO POPOLARE

Post n°1448 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB




Wyatt non rientra compiutamente nell'universo jazz, ma spesso ne ha varcato i confini con quella sua vena particolare introversa e socialmente impegnata. Rimane un cantore stralunato e attento, un musicista-poeta a tutto tondo, un "mito" (parola esagerata, la sua non è propriamente popolarità almeno in Italia) della mia generazione (altra mia  esagerazione: in realtà la maggioranza dei miei coetanei non è mai andata oltre Guccini). Ne riparlo alquanto volentieri perchè ho avuto occasione di rileggere una intervista concessa nella primavera 1996 a Musiche, una rivista da tempo scomparsa che allora era tra le mie preferite e che conservo gelosamente annata per annata. Ironico e garbato Wyatt affronta diversi argomenti, non ultimo la sua partecipazione ad una serie di puntate registrate in veste di Disc Jockey per Radio Popolare. Oggi grazie alla rete e a Radio Popolare è possibile scaricare i cinque programmi che andarono in onda. La Radio poi mette a disposizione una scheda biografica ricchissima con moltissimi link e rimandi.






Per scaricare le puntate andare su 1994 e 1995

 
 
 

MONDRIAN JAZZ

Post n°1447 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da pierrde
 


 
Nonostante siano molto famosi, anche spesso imitati e banalizzati, i quadri di Mondrian dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità. I quadri non rappresentativi, per cui è conosciuto e che consistono in forme rettangolari di rosso, giallo, blu o nero, sono in effetti il risultato di un'evoluzione stilistica che avvenne nel corso di quasi 30 anni, per continuare oltre questo stesso punto fino alla fine della sua vita.




« Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte. »(Piet Mondrian)

 
 
 

SFERE

Post n°1446 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da pierrde
 



Sanremo sostiene la musica: dal festival escono canzoni che nessuno si sognerebbe di scaricare illegalmente.


             www.spinoza.it

 
 
 

DIAMANDA GALAS

Post n°1445 pubblicato il 20 Febbraio 2010 da pierrde
 

 



Il primo aggettivo che mi sovviene pensando a Diamanda Galas e alla sua musica è : inquietante. Di solito lo associo a terminazioni musicali positive, escludendo comunque a priori che Diamanda rientri a qualsiasi titolo sotto la classificazione "jazz". Interessante comunque l'intervista rilasciata a Jazzitalia, della quale riporto la parte più "forte" per quanto riguarda il jazz. Non commento, si tratta dell'opinione dell'artista, trovo però che sia in linea con il personaggio: inquietante.

....mi fa piacere parlare di Scrjabin perché sto seriamente pensando di proporre alcuni suoi brani per pianoforte durante le mie performances, come omaggio a questo grande musicista così influente in così tanti modi sul jazz moderno. Sento spesso parlare di jazz senza che nessuno citi gente come lui, Rachmaninoff, Bartok...da non crederci. Non danno loro alcun credito!
 Chi ha inventato queste progressioni, chi ha inventato certe scale?Si conosce Thelonious Monk ma non, appunto, Scrjabin. 
Giusto, come osi parlare di Monk senza sapere chi gli ha dato gli strumenti per esprimersi? Questa gente mi annoia, davvero, mi annoiano molto (ride). Gli americani hanno questo modo di ingigantire tutta la cultura che li vede protagonisti senza riconoscere l'originalità a chi davvero ha creato certi accordi, certe scale. 
Ed è una questione razziale, è un dato di fatto che la maggior parte dei compositori in questione nasce in Medio Oriente, prendi i russi, Scriabin, Rachmaninoff, prendi Bartok, Chopin: è lì che nasce il jazz, e un paese come l'America che ha sperimentato la piaga dell'intolleranza non dovrebbe perpetrarla a sua volta ignorandoli completamente perché non americani.
 Quando suono "Gloomy Sunday" negli Stati Uniti mi dicono, "ah la canzone di Billie Holiday"...ma non è di Billie Holiday, è di Laszlo Seress! Ed è una cosa completamente diversa rispetto alla versione della Holiday, tra l'altro. Quando ero giovane mi dicevano che il jazz nasce dalla cultura africana, beh permettimi di farti sentire un disco di musica africana e vedremo! Non c'entra assolutamente nulla. Il jazz parla attraverso la lingua dei grandi romantici e contemporanei europei, è per questo che non mi piace tracciare una linea di divisione netta fra una cultura e l'altra. Oggi in America la creazione musicale, e non solo jazz, è molto limitata, ci sono un paio di grandi cantanti a Broadway che comunque propongono sempre il solito approccio al jazz...e il resto degli americani ascolta brutte copie di Aretha Franklin e Whitney Houston con i soliti due o tre giri di accordi di rhythm and blues.

Intervista di Diamanda Galas ad opera di  Marco Marroni, www.Jazzitalia.net

 
 
 

SANREMO

Post n°1444 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da pierrde
 


Eliminata a Sanremo la canzone "Italia amore mio", musica di Pupo su testo di Emanuele Filiberto di Savoia. Nel breve filmato il giudizio sintetico della giuria...

 
 
 

ANCORA DA UMBRIA JAZZ 2010....

Post n°1442 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

.......i nomi in cartellone per l'edizione che si svolgerà a Perugia dal 9 al 18 luglio: grandi protagonisti della scena jazz come SONNY ROLLINS, che nel 2010 festeggia 80 anni, PAT METHENY, CHICK COREA, THE MANHATTAN TRANSFER, MELODY GARDOT, ENRICO RAVA e STEFANO BOLLANI, star che hanno fatto la storia come LEONARD COHEN, cantautore ma anche poeta e romanziere, artista complesso e seducente, vera e propria icona vivente, e MARK KNOPFLER, per il quale sono gia disponibili i biglietti in prevendita, nomi che non hanno bisogno di presentazioni e che sono in grado di soddisfare I gusti musicali di qualsiasi appassionato.
Tutte le news, le info sulle prevendite e gli aggiornamenti su www.umbriajazz.com



Brevemente solo poche constatazioni: 
a) da 10 anni sono sempre gli stessi nomi (della serie bravi ma basta....)
b) con tutto il rispetto, che pizza !! (e magari anche : che prezzi !! 56 euro per Knopfler....manco gratis !)
c) ci sono più festival a Perugia sotto lo stesso tetto: quello pop e poi anche quello jazz. Difficile credere che il secondo sia il più importante
d) per fortuna ci sono altri festival..... 
e) non ne parlo più fino all'edizione 2011.....

 
 
 

NEW DIRECTIONS ?

Post n°1441 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

 


Programmare e promuovere un festival jazz richiede ai giorni nostri anche capacità d'inventiva e di marketing che un tempo non erano necessarie: bastava mettere assieme un pacchetto di ottimi musicisti e il gioco era fatto. Non è più cosi'; ora che globalizzazione e crisi hanno livellato proposte e idee, e nuovi profeti musicali non se ne scorgono all'orizzonte, il ruolo creativo dei direttori artistici è diventato importante. C'è chi se la cava ricorrendo a facili soluzioni che hanno il vantaggio di attrarre folle impensabili per il jazz, e cosi' si spiegano buona parte dei cartelloni estivi che nascondono sempre più i musicisti jazz in mezzo ad un ventaglio di nomi pop e di ogni altro genere "commestibile".
Ci sono invece i festival di tendenza, spesso ottimi per gusto e proposte ma purtroppo (o per fortuna...) difficilmente baciati dal successo numerico. Una via di mezzo è, ad esempio, la proposta del festival jazz di Utrecht, che si svolge in Olanda dal 9 al13 marzo prossimi. Accanto a nomi consolidati, Jan Garbarek, Jesse Van Ruler, Gwilin Simcock, ecco una giornata interamente dedicata alla coraggiosa etichetta portoghese Clean Feed e al suo manipolo di musicisti poco avvezzi a business e concessioni al pubblico di bocca buona. Ma non è tutto, una intera giornata è dedicata a gruppi punk-improvised-jazz, che fanno del motto I Hate Jazz (Io odio il jazz) il logo trainante e provocatorio dell'intero festival. Che cosa si intenda per punk-jazz lo può forse far capire il breve filmato del TrioVD. Non so se si tratti di nuove direzioni, per dirla alla Miles. Personalmente nutro dubbi, ma apprezzo lo sforzo di anticonformismo dell'organizzazione e la ricerca anche estrema di nuove idee.   

 


 
 
 

ATELIER MUSICALE : TOKKA TRIO

Post n°1440 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da pierrde
 

Il week-end milanese offriva un buon ventaglio di scelte: scartato subito e per motivi opposti Ray Gelato al Blue Note e David Moss al Binario di Monza, c'era la scelta tra il trio finnico, sulla carta fresco e nuovo, e le vecchie glorie rappresentate dal World Saxophone Quartet più il M'Boom Re Percussion. Ovviamente se la scelta fosse stata fatta in base ai valori avrei rivisto a distanza di molti anni il WSQ ed il M'Boom. Dei due grandi gruppi ricordo i giorni felici, quelli con Julius Hemphill e Max Roach, cioè le due menti creative dei rispettivi ensemble. Dopo la loro scomparsa non ho più avuto modo di riascoltare quelli che ai tempi erano tra quanto di meglio si potesse vedere. Per comodità di trasporto e di orario ho invece scelto il trio di Seppo Kantonen: c'era anche la curiosità di ascoltare musicisti che provengono dal paese scandinavo jazzisticamente  meno conosciuto, inoltre il buon ricordo di trii svedesi (E.S.T) e norvegesi (Gustavsen) ha giocato la sua parte nella mia decisione. In fondo la Finlandia vanta una storia jazzistica straordinaria e, da noi, pressochè sconosciuta: una rivista (Rytmi) nata nello stesso anno di Down Beat (1934), un grande festival internazionale (Pori) che ha quasi cinquant'anni di vita, e l'ingresso già dai primi anni '80 della musica afro-americana nella prestigiosa Sibelius Academy.  

Il concerto è stato piacevole, il gruppo interessante, la musica ben strutturata e ricca armonicamente e ritmicamente. Tra i musicisti c'è un evidente interplay; anche se il pianoforte ricopre comunque il ruolo centrale, batteria e contrabbasso sono in grado di assumersi la parte di protagonista. Kantonen suona privilegiando la parte medio-grave della tastiera, tessendo cluster ed ostinati che in parte, con le dovute proporzioni, mi hanno ricordato l'immenso Ahmad Jamal. Nelle composizioni anche l'influenza della musica popolare scandinava ha un suo ruolo importante e ben sviluppato.  
Buoni musicisti, come d'altronde se ne possono trovare numerosi in ogni parte d'Europa, senza però particolari lampi di genio ma in grado di rendere interessante il pomeriggio milanese. 
 
 
 

TAF(J)AZZISMO UMBRO

Post n°1439 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

 Lunedì 12 luglio, alle 21, all'arena Santa Giuliana ci sarà Mark Knopfler, cantante chitarrista ed ex leader dei Dire Straits, rock band che ha conosciuto una grande popolarità mondiale negli anni Ottanta. Umbria Jazz ha ufficializzato oggi il primo nome pesante del suo cartellone 2010, che andrà in scena a Perugia dal 9 al 18 luglio.

Fonte : http://lanazione.ilsole24ore.com/perugia/cronaca/2009/10/22/250490-mark_knopfler_sara.shtml

 
 
 

14 FEBBRAIO : MY FUNNY VALENTINE

Post n°1438 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da pierrde

 


Il riflesso automatico che collega il 14 febbraio alla musica è sicuramente, almeno per me, My Funny Valentine. Moltissimi grandi l'hanno incisa: Ella, Sarah, Miles, Keith, solo per parlare dei più conosciuti. Ma a mio parere il brano di Richard Rogers e Lorenz Hart è diventato immortale grazie alla voce e alla tromba di Chet. Poesia, dolcezza e malinconia allo stato dell'arte. 
Volete sapere tutto su My Funny Valentine ? Andate qui:   http://en.wikipedia.org/wiki/My_Funny_Valentine

        

 
 
 

WYNTON IN RETE

Post n°1437 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

 


Da poco è  uscito un nuovo album con dvd allegato ad opera di Wynton Marsalis e del suo nuovo gruppo con Richard Galliano ospite e contitolare. Si tratta della registrazione, audio e video, del concerto del 2008 tenuto a Marciac, località francese situata nei Pirenei dove si svolge uno dei più importanti festival estivi europei. Questo video trovato su You Tube documenta il tema portante del concerto e dell'album: l'omaggio a Edith Piaf e a Billie Holiday tramite composizioni originali (di Galliano) più una manciata dei grandi temi che resero popolari le due cantanti. Il risultato è un mainstream di livello altissimo, grazie anche all'apporto del formidabile nuovo sassofonista del gruppo, Walter Blanding, e alla ben nota perizia da fuoriclasse dei due leader. 
Wynton è molto attivo anche in rete, il suo sito è molto visitato e ben costruito, ma anche il suo profilo su Facebook ha numeri interessanti per gli appassionati. In questi giorni è disponibile il video di un intero concerto dedicato alla sua città, New Orleans, e a tutti i suoi santi. Inoltre è possibile scaricare gratuitamente e in alta qualità l'album Here...Now del 2001 uscito con il settetto e commissionato per le coreografie di Judith Jamison per l'Alvin Alley American Dance Theatre. Il lavoro è stato concepito come omaggio alla campionessa olimpica dei 110 metri ad ostacoli Florence Griffith.



 
 
 
 

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