Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi di Febbraio 2010
La compagnia, fondata nel 1987 da David Parsons, è tra le poche che sia riuscita a lasciare un segno nell'immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri "cult" della danza mondiale. Il rapporto con la musica jazz è duraturo, ed ha visto anche la partecipazione del collettivo a due edizioni di Umbria Jazz. Questo estratto da Kind of Blue fu presentato proprio a Perugia, mentre altre coreografie sono danzate su musiche di Duke Ellington e John Coltrane. Ultimamente grazie a You Tube è possibile ammirare, anche se suddiviso in ben sette parti, una recente collaborazione con Billy Taylor ed il suo trio.
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Ieri 23 febbraio lo storico club Un'altra bella notizia giunge da Copehagen: lo storico e bellissimo Jazzhus Montmartre riapre i battenti a maggio. Il locale, aperto negli anni '50, visse stagioni d'oro grazie ai molti musicisti americani trasmigrati in Europa (Stan Getz, Kenny Drew, Dexter Gordon, e moltissimi altri, che qui pure registrarono album storici). Poi lentamente il declino, ospitando rock, pop ed hip-hop fino alla chiusura nei '90. Il direttore artistico del nuovo club sarà Niels Lan Doky talentuoso pianista danese di origini vietnamite al quale va il mio in bocca al lupo ! Di entrambi i locali ho un buon ricordo, in particolare del Montmartre dove più di trent'anni fa ascoltai per entrambi i set della serata il magnifico Old and New Dreams con Don Cherry, Charlie Haden, Dewey Redman e Eddie Blackwell. Concerto magico con i musicisti che nell'intervallo sedevano ai tavolini in mezzo al pubblico parlando e bevendo in allegria. Tra i miei ricordi più belli. Notizia malinconica invece giugnge dalla rete: dopo più di sei anni di onorevolissima presenza, punto di riferimento di moltissimi appassionati anche italiani, da qualche mese ha chiuso i battenti il sito Bagatellen. Rimane in rete un corposo archivio che è sempre interessante consultare, ma purtroppo non si sarà seguito ne aggiornamento. Tutti i link trattati nel post: |
Wyatt non rientra compiutamente nell'universo jazz, ma spesso ne ha varcato i confini con quella sua vena particolare introversa e socialmente impegnata. Rimane un cantore stralunato e attento, un musicista-poeta a tutto tondo, un "mito" (parola esagerata, la sua non è ![]() Trovate l'intervista qui: http://www.disco-robertwyatt.com/images/Robert/interviews/Musiche1996/index.htm Bibliografia e trasmissioni qui: http://www.radiopopolare.it/trasmissioni/prospettive-musicali/links/robert-wyatt-una-cronologia/ Per scaricare le puntate andare su 1994 e 1995 |
Nonostante siano molto famosi, anche spesso imitati e banalizzati, i quadri di Mondrian dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità. I quadri non rappresentativi, per cui è conosciuto e che consistono in forme rettangolari di rosso, giallo, blu o nero, sono in effetti il risultato di un'evoluzione stilistica che avvenne nel corso di quasi 30 anni, per continuare oltre questo stesso punto fino alla fine della sua vita. « Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte. »(Piet Mondrian) |
Sanremo sostiene la musica: dal festival escono canzoni che nessuno si sognerebbe di scaricare illegalmente. FONTI: www.insertosatirico.com |
Il primo aggettivo che mi sovviene pensando a Diamanda Galas e alla sua musica è : inquietante. Di solito lo associo a terminazioni musicali positive, escludendo comunque a priori che Diamanda rientri a qualsiasi titolo sotto la classificazione "jazz". Interessante comunque l'intervista rilasciata a Jazzitalia, della quale riporto la parte più "forte" per quanto riguarda il jazz. Non commento, si tratta dell'opinione dell'artista, trovo però che sia in linea con il personaggio: inquietante. ....mi fa piacere parlare di Scrjabin perché sto seriamente pensando di proporre alcuni suoi brani per pianoforte durante le mie performances, come omaggio a questo grande musicista così influente in così tanti modi sul jazz moderno. Sento spesso parlare di jazz senza che nessuno citi gente come lui, Rachmaninoff, Bartok...da non crederci. Non danno loro alcun credito! Chi ha inventato queste progressioni, chi ha inventato certe scale?Si conosce Thelonious Monk ma non, appunto, Scrjabin. Giusto, come osi parlare di Monk senza sapere chi gli ha dato gli strumenti per esprimersi? Questa gente mi annoia, davvero, mi annoiano molto (ride). Gli americani hanno questo modo di ingigantire tutta la cultura che li vede protagonisti senza riconoscere l'originalità a chi davvero ha creato certi accordi, certe scale. Ed è una questione razziale, è un dato di fatto che la maggior parte dei compositori in questione nasce in Medio Oriente, prendi i russi, Scriabin, Rachmaninoff, prendi Bartok, Chopin: è lì che nasce il jazz, e un paese come l'America che ha sperimentato la piaga dell'intolleranza non dovrebbe perpetrarla a sua volta ignorandoli completamente perché non americani. Quando suono "Gloomy Sunday" negli Stati Uniti mi dicono, "ah la canzone di Billie Holiday"...ma non è di Billie Holiday, è di Laszlo Seress! Ed è una cosa completamente diversa rispetto alla versione della Holiday, tra l'altro. Quando ero giovane mi dicevano che il jazz nasce dalla cultura africana, beh permettimi di farti sentire un disco di musica africana e vedremo! Non c'entra assolutamente nulla. Il jazz parla attraverso la lingua dei grandi romantici e contemporanei europei, è per questo che non mi piace tracciare una linea di divisione netta fra una cultura e l'altra. Oggi in America la creazione musicale, e non solo jazz, è molto limitata, ci sono un paio di grandi cantanti a Broadway che comunque propongono sempre il solito approccio al jazz...e il resto degli americani ascolta brutte copie di Aretha Franklin e Whitney Houston con i soliti due o tre giri di accordi di rhythm and blues. Intervista di Diamanda Galas ad opera di Marco Marroni, www.Jazzitalia.net |
....... Brevemente solo poche constatazioni: a) da 10 anni sono sempre gli stessi nomi (della serie bravi ma basta....) b) con tutto il rispetto, che pizza !! (e magari anche : che prezzi !! 56 euro per Knopfler....manco gratis !) c) ci sono più festival a Perugia sotto lo stesso tetto: quello pop e poi anche quello jazz. Difficile credere che il secondo sia il più importante d) per fortuna ci sono altri festival..... e) non ne parlo più fino all'edizione 2011..... |
Programmare e promuovere un festival jazz richiede ai giorni nostri anche capacità d'inventiva e di marketing che un tempo non erano necessarie: bastava mettere assieme un pacchetto di ottimi musicisti e il gioco era fatto. Non è più cosi'; ora che globalizzazione e crisi hanno livellato proposte e idee, e nuovi profeti musicali non se ne scorgono all'orizzonte, il ruolo creativo dei direttori artistici è diventato importante. C'è chi se la cava ricorrendo a facili soluzioni che hanno il vantaggio di attrarre folle impensabili per il jazz, e cosi' si spiegano buona parte dei cartelloni estivi che nascondono sempre più i musicisti jazz in mezzo ad un ventaglio di nomi pop e di ogni altro genere "commestibile". Ci sono invece i festival di tendenza, spesso ottimi per gusto e proposte ma purtroppo (o per fortuna...) difficilmente baciati dal successo numerico. Una via di mezzo è, ad esempio, la proposta del festival jazz di Utrecht, che si svolge in Olanda dal 9 al13 marzo prossimi. Accanto a nomi consolidati, Jan Garbarek, Jesse Van Ruler, Gwilin Simcock, ecco una giornata interamente dedicata alla coraggiosa etichetta portoghese Clean Feed e al suo manipolo di musicisti poco avvezzi a business e concessioni al pubblico di bocca buona. Ma non è tutto, una intera giornata è dedicata a gruppi punk-improvised-jazz, che fanno del motto I Hate Jazz (Io odio il jazz) il logo trainante e provocatorio dell'intero festival. Che cosa si intenda per punk-jazz lo può forse far capire il breve filmato del TrioVD. Non so se si tratti di nuove direzioni, per dirla alla Miles. Personalmente nutro dubbi, ma apprezzo lo sforzo di anticonformismo dell'organizzazione e la ricerca anche estrema di nuove idee. |
Fonte : http://lanazione.ilsole24ore.com/perugia/cronaca/2009/10/22/250490-mark_knopfler_sara.shtml |
Post n°1438 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da pierrde
Il riflesso automatico che collega il 14 febbraio alla musica è sicuramente, almeno per me, My Funny Valentine. Moltissimi grandi l'hanno incisa: Ella, Sarah, Miles, Keith, solo per parlare dei più conosciuti. Ma a mio parere il brano di Richard Rogers e Lorenz Hart è diventato immortale grazie alla voce e alla tromba di Chet. Poesia, dolcezza e malinconia allo stato dell'arte. Volete sapere tutto su My Funny Valentine ? Andate qui: http://en.wikipedia.org/wiki/My_Funny_Valentine per il testo : http://www.links2love.com/love_lyrics_218.htm |
Da poco è uscito un nuovo album con dvd allegato ad opera di Wynton Marsalis e del suo nuovo gruppo con Richard Galliano ospite e contitolare. Si tratta della registrazione, audio e video, del concerto del 2008 tenuto a Marciac, località francese situata nei Pirenei dove si svolge uno dei più importanti festival estivi europei. Questo video trovato su You Tube documenta il tema portante del concerto e dell'album: l'omaggio a Edith Piaf e a Billie Holiday tramite composizioni originali (di Galliano) più una manciata dei grandi temi che resero popolari le due cantanti. Il risultato è un mainstream di livello altissimo, grazie anche all'apporto del formidabile nuovo sassofonista del gruppo, Walter Blanding, e alla ben nota perizia da fuoriclasse dei due leader. Wynton è molto attivo anche in rete, il suo sito è molto visitato e ben costruito, ma anche il suo profilo su Facebook ha numeri interessanti per gli appassionati. In questi giorni è disponibile il video di un intero concerto dedicato alla sua città, New Orleans, e a tutti i suoi santi. Inoltre è possibile scaricare gratuitamente e in alta qualità l'album Here...Now del 2001 uscito con il settetto e commissionato per le coreografie di Judith Jamison per l'Alvin Alley American Dance Theatre. Il lavoro è stato concepito come omaggio alla campionessa olimpica dei 110 metri ad ostacoli Florence Griffith. |
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