Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi di Aprile 2010
Post n°1497 pubblicato il 30 Aprile 2010 da pierrde
Stagione ricchissima di iniziative l'estate, tanto che è praticamente impossibile dare conto di tutte le proposte. Nemmeno il mensile per eccellenza, Musica Jazz, riesce a coprire tutto il territorio nazionale. Giocoforza per un piccolo blog dare conto di festival e/o iniziative vicine geograficamente o particolarmente importanti nella realtà italiana. Lascio ovviamente ai consueti portali on line (Jazzitalia e All About Jazz Italia) la copertura il più ampia possibile di tutte le altre proposte. Detto questo ecco che sull' Eco di Bergamo di oggi compaiono a grandi linee i protagonisti del festival di Clusone. Ne parlo ogni anno non solo per vicinanza, ma sopratutto per totale adesione alle scelte artistiche che in trent'anni hanno portato Clusone Jazz ad essere conosciuto in tutta Europa e anche tra gli appassionati americani grazie alle cronache di Down Beat. Gli unici a disconoscere una realtà cosi' significativa paiono essere proprio le istituzioni locali e regionali, in perfetta aderenza al motto che nessuno è profeta in patria, dando l'ennesima prova di sensibilità a rovescio riguardo alle iniziative culturali di cui evidentemente non capiscono la portata. Ma ecco le notizie dal sito del quotidiano bergamasco: Clusone Jazz 2010: la trentesima edizione si farà. Pressochè definito il programma dei concerti previsti dal 19 giugno al 1 agosto. Di fronte ad una scadenza tanto significativa, nonostante non siano state completamente dissipate le difficoltà che ne avevano messo addirittura in dubbio l'edizione 2010, l'associazione che si fa carico di promuovere il Clusone Jazz Festival ha ritenuto indispensabile lanciare un segnale forte e di continuità impegnandosi comunque ad organizzare la trentesima edizione, con l'auspicio che da parte delle istituzioni venga assicurato adeguato sostegno ad una manifestazione verso la quale non vengono mai disdegnati apprezzamenti ma che fatica ancora a ricevere adeguati finanziamenti. Il festival rispecchierà quelle che sono ormai tratti somatici consolidati, mantenendo la formula itinerante e confermando le prerogative sul piano dell'innovazione e della proposizione artistica che hanno contribuito ad accrescerne l'identità. Al tradizionale prologo in Liguria, con il concerto d'apertura previsto per il 19 giugno con il trio composto da Daniele Dagaro, Mauro ottolini e Simone Zanchi, seguiranno nel mese di luglio numerosi appuntamenti in diverse località. Certi per ora, sono i concerti in calendario a LEGNANO (3 luglio), CALOLZIOCORTE (18 luglio), MALEGNO e CAPODIPONTE in Valcamonica (22 e 23 luglio), GANDINO (25 luglio), ALBINO (29 luglio). La fase conclusiva del festival è prevista principalmente a CLUSONE (ROVETTA ospiterà un concerto nel pomeriggio della domenica) nel fine settimana compreso tra il 30 luglio ed il 1 agosto. Oltre a quelli conclusivi, CLUSONE ospiterà, a differenza degli altri anni, ulteriori concerti e iniziative di notevole richiamo. Domenica 4 luglio segnerà il ritorno nella cittadina seriana del BILL FRISELL TRIO con Bill Frisell alle chitarre, Rudy Royston alla batteria e Eyvind Kang al violino. Frisell è uno di quegli artisti che Clusone seppe proporre una prima volta nell'ormai lontano 1987, agli inizi di una straordinaria carriera che lo hanno fatto diventare un punto di riferimento della scena jazz contemporanea. Uno specifico momento, il 17 luglio, verrà invece riservato per celebrare la figura di JIMI HENDRIX : un artista che benché non possa essere considerato un esponente del jazz, rappresenta ancora oggi un mito per la capacità innovativa che ne ha caratterizzato la pur breve esistenza e per l'influenza che ha esercitato su intere generazioni di musicisti. Sul palco di Clusone il quartetto elettrico di GIOVANNI FALZONE con un repertorio che attinge nelle composizioni di Hendrix fino a spaziare nella dimensione elettrica di Miles Davis. Tra i protagonisti di questa ennesima edizione del CLUSONE JAZZ possiamo anticipare, oltre al già citato trio dil BILL FRISELL ed all' ELECTRIC QUARTET di GIOVANNI FALZONE, la presenza del duo SIMON NABATOV – NILS WOGRAM; l'omaggio a BITCHES BREW da parte del sestetto FUNKY FOOTBALL arricchito della presenza di MEDERIC COLLIGNON; il duo BOJAN Z – JULIEN LOURAU; i tedeschi dello storico DOPPELMOPPEL e il QUARTETTO TRIONFALE (Trovesi – Schoff – Philips - Sommer); il PURPLE B-RAIN (Nicita – Pinetti – Goloubev), LIBERO MOTU (Corini – Bigoni – Bandello),” FRANCESCO BEARZATTI “TINISSIMA QUARTET, ROBERTO DANI, STEFANO PASTOR, LUIGI LULLO MOSSO, PIETRO TONOLO e RICCARDO ZEGNA . |
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Post n°1495 pubblicato il 28 Aprile 2010 da pierrde
I jazzisti ci hanno abituato spesso a personali interpretazioni di quello cheinvece nel mondo della musica classica ancora segue un percorso rigido e obbligato. Tra i primi a distinguersi per le notazioni grafiche della propria musica, Anthony Braxton da sempre stupisce per i titoli delle proprie composizioni: veri e propri disegni che accompagnano la mole notevole di pubblicazioni discografiche. In questo post riporto solo alcuni esempi, i più semplici e alla portata di tutti, e cioè le copertine degli album, ma è possibile trovare in rete senza eccessiva fatica anche esempi di partiture dove la notazione non segue propriamente i canoni tradizionali, come è possibile osservare dalla copertina di questo album in quartetto del 2006. Non mancano soluzioni estemporanee anche in corso di esecuzione durante il concerto, come nel gruppo Cobra di John Zorn o, ritornando su Braxton, il gruppo con il quale si era presentato due anni fa al festival di Chiasso, il Diamond Curtain Wall. Variazioni e decisioni prese al momento o da un "direttore d'orchestra" o dai singoli musicisti che si passano il testimone senza q uindi il bisogno di notazioni grafiche ma con l'utilizzo di palette (Zorn) o bandierine con i nomi dei singoli (Braxton). Anche il trombettista Leo Smith utilizza notazioni grafiche per illustrare ai suoi patners le proprie composizioni. Quella che vi mostro qui sottoriguarda l'album Luminous Axis edito per la Tzadik, ma sul sito di Leo è possibile trovare numerosi altri esempi . Da poco è possibile trovare su You Tube un video dove Smith illustra il suo modo di scrittura e di interpretazione Link trattati nel post : |
Ennesima proposta di qualità presso l'Auditorium S.Antonio di Morbegno ed ennesima mancata risposta di un pubblico, quello valtellinese, evidentemente poco propenso alle scelte intelligenti e più portato verso il nazional popolare di dubbio gusto ma di sicuro appeal televisivo. Purtroppo non si tratta di snobismo ma proprio ed unicamente di mancanza di cultura e non solo in campo musicale . Eppure i requisiti per suscitare interesse c'erano e anche in abbondanza: una delle più belle voci italiane, e per di più anche valente pianista, Laura Fedele, con uno spettacolo monologo cucitole addosso dal regista Jacopo Boschini che narra le avventure dei personaggi del mondo marginale e spesso surreale di uno dei grandi musicisti di oggi, Tom Waits. Ad impreziosire il tutto la sapiente e coraggiosa opera di Laura nel tradurre in italiano una manciata di pezzi celebri, la sua interpretazione palpitante, il mondo dei derelitti e dei perdenti raccontato con partecipazione e simpatia, i testi particolarmente fedeli agli originali, e la lingua italiana spesso piegata con forza per rendere quel miscuglio impossibile di blues, jazz e cabaret che rende Waits unico e impossibile da imitare. Laura evita accuratamente un confronto per molti versi impossibile: la voce raschiosa e gutturale, piena di fumo, di nebbia e di storie di Tom è lasciata all'immaginario dello spettatore che invece si ritrova uno spettacolo costruito su personaggi e situazioni che caratterizzano i testi di Waits, resi però al femminile da una voce particolare e caratterizzata. Rispetto all'album uscito nel 2003, Pornoshow, che raccoglieva una manciata di canzoni del periodo che corre tra il 1974 ed il 1992, nello spettacolo 87 tasti il tutto viene ridotto musicalmente all'osso, dando particolare rilievo a brani tratti da Rain Dogs. Un trio composto da Stefano Dall'Ora al contrabbasso, cui spesso compete il ruolo di strumento leader, Gio Rossi alla batteria con tanto di set composto da pentole da cucina e Laura al pianoforte e alla recitazione. Se in Pornoshow le atmosfere waitsiane da orco ispido e strafatto vengono restituite da un organico strumentale variegato e complesso, la serata morbegnese invece ha visto un processo per sottrazione che ha reso certamente meno ricco e diversificato il progetto musicale, ma molto più sincera ancorchè spoglia l'adesione all'originale. Non tutto è sembrato dello stesso livello, qualche passaggio non sembrava perfettamente calibrato, frutto anche delle scelte ascetiche a cui penso avrebbe giovato almeno uno strumento in più, ma nel complesso spettacolo godibile e interessante che confermano la Fedele come voce tra le migliori nell'ambito della musica di ispirazione jazz-blues. |
Ketil Bjørnstad/Jon Christensen/Tore Brunborg Ketil Bjørnstad: piano; Jon Christensen: drums; Tore Brunborg: saxophone ECM rappresenta nel bene e nel male una importantissima fetta della discografia jazz (e dintorni) degli ultimi decenni. Manfred Eicher ha imposto una sua personalissima visione del suono, certamente non esente da critiche, ma di valore indubbio ed originale. Questa nuova sfornata di album riguarda prevalentemente gli stimoli e le percezioni che provengono dal nord Europa. C'è una novità interessante sul sito della label che riporto volentieri: subito accanto alle formazioni dei musicisti compare un link che permette di ascoltare alcuni brani di ogni album oltre che di accedere a note, brevi biografie e fotografie dei protagonisti. In questi giorni sto ascoltando il primo disco che compare in questa breve presentazione, Remebrance di Ketil Bjornstad, del quale penso di scrivere una recensione. A breve invece posterò le novità previste per il mese di maggio. |
L'estate è alle porte ed i direttori artistici dei vari festival stanno completando i cartelloni. In attesa del numero di maggio di Musica Jazz con le anticipazioni ( a proposito di Musica Jazz, e il portale web di cui si parlava in gennaio che fine ha fatto ?), ecco un primo nutrito elenco di festival di tendenza che "rubo" a Stef, il bravissimo "collega" belga che poche settimane fa ha festeggiato i tre anni di esistenza del suo blog Free Jazz e l'inviadiabile cifra di 1000 album recensiti. Un ruolino di marcia impressionante, spiegato in una auto-intervista in cui Stef parla anche dei ritmi notevoli che sostiene per poter gestire in solitudine il suo blog. Due ore al giorno in automobile per andare e tornare dal lavoro che diventano spazio per l'ascolto musica, e poi, la sera, dalle 22 alla 1 a riascoltare e scrivere le recensioni. Una passione formidabile che frutta dei risultati notevoli per equilibrio e competenza. Stef scrive in inglese, cosa che amplia a dismisura il bacino di utenza, ma che certo è impegnativo non essendo di madre lingua. Non mi rimane che complimentarmi con lui, e sicuramente anche con la sua compagna per la tolleranza e la condivisione di questo grande amore , e invitare chi non lo conoscesse a dare una sbircitina al suo bellissimo blog: May 2-3 Freedom Of the City, Conway Hall, London 4-9 Europajazz, Le Mans, France 4-21 Angelica Festival, Bologna, Italy 7-9 Clean Feed Fest, New York 14-15 Clean Feed Fest, Chicago 12-16 Ring Ring Festival, Belgrade, Serbia 13-15 Cerkno Jazz Festival, Slovenia 14-15 Sergey Kuryokhin International Festival, St. Petersburg Russia 20-23 Victoriaville, Canada 20 - 22 Sonore Festival, Brest, France 21-24 Moers Festival, Germany 28-30 MIA 2010, Atouguia da Baleia, Portugal End Uncool Festival, Valposchiavo, Switzerland June 2 - 5 Jazzdor - Strasbourg - Berlin 6-26 Suoni Per Il Popolo Festival, Montreal, Canada 21 - 30 Vision Festival New York 24 - July 4 Ottawa Jazz Festival, Canada 28 – July 3 Festival Jazz & Musique Improvisée en Franche Comté, Besançon and Doubs, France July 1-4 Warsaw Summer Jazz Days - Warsaw, Poland 2-4 Sound Symposium, New Foundland TBD Konfrontationen Festival, Nickelsdorf, Austria August TBD Jazz Em Agosto, Lisbon, Portugal 12-18 Meteo Festival, Mulhouse, France 26-31 Jazzfestival Saalfelden, Austria End Sant' Anna Arresi Jazz Festival, Sardinia, Italy End Zomer Jazz Fiets Tour (Summer Jazz Cycle Tour), Groningen, Holland September 8-12 Guelph Jazz Festival, Canada October TBD Jazz and More Festival, Sibiu, Romania TBD Autumn Jazz Festival, Cracow, Poland November TBD Music Unlimited Festival, Wels, Austria December TBD dOeK festival, Amsterdam, Holland |
"These are great love songs...Call you wife or husband or lover in late at night and sit down and listen." (Keith Jarrett) V A L U T A Z I O N E : * * * * |
Post n°1487 pubblicato il 17 Aprile 2010 da pierrde
Il video si riferisce alla festa dei tre anni, ma il 22 di aprile a Roma si festeggiano i cinque anni di attività di una istituzione unica nel suo genere e non solo in Italia.I festeggiamenti non possono essere che musicali, e vedranno domani impegnati molti musicisti in una serie di concerti . Purtroppo non sono mai riuscito a visitare la Casa del Jazz, pur andando a Roma abbastanza regolarmente negli ultimi anni. Spero di avere il tempo di rifarmi, intanto ecco un estratto da La Repubblica di ieri con notizie e riflessioni: Infine, chiusura della giornata alle 21 nella sala concerti (ingresso 5 euro) con Antonello Sorrentino S. T. Quintet Blog (Antonello Sorrentino tromba, Daniele Tittarelli sax alto e soprano, Giovanni Ceccarelli pianoforte, Francesco Ponticelli contrabbasso, Alessandro Marzi batteria) che presenterà il suo cd d'esordio, "Blog". In questi cinque anni la Casa del Jazz ha ospitato oltre mille eventi in cui si sono esibiti più di tremila musicisti davanti a 350mila spettatori. Non solo concerti ma anche guide all'ascolto, seminari e master class, gli incontri "Io e il jazz"con Renzo Arbore, Paolo Conte e Ivano Fossati, presentazioni di festival e rassegne, libri e dischi. E poi produzioni discografiche come la collana di cd registrati dal vivo nella Casa, "Jazz Italiano live", giunta alla quarta serie, distribuiti in edicola con Repubblica e L'Espresso che hanno venduto quasi un milione di copie. Il successo ottenuto ha portato alla nascita della "Casa del Jazz Records", nuovo marchio che inizierà ripubblicando i cd della serie che saranno distribuiti da Egea e che in seguito si dedicehrà a nuove produzioni originali, registrazioni storiche inedite o ristampe di dischi rari. Villa Osio risale alla fine degli anni Trenta quando Arturo Osio, tra i fondatori della Banca nazionale del Lavoro acquista l'area e, sulla base di un vecchio casale seicentesco, ne affida la costruzione a Cesare Pascoletti, allievo di Piacentini. La villa è poi passata nelle mani di Enrico Nicoletti, boss della banda della Magliana, quindi confiscata e assegnata al Comune di Roma. L'allora sindaco Veltroni ha fortemente sostenuto l'idea di dedicare quello spazio alla musica, al jazz in particolare: la villa è stata restaurata recuperando il progetto di Pascoletti e trasformando gli interni in funzione della musica, con auditorium, sala prove e registrazione. All'ingresso una lapide con i nomi delle vittime di mafia, realizzata con l'associazione "Libera" di don Ciotti, testimonia la vittoria rappresentata dalla sua restituzione alla città. Fonte : La Repubblica |
Post n°1486 pubblicato il 15 Aprile 2010 da pierrde
In questo inizio di primavera dopo il lavoro, o proprio a causa del lavoro, più che scrivere sul pc preferisco uscire con la bicicletta: dopo tante ore di ufficio pedalare tra vigne e castagneti è un toccasana per il fisico e per la mente. Se poi esco da solo, il massimo del relax è il lettore mp3 per ascoltare anche un pò di musica. Ecco, la musica: in una giornata imperniata sul lavoro quanto tempo rimane per ascoltare la musica ? A me, troppo poco. La sera tra stanchezza e impegni di varia natura mi rimangono solo spiccioli temporali. Ormai ascolto quasi esclusivamente in cuffia grazie al lettore mp3: comodo, pratico e anche rispettoso della vita coniugale. Avete mai provato ad ascoltare Evan Parker o Peter Brotzman a buon volume ? Bene, salvo coniugi particolarmente tolleranti o jazzofili anch'essi, si tratta di un ottimo deterrente per una separazione per crudeltà mentale. In una epoca di musica liquida il ricordo delle innumerevoli serate passate ad ascoltare album dall'impianto stereo pare confuso e lontano. Vivendo a distanza dalla città ormai l'acquisto di compact è diventato un evento raro. Salvo qualche dischetto che mi arriva da musicisti o da qualche distributore generoso, il pieno lo faccio in rete. E' pratico, comodo, permette di avere in pochissimo tempo album che sono reperibili solo nei pochi negozi specializzati di Milano, ed è pure più economico. Naturalmente, e sarei ipocrita a negarlo, sfrutto molto anche le "altre" possibilità che il web offre. D'altronde il prezzo intero l'ho pagato per decenni, e penso di vantare ancora crediti nei confronti delle case discografiche. Io ed il ministro Maroni abbiamo alcuni punti di vista in comune....... |
Post n°1485 pubblicato il 13 Aprile 2010 da pierrde
Mi ritrovo spesso a pensare sull' (in)utilità di proseguire l'esperienza del jazz blog. Assodato che scrivo principalmente per me, come sfogo catartico della mia passione, rispetto a quando ho iniziato (e sono passati ormai quattro anni e mezzo) molte cose sono cambiate. I portali jazz sono aumentati a dismisura; per rimanere nell'ambito della lingua italiana la scelta è vasta e diversificata. Anche il numero dei blog dedicati alla nostra musica ha avuto una crescita esponenziale, di riflesso persino quelli italiani. La maggior parte dei blog sono gestiti da giornalisti o addetti ai lavori, quando non direttamente dai musicisti. E io, che mi ritrovo a scribacchiare le mie idee dopo otto ore di lavoro, mi sento sempre più inadeguato e stanco, sopratutto nel mantenere il ritmo quotidiano dei post. Ho imparato a lavorare di mestiere, spesso un articolo mi occupa per pochi minuti, ma quando si vogliono esprimere valutazioni su album o concerti il tempo da investire è ben diverso. Non mi piace la prospettiva di diventare un blog di notizie musicali, ci sono innumerevoli siti che lo fanno già, ne di dedicarmi esclusivamente alle recensioni. Vedo in questo il rischio di autorelegarsi in uno spazio angusto e di non uscire da un vocabolario fatto di non più di qualche centinaio di parole. Ho sempre cercato di dosare notizie, immagini e recensioni, come dico nella testata di Mondo Jazz. Mi rendo conto della marginalità dell'argomento e della difficoltà del mezzo: impossibile andare in profondità nelle analisi, pena l'esclusione della maggioranza dei lettori. Insomma, come in ogni esperienza della vita, in questo momento prevale la stanchezza e la voglia di cambiare. Che fare ? Ci penserò naturalmente, per ora rallento i ritmi e mi riprendo il tempo...... |
Post n°1484 pubblicato il 13 Aprile 2010 da pierrde
Scaricare musica da internet? «Non la considero un’azione illegale». A ribadirlo dalle frequenze di Radiouno è il ministro dell’Interno, Roberto Maroni , che accende una polemica con la federazione italiana dei musicisti, ferrea nel perseguire la linea dura contro i cyberpirati. «Si è detto che è come andare in un supermercato e rubare la merce - osserva Maroni - Non è così, sarebbe così se io entrassi in un un sito che vende e rubassi la musica da lì; ma quando io scarico c’è il collegamento peer to peer, cioè tra computer privati. È come se il proprietario di questo computer dove io vado a prendere la musica facesse una copia di un cd che ha comprato e me la regalasse, cosa che avviene normalmente quando compriamo un cd e facciamo la copia per i nostri amici: è lo stesso meccanismo». Per il ministro, «proporre sanzioni pesantissime come quelle in Francia, fino alla disconnessione da internet, è sbagliato e non funziona, anzi in Francia da quando c’è questa legge severissima il download è aumentato. La soluzione è un altra: quella di fare un grande sito nazionale, l’ho proposto da tempo ma senza essere ascoltato, dove si possa scaricare musica gratis legalmente e trovare degli sponsor che paghino il diritto d’autore a chi la musica la fa e ha diritto ad essere pagato per questo». Un punto di vista, quello di Maroni, che non piace per nulla alla Fimi, la federazione dell’industria musicale italiana, che risponde al ministro snocciolando una serie di numeri: «Qualche milione di brani musicali scaricati legalmente e gratis, più di un miliardo di click gratuiti sui video ufficiali degli artisti italiani tramite Youtube, più dell’90% dei singoli file venduti a meno di un euro da decine di piattaforme. Un mercato della musica legale su internet che oggi è il 14 % del totale. Il ministro dell’Interno dovrebbe valutare che vi sono in gioco posti di lavoro e ricavi per lo Stato a causa della pirateria digitale». Fonte : La Stampa Non c'è che dire, capita cosi' raramente di udire ragionamenti sensati e anti-convenzionali da parte di politici del partito a cui appartiene Maroni (e non solo....) che questa appare veramente come una notizia. A prima lettura questa intervista parrebbe addiritura rilasciata da un illuminato politico di sinistra (peccato che nel frattempo la suddetta si sia estinta ed i suoi rappresentanti si occupino esclusivamente di guerre intestine ). Qualsiasi tipo di proibizionismo ha sempre storicamente fallito, quello digitale ha già perso da tempo la guerra, e questo lo riconoscono perfino i discografici più intelligenti. A mio modo di vedere nessuna norma, neanche la più restrittiva potrà arginare il fenomeno. Grazie ad internet è possibile riascoltare album fuori catalogo da anni, concerti trasmessi dalle radio di tutto il mondo, e , certo, anche album nuovi che in negozio vengono venduti a 20-25 euro. Ecco, forse uno dei motivi più importanti della disfatta delle major è proprio questo: per decenni hanno imposto un assurdo prezzo di mercato, adesso la tecnologia digitale li ha puniti. Se avessero mantenuto prezzi equi il fenomeno della "pirateria" sarebbe di gran lunga marginale. Conoscete qualche appassionato di musica che preferisce la copia digitale (e "pirata") all'originale con copertina, note e fotografie ? |
Post n°1483 pubblicato il 12 Aprile 2010 da pierrde
Credo che pochi album abbiano avuto la spinta mediatica dell'ultimo Pat Metheny. Orchestrion ha visto registrare un numero di interviste, articoli, servizi televisivi , e video postati opportunamente su You Tube che raramente perfino un gruppo pop che va per la maggiore si può permettere. Sicuramente Metheny è musicista genuino e generoso, persona di rara simpatia e cordialità, ed il progetto è singolare, la storia che racchiude l'intera vicenda certamente meritevole di essere raccontata. Ma alla fine, tra le invenzioni degli ingegneri e le doti carismatiche di Pat, si è un pò perso di vista l'effettivo valore musicale dell'album. I concerti della tournè hanno visto il tutto esaurito con immancabile grande successo, e questo era facilmente prevedibile. Ma l'album, com'è ? I pareri come sempre, sembrano discordi. Ho letto recensioni variabili tra il capolavoro e la mezza fregatura. Personalmente trovo Orchestrion piuttosto simile alla musica fusion che Pat suona con il quintetto: diverso il contesto ed il feeling, ma il risultato è abbastanza noioso e scontato seppur ammirevole progettualmente. Sicuramente molto meno interessante rispetto al trio con Anthony Sanchez e Christian McBride o al duo con Charlie Haden. Nel nuovo numero di Down Beat l'album è sottoposto al giudizio di quattro critici, passando dalle 2 stelle e mezzo alle tre stelle e mezzo su cinque. Una valutazione equilibrata a mio modo di vedere, che è in linea con quanto ho espresso pocanzi. Riporto in particolare la sintesi del giudizio di John McDonough : "Orchestrion is like a hot dog. You might like it better if your didn't know how it was made. Metheny surely loves challenges, even when he has to find his own. Still, this is Metheny, after all. But when he's not front and center, the music seems lost in its method. Result, smooth jazz." |
AUTORI DEL BLOG
Andrea Baroni
Fabio Chiarini
Roberto Dell'Ava
Franco Riccardi
Ernesto Scurati
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
Inviato da: Less.is.more
il 23/08/2019 alle 21:27
Inviato da: Piero Terranova
il 13/07/2019 alle 20:06
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il 19/10/2018 alle 15:44
Inviato da: juliensorel2018
il 12/10/2018 alle 15:21