Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

L'agenda quotidiana di

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Luglio 2010

VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE

Post n°1569 pubblicato il 31 Luglio 2010 da pierrde


La notizia del giorno ovviamente è questa.  Ecco i migliori commenti tratti da Spinoza:

Berlusconi intima a Fini di lasciare la Camera. Senza nemmeno chiamargli un taxi.

Fini cacciato dal Pdl. Il consiglio ora è di correre a zig zag.

Berlusconi: “L’offerta di tregua è arrivata troppo tardi”. Potete dire ai finiani di uscire da quel cavallo.

(In pratica, Fini torna alle origini. Fa scismi)

Anche Bocchino, Briguglio e Granata fuori dal Pdl. I pm li guardano già con disinteresse.

I tre saranno deferiti al collegio dei probiviri. Appena l’ufficio casting di Mediaset li avrà scelti.

(I probiviri del Pdl. Una figura ormai leggendaria, come gli scopamici)

Una nota di Palazzo Chigi: “Sui giornali ricostruzioni fantasiose”. Su uno c’è addirittura scritto “Repubblica”.

Berlusconi: “Non sono più disposto ad accettare il dissenso”. Caccia Fini e gli ruba pure le idee.

L’editoriale di Minzolini ci ricorda che queste voci di crisi sono spesso esagerate. E comunque nulla che non si possa risolvere restando a casa nelle ore più calde.

Si rincorrono indiscrezioni sul nome del nuovo gruppo dei finiani: tra le proposte Azione Nazionale, Nazione e Libertà, Futuro Nazionale, Futuro e Libertà, Decima Mas.

Berlusconi: “Mi sono tolto un peso, come quando ho divorziato”. Un bel messaggio per l’elettorato cattolico.

Si attendono le dichiarazioni di Gasparri. Prima che il gallo canti.

Bersani: “Il governo non c’è più”. Finalmente ora sono pari.




 
 
 

WE INSIST: CEGLIE OPEN JAZZ FESTIVAL

Post n°1568 pubblicato il 30 Luglio 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

“Muore il CeglieJazz Open Festival – Alla nuova Amministrazione comunale non interessa”. Così titolava qualche settimana fa il Corriere del Mezzogiorno. Con amara ironia il giornalista apriva il suo articolo con queste parole: “Evidentemente non sono state troppo convincenti le presenze in cinque anni di William Parker, Hamid Drake, Matthew Shipp e John Tchicai, quattro giganti dell’avanguardia musicale afroamericana”. Né – aggiungiamo noi – è bastato l’interesse che la Rai ha manifestato nei confronti del Festival e delle sue prestigiose presenze italiane ed internazionali mandando in onda negli anni scorsi tre speciali su Radio3. La decisione della nuova Amministrazione di cancellare - perché sostanzialmente di questo si tratta - questa breve ma intensa pagina culturale nella quale una città di provincia si apriva a scenari internazionali ha suscitato molte perplessità, né poteva essere altrimenti visti i risultati raggiunti. La delibera con la quale si toglie l’incarico di direttore artistico a Pierpaolo Faggiano (incarico motivato dal suo curriculum vitae e dalle apprezzate pubblicazioni, tra l’altro a titolo gratuito e senza oneri per il Comune) non offre né le motivazioni adeguate dopo cinque anni di collaborazione con l’Ente pubblico, né lumi sul futuro prossimo. Anzi, in maniera contraddittoria si conferma la manifestazione, si parla di scelte musicali di connotazione diversa (quale?), e di nuova impronta artistica (di chi?) ma nulla si dice sul merito. Il CeglieJazz Open Festival si è connotato sin dall’inizio per la sua vocazione alla ricerca e sperimentazione, di qui la peculiarità e l’originalità rispetto alle diffuse e a volte estemporanee manifestazioni estive. Il Festival si è creato nel tempo un suo pubblico di appassionati competenti, provenienti da diverse città. L’esperienza jazzistica cegliese ha trovato una dignitosa sistemazione con la pubblicazione di tre dischi, testimonianza di autorevoli percorsi della musica d’oggi in campo internazionale. Sarebbe la cancellazione di una esperienza prestigiosa. Ma non è proprio così. Quell’esperienza può – deve - avere un seguito, in forme diverse. Per questo un gruppo di estimatori del CeglieJazz Open Festival propone, nel solco del jazz di ricerca e della musica di avanguardia una nuova stagione dal titolo Ceglie OpenJazz: We Insist!. Obiettivo è la testimonianza e non solo. La sperimentazione e l’educazione al gusto di un pubblico non necessariamente di élite. Tenendosi lontano dalla banalizzazione. Diamo dunque appuntamento per la sera del 5 agosto in un luogo da molti conosciuto: masseria Palagogna. Lì in un certo senso è iniziato tutto. Do you remember? Correva l’anno 2006. La sera del 26 giugno lì ci trovammo in tanti ad applaudire Echoes, quintetto composto dagli italiani Armando Battiston, Pasquale Innarella, Angelo Olivieri e da due personaggi di spicco dell’avanguardia afroamericana: William Parker e Hamid Drake. A masseria Palagogna, uno degli spazi privilegiati del cammino che ha interessato Ceglie e il suo territorio per un lustro, il 5 agosto i musicisti suoneranno a titolo gratuito. Una testimonianza la loro, per salvaguardare l’idea progettuale del CeglieJazz Open Festival. Una gratitudine la nostra.

F.to
Roberto Arcuri, Rocco Argentiero, Tommaso Argentiero, Mimmo Barletta, Pierpaolo Caliandro, Francesco Casale, Gioconda Cilio, Piermassimo Chirulli, Vittorino Curci, Roberto Del Piano, Roberto Dell’Ava, Nico Elia, Cinzia Eramo, Pietro Federico, Adele Galetta, Mariano Gatti, Pasquale Innarella, Enzo Lanzo, Gaetano Liguori, Ester Locorotondo, Domenico Maggi, Stefano Maltese, Pietro Mita, Francesco Monaco, Franco Nigro, Angelo Olivieri, Antimo Savese, Patrizio Suma, Rocco Suma, Nicola Trinchera, Stefano Zenni.

Il programma

Ore 20,00 presentazione cd Jazz for Amnesty con la partecipazione di  Cristina Lacirignola_voce, Andrea Gargiulo_pianoforte

Ore 21,00 Consorzio per la valorizzazione e la tutela del biscotto di Ceglie Messapica

Ore 21,30 Gianni Lenoci_piano
Marcello Magliocchi_drums_percussion

Ore 22,15 Kontakt Trio
Filippo Portera_saxes_flute
Sandro Sciarratta_double bass
Pasquale Augello_drums_percussion

Ore 23,00 Marco Colonna_saxes_clarinets_tarogato
Ivano Nardi_miscellaneous percussion

Direzione Artistica: Pierpaolo Faggiano
Organizzazione: comitato We Insist!
con il sostegno di Maggi Stop+Go; Masseria Fragnite; CasaeStile Immobiliare

Info: openjazz@yahoo.it
info@masseriapalagogna.it
http://ahiceglie.splinder.com
http://cegliemessapica.splinder.com
http://tribunalibera.splinder.com

 
 
 

CONSIGLI DISCOGRAFICI

Post n°1567 pubblicato il 29 Luglio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

The Complete Ahmad Jamal Trio Argo Sessions (#246)  Mosaic Records Limited Edition Box Set 
The Complete Ahmad Jamal Trio Argo Sessions (#246)
Limited Edition: 5,000 copies 
9 CDs -  $149.00 

Miles once said, “All my inspiration today comes from Ahmad Jamal.”
These recordings are the reason why.

Tracing back the influence of pianist Ahmad Jamal through his more than 50 years of performing and recording is like trying to repack the explosive components of a fireworks display after it ignites, flares, expands - and flashes again from every cascading branch. His original concepts about melody, rhythm and dynamics were important precursors to the work of such pianists as Red Garland, McCoy Tyner, and Herbie Hancock. His use of extended vamps, his light touch, and his economy - with a strong devotion to playing the "spaces" - cleared a path for further innovations by Cedar Walton, Gil Evans, McCoy Tyner and many modalists who were listening to what Jamal was doing. Could modern performer Jacky Terrasson re-imagine a familiar song as brilliantly as he does if Ahmad Jamal had not done it so influentially?

And that's just the piano players. When you factor in such artists as John Coltrane, "Cannonball" Adderley, and Miles Davis - whose fifties bands frequently recorded lesser known standards Jamal played in strikingly similar arrangements - and add up all the generations of musicians exposed to their work, you start to see how the sky fills with flaming, colored light.

His recording as a piano trio leader on Argo, owned by Chicago's Chess recording label, began in 1956. And that's where our new retrospective begins on The Complete Ahmad Jamal Trio Argo Sessions 1956-62. The first definitive collection of his work from this seminal era of his career, it includes all the tunes for which Jamal became renowned, such as "Ahmad's Blues," "Poinciana," "But Not For Me," and "Billy Boy," a song so often re-done in Jamal's style that his version has almost become the new standard.

Plus, there is a delightful bonus of 23 tracks that have never appeared before on record, all approved for release by Ahmad himself and each a revelation. Our jam-packed nine-CD package, covering material originally released on 12 LPs, is also a textbook on how to use all the elements of a musical composition not just to entertain, but to invent, beguile, challenge yourself as a musician, and challenge the audience to listen.

Fonte ; wwwmosaicrecords.com

 
 
 

STASERA IN DIRETTA SUL WEB: RAVA STANDARDS

Post n°1566 pubblicato il 28 Luglio 2010 da pierrde


Enrico Rava
RAVA INTERPRETA GLI STANDARD - Mercoledì 28 luglio tocca invece a uno dei più grandi interpreti della tromba: Enrico Rava, che affronta un repertorio di standard, reinventati secondo le Enrico Rava Enrico Rava sue nuove e originali trame. Il musicista è maestro in tutto ciò, basti pensare alle sue molteplici ed ogni volta diverse versioni di ] RAVA INTERPRETA GLI STANDARD - Mercoledì 28 luglio tocca invece a uno dei più grandi interpreti della tromba: Enrico Rava, che affronta un repertorio di standard, reinventati secondo le sue nuove e originali trame. Il musicista è maestro in tutto ciò, basti pensare alle sue molteplici ed ogni volta diverse versioni di "My Funny Valentine" cavallo di battaglia dell'indimenticabile Chet Baker, ma anche di Miles Davis. Rava affronterà come fossero nuove composizioni gli standard che ama e che magicamente riprenderanno nuova vita. Rava Standards è una formazione composta da fuoriclasse che sarà impegnata in 90 minuti di improvvisazione. Il trombettista è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d'ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali


Alle 21,30 sulla prima pagina on-line del quotidiano il link per vedere il concerto in diretta 

 
 
 

JAZZ FLIRT FESTVAL : AL VIA LA VI EDIZIONE

Post n°1565 pubblicato il 27 Luglio 2010 da pierrde

lunedì 02 agosto 2010

Minturno – Corteinterna Castello Baronale – ore 21:15

Zenei Quartet

Hamid Drake - batteria

Viktor Tóth - sassofono alto, flauto
Pasquale Mirra - vibrafono
Mátyás Szandai - contrabbasso


martedì 03 agosto 2010

Formia – Corteinterna Palazzo Comunale – ore 21:15

ElioVillafranca Trio 

Elio Villafranca - piano
John Davis - batteria
Stefano Senni -
contrabbasso

 

 

 

sabato 07 agosto 2010

Formia – Corteinterna Palazzo Comunale – ore 21:15

Mauro Negri “Waitin’ for Benny”

Mauro Negri -clarinetto 

Paolo Birro -piano 

Andrea Dulbecco -vibrafono 

Stefano Bagnoli -batteria

 

 

 

domenica 08 agosto2010

Formia – Corteinterna Palazzo Comunale – ore 21:15

FrancoD’Andrea Three

Franco D’Andrea -piano

Mauro Ottolini -trombone 

Daniele D’Agaro -clarinetto


sito web: www.jazzflirt.net

e-mail: info@jazzflirt.net

 
 
 

THE JAZZ YEARBOOK 2010

Post n°1564 pubblicato il 26 Luglio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

In edicola a cura del mensile di hi-fi Suono è possibile reperire il numero 1 di questo Jazz Yearbook, un magazine di 170 pagine a 8 euro che tra interviste, recensioni audio, video e librarie e analisi del jazz italiano è un utile strumento per fare il punto della situazione. C'è anche un compendio che riguarda i festival italiani, un breve riepilogo di dodici mesi di jazz ed infine le blue pages: etichette discografiche, scuole, festival, seminari e musicisti. Naturalmente si tratta di un work in progress, impossibile concentrare la mole di dati in poche pagine, ma Maurizio Favot nella presentazione lascia spazio a prossimi numeri a venire nel corso del tempo. Non nuova come idea ma interessante e di piacevole lettura. Consigliato.  

 
 
 

I REMEMBER WILLEM

Post n°1563 pubblicato il 25 Luglio 2010 da pierrde


l 

Nel 1968 avevo quindici anni e nel mio immaginario l'Olanda, e non gli Stati Uniti, era il paese dei miei sogni: tollerante e aperto, lontano non solo geograficamente ma addiritura nel tempo dal vecchiume clericale e politico italiano, patria dei provos, della mariuana liberalizzata (io però non fumo nemmeno le normali sigarette) e delle donne in vetrina (non che la cosa potesse interessarmi, ma allora sembrava un fatto di pura fantascienza nella bigotta provincia italiana). Qualche anno dopo, quando il mio amore per la musica era già rivolto al jazz, sempre dall'Olanda giungevano gli echi di un manipolo di musicisti temerari e formidabili. Misha Mengelberg, Han Bennink e Willem Breuker, che diedero vita alla prima formazione della Instant Composer's Pool le cui gesta venivano celebrate da pochi rarissimi dischi che arrivavano anche in Italia e dalle cronache di qualche spericolato recensore in trasferta. Nel 1978 andai per la prima volta ad Amsterdam ed ebbi l'incontro con questi meravigliosi musicisti nella vecchia sede del Bim Huis, oggi locale consacrato e celebrato e risorto nuovissimo in posizione di bellezza unica. 
Nel corso del tempo poi ho avuto modo di assistere più volte ai concerti del Kollektief di Breuker: impossibile non innamorarsi e resistere a quella mistura unica di cabaret, marcette, improvvisazioni libere, umorismo surreale e pazzia pura che il gruppo ancora oggi sa dispensare ad ogni concerto. Al festival di Clusone Breuker fu ospite per due volte, la prima disturbata dal maltempo si svolse in un cinema e l'impatto non fu cosi' forte come la seconda volta, nella magica Piazza dell'Orologio, con i musicisti scatenati. Ricordo grande musica e grande divertimento: una stralunata versione del Bolero di Ravel con il batterista, Rob Verdurmen,  tenere il tempo di quadriglia con le bacchette e....una sedia. Poi Sahara Sack, un brano trascinante di evidente ispirazione medio orientale, con tutti i fiati seduti in circolo sul palco con tanto di improvvisata Kefiah sul capo. Buonumore ed un pizzico di sana pazzia, ma grandissima attenzione alla musica mai in secondo piano nei confronti dell'aspetto ludico.
L'ultima volta che vidi il gruppo all'opera fu in una edizione del festival di Chiasso di alcuni anni fa: in quella occasione riuscii a convincere mia moglie alla trasferta. Due ore di auto per arrivare in una Chiasso fredda e deserta: tanto tempo in attesa, poi un demotivante gruppo con cantante e prevedibili frizzi e lazzi della consorte. Quando tutto era perduto ecco arrivare il Kollektief. Dieci minuti e quell'atmosfera fredda e distante, noiosa ed annoiata, era completamente ribaltata. Mai visto la mia signora cosi' entusiasta per un concerto, e pensare che solo qualche giorno dopo, riproposti su compact, le erano assolutamente sconosciuti ed irriconoscibili.....
Willem mi mancherai e non basteranno tutti gli album per riassaporare quella atmosfera unica di gioia e di sano divertimento che trasmettevano i tuoi concerti.

 
 
 

VIDEO CONCERTI IN DIRETTA

Post n°1562 pubblicato il 24 Luglio 2010 da pierrde

La notizia è apparsa solo ieri sul sito del Corriere della Sera, e francamente non le avevo dato molta importanza per molti motivi. Si parlava di quattro concerti presi dal festival Mundus e Noi, ma non era chiaro se ci si riferiva al solo audio o anche al video e anche il modus operandi era abbastanza criptico. Comunque, giusto per vedere, ieri sera all'ora convenuta mi sono sintonizzato sul sito del Corriere: pochi minuti di ritado, ma poi, nella prima pagina del quotidiano on-line ecco il link che mi ha portato direttamente nelle Scuderie di Villa Spalletti a Casalgrande. Li', sopra ad un palco di piccole dimensioni c'era Danilo Rea al pianoforte. Un'ora e mezza di concerto in solo con il consueto stile del pianista: temi di canzoni prese dal repertorio di De Andrè, che costituivano il menù guida della serata, che rapidamente diventavano brani di Tenco o di Modugno, musica brasiliana e Fiorella Mannoia, il tutto senza soluzione di continuità e con una freschezza interpretativa davvero ragguardevole. Accanto ad alcuni standards, Over The Rainbow e Besame Mucho, anche arie d'opera e libere variazioni armoniche; insomma il "solito" bellissimo e godibile concerto di Danilo Rea, valorizzato da una ottima qualità video e audio. 

Ecco allora tutte le informazioni che riguardano i prossimi appuntamenti, il primo dei quali è per stasera:

Quattro concerti in diretta su Corriere.it. Nell'ordine: venerdì 23 luglio Danilo Rea, sabato 24 luglio Ambrogio Sparagna con l’Orchestra popolare italiana, mercoledì 28 luglio Rava "Standard" e mercoledì 4 agosto Alessandro Lanzoni Trio e Fabrizio Bosso & Irio De Paula. Tutti alle 21,30. Si tratta di show che si tengono nell'ambito della 15esima edizione del festival "Mundus e noi", organizzato dall'Associazione Teatrale Emilia Romagna e dalla Provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione della Regione Emilia Romagna e degli 8 Comuni che ospitano di sera in sera gli eventi. 

SPARAGNA E L'ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA - Nella serata di sabato 24 luglio in piazza Libertà a Scandiano sul palco l'appuntamento con la musica popolare italiana proposta da Ambrogio Sparagna e l'Orchestra popolare italiana. Taranta d’Amore è una grande festa spettacolo dedicata al ricco repertorio di serenate e balli della tradizione popolare italiana: gighe, tresconi, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle, la danza matrice di tante tradizioni musicali delle nostre regioni. Al centro della scena Sparagna, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra, dà vita ad una grande festa spettacolo che riesce ad animare la piazza, la fa saltare al ritmo vorticoso dei nostri balli popolari, tra organetti, chitarre, mandolini e tamburelli. L’Orchestra Popolare Italiana ha recentemente partecipato al WOMEX 2009 di Copenhagen (World Music Expo), riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico. 
Fonte: www.corriere.it

 
 
 

CIAO WILLEM, ADDIO HARRY

Post n°1561 pubblicato il 23 Luglio 2010 da pierrde

E' scomparso Willem Breuker uno dei più grandi musicisti europei, da oltre 35 anni alla testa del suo Kollektief, una delle band più divertenti e trascinanti in assoluto.

Il Willem Breuker Kollektief è uno dei più raffinati ensemble Europei attivi nel campo della musica contemparanea e improvvisata. La sua musica è una commistione di generi che taglia attraverso diverse linee musicali tradizionali, combinado jazz e musica classica con diversi generi popolari come marce da banda e musica da circo o passi di danza e musica per film o teatro. Sebbene il proprio repertorio si basi soprattutto su composizioni di Breuker, non mancano brani di Haydn, Prokofiev, Grieg, Mussorgsky, Satie, Weill, Gershwin, Morricone nonché quelli dei componenti del Kollektief.
Fondato nel 1974, il kollektief comprende undici musicisti professionisti che contribuiscono attivamente alla creazione del suono collettivo con la loro vivacità improvvisativa. Negli ultimi vent'anni il Kollektief ha fatto numerose tournée in Europa Occidentale e Orientale, negli Stati Uniti, Canada, Messico, Russia e India, con una media di cento concerti all'anno. Il Kollektief ha al suo attivo otto cd, numerose performance radio e televisive e un proprio festival annuale in Amsterdam. La biografia di Willem Breuker è stata pubblicata in Francia e in Olanda; egli ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il prestigioso Bird Award nel 1988.

Così lo presentava Marcello Lorrai in occasione del festival Novara Jazz il mese scorso, dove il gruppo suonò senza il leader, malato già da tempo: "Al nuovo jazz europeo che con una estrema sottolineatura dell’elemento improvvisativo è emerso negli anni sessanta, i Paesi Bassi hanno assicurato un contributo decisivo: con lo slancio incondizionato di un nutrito ambiente musicale verso prospettive anticonformiste, con il protagonismo di numerose personalità di grande temperamento, e anche con alcune specificità nelle inclinazioni artistiche. Proverbiale la propensione teatrale del migliore nuovo jazz olandese: che d’altro canto meno di altri ambiti nazionali della free music europea ha nascosto il proprio profondo amore per il jazz americano più classico. Nato ad Amsterdam nel 1944, autodidatta, fondatore nella seconda metà degli anni sessanta con Misha Mengelberg e Han Bennink del cruciale Instant Composers Pool da cui si è poi separato nei primi anni settanta, Willem Breuker, da annoverare fra i capiscuola assoluti del jazz europeo di impronta “radicale”, riassume nel suo lavoro musicale molti dei motivi che hanno fatto la grandezza del jazz olandese: eterodossia delle forme e perfetta padronanza del linguaggio jazzistico, rottura delle convenzioni e virtuosismo strumentale (clarinetto e sax) e compositivo, antiautoritarismo e impeccabile disciplina orchestrale, propensione ludica e invidiabile professionalità, sganciamento dai modelli americani ma non senza una profonda, affettuosa interiorizzazione del jazz d’oltreoceano. Senza dimenticare la dialettica di estremo individualismo e forte dimensione collettiva: Kollektief, si chiama appunto da quattro decenni la sua formazione, un nome a cui fa onore la presenza nelle file attuali della compagine di diversi dei membri originari. Occorre in effetti condivisione di intenti e affiatamento per quello che, intriso di sofisticata cultura europea d’avanguardia, senza nessun pregiudizio di una preziosa qualità musicale si offre come uno – in senso forte – spettacolo: che Breuker negli ultimi anni ha dovuto mettere in scena con maggiore parsimonia e a cui è un vero privilegio poter assistere."

Giunge da Londra la notizia che il trombettista Harry Beckett, un grande dello strumento e presenza costante nelle più importanti pagine della storia del free jazz britannico, è morto ieri all'età di settantacinque anni, dopo un infarto. Lo ricorda tra i primi e con grande affetto Mike Westbrook, che lo ebbe di frequente nella propria orchestra nel periodo fine anni sessanta-primi anni settanta: "We were very sorry indeed to read about the death of Harry Beckett. An incomparable loss, personally and musically. He was one of our greatest, and most distinctive trumpet players, and a totally committed jazz musician. We worked together a lot in the 60s and early 70s, especially in my orchestra. His solo on the last track of the Metropolis album is one to treasure. Thereafter Kate, I and Chris Biscoe often ran into him on the road, always a delight. Chris, of course, has been working regularly with Harry in small groups. At one point the two of them did a two-year stint with the Orchestre National de Jazz, in Paris. We are all going to miss him terribly."


 
 
 

APERITIVO IN MINIERA: PARTE AMBRIA JAZZ

Post n°1560 pubblicato il 23 Luglio 2010 da pierrde

Un inizio inconsueto per il festival valtellinese, con l'appuntamento di sabato 24 luglio nel pomeriggio a Lanzada alle 17 nella miniera di talco La Bagnada con il duo Non Posso Riposare costituito da Roberto Bartoli al contrabbasso e Paola Sabbatani alla fisarmonica e voce. La miniera, oggi museo, è importante testimonianza della storia estrattiva della Valmalenco, e si raggiunge solo a piedi con una passeggiata di circa 20 minuti , e chissà come sarà perplesso Bartoli all'idea di portare il suo strumento su per la valle....

Sullo scambio di esperienze tra il festival valtellinese e quello sardo di Berchidda, il famoso Time in Jazz, pubblico una interessante intervista a Paolo Fresu.

 

Intervista a Paolo Fresu Venerdì 25 giugno a “Radioattività”

A cura di Paolo Redaelli

 

PR – Siamo al telefono da Montreal con Paolo Fresu, ciao Paolo, ti strappiamo velocemente alle tue prove, stiamo parlando naturalmente di ambriajazz, volevamo sapere un tuo giudizio sulla manifestazione.

 

PF – Sono contento di partecipare a questa chiaccherata perché con Ambriajazz l’ho vista un po’ nascere anche se io non sono stato mai presente, però dai racconti di Giovanni in qualche modo mi sento anche un po’ responsabile, perché viene al nostro festival (Time in Jazz) già da tanti anni ed è nata questa idea che in qualche modo è nata anche da lì. Quindi sono molto contento che Ambria sta funzionando bene e che anche io quest’ anno posso essere presente con un mio progetto, che poi non è esattamente solo mio ma è un progetto condiviso con Gianluca Petrella, Steven Bernstein e Marcus Rojas, che si chiama Brass Bang! Ed è questo quartetto di fiati che inizierà a fare i concerti proprio nell’ultima decade di agosto e siamo felici di partecipare anche al vostro festival valtellinese.

E poi c’è anche una produzione originale che porteremo tra Berchidda ed Ambria, lo abbiamo già fatto l’anno scorso quindi ormai c’è questo rapporto molto stretto e quindi sono molto felice di questo risultato.

 

PR – C’è un pezzo di Berchidda che arriva in Valtellina praticamente.

 

PF – Beh si già l’anno scorso avevamo coprodotto assieme un progetto tra musica e danza che era il progetto di Giorgio Rossi che ebbe un bellissimo successo e quest’anno coprodurremo invece uno spettacolo di Cada Die Teatro, una delle migliori compagnie teatrali della Sardegna con Giancarlo Biffi e Pierpaolo Piludu e quest’anno a Berchidda il tema è l’aria, l’anno scorso era il tema dell’acqua, ci sarà un fischiatore nonché pianista, Tommaso Novi e quindi farà le musiche di questo spettacolo e sarà prodotto in prima istanza proprio ad ambriaJazz e poi verrà portato a Berchidda nella la metà del mese di agosto.

 

PR – Certo una cosa molto originale e molto interessante per questo festival che ha un po’ l’ambizione di voler dire qualcosa di diverso nel nostro panorama musicale.

 

PF – Beh mi sembra che lo stia già facendo, nel senso che è un festival che nasce con delle idee molto chiare con delle ottime prospettive e anche che si interroga con il rapporto sul territorio. Io penso che questa sia una delle nuove chiavi di lettura dei festival, cioè non basta fare un festival di jazz, non basta fare della buona musica, ma bisogna anche interrogarsi soprattutto in un posto piccolo, come il vostro e come il nostro anche sul senso dell’ organizzare una manifestazione musicale in un territorio che può offrire molto dal punto di vista culturale e turistico e quindi utilizzare la musica anche come grimaldello per aprire altre strade. Mi sembra che questo sia uno degli aspetti più importanti delle manifestazioni come la nostra e delle manifestazioni come la vostra.

PR – E su questo fronte Giovanni ha lavorato già da un paio di anni molto bene.

PF – Credo di si, mi sembra che i risultati siano già ottimi, io ho seguito un po’ attraverso la rassegna stampa anche la manifestazione dello scorso anno anche un po’ dai racconti di Giovanni. Sembra che i primi passi siano stati fatti molto bene ed è di buon auspicio perché quando le prime pietre sono poste molto bene si può costruire un palazzo molto alto e spero sarà così anche per voi

 

PR – Perfetto grazie Paolo per aver trovato tempo, aver sottratto tempo alle prove e naturalmente ti aspettiamo il 31 luglio in Valtellina a Sondrio.

 
 
 

JAZZ ITALIANO: PIETRO VALENTE QUARTET / TALES FROM THE FAR EAST

Post n°1559 pubblicato il 22 Luglio 2010 da pierrde
 


Igruppo è  capitanato da un giovane batterista e compositore veneto, scelto da Umberto Bonani del Circolo Jazz di Verona come migliore talento e premiato con la pubblicazione dell'album da parte della etichetta Freecom. Il disco raccoglie le esperienze e le suggestioni di un lungo viaggio in oriente e mette in luce talento compositivo e tecnica ragguardevole. Accanto al leader c'è il mai troppo lodato Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più interessanti di oggi, oltre a Michele Polga al sassofono tenore e Marco Ponchiroli al pianoforte. I brani sono strutturati in maniera da rendere quanto mai visiva l'esperienza del viaggio e del contatto con la cultura orientale, ma, saggiamente, sono banditi facili esotismi e pastiches a base di world-jazz. Viceversa l'album è permeato da un robusto beat, attraversando territori post bop con leggerezza e libertà creativa. Ben realizzati gli incroci  tra tema e improvvisazione, l'album si snoda piacevolmente mettendo in luce ora il pianoforte umbratile e pensoso ora la voce pastosa del tenore. I dialoghi tra il basso di Gallo e la batteria di Valente sono freschi di idee e sapienti nel timbro, tanto che l'impressione complessiva non è quella di un opera prima bensi' quella di un gruppo rodato e complice nel tempo. Nella ipertrofica produzione di nuovi album è sempre difficile trovare spazio e visibilità per un giovane musicista, ma se prima o poi la qualità è destinata a pagare il nome di Pietro Valente è da tenere a mente. 

 
 
 

I COMMENTI DEL DOPO UMBRIA JAZZ

Post n°1556 pubblicato il 21 Luglio 2010 da pierrde

Caldo, crisi e calcio. Un micidiale trittico che ha messo a dura prova una delle più grandi navi ammiraglie, della cultura "made in Umbria", in Italia e nel Mondo. Umbria Jazz, nonostante la stasi economica le temperature che sono oscillate tra i 35 e i 40 gradi e i Mondiali di calcio, ha tenuto.



Due date che coincidevano con le partite finali dei mondiali di calcio più l'appuntamento, gratuito, del Progetto Axè di chiusura. La flessione registrata negli incassi - settecentomila euro per circa 30 mila paganti - trova quindi una ragione, matematica, immediata.
Dal punto di vista artistico, fermo restando i concerti del Santa Giuliana a grande affluenza quali: Mario BiondiMark KnopflerChick CoreaPat Metheny e Sonny Rollins, va registrata una forte crescita dell'attenzione e della presenza di quelli che sono i concerti notturni e cosiddetti, di "nicchia". Oratorio Santa Cecilia, Morlacchi...ma anche le varie location ricavate nei luoghi più suggestivi della città. Un incremento che, per Carlo Pagnotta è una sorta di "tocca sana". Si sa, per lui il jazz resta un "fenomeno circoscritto", ma non è più così. Se ad ascoltare ed osannare Sonny Rollins ci sono i ragazzi di vent'anni, sarà proprio il caso che il Cavalier Pagnotta "ammetta" che il tanto agognato ricambio generazionale tra il pubblico è cominciato! 


Umbria Jazz, quest'anno, ha richiamato 160 tra giornalisti e fotografi accreditati, con presenze anche da Stati Uniti, Giappone, Serbia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania e Turchia. Anche Musica Jazz prestigiosa testata giornalistica, per la prima volta al festival con il suo Daily Jazz Magazine di grandissimo successo, ha contribuito insieme agli altri partner a creare un sistema integrato di comunicazione 
Fonte : Jazzitalia



Qual è il segreto della longevità e della fama di
Umbria Jazz?
È la formula che funziona; l’atmosfera che si respira
a Perugia in questi dieci giorni e tutto quello
che succede intorno al festival.
A Perugia, come ormai accade in molti festival
internazionali, l’offerta abbraccia anche generi
che esulano dal jazz.
Certo. È chiaro che un appassionato di jazz non è
obbligato ad andare a vedere
tutto. Ricordo un notissimo
critico musicale
che si rifiutò nell’87 di andare
a sentire Sting e Gil
Evans. Il giorno dopo mi
chiese scusa. Ora, se certi
critici prendono queste
posizioni, il pubblico può
fare lo stesso, anche perché
in contemporanea c’è
sempre un’offerta molto
ampia e variegata.
C’è qualcuno che avrebbe
voluto per quest’edizione
e non è riuscito a inserire in cartellone?
Se Stevie Wonder avesse avuto in programma due
date non c’è dubbio che l’avremmo fatto.
Il concerto più bello di quest’edizione?
Sarò settario ma mi commuovo sempre quando
vedo Bobby Hutcherson
Intervista a Carlo Pagnotta di Musica Jazz Daily

 
 
 

UN DUO AL PIANOFORTE: HARPO & CHICO

Post n°1555 pubblicato il 20 Luglio 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

Doug Ramsey è un giornalista e critico musicale, autore di Rifftides uno dei blog dedicati al jazz più affermati, premiato recentemente tra l'altro dall'associazione Jazz Journalists Association. Si tratta di una delle mie letture preferite, e da lui attingo questa volta solo per proporre un divertente video musicale. Nessuna attinenza al jazz ma tanta godibilità e ironia grazie ai fratelli Marx.




 
 
 

PARANOIE E MAGIE: JARRETT TRIO A BERGAMO

Post n°1554 pubblicato il 18 Luglio 2010 da pierrde
 

All'ingresso del Lazzaretto, lo splendido spazio dove si è esibito il trio, campeggiano ovunque cartelli di divieto: no video, no audio, no foto, no smoking (all'aperto ?...). Il palco poi è avvolto da tendaggi, srotolati solo poco prima dell'inizio, che avrebbero lo scopo di mantenere la temperatura a 21 gradi. Impossibile, vista la canicola, ma comunque precisa richiesta del sommo antipatico, il quale, detto per inciso, è arrivato nel pomeriggio con aereo da Nizza dove fa ritorno immediatamente dopo il concerto. Un travet di lusso verrebbe da pensare, egocentrico e maniacale come pochi, ma genio immenso quando siede alla tastiera. Ogni tanto le sue paranoie fanno scoppiare polemiche, ma in genere l'appassionato è disposto a sopportare, cosa che il pubblico bergamasco ha fatto disciplinatamente, anche quando Jarrett ha rifiutato il secondo bis per ignoti motivi, con Peacock che già aveva imbracciato il contrabbasso.

Ho ascoltato il trio molte volte, l'ultima in ordine di tempo è stata la fatidica serata di Perugia, quella che è poi costata il bando da Umbria Jazz a Jarrett. La sensazione immediata che ho avuto fin dai primi brani della serata è di un progressivo lavoro di prosciugamento, rarefazione, limatura del supefluo. Nel corso del tempo il trio è divenuto una macchina sempre più perfetta, eliminando orpelli e contenendo esuberanze. Basta vedere il ruolo di De Johnette, mai cosi' basilare e fondamentale nel suono complessivo, e sempre assolutamente controllato e minimale. Esattamente il contrario di quello che accade invece nella maggior parte dei progetti personali del batterista. Anche l'apporto di Peacock mi è parso particolarmente concentrato ed in evoluzione; mai solo supporto ritmico ma sopratutto melodico, liricamente alternativo al leader, con un suono di inconfondibile bellezza.

Il repertorio è ovviamente il solito: la grande canzone americana più qualche brano preso direttamente dalla penna di grandi jazzisti (Thelonious Monk, John Lewis,...). Due set, il primo di circa 50 minuti con la musica che sale progressivamente di intensità, raggiungendo il culmine nella coda improvvisata dell'ultimo pezzo. Sono momenti di magia pura, con Jarrett che inventa una melodia costruita su poche note ripetute. Tensione e rilascio, bellezza e rapimento. I piatti che scandiscono meravigliosamente il tema, poi la musica si acquieta e purtroppo giunge la pausa che spezza l'incantesimo.

La seconda parte è piuttosto corta, circa una mezz'ora, la magia non si ripete ma classe, buon gusto e interplay sono profusi a piene mani. Jarrett è concentrato e inventivo, controllato sia nelle esposizioni dei temi sia nelle successive improvvisazioni. Mai una parola al pubblico, nemmeno la presentazione dei due patners, solo inchini e ringraziamenti alla fine, prima dell'abbandono del palco   Ascoltare questi tre maestri è sempre una esperienza gratificante, anche conoscendone repertorio e idiosincrasie e nonostante prezzi tutt'altro che popolari.  

 
 
 

AD ARBORE E BOLLANI LE LAUREE DEL BERKLEE COLLEGE

Post n°1553 pubblicato il 17 Luglio 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

È stata consegnata a Renzo Arbore la laurea honoris causa del Berklee College of Music di Boston in occasione di a Umbria Jazz. Altro laureato di lusso, Stefano Bollani. La cerimonia, solenne e rispettosa di un serissimo protocollo, si è svolta all’ arena Santa Giuliana appena prima del concerto del Pat Metheny Group, uno dei più attesi di Umbria Jazz.
Le lauree ad honorem del Berklee sono riconoscimenti prestigiosi: la prima fu assegnata nel 1971 a Duke Ellington. Venendolo a sapere, Arbore non nasconde di esserne impressionato: «È una delle gratificazioni più grandi e importanti - ha detto - che io potessi pretendere. È il sogno di un ragazzino tredicenne che ritagliava tutti gli articoli dei giornali dove ci fosse la parola jazz. Interpreto la laurea come un riconoscimento alla passione, del resto il jazz è musica per appassionati. Se questa sera dovrò parlare, dedicherò quel momento a Louis Armstrong e a Lionel Hampton, con il quale ho pure cantato, una volta, a Napoli in omaggio a Carosone. Di Hampton amo la visione della musica come spettacolo e divertimento, ma da lui, grandissimo jazzman, ho anche imparato davvero cos’è l’improvvisazione».

Le lauree ad honorem del Berklee di solito vengono concesse in occasione di eventi speciali: quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario delle clinics che la scuola americana tiene durante Umbria Jazz e per solennizzarlo il preside, Roger Brown, arrivato anche lui a Perugia per l’occasione, ha deciso di onorare il presidente del festival, Renzo Arbore, e il musicista italiano più famoso in questo momento all’estero, assieme ad Enrico Rava, ovvero Bollani. Ci sarà anche un terzo laureato, il percussionista Horacio ’El Negrò Hernandez.

Arbore e Bollani sono a Umbria Jazz non solo in veste di laureati. Il pianista si è esibito nei giorni scorso in un teatro Morlacchi esaurito in una solo performance. Arbore presenterà il documentario, da lui prodotto, sul ruolo, per nulla secondario, degli italoamericani alla nascita del jazz. Il film, intitolato “Da Palermo a New Orleans, e fu subito jazz”, racconta in particolare la vita semileggendaria di Nick La Rocca, figlio di emigrati siciliani.


Fonte : La Stampa

Commentare o non commentare ? Difficile senza sollevare un polverone, pertanto mi limito a fare due semplicissime constatazioni:
a) Arbore è un personaggio di grande simpatia e comunicativa. Impossibile avversarlo, per qualsivoglia motivo
b) in fondo hanno dato il Nobel per la pace a Henry Kissinger, cioè colui che ha armato e foraggiato le più sanguinose dittature sudamericane, che sarà mai una laurea ad Arbore......

 
 
 
 

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